Buio

La stanza è buia.
Filtra solo un filo di luce dalle imposte. Vorrei poterle chiudere di più, ma non si riesce, ho provato. Mi accontento, alla fine, c'è buio.
Buio doveva essere e buio c'è. Sarà abbastanza? O è troppo poco?
Continuo a guardare il telefono. Ho tolto la suoneria e se scrive devo vedere.
Mi ha mandato la posizione in tempo reale, so esattamente quanto manca, dov'è....
Ma non so ancora che faccia ha.
Cioè lo so, ma non lo so davvero. Può una foto, con una faccia arricciata in una smorfia, rendere l'idea?
Mi chiedo perché non possa mandare foto normali, come le persone normali.
Ma so già la risposta.
Perché non siamo normali.
Chi, sano di mente, la prima volta, si incontra in una stanza al buio?
Sono matta.
Continuo a ripetermelo, ma non me ne vado. Resto.
In intimo bianco, perché ha detto che gli piace, in un letto vuoto, nel silenzio di una stanza.
Guardo il telefono.
Ancora non ha letto l'ultimo messaggio. Ha letto solo il messaggio col numero della stanza, 109.
Si apre la porta.
Metto giù il telefono, veloce. Non deve esserci luce, nemmeno quella dello schermo.
"Ciao"
Sto in silenzio.
Mi aveva detto di non parlare... forse ora vuole che parli?
"Ne ho fatte di follie, ma questa le batte tutte"
Sto zitta, posso parlare solo se mi da il permesso.
"Non vedo nulla..."
Non rispondo.
Lui non sa nemmeno il suono della mia voce, non una telefonata o un vocale...
Nulla.
Ero la sua schiava prima ancora che lo sapessimo io e lui. Quindi sto zitta.
"Non parli?"
"Posso parlare? Devi darmi il permesso..."
Sento che sorride.
Sono le prime parole che sente dalla mia voce.
Solo messaggi scritti da me. In fondo la sua voce, sexy, afona.... io l'avevo già sentita, prima che ideasse questo gioco per me, per noi.
"Hai una bella voce.
Allora ci sei...
Non vedo nulla"
"Vieni avanti, ti vedo"
Ma non è vero, vedo solo la sagoma.
Lo sto conoscendo così.
Il primo ricordo che avrò di lui sarà semplicemente una sagoma scura, alta e un volto dai contorni indefiniti.
Che diventa sempre più chiaro e nitido nonostante il buio.
Il suo sapore.
La sensazione delle sue labbra e della sua lingua allacciata alla mia.
La sensazione della sua pelle sotto le mie mani. La sensazione di lui che mi tocca per la prima volta.
Vorrei essere già sua.
Ma la sono già probabilmente.
Poi...
Poi succede che non capisco più nulla.
Succede che le sue mani e la sua lingua sono ovunque.
Succede che mi sposta e mi muove come fossi una piuma, ma mi ritrovo lividi... sulle anche, sul sedere, sulle braccia.
Succede che mi lega...
"Tu sei più matta di me, ti fai legare da uno sconosciuto, in un hotel"
E in quel momento, mentre mi lega, capisco che ha tremendamente ragione e torto allo stesso momento.
Perché è uno sconosciuto
Ma è come se lo conoscessi da sempre.
Quindi ora... legata senza essere legata, conto i lividi, guardo il sedere arrossato, sento il male ovunque quando mi sdraio...
E sorrido...
Sorridero' ancora tra 1 mese o 1 anno?
Sorridero' ancora quando avrò saputo tutto di lui, quando il suo lato oscuro mi avrà avvolto?
Spero di sì.... che sorridero' pensando ai lividi, ai nostri giochi, agli scherzi, alle risate, al vento in faccia in moto... sorridero' pensando alle nostre prime volte, a quando parlavamo di fonderci senza sapere che ci saremmo fusi davvero, non solo usando catene, bende, manette e safe word.
Perché alla fine... che tu voglia o no... un dom e una slave a un certo punto si incontrano e sono uno la risposta alle domande dell'altro.
E anche se le cose finiranno sono destinate a restarci dentro indelebili, come una stanza buia, come un livido che poi sparisce, come un collare col suo nome...
O forse, chissà... forse siamo arrivati per restare...
Non resta altro che scoprirlo...