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Prime Esperienze

Un lungo viaggio: quinta parte


di deathdog
14.10.2017    |    2.456    |    0 9.3
"Le occasioni ci furono, le richieste anche..."
L'ultima esperienza sembrava aver sancito lo stop definitivo di questo viaggio. Cosi' non fu, anzi. Fu l'ennesimo rinnovamento. Il susseguirsi di emozioni sempre nuove non aveva mai lasciato spazio alla noia e alla ruotine, e anche questo giro l'inaspettato fece da padrone, fino alla fine.

- SPAZIO ALLA FANTASIA -

Dopo circa un mese le scrissi una lunga mail. Le raccontai il mio imbarazzo per quella forma cosi' atipica di sesso che lei aveva messo in pratica su di me. Non le nascosi che fu di una piacevolezza indescrivibile, e che forse potevo aver provato lo stesso piacere che provava lei quando ero io ad entrare dentro di lei da dietro. Ero comunque molto confuso da tutto cio' e non glielo negai.

Lei invece era completamente esaltata. Avermi procurato piacere in quel modo la rendeva euforica. Non vedeva l'ora di riprovarci (io un po' di meno – NDR). Considerava questa l'ennesima esperienza di scambio che rendeva unico il nostro rapporto.

Fece bei discorsi sulla fiducia reciproca, sull'intimita' raggiunta; non potevo darle torto, aveva pienamente ragione, ma quell'orgasmo anale mi continuava a lasciare perplesso; la sensazione che la situazione mi stesse sfuggendo di mano si faceva piu' insistente.

Per enfatizzare il discorso sulla fiducia reciproca, per il successivo incontro mi chiese se potesse farsi trovare come piaceva a lei - “Ti lascio la porta aperta e tu entri da solo”. Li' per li' non capii ne' mi sforzai di farlo. Ero un mese che non la toccavo e l'ultima esperienza mi aveva, per cosi' dire, disorientato.

Era l'ora del te'. Suonai e lei mi apri' subito. Feci le scale con calma. Trovai la porta socchiusa come da accordi; lei non c'era. Andai verso la camera e sentii distintamente musica di pianoforte di Einaudi, Nuvole Bianche. Aprii la porta, la luce era molto bassa, lei distesa prona, col viso rivolto dalla parte opposta alla porta. Era nuda con addosso solo un minimale perizoma a filo rosso fuoco che scompariva subito tra le natiche. Era magnifica.

Non si volto' verso di me. Nessuno disse una parola. Mi spogliai e mi avvicinai a lei sul letto.

Iniziai baciandole le gambe, poi la schiena e alla fine le natiche. Poi le misi dolcemente una mano sotto al pube e le sollevai un po' il culetto. Spostai con la bocca il filetto del perizoma e iniziai a baciarle e a leccarle il buchetto profumato per l'occasione.

Continuai fino a quando non la sentii ansimare e la vidi bagnarsi copiosamente. Il suo culetto era sempre piu' prono verso di me.

Lei era a mia completa disposizione, potei fare ogni cosa, che ora neanche ricordo. Ricordo pero' la sensazione. Lei era mia. In qualche modo volle ricostruire quella situazione di reciproca fiducia, quell'abbandonarsi completamente nelle mani dell'altro, come dire “Fai di me cio' che vuoi...” come accadde l'ultima volta quando violo' il mio posteriore.

Era una sensazione di unione bellissima. Entrai dentro di lei e ci avvolgemmo in un abbraccio; eravamo un'unica cosa. Ci rotolammo piu' volte nel letto. Una volta sotto non riuscii a non metterle le dita nel culetto, come sempre morbido e piu' accogliente del solito.

Dopo un po' lei si sollevo leggermente, me lo prese in mano e se lo punto' nel culetto e con un movimento dolce e deciso se lo mise dentro, fino in fondo. Sentivo le sue labbra gonfie e umide sul mio pube...

Giocammo pochissimo in quella posizione, le mi cavalcava con insistenza e non riuscii a trattenermi. Riuscii a stento ad avvisarla che stavo vendendo quando esplosi con un orgasmo pazzesco. Ero carico. La sentii riempirsi... alcuni istanti, frazioni di secondo e venne anche lei sopra di me inondandomi di quel caldo e liquido orgasmo. Urlo' di piacere come non aveva mai fatto. Indimenticabile e unico, in tutti i sensi.

I giorni seguenti non fece altro che parlare di quel momento di unione, di sincronizzazione del piacere. Come darle torto?

Inizio' anche a mandarmi delle altre immagini di come le sarebbe piaciuto “giocare” con me. A volte criptiche, a volte decisamente esplicite.

La volta seguente ero piu' preparato, dato che mi aveva fornito degli indizi... Si fece trovare completamente nuda, supina. Il viso bendato da una stretta fascia. In mezzo alle gambe aveva lasciato cadere alcune praline di cioccolato che si depositarono proprio li, come un antipasto che copriva il cappuccio del clitoride.

Inizia baciandole tutto il corpo, piano piano e in silenzio... poco per volta mi mangiai le praline e finita l'ultima le aprii leggermente le gambe e iniziai a baciarle le grandi labbra. Delicatamente le davo qualche colpetto di lingua sul clitoride... continuai cosi' fino a quando non la sentii ansimare pesantemente.

Le misi l'indice nella figa e il medio nel culetto. Con l'altra mano le toccavo il seno, mai troppo sensibile, e mai protagonista dei nostri incontri. Continuai cosi' leccandola con avidita', per oltre un'ora. Persi la sensibilita' della lingua e per riprendermi feci una pausa e glielo misi in bocca per farmelo asciugare... Me lo succhio con estrema avidita' ma non glielo lasciai molto.

Tornai in mezzo alle sue gambe e continuai a giocare. Le misi due dita nel culetto e iniziai con un leggero movimento alternato. Contemporaneamente le succhiai distintamente il clitoride fino a farla venire un paio di volte.

Senza dire una parola, lasciandola sempre supina e bendata, il mio cazzo, grosso come non mai, entro nel suo culetto. Dritto fino in fondo. Ebbi la sensazione di aprila in due... Ci fu' un brivido di piacere per entrambi. Baciai piu' volte quel volto bendato cercando di rilassarmi ulteriormente e di farla rilassare, poi iniziai a pomparla divinamente.

Lei era nelle mie mani. Godetti ogni istante di quella inculata poi venni con un orgasmo dolce e progressivo, riempendola come poche altre volte.

Svenni per qualche minuto, poi mi ritirai in bagno per darmi una rinfrescata.

Tornai in camera e la trovai esattamente dov'era un paio di minuti prima. Con la mano destra si stava leggermente massaggiando il pube. La lasciai fare e mi misi a fianco a lei e forse (forse? - NDR) caddi un uno stato di rilassamento per alcuni minuti, poi lei sali' su di me mettendomi letteralmente il culetto in bocca, poi si chino' e me lo prese in bocca.

Il mio pisello non era ancora pronto per il secondo giro, era ancora molto sensibile ma lei seppe aspettare dedicandogli dolcezza e attenzione. Allo stesso modo feci io baciandole delicatamente la figa mentre con le mani le accarezzavo la schiena e i seni.

Eravamo entrambi molto rilassati, lei anche troppo e dal suo buchetto inizio a fuoriuscire cio' che le avevo poco prima lasciato. Il mio sperma le calava piano piano giu', poi un con uno spasmo involontario fuoriusci quasi tutto e le inondo' prima le grandi labbra poi parzialmente mi fini' in bocca. La sua figa aveva il mio sapore. Che sensazione bizzarra. Glielo dissi... ci eccitammo entrambi. Nuovamente.

Ci volle un po' poi le venni nuovamente in bocca. Fu molto bello, un po' diverso dal solito, ma non so perche'. Continuo' ancora un po' a succhiarlo e a leccarlo, poi si sdraio' affianco a me e ci addormentammo insieme.

Questo nuovo modo di esprimere la nostra sessualita' aveva un doppio volto. Da una parte era palese una sempre maggiore intimita' e affinita', dall'altra io e lei sembravamo solo dei compagni di giochi, non una copia, o almeno cosi' sembrava a me.

Successivamente i suoi indizi mostravano oggetti di contenzione, come corde, fasce e manette. Il messaggio era tanto palese quanto intrigante, e il pensiero mi eccitava, non tanto per l'idea di legarla, bensi' per la novita' da sperimentare, anche consapevole che se l'avessi fatto io a lei lei poi mi avrebbe reso il favore.

Purtroppo questo esperimento non trovo' mai realizzazione. Le occasioni ci furono, le richieste anche... ma non so proprio dire perche' nessuno dei due passo' mai all'azione in tal senso.

Una sera eravamo a cena da amici. Non ci si vedeva da qualche giorno e la voglia di entrare l'uno dentro l'altra era evidente. Mi resi conto di essere schiavo di quella sessualita', di come il nostro rapporto non riuscisse a trovare una stabilita' oltre il sesso. Passai tutta la serata ad immaginarmi la prossima scopata, e lei non faceva niente per farmi pensare ad altro, anzi.

Per l'occasione si mise un paio di pantaloni molto stretti che i giorni prima furono protagonisti di una breve ma eccitantissima sessione sul divano di casa sua. Erano cosi' stretti che il suo culetto sembrava esplodere li dentro e quando glieli abbassai, giusto poco sotto le natiche, fece bella mostra di se un perizoma minimale nero. Le natiche segnate dalle cuciture e l'odore naturale completavano quell'inebriante visione. La feci venire con le mani mentre le baciavo e succhiavo avidamente il buchetto del culo, dall'inizio alla fine, senza tregua, senza toglierle ne' perizoma, ne' pantaloni, ne' altro. Praticamente vestita. Poi lei ricambio' il favore. Era la prima volta che lo facevamo, per cosi' dire, vestiti e seduti su un divano. In una modalita' rivisitata, rivivemmo un pomeriggio di qualche giorno prima, passato sulla panchina di un parco, desiderandoci reciprocamente in mezzo a tanta gente.

La scelta di quell'abbigliamento, per quel cena, non era stato casuale.

Passai la serata col cazzo dritto, con la testa persa nei miei pensieri peccaminosi. Mi abbandonai all'alcool e tornai a casa in uno stato decisamente poco dignitoso.

Mi presi un periodo di riflessione.

- FINE QUINTA PARTE -
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