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Prime Esperienze

Una visita a Cap D'Adge, seconda parte di tre.


di Membro VIP di Annunci69.it anita69
07.05.2021    |    3.670    |    3 9.7
"Abbiamo bevuto un boccia di Chablis ghiacciato, non male, e due Armagnac in finale, per restare nella tradizioni francesi..."
Abbiamo cenato a lume di candela, accarezzandoci, teneramente, ogni tanto le mani, ma anche allungando i piedi sotto il tavolo per toccare le nostri parti intime scoperte.
Abbiamo bevuto un boccia di Chablis ghiacciato, non male, e due Armagnac in finale, per restare nella tradizioni francesi.
Prima avevamo brindato con due Pernod, per aperitivo.
Siamo felici, abbiamo scopato nel caldo sole del pomeriggio, tutto il giorno nudi e arrapati, ora abbiamo mangiato bene e bevuto oltre il limite, siamo belli caldi per la seconda parte di un sesso intrigante, come ci promette Cap D’Adge.
La notte a Cap vi sono feste nel Club privè, ma soprattutto feste in alcune piazzette del villaggio, ma anche sul mare e nelle dune.
Queste ultime non ci attraggono, basta sabbia, basta buio pieno, abbiamo qualche timore di un sesso troppo selvaggio: a noi piace la dolcezza, non la violenza.
Ci attraggono le feste all’aperto, ma dentro il villaggio, in piazzette carine su cui si aprono viuzze laterali e spazi da vivere.
Chiediamo indicazioni al cameriere, che non ha mai smesso di guardarmi la fica mentre ci serviva: forse era per avere una mancia più alta perché con così tante fiche al vento, da tutte le parti, non so cosa trovasse, di diverso, nella mia.
Ci indica una piazzetta al centro del villaggio, ma ci dice che nudi non possiamo partecipare, occorre una mise, molto eccentrica e nude look ma non la nudità completa.
Non dormiamo nel villaggio e abbiamo solo jeans e maglietta, che abbiamo lasciato nell’auto al parcheggio, quando siamo entrati.
Il cameriere, ben foraggiato da una lauta mancia, risolve tutto: ci indica un negozietto li vicino, sempre aperto, dove trovare i costumi molto “in” per poter accedere alla festa.
Il negozio è una boutique per un porno- carnevale, mini-abiti, lingerie erotiche, il massimo della trasgressione, per donna e uomo.
Opto per una mini-gonna havaianas, fatta da tante striscette di cuoio nere al posto di quelle di paglia.
Striscette da trenta centimetri, una gonnellina filo fica, fatta da strisce di pelle che si aprono al solo camminare, figurati quando ballerò.
Il cuoio nero va molto nei tanti costumi che vedo nel negozio e che vedrò poi alla festa. Pelle e fruste a volontà, costumi interi che lasciamo scoperte le poppe e la fica sono in gran numero, alla faccia che non si può entrare nudi alla festa: resta coperta la parte del corpo meno sexy.
Sotto la gonnellina di strisce di pelle che si muovono e si aprono ad ogni passo, non so che mettere e il commesso mi propone un filo che non avevo mai visto.
E’ un minuscola striscia di pelle nera che mi gira intorno alla vita in basso, da cui parte una striscia che sparisce fra le chiappe e che ricompare davanti divisa in due, una striscia da una parte e una dall’altra del "buco" della fica.
In pratica le due strisce circondano le labbra della mia fica, che quando diventeranno turgide, per una probabilissima eccitazione, sbocceranno fra le due strisce di pelle, come un giglio che si apre.
Mi entusiasma solo il pensiero, figurati farlo.
Per sopra scelgo un banale min-top, anzi un reggiseno a balconcino di pelle, senza mezzo balcone, in pratica la pelle sorregge le mie poppe, completamente scoperte, salvo un toppino nero appiccicato sui capezzoli. Whao…
Gius sceglie una mise da gladiatore romano, sempre di pelle, ma con sotto nulla e con palle e cazzo che ballano ad ogni passo.
Entriamo alla festa in piazza, baldanzosi e un poco barcollanti, per l’alcool.
Una marea di gente seminuda, una musica da sballo: un delirio di poppe, fiche e cazzi al vento, in un vedo non vedo, perché la luce è poca, fatta da torce accese appese alle pareti delle case e delle colonne che sorreggono una specie di loggiato da un lato della piazzetta.
Balliamo pigiati e accalcati gli uni sugli altri, sento mani che si infilano fra le strisce della gonnellina per palparmi il culo e ogni tanto struscio con le mani o con le chiappe grandi cazzi sempre ritti: ci deve essere un grande spaccio di pillole azzurre qui vicino.
Vedo Gius impegnatissimo a muovere le sue mani da poppe e fiche altrui, a ritmo di musica.
Beviamo Sangria rossa alternata a Sangria bianca, siamo vicini alla Spagna, per dissetarci dalle fatiche del ballo e dall’eccitazione, di questo baccanale antica Roma.
Ogni tanto vediamo sparire nei vicoli vicini gruppetti di persone, anzi direi una donna e qualche maschietto, ebbri di risa e di voglia.
Gius, che è il solito noto maiale, mi propone un gioco: separiamoci e andiamo a ballare in due diversi posti della piazza e guardiamo chi becca e chi becca situazioni più intriganti.
Poi stanotte ci raccontiamo quello che è successo oppure chi ha costruito una porno-cosa interessante, chiama l’altro a partecipare ed ha vinto la bambolina.
Porco, certo, ma la proposta di intriga molto, sono molto carica e anche molto vogliosa.
Un mare di cazzi ritti e disponibili in pubblico mai visti.
Gli dico di si e di scegliere il lato della piazza dove vuole andare e diamo inizio alla sexy gara fra noi.
Il seguito alla terza e ultima parte.


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