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Prime Esperienze

VALERIA:QUANDO SCOPRII CHE MI PIACCIONO GLI UOMINI MATURI – CAP.4


di Yocalsy
14.08.2021    |    18.473    |    18 10.0
"Quella mattina Massimo mi aveva scritto per dirmi che non ci saremmo potuti vedere, era rimasto indietro con i lavori ed avvicinandosi la stagione non poteva..."
I giorni passavano e continuavamo a vederci tutti i giorni, a parte il sabato e domenica, quando papà arrivava dalla città e mi era più difficile scappare.

Massimo aveva un fantasia incredibile. Ogni volta aveva nuove sensazioni da farmi e da provare lui stesso. Avevo ripreso a prendere la pillola e potevamo divertirci senza pensieri.
Adorava essere masturbato dai miei piedini, io seduta davanti a lui mentre mi accarezzavo la patatina. E venne pure il giorno in cui mi tolse la verginità del sederino. Fu dolcissimo, mi accarezzò, bacio, leccò il sederino a lungo, usando olio e non fu così terribile il dolore come mi sarei aspettato.
Questo è una sorta di diario, e mentirei a me stessa se dicessi che provai qualcosa quella prima volta, anche se lui dopo mi portò comunque all'orgasmo con la bocca incollata alla mia topina.
Non ero rilassata, non riuscii a godermi l'attimo,ma già la seconda volta iniziò a piacermi, mi eccitava di testa il suo modo di grugnire, le sue dita che frugavano la mia patatina regalandomi brividi, sentirlo mormorare: “Sei una troietta...te lo spacco questo cuoricino”con la voce rotta dal piacere. Cuoricino, aveva ribattezzato così il mio sederino perché ha la forma di un cuore secondo lui, io non l'ho mai capita tanto bene questa cosa...

Io ero cambiata.
Mi sentivo molto più sicura, mi sentivo bella, desiderata, sexy...
Mi piaceva parlare con i ragazzi in spiaggia, farmi corteggiare, ma soprattutto provocare gli uomini più grandi, magari i vicini di lettino con la moglie, le loro mezze frasi, i complimenti e le battutine quando questa non c'era, che mi mangiavano con gli occhi e dovevano stare attenti a non farsi beccare dalle mogli, anche se il gonfiore dei loro costumi li tradiva...

Qualcosa cambiò un caldo pomeriggio.
Quella mattina Massimo mi aveva scritto per dirmi che non ci saremmo potuti vedere, era rimasto indietro con i lavori ed avvicinandosi la stagione non poteva permetterselo.
Capii che ci stava, non ebbi motivi per dubitare della sua parola.
Decisi così di passare il pomeriggio in spiaggia, libro, cuffiette e prendere un po' di sole.
Stavo sdraiata da un po' nel mio bikini tanga spezzato bianco nella parte superiore e nero sotto, quando da lontano vidi Massimo che cercava di attirare la mia attenzione e subito mi arrivò il suo Whatsapp.
“Vieni alla mia casetta degli attrezzi, quella in fondo a tutte le cabine, cerca di non farti vedere, lascio la porta aperta. Sei stupenda, una dea sul quella sdraio.”

Chiesi alla signora dell'ombrellone di fianco se mi avrebbe controllato telefono e borsa perché andavo a fare un po' di esercizi alla palestra sulla spiaggia e mi avviai invece verso la casetta degli attrezzi di Massimo.
La porta era socchiusa come aveva detto, mi guardai un momento in giro per accertarmi che non ci fosse nessuno in vista e sgattaiolai all'interno.

Mi sentii subito prendere il braccio, Massimo mi sollevò da terra, mi schiacciò contro la porta e iniziò a baciarmi, un vortice le nostre lingue, le sue mani che mi tenevano sollevata dal sederino.
La casetta era totalmente buia, a parte pochi metri davanti alla porta, illuminati da finestrella sul soffitto che era proprio all'ingresso della stessa.
“Non riesco a stare senza di te porcellina, ti voglio”
Intanto avevamo già ripreso a baciarci, sentivo il suo pene duro contenuto nei bermuda che premeva contro il mio pancino.
A sinistra della porta c'era un bancale con dei sacchi di terra rossa per i campi da tennis, parallelo alla porta, anch'esso illuminato dalla finestrella dove Massimo aveva già sistemato un paio di coperte.
Mi lascio cadere, spingendomi verso il bancale, dove caddi, mani in avanti. Mi accorsi che aveva calcolato tutto, ero quasi perfettamente a 90°.
Sentii la sua bocca sul collo le mani afferrarmi il tanga e tirarlo verso il basso lentamente.
Sentii che si inginocchiava, le unghie delle sue mani graffiarmi leggermente dalle spalle, la sua bocca che scendeva piano piano, fino al sederino dove Massimo si avventò, prese a mordicchiarlo come al suo solito.
“Il mio cuoricino”
Poi i baci, le dita che sfioravano i petali della mia patatina.
Lo sentii abbassarsi i pantaloncini e cosi, di colpo, penetrare fino in fondo la mia micetta.
Le sue mani sui fianchi, io cominciai ad annaspare, il respiro corto, mentre lui cominciò un a possedermi infuriato.
Cominciai a gemere.
“Massimo sii”
“Shh bimba, o ci sentono” mentre continuava a muoversi dentro di me, a volte i suoi colpi mi facevano staccare i piedini dal pavimento.

Poi uscì da me, ritornò in ginocchio e si avventò con la lingua e la bocca sulla rosellina del mio sederino, lo forzava con la punta della lingua mentre sentivo la saliva colare sulla mia patatina.
Si rimise in piedi e con un gesto secco mi penetrò il sederino.
Non potei trattenere un urlo.
Mi mise una mano sulla bocca mentre l'altra mi spingeva la schiena verso il basso.
“Ti inculo piccola... mmm...sei la mia piccola troietta...sgrillettati...dai, mi eccita da matti”
Allungai la mia manina e inizia a masturbare la micina, la mano aperta si muoveva veloce. Ansimavo e gemevo nell'incavo della sua mano finché venni, scosse violente di piacere come sempre, come solo con Massimo mi era capitato.
Si fermò un momento, baciandomi il retro delle orecchie e il collo per poi tornare all'orecchio e sussurrarmi:
“Ti sborro nel culo porcellina”.
Mi tappò nuovamente la bocca con la mano tornando a martellarmi senza sosta, sentivo le palle grandi e morbide sbattere sulle mie natiche.
“Vengo vengo piccola ...”
Lo sentii irrigidirsi e poi il suo piacere che schizzava nel mio “cuoricino”.
Di nuovo si abbandonò ansimante e madido di sudore sulla schiena.
“Piccola, sei una droga, sei fantastica”

Ci baciammo, ma non potevamo certo dilungarci.
Con la poca luce che filtrava cercavo il mio costume che Massimo aveva lanciato chissà dove, quando vidi l'interruttore e distinti lo premetti accendendo la luce.
“Eccolo” dissi vedendolo, ma alzando lo sguardo vidi, sul fondo della casetta, un uomo, seduto su una sedia da giardino, nudo e con il suo pene in mano che mi guardava.
“Piccola, aspetta adesso ti spiego..”
Lo guardai.
Ero sconvolta.
Mi rivestii alla svelta e corsi fuori, andai verso il mare e mi ci tuffai...

...CONTINUA...

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