Scambio di Coppia
Onde di Piacere: 2


17.04.2025 |
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"Ogni gemito è un’eco, ogni respiro è un invito..."
Parte 2
Luca se ne va, lasciandoci in un silenzio denso, ancora carico dell’energia condivisa.
Io e Stefano restiamo distesi, le dita che si sfiorano appena, come a trattenere l’eco di quanto appena vissuto.
“È stata proprio una bella mattinata, vero amore?” mormora Stefano, con quella dolcezza che usa solo quando è davvero felice.
Annuisco. “Sì, è stato tutto così spontaneo.”
Stefano ride, “Che bella scopata... mi ha sfinito, ho bisogno di recuperare.”
“Anche io,” sorrido, “mi avete distrutta!”
Sbadiglia, si allunga accanto a me. “Dormo un po’. Tanto Luca tornerà più tardi... era stanco anche lui dopotutto.”
Restiamo stretti, i nostri respiri si intrecciano, ci addormentiamo così, vicini, ancora caldi di noi.
Quando riapro gli occhi, il pomeriggio avvolge tutto di una luce morbida. Stefano si stiracchia, i nostri corpi si cercano di nuovo, lenti, come se la pelle ricordasse.
Poi lo vedo: Luca, in lontananza, che si avvicina con passo sicuro. Un fremito mi attraversa.
“Sta tornando...” sussurro, Stefano segue il mio sguardo e sorride.
Prendo dell’uva dal frigo, le dita intrise del suo succo dolce, con un sorriso malizioso, porgo un acino a Stefano, che con gesti lenti lo afferra tra le labbra, sfiorando le mie dita con intenzione.
Luca si siede accanto a me, i suoi occhi mi trovano subito. Mi bacia, un bacio caldo, profondo, come se volesse riprendere esattamente da dove avevamo lasciato.
“Ero stanco morto,” mormora. “Stamattina sono partito alle quattro. Dopo essere andato via da qui, ho mangiato qualcosa al volo e ho dormito fino ad adesso.”
Lo osservo con uno sguardo carico di desiderio, mentre la mia mano, con un movimento lento e provocante, scende verso il suo inguine, con un tocco audace che fa pulsare l’aria di passione.
Luca si stende accanto a me, il suo fianco che sfiora il mio mentre Stefano si avvicina dall’altro lato, il corpo caldo vibra di tensione, di eccitazione, sento il suo pene eretto esercitare una pressione decisa che non posso fare a meno di sollecitare strofinandomici contro.
Mi lascio andare a quell’abbraccio perfetto.
Dal sentiero della pineta, due figure si avvicinano, li riconosciamo subito: una donna dai capelli ramati, e un uomo dal fisico atletico. Si tengono per mano, esitano, ma i loro occhi brillano di desiderio.
“Ecco la coppia di stamani!” mormora Stefano sollevandosi appena.
“Si sono loro, ci stavano guardando in pineta,” aggiungo senza muovermi.
Si fermano a pochi passi, lei prende fiato.
“Ciao…stamattina vi abbiamo visti. Non abbiamo avuto il coraggio di avvicinarci. Ma ora.”
“A questo punto ci stavamo chiedendo se fosse possibile unirci a voi,” conclude lui mentre lei annuisce con un sorriso che sa già la risposta.
«Certo che sì,» dico io, la voce più bassa, quasi intima, “Siete benvenuti!”
“Io sono Martina, e lui è Marco.”
“Io sono…” comincio, ma Stefano mi anticipa:
“Lei è la nostra musa,” dice e mi bacia il collo dolcemente, “Io sono Stefano, lui è Luca che abbiamo conosciuto stamani.”
Sento un piccolo brivido percorrermi la schiena è quella sensazione bellissima di apertura, di qualcosa che si allarga e accoglie.
Luca si sistema seduto, il suo sguardo si posa su Martina con una curiosità che diventa ammirazione immediata.
Martina si lascia cadere sul telo. Luca le fa spazio, il suo sguardo si accende, la osserva come si guarda qualcosa che non si osa toccare subito.
Martina è magnetica, i suoi gesti sono decisi e delicati insieme, sia Luca che Stefano sembrano catturati da lei, li vedo seguirla con lo sguardo ogni volta che si alza, che si stira, che ride. Lei lo nota, gioca, civetta, ma con una grazia autentica.
Io mi sento a mio agio accanto a Marco. Ha mani grandi e calde, e quando mi sfiora, per sbaglio, o forse no, è sempre con delicatezza.
Martina si avvicina a Luca, si siede sopra di lui, gli sfiora le spalle con la punta delle dita, tracciando disegni invisibili sulla sua pelle nuda.
Lui chiude gli occhi, si abbandona, la sua mano sale lungo la schiena di lei con lentezza, la osserva con desiderio le scosta una ciocca di capelli dal viso prima di baciarla.
Stefano si avvicina a Martina da dietro, il suo membro già duro e pulsante tra le mani.
Lei si gira, gli occhi scintillanti di desiderio, e senza indugi si china in avanti, prendendo tra le labbra il cazzo turgido.
Comincia a pomparlo avidamente, strofinando la lingua sulla cappella gonfia, mentre con una mano gli accarezza lo scroto.
Stefano geme di piacere, afferrandole la testa e spingendosi ancora più dentro la sua bocca.
Martina lo prende tutto, fino in fondo, facendolo godere come non mai.
Io resto a guardare, il fiato sospeso.
Marco è accanto a me, lo sento vicino, presente, la sua mano scivola sulla mia coscia, non troppo in alto, ma la pressione è chiara, decisa. I suoi occhi cercano i miei, come a chiedere silenziosamente se può andare oltre.
Gli rispondo solo con un cenno e un sorriso lento, si avvicina, mi bacia sulle labbra, il suo respiro mi fa vibrare.
“Mi fai impazzire,” mi sussurra, e le sue dita iniziano a esplorarmi, sfiorandomi con la sicurezza di chi ascolta ogni reazione, ogni sospiro mentre le mie mani si muovono lungo la sua schiena, sentendo la pelle calda e viva sotto i polpastrelli.
Marco comincia a tracciare una scia di baci lungo il mio ventre, indugiando sulla mia pelle morbida e calda, la sua lingua mi accarezza, facendomi rabbrividire di piacere.
Poi, finalmente, arriva dove volevo che arrivasse.
Le sue mani mi aprono le gambe, mentre la sua bocca si posa sulla mia vagina bagnata, la sua lingua comincia a leccare, lentamente, assaporando ogni mia piega segreta.
Io gemo di piacere, sento la sua bocca che mi esplora, mi accarezza, mi eccita sempre di più, Marco è bravissimo con la lingua, sa esattamente dove toccare per farmi impazzire.
Mi aggrappo alle sue spalle, mentre il mio corpo si contorce, gemendo e mugolando come una gatta in calore.
Ci stringiamo uno accanto all’altro, in cerchio, i teli ormai diventati un unico grande letto condiviso.
Il sole comincia a toccare l’orizzonte, una sfera di fuoco che scende lenta nel mare, mentre intorno a noi tutto si tinge d’oro e ambra.
I nostri corpi, nudi e intrecciati, sembrano accendersi sotto quella luce calda e liquida. Il tempo si dissolve, restano solo respiri, mani, bocche, pelle.
Luca è steso sulla schiena, gli occhi socchiusi, il petto che si solleva a ritmo lento sotto le carezze di Martina, le sue mani lo esplorano, e ogni suo gesto è pieno, carico di una sensualità che travolge.
Martina si abbassa su di lui, prendendo il membro turgido tra le labbra, lo succhia con avidità, facendolo gemere di piacere, la sua lingua lo accarezza lo accoglie tutto fino alla gola.
Luca si lascia andare, godendo di ogni istante di quel pompino divino.
Io mi trovo stesa tra le gambe di Marco, la mia schiena appoggiata al suo petto, lui mi tiene tra le braccia, la sua bocca è ovunque: sul collo, sul lobo dell’orecchio. Le sue mani si muovono dentro di me con lentezza e precisione.
Respiro profondamente, lasciandomi andare, i nostri gemiti si mescolano mentre le ombre si allungano sui nostri corpi.
Il tramonto ci avvolge completamente, il sole scompare piano mentre noi esplodiamo insieme, uno dopo l’altro, in onde di piacere che sembrano nascere dal mare.
Martina si lascia cadere tra Luca e Stefano, esausta, le cosce ancora tremanti, il viso arrossato.
Stefano la stringe forte, le bacia il petto nudo, Luca le accarezza i capelli mentre Marco mi bacia piano, con una dolcezza che sorprende dopo tanta intensità.
Il cielo sfuma in viola, poi in blu profondo.
Nessuno parla, solo respiri, sorrisi, sguardi.
Poi Martina mi si avvicina, gli occhi accesi da una luce nuova, il suo corpo lucido, i capelli spettinati, mi tende la mano, non dice nulla… La prendo.
«Vorrei giocare con te,» sussurra, e il suo tono è carezzevole, ma sotto c'è una voglia che pulsa.
Martina mi guida fino al centro del telo, il suo corpo caldo e morbido premuto contro il mio.
Sento gli sguardi degli uomini su di noi, occhi attenti e curiosi che ci osservano, bramosi di vedere cosa accadrà.
Luca eccitato con il membro turgido tra le mani, Stefano, in piedi accanto a lui, si accarezza il pene gonfio, ansioso di unirsi a noi, Marco, disteso su un fianco, ha gli occhi accesi di passione e si strofina il membro duro con entrambe le mani.
Martina mi fa voltare verso di loro, le sue mani sul mio corpo, comincia a baciarmi, a leccarmi il collo, il petto, scendendo sempre più in basso.
Gli uomini intorno a noi ansimano, eccitati da quello spettacolo.
“Guardateci!” dice piano Martina, con un tono che è insieme dolce e potente, loro lo fanno, eccitatissimi, masturbandosi.
Mi volto verso di lei, i nostri occhi si incontrano, poi le nostre labbra si sfiorano. All’inizio è un bacio leggero, curioso. Poi cresce, si approfondisce, si apre. Le nostre lingue si cercano, si prendono.
Le sue mani mi accarezzano il seno, le sue dita giocano con i miei capezzoli che si induriscono all’istante mentre mi bacia ancora, più a fondo, più forte, assaporandomi con leccate lente e profonde.
Sento gli sguardi su di noi come dita invisibili, che ci toccano, ci incoraggiano e mi eccitano tantissimo.
Martina si inginocchia davanti a me, mi guarda con gli occhi lucidi e un sorriso diabolico mentre le sue mani scorrono lente e sensuali tra le mie cosce. Le sento stringermi piano, aprirmi con delicatezza, il suo respiro caldo mi accarezza l’intimità, con cura e desiderio, la sua lingua esce, mi lecca piano, esplorando ogni piega del mio corpo, facendomi rabbrividire.
È così delicata, così attenta, così bramosa di darmi piacere, si diverte a giocare con il mio clitoride, a strofinarci sopra la lingua, a succhiarlo piano, io gemo, mi aggrappo ai suoi capelli, mi contorco di piacere.
Martina è bravissima sa esattamente come farmi godere, così in pochi minuti mi porta all’orgasmo, facendomi gemere, mentre tutto il mio corpo si contrae.
Mi volto appena per guardare gli uomini, sono immobili, ipnotizzati dalla scena.
La mano di Stefano si muove frenetica su e giù lungo il suo bel cazzo duro.
Luca in piedi, gli occhi fissi su di noi, si accarezza il pene gonfio.
Marco è in ginocchio, le mani strette intorno al suo cazzo pulsante, gli occhi accesi, la bocca socchiusa in un sospiro di pura lussuria.
Sento il loro desiderio, la loro voglia, come una carezza sulla pelle. Il loro sguardo mi eccita ancora di più, mi fa sentire potente, desiderata. Non posso fare a meno di pensare a loro, a quanto mi piacerebbe sentirli dentro di me, a quanto vorrei che mi scopassero tutti insieme.
È uno spettacolo per loro, sì, ma è anche nostro. È un gioco tra donne, di sguardi, di gesti, di complicità. È potere, è bellezza, è libertà.
Martina risale lungo il mio corpo, mi prende il viso tra le mani, e ci baciamo ancora, sporche del piacere che ci siamo appena date, ci voltiamo insieme verso gli uomini.
“E ora?” dice lei, provocante, mentre si siede sulle mie gambe, la schiena contro il mio petto. “Ora tocca a voi, fateci vedere quanto vi abbiamo acceso!”
Nei loro occhi si riflette un universo: desiderio e avidità, un fuoco ardente che svela passioni e sogni inconfessati.
Il silenzio che segue le parole di Martina è denso, carico, quasi elettrico, gli uomini ci fissano come predatori affamati, ma pieni di un rispetto che sa di timore e rende ogni movimento ancora più carico di tensione.
Stefano è il primo a muoversi. Si alza lentamente, come se volesse gustarsi ogni passo, ci raggiunge senza dire una parola. I suoi occhi sono fissi su di noi, ardenti.
Si inginocchia dietro Martina, le afferra i fianchi con decisione facendole emettere un gemito basso e vibrante, la guida contro il suo cazzo duro, spingendolo dentro con foga, con una possente spinta dei fianchi, scopandola a pecora con violenza.
Luca si piazza davanti a lei, il membro duro e pulsante tra le mani, glielo ficca tutto in bocca con forza, inizia a muoversi, scivolando dentro e fuori con languida maestria, con un ritmo preciso e implacabile, tuttavia delicato e leggero.
Marco mi raggiunge nello stesso momento, mi afferra mi apre le gambe, strofina la sua erezione contro il mio sesso, inizia a spingere, il grosso membro penetra in profondità nella mia vagina fremente, rivendicandomi, possedendomi.
Luca esce da Martina, si avvicina con il suo pene luccicante, faccio scorrere le labbra sulla punta, il mio sguardo incontra il suo mentre inizia a scoparmi lentamente la bocca.
Marco continua a farmi fremere scopandomi da dietro, io gemo, completamente aperta, completamente presa.
Siamo diventati un insieme, un unico corpo, fatto di bocche, di lingue, di mani che scorrono, si intrecciano, si cercano. I respiri si mescolano, si confondono. Nessuno appartiene più a uno solo: ci scambiamo baci, carezze, piacere, come se ogni confine fosse ormai inutile.
Martina e io ci ritroviamo prese, accarezzate, adorate dai tre uomini in un ritmo che cresce e si fonde con il buio intorno. Ogni gemito è un’eco, ogni respiro è un invito.
Luca scivola tra le cosce di Martina, la guida con forza, e lei lo accoglie con un sussulto profondo.
Sento Stefano che si avvicina, mi bacia, morde il labbro inferiore affondandovi i denti, mi prende, mi spinge piano, le sue dita si insinuano dentro di me con dolcezza, sento scivolare il pene nella vagina, lentamente, molto lentamente arriva fino in fondo, con tutta la sua voglia.
Si tira indietro, si ferma un attimo poi affonda di nuovo. Ripete il movimento, all’infinito, le sue spinte studiatamente lente mi fanno impazzire, e l’intermittente sensazione di pienezza mi manda fuori di testa.
Marco si avvicina al mio viso, mi bacia con fame, mi succhia avidamente, io mi apro a lui, lo tiro dentro con la lingua, con il respiro.
I corpi si piegano, si uniscono, cambiano posizione con naturalezza, come una coreografia istintiva mentre Stefano continua a muoversi dentro di me, più forte.
Martina cavalca Luca poco distante, i suoi capelli sciolti che ondeggiano sotto la luna.
Marco si gira e prende Martina per la vita, le bacia le natiche, la morde piano.
Non sappiamo più chi tocca chi, chi geme per chi. Ma ogni suono, ogni movimento, ci fa sentire vivi, pieni, vibranti.
Quando veniamo, uno dopo l’altro, insieme o poco dopo è come una sinfonia che esplode nel silenzio della notte.
I corpi si irrigidiscono, si tendono, si aprono, le mani si stringono, le bocche si cercano ancora.
Anche mentre tremiamo, anche mentre crolliamo.
E poi c'è solo il battito, i respiri, le dita che ancora si sfiorano, leggere. Il calore che resta.
Siamo stesi tutti insieme sotto le stelle, i corpi intrecciati, il cuore lento ma pieno,
il mare, lì accanto, sembra applaudirci con le sue onde lente.
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