Scopamici - Parte 1

Cena di fine anno scolastico, tipica serata, mamme intente a correre dietro i figli, padri assenti, bimbi scatenati.
Sopportando il minimo indispensabile il mondo delle mamme tigre; mi siedo un leggermente in disparte per stuzzicare via whatsapp sia qualche amico che mio marito per ammazzare il tempo.
Improvvisamente si siede accanto a me una signora, mamma di un amico di classe di mio figlio. Finora solo buongiorno e buonasera.
Inizia a parlare del più e del meno, si mostra una tipa simpatica. Anche lei è contro alla tribù delle mamme chiocciola. A metà serata, mi propone di uscire per fumare una sigaretta. Accetto.
Uscendo, noto che ha veramente un bel fisico, ma non mischiamo la vita quotidiana con il gioco.
La serata passa velocemente ed in modo piacevole.
La mattina successiva, mi arriva un messaggio. È lei, dicendomi che è stata felice di aver avuto compagnia, e dato che i nostri figli giocano spesso insieme, propone di versi tutti insieme, mariti compresi, di venerdi pomeriggio al parco. Accetto volentieri per la compagnia, per mio figlio. Ma ho due giorni di broncio di mio marito.
Arriva il venerdi pomeriggio. Ci si vede al parco. I bimbi scorrazzano, io e lei ci salutiamo, i mariti si presentano. Ci sediamo su delle panchine. Gli uomini iniziano a parlare scontatamente di calcio. Io e lei a spettegolare sulle altre mamme.
Decidiamo di allontanarci per un caffè ad un bar vicino al parco. Nel momento di ordinare, il ragazzo delle ordinazioni, si confonde credendo la lei, la moglie di mio marito. Carlo nel suo modo simpatico, sta al gioco, senza alcuna retrospettiva. La chiama “Amore e tesoro”. Io ci scherzavo su, sapendo che era un gioco. Il lui era visibilmente confuso. Per eliminare l’imbarazzo lo chiamo anche io “Amore e tesoro” per giocarci su tutti e quattro. Lo scherzo continua per un paio di ore.
È il momento di andare via, ci salutiamo. Sulla strada del ritorno, mio marito si espone. Finalmente una coppia simpatica.
La sera la lei mi scrive qualche messaggio simpatico, e saluta dicendo “salutami il mio amore”. Presa dallo scherzo, le rispondo “tu salutami il mio amore e fallo andare a dormire felice stanotte”. Poi mi rendo conto della grande confidenza presa. Che figuraccia.
Si va a letto, verso mezzanotte mi arriva un messaggio audio di lei. E’ il marito. “Ciao amore, adesso vado a letto felice e soddisfatto”. Meno male, sono stati allo scherzo e non ho fatto figuracce.
La mattina dopo ci contattano. Dicono che sono senza il figlio la sera e ci invitano per una pizza a casa loro. Non essendoci il loro, prima di accettare, attendiamo risposta da chi possa stare con nostro figlio. La risposta arriva tardi. Mandiamo un messaggio per accettare sperando che non sia tardi. Sono persone di grande compagnia.
Con tanta calma andiamo a casa loro. Loro pizza, noi birre.
Appena arrivati, lo scherzo continua sulla falsa riga della serata precedente. Ed ogni battuta si saliva di un gradino. Carlo inizia a pensare che anche loro facessero parte di questo gioco fantastico, e li spronava con frasi ambigue e doppi sensi. Ma nulla, soprattutto da parte sua. Lei stava allo scherzo.
Carlo porta il discorso sullo scherzo tra di noi, scherzando sulla faccia del cameriere che non capiva, e sul corteggiamento. La lei gli risponde “E si, è bello essere corteggiata anche da altri uomini, che sia per scherzo o no”, mi guarda cercando supporto e sostegno. Per alzare l’asticella, guardo suo marito e gli dico “Amore e tu non mi corteggi proprio? Non ti piaccio?”. Le risa, tra imbarazzo ed ardore erano palesi.
Carlo rialza il discorso, portandolo sugli scambi di coppia. Il nesso era facile.
Ci furono qualche secondo di imbarazzo, interrotto dalla lei. “essere corteggiata fa piacere; essere desiderata da altri uomini, è nella natura, ma mi imbarazzerei se lo si facesse tutti insieme. Comunque no”.
Credevamo fosse una chiusura al giochetto erotico che si stava creando.
Inaspettatamente fu il lui a riportare tutto vivo. “A me non dispiacerebbe corteggiare Giovanna”.
Carlo lo seguì a ruota. Colpo di genio. “Dai, tra quattro chiacchiere, una birra, dividiamoci, per chi vuole corteggiare e chi vuole essere corteggiata”.
Accettano. Tra battiti di cuore e risa, stabiliamo le regole. È un gioco, uno scherzo, qui nasce qui muore, ma non si esagera. Solo risa, nessuna gelosia”.
Carlo e la lei, vanno sul terrazzo. Io e lui restiamo sul divano. Noi vedevamo loro, loro vedevano noi. Carlo e la lei, iniziano a parlare e ridere fortemente. Lui era leggermente impacciato. Complimenti scontati e standard. Sei una bella donna, intelligente, simpatica. Io cercavo di spronarlo. Carlo e la lei ci guardavano e ridevano. Lei per accendere il gioco, accarezzava il braccio di mio marito, ridevano e ci guardavano. Ad un certo punto vediamo la lei che fa una giravolta su se stessa, per farsi vedere di spalle. Lo sguardo del marito era un misto tra eccitazione, rabbia e dubbi. Per farlo ritornare al gioco gli dico “E quindi? Del mio seno, nessun complimento? Credo che lo guardano in tanti per strada”. Lui mi guarda e sorride: “Stupendo, ma non sapevo se potevo”.
La lei, per scherzo, giocava con la mano di mio marito. Domando al lui se vogliamo prenderli in giro, mi domanda come. Mi avvicino a lui e gli do un bacio sulle labbra, senza nulla. Solo a stampo.
Due minuti dopo Carlo e la lei tornano da noi. Lei sorridente, guarda il marito e dice “E bravo, te ne sei visto bene, te ne sei approfittato. A saperlo prima, ne avrei approfittato anche io”.
Quel bacio fu l’oggetto di scherno e del discorso.
Carlo dice che se vuole può rimediare. Io le rispondo che in un bacio non c’è nulla di male, che è una cosa naturale. Mi rigiro verso il marito e gli do un altro bacio a stampo, poi uno a Carlo, ma molto più caloroso.
Ci sentiamo osservati. Avranno abboccato all’amo?
Appena staccati, lei guarda mio marito e gli dice “Amore, ma che fai, baci le altre davanti a me?” con il sorriso. Carlo rimedia ed iniziano a baciarsi, ma con più passione del bacio tra me ed il marito.
Nel bacio, lei guarda il marito e si stacca subito. L’imbarazzo l’aveva presa. Per spezzare la situazione, bacio il marito, ma stavolta con la lingua. E lui corrisponde.
Carlo chiede se vogliamo riproporre il gioco, con una nuova variante. Questa volta non ci vediamo.
Accettiamo tutti. Presi dal momento, ribadiamo le regole. E’ un gioco, ci si diverte, possiamo fare tutto quello che si vuole, senza gelosie, qui nasce, qui muore.
Io ed il marito restiamo nel soggiorno, loro vanno a parlare in camera da letto.
Prima che si stranisce o cambia discorso, appena siamo soli, gli domando se mica mi vuole violentare. Mi guarda, ride e mi domanda: “non posso?”
Lo stuzzico fortemente, sta allo scherzo, alle proposte, ma non prende l’iniziativa di concretizzare. Eccitato era eccitato, ma finora tutto platonico.
Passano i minuti, ci si punzecchia, solo una stretta di seno, tra il casuale e voluto. Credo che sia il momento di concretizzare. Cerco di spronarlo.
“Secondo te, cosa staranno facendo quei due in camera?”. Mi guarda e mi risponde “Credo nulla, mia moglie è aperta mentalmente, ma ha sempre avuto i piedi per terra”.
Ero fiduciosa dell’essere un maiale di Carlo. Non avrebbe solo parlato.
Gli propongo una scommessa. Vediamo cosa fanno e ricambiamo. Accetta, ma vuole andare in silenzio.
Ci avviciniamo alla porta della camera, non si sente nulla, apre la porta piano piano, sbirciamo.
Vediamo Carlo alzato, culo in bella mostra, con una mano sulla testa di lei. Lei inginocchiata ed intenta in un pompino veramente ben fatto.
Il marito resta quasi impietrito. Chiudo la porta e lo riporto nel soggiorno.
Ora tocca a noi