Scambio di Coppia
IncantoLunare Cap. 4


05.06.2025 |
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"Un’altra foto mostrava la fica di Sara, lucida e colante di sperma dopo che Marco l’aveva riempita, il seme che le scivolava sulle cosce..."
Il ritorno a Viterbo dalla villetta di Gaeta fu un viaggio avvolto in un silenzio denso, come un temporale in attesa di scoppiare. La notte era scura, la strada illuminata solo dai fari dell’auto di Luca, il profumo di salsedine ancora aggrappato ai loro vestiti. Sara, seduta accanto a lui, guardava fuori dal finestrino, un sorriso tenue sulle labbra, il corpo ancora percorso dal ricordo della tavernetta: il cazzo di Marco che la penetrava, la lingua di Claudia leccava la sua fica, il profumo di cocco e vaniglia che le aveva invaso i sensi. Il suo vestito nero era leggermente stropicciato, i capezzoli pronunciati visibili sotto il tessuto, il profumo di agrumi che si mescolava al sudore della serata. Luca guidava con una tensione che gli irrigidiva le spalle, il petto muscoloso che si alzava e abbassava con respiri pesanti. La sua mente era un vortice: la bocca di Claudia sul suo cazzo, la fica di Sara aperta per Marco, le foto che Marco aveva visto durante il loro incontro clandestino. Ogni tanto lanciava un’occhiata a Sara, il senso di colpa che gli scavava il petto, ma anche un desiderio bruciante, l’immagine di lei che si abbandonava a Marco e Claudia che lo faceva impazzire di gelosia ed eccitazione.Arrivati al loro appartamento al terzo piano di un palazzo nel centro di Viterbo, la casa era silenziosa, la figlia adolescente a dormire dalla nonna per il weekend. La luce della luna filtrava dalle tende del salotto, tingendo i mobili di un blu soffuso. Sara si tolse le scarpe, i piedi nudi che scivolavano sul parquet, il suono che rompeva il silenzio. Luca chiuse la porta, il cuore che batteva forte, quando il telefono di Sara vibrò sul tavolo. Era un messaggio di Marco, con una serie di foto allegate. Sara le aprì, il respiro che le si mozzava in gola. C’era Luca, il cazzo duro che pulsava mentre veniva nella fica di Claudia, il suo viso contorto dal piacere. Poi Sara, sdraiata sui cuscinoni, la lingua di Claudia che le leccava la fica, i suoi capezzoli duri illuminati dalle luci viola. Un’altra foto mostrava la fica di Sara, lucida e colante di sperma dopo che Marco l’aveva riempita, il seme che le scivolava sulle cosce. Altre immagini catturavano momenti significativi: il cazzo di Marco nella bocca di Sara, il culo di Sara esposto mentre lui la penetrava analmente, Luca che cavalcava Claudia con foga. “Ricordi da custodire,” scriveva Marco, con un’emoji di un occhiolino. Sara passò il telefono a Luca, gli occhi spalancati. “Cazzo,” mormorò lui, la voce tremante, il senso di colpa che si mescolava a un’erezione involontaria. Le foto erano una prova del loro abbandono, ma anche un’accusa al suo segreto.
Sara si sedette sul divano, le gambe accavallate, il profumo di agrumi che riempiva l’aria. “Quelle foto… cazzo, Luca, è stato tutto così reale,” disse, la voce morbida, ancora velata di piacere. “Claudia che mi leccava, Marco dentro di me… non pensavo potesse essere così.” Le sue parole erano un coltello nel cuore di Luca, ma anche un fuoco che gli accendeva il cazzo, l’immagine di Sara così viva che lo tormentava. “E tu? Com’è stato con Claudia?” chiese, ignara del segreto. Luca deglutì, il peso della verità che lo soffocava. “Sara, devo dirti una cosa,” iniziò, la voce rotta, gli occhi verdi che si riempivano di lacrime.
Le confessò tutto: l’incontro clandestino a Gaeta, il bar sul lungomare, la pensione, la bocca di Claudia sul suo cazzo, la sua fica e il suo culo che lo accoglievano, le foto mandate a Marco. “Avevo paura di perderti,” disse, la voce spezzata. “Cazzo, non so perché l’ho fatto.” Sara si immobilizzò, il viso che passava dalla confusione alla rabbia, le mani che tremavano mentre si alzava. “Mi hai tradita, Luca,” disse, la voce che si spezzava. “Pensavo fossimo in due, che fossimo onesti!” I suoi occhi azzurri, di solito caldi, erano freddi, pieni di dolore. Luca abbassò la testa, il senso di colpa che lo schiacciava, il profumo di agrumi di Sara che sembrava accusarlo.
Ma sotto la rabbia, Sara sentiva una curiosità morbosa, un desiderio che la turbava. “Com’è stato?” chiese, la voce bassa, quasi controvoglia. Luca, sorpreso, esitò. “Travolgente,” ammise. “Claudia è… cazzo, sa cosa vuole. Ma mi sono odiato dopo.” Sara si sedette, le gambe che tremavano, la mente piena di immagini: Claudia che succhiava Luca, il suo cazzo che la riempiva. La rabbia si mescolava a un’eccitazione che la confondeva, la fica che si bagnava. “Mi hai ferita,” disse, più calma ma tagliente. “Ma non voglio che ci distrugga. Voglio provare anch’io. Con Marco. Da sola.”
Luca, combattuto tra gelosia e sollievo, annuì. “Va bene,” disse, la voce tremante. “Ma dobbiamo essere onesti d’ora in poi.” Sara lo fissò, gli occhi che brillavano di determinazione. “Lo saremo,” disse, ma nella sua mente si accendeva un piano: una rivincita, un modo per pareggiare i conti. Prese il telefono e chiamò Marco, la voce che nascondeva la rabbia sotto un tono seducente. “Marco, ci vediamo? Solo noi due,” disse, il cuore che batteva forte. Marco accettò subito. “Dimmi quando e dove,” rispose, la voce che prometteva piacere.
L’incontro fu fissato due giorni dopo, in un hotel tra Viterbo e Roma, una stanza con vista sulla valle, tende di seta che filtravano la luce del tramonto. Sara si preparò con cura, indossando una lingerie rossa che esaltava i suoi capezzoli pronunciati, un vestito attillato che abbracciava le sue curve, il profumo di agrumi che la rendeva irresistibile. Quando Marco entrò, il suo fascino maturo la colpì: la barba brizzolata, gli occhi grigi che la scrutavano, una camicia di lino che lasciava intravedere il petto robusto. Il profumo di cocco della sua crema per il corpo la avvolse, un ricordo della tavernetta ma anche una promessa di qualcosa di nuovo. “Sei splendida,” disse Marco, accarezzandole il viso, le sue mani grandi che la facevano tremare. Ma questa volta non era solo sesso: Sara voleva sentirsi desiderata, potente, e stabilire un legame che andasse oltre il piacere fisico.
Si sedettero sul letto, parlando per un po’. Marco le chiese del suo lavoro, delle sue passioni, ascoltandola con attenzione, la sua calma che la faceva sentire vista. “Voglio che sia diverso, oggi,” disse Sara, la voce morbida ma decisa. Prese l’iniziativa, inginocchiandosi davanti a lui, slacciandogli i pantaloni con gesti lenti. Il cazzo di Marco, già duro, si liberò, e Sara lo leccò, la lingua che scivolava sulla punta, assaporando il gusto di cocco. Poi scese più in basso, leccandogli le palle, la lingua che esplorava con movimenti lenti, mentre con le mani massaggiava il cazzo, stringendolo appena. Marco gemette, il corpo che tremava. “Cazzo, Sara, mi fai impazzire,” mormorò, le mani nei suoi capelli biondi. Sara, sotto di lui, si sentiva potente, il controllo che le dava un brivido.
Marco la fece girare, mettendola a quattro zampe sul letto, il vestito sollevato, la lingerie rossa sfilata. La penetrò da dietro, il cazzo che scivolava nella sua fica bagnata, il ritmo intenso, ogni spinta che la faceva gemere. Il piacere crebbe rapido, un orgasmo violento che la travolse, la fica che pulsava attorno al suo cazzo, il corpo che tremava mentre urlava: “Cazzo, Marco, sì!” La stanza si riempì dei loro gemiti, il profumo di cocco e agrumi che si mescolava al sudore.
Sara, ancora ansimante, lo fece sdraiare, salendo su di lui. Si sedette sul suo cazzo duro, la fica che lo accoglieva con un calore che lo fece gemere. Cominciò a cavalcarlo, i fianchi che si muovevano con ritmo, il seno che sobbalzava, i capezzoli duri sotto le luci soffuse. Prese il telefono, scattando foto del suo piacere: il suo viso arrossato, il cazzo di Marco dentro di lei, la sua fica che lo avvolgeva. Le inviò a Luca con un messaggio: “Guarda cosa mi fai fare.” Era la sua rivincita, un atto di potere e desiderio. Marco, sotto di lei, la penetrò con forza, il cazzo che arrivava fino in fondo, la sborra che esplodeva dentro di lei, riempiendole la fica fino all’utero, un calore che la fece gemere. “Cazzo, Marco,” sussurrò, il corpo che tremava, la fica che pulsava attorno al suo seme.
Luca, ricevendo le foto, sentì il cuore fermarsi. Sara, nuda, il cazzo di Marco dentro di lei, era un’immagine che lo colpì come un pugno. La gelosia lo bruciava, ma il cazzo si indurì, il desiderio che lo travolgeva. Quando Sara tornò a casa, la trovò sul divano, il profumo di agrumi ancora sulla pelle. “Hai visto?” chiese, gli occhi che lo sfidavano. Luca annuì, la voce tremante. “Cazzo, Sara, mi fa male… ma ti voglio,” ammise, baciandola con disperazione, le mani sui suoi capezzoli, il desiderio che li consumava.
Si sdraiarono sul divano, i vestiti che cadevano, il profumo di agrumi e sudore che riempiva la stanza. Luca la penetrò, il cazzo che scivolava nella sua fica, i loro gemiti che echeggiavano nell’appartamento. “Non voglio perderti,” gemette, mentre Sara si inarcava, la fica che pulsava. “Non mi perderai,” sussurrò, “ma insieme, ora.” Luca venne, riempiendola, il suo orgasmo un misto di amore e paura. Si abbracciarono, la luce della luna che li avvolgeva. “Niente più segreti,” disse Luca. Sara sorrise. “E magari torniamo a Gaeta,” disse, con malizia. La porta per nuove avventure restava aperta, ma con una promessa di trasparenza.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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