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Giochi tra moglie e marito - parte 1


di Membro VIP di Annunci69.it Darul
30.04.2025    |    2.254    |    0 9.6
"“Sborrami dentro, prendo la pillola” Uno dopo l'altro la riempirono, davanti ai miei occhi..."
[Questo racconto - di fantasia - nasce da un'idea di una coppia di lettori. Se avete altre idee da sviluppare insieme scrivetemi pure]

Era da tanto che non lo facevamo. Era passato quasi un anno dall'ultima volta che avevamo giocato, come piaceva dire a Chiara, mia moglie.
Quella mattina si alzò presto, nonostante fosse domenica, e mi svegliò con due parole che mi fecero scattare in piedi all'istante.
“Alzati cornuto”.
Mi guardò preparare il caffè e aspetto che le posarsi la tazzina davanti prima di parlare.
Ho voglia di andare al mare. E ho voglia di farti cornuti. Ho voglia di cazzo”.
Il mio, di cazzo, reagì impennandosi nei pantaloncini del pigiama. Mi ero quasi dimenticato quanto mi eccitava essere cornuto, e soprattutto farmi dominare e umiliare da mia moglie. E a giudicare dal suo sorriso malizioso, oggi sarebbe stata particolarmente crudele.

Arrivammo alla spiaggia dopo tre quarti d'ora di macchina, durante i quali non smise mai di eccitarmi. Si alzava il vestito leggero e si accarezzava la fila, poi mi passava le dita sulle labbra, o me le faceva odorare. Mi raccontava di quanti cazzi avrebbe voluto prendere. Mi chiamava cornuto, segaiolo, frocetto. A volte mi sfiorava la patta, distrattamente, solo per pochi secondi.
Presi l'ombrellone, i teli e la borsa frigo, mentre mia moglie teneva solo una piccola borsetta sulla spalla.
Scelse lei il posto. Mi fece camminare a lungo, arrancare nella spiaggia sotto il peso che portavo, mentre lei mi sculettava davanti guardandosi intorno.
Infine, finalmente, trovò un angolo di spiaggia abbastanza appartato e relativamente vuoto.
Mi disse di piantare l'ombrellone e stendere i teli, mentre lei andava a fare un veloce giro per studiare la situazione.
Torna dopo una ventina di minuti. Si sdraiò accanto a me e mi strizza velocemente il cazzo, facendomi l'occhiolino.
“Hai già trovato qualcuno?” le domandai, un po' stupito e un po' eccitato.
“Vedremo. Non ho parlato con nessuno, ma sono abbastanza fiduciosa che tra poco avremo compagnia”.
Non fece quasi in tempo a finire la frase che un gruppo di tre ragazzi arrivò e si sistemò a una ventina di metri da noi.
Chiara inizia il suo spettacolo. Si piegò su di me mostrando loro il culo fasciato da uno slip strettissimo che le spariva tra le antiche. “Voglio farmi sfondare la fica” mi sussurrò all'orecchio. “Tu cornuto? Hai voglia di assaggiare il sapore di qualche bel cazzone?”.
Poi si tolse il pezzo di sopra del costume e libero le tettone, stringendole e palpandole mentre ci spalmava sopra la crema.
“Cosí i cazzi scivolano meglio” sussurrò, in modo che solo potessi sentire.
I ragazzi non le staccava gli occhi di dosso. Sghignazzavano. Uno di loro si massaggiava sfacciatamente il cazzo attraverso il costume.
Chiara gli rivolse un sorriso malizioso.
“Cornuto, direi che siamo tutti pronti. Vacci a parlare”.
Eccoci. Quella era sempre la parte più dura. La mia umiliazione.
“Sì cara” risposi, rassegnato.
“Digli che abbiamo una fila, due bocche e due culi da offrirgli”.
La guardai spalancando gli occhi, per essere certo di aver capito bene. L'avevamo già fatto, certo, ma era da tanto che...
Chiara mi strappò dai miei pensieri.
“Devi dirgli che sei un frocetto cornuto e che sei troia quanto tua moglie. Con queste esatte parole. Mi hai capito?”
“Sì amore, risposi” e mi alzai, il costume gonfio della mia erezione, e percorsi quei pochi metri prima di fermarmi davanti ai ragazzi, che mi guardavano curiosi.
Non erano giovani come mi era parso. Avranno avuto poco meno di 30 anni. Una ventina meno di me, più o meno.
Rimasi in piedi davanti a loro, ad occhi bassi, presi un lungo respiro e mi costrinsi a parlare.
“Ciao. Buongiorno. Io e mia moglie... ecco, mia moglie vuole che vi dica che ha tanta voglia di cazzo”.
I ragazzi sgranarono gli occhi.
“Vorrebbe farsi scopare da voi, se anche voi volete. E visto che io sono un frocetto cornuto, se volete potete usare anche me e trattarmi come una troia, come mia moglie”.
Seguì un lungo silenzio. Io rimasi immobile, senza il coraggio di guardarli in faccia.
“Ma sei serio?” chiese infine uno di loro.
Io annuii.
“No dai cazzo, non ci credo!” scoppiò a ridere un altro.
Il terzo si alzò in piedi. Era il più alto dei tre.
“Beh si fa presto a scoprirlo, no?” e mi rivolse un sorriso storto.
Abbassò il costume ed estrasse un cazzo scuro e grosso, ancora barzotto.
“Segamelo. Vediamo se fai sul serio”.
Senza dire una parola, glielo presi in mano. Era caldo, mi riempiva la mano. Lo segai per qualche momento, scoprendo la cappella.
“Cazzo ma allora sei davvero un cornuto! Bene, mi sa che oggi ci divertiamo” disse strizzando l'occhio ai due amici.
Tornarono da Chiara tutti insieme. Fu lei a parlare, perfettamente padrona della situazione.
“Il mio cornuto vi ha spiegato tutto? Vi ha detto che abbiamo tanta voglia di cazzo?”. Calcò sull'ultima parola, passandoci la lingua sulle labbra.
I tre ragazzi si toccavano il pacco e pendevano dalle sue labbra.
“Vi sentite all'altezza?” chiese mia moglie con tono di sfida.
I ragazzi finalmente si riscossero e trovarono coraggio.
“Certo troia. Ti scopiamo per bene, tranquilla”.
“CI scopate” specificò lei. “Voglio vedere anche il frocetto prendere la sua dose di cazzo”.
“Non c'è problema” rispose uno di loro, scoccandomi un'occhiata eccitata.

Ci allontanammo verso la pineta. Non c'era nessuno nei paraggi.
I ragazzi non si presentarono - non saremmo mai i loro nomi - ma tirarono fuori i cazzi. Mia moglie si inginocchiò in mezzo a loro e li prese in bocca a turno, fino a farli svettare dritti e duri.
Mi fece cenno di avvicinarmi. Mi baciava tra una succhiata e l'altra.
“Assaggia il sapore dei loro cazzi, cornutone”.
Chiara si concentrò sul cazzo del ragazzo più alto e lo prese in bocca fino alle palle, facendolo mugolare. Intanto segava il ragazzo biondo.
Il terzo, rasato e con un grosso tatuaggio colorato su un braccio, a quel punto mi guardò, deciso a prendersi la sua dose di godimento.
Mi sbatté il cazzo sulle guance, schiaffeggiandomi con quello. Poi me lo spinse in bocca senza tanti complimenti.
“Succhia frocio”.
Lo presi tra le labbra tenendolo stretto in mano. Con l'altra mano gli accarezzavo le palle, gonfie e tese.
Mi riempiva la bocca. Mi teneva dalla nuca e mi spingeva sul suo cazzo, facendomi sbavare. Nel frattempo non smetteva di insultarmi.
“Bravo frocetto, pompami il cazzo che poi ti scopo la moglie. O lo vuoi tu nel culo questo cazzone?”
Succhiavo con talmente tanta foga che non mi accorsi che mia moglie e gli altri due si erano fermati per godersi la scena.
“Avete visto come é bravo il mio frocetto? Guardate come gli é diventato duro il pisellino a succhiare una bella mazza”.
Tutti risero. Il ragazzo me lo tolse di bocca, lasciandomi in ginocchio con la bocca aperta.
“Troia fammi vedere chi é più bravo tra te e il cornuto”.
Mia moglie se lo infilò in gola senza battere ciglio e prese a pomparlo.
“Cornuto, sdraiati qui”.
Stesi un telo sulla sabbia e mia moglie mi montò sopra, al contrario. Avevo la sua fica fradicia davanti agli occhi.
“Forza cazzoni, venite a scopare la vostra troia. E tu cornuto lecca tutto”
Il ragazzo alto le si mise dietro e le piantò il cazzo nella fica con un colpo secco, strappandole un gemito di godimento. Era così vicino che potevo vedere le vene che lo solcavano. Allungai la lingua e leccai la fica di Chiara, le palle del ragazzo, i due sessi incastrati e bagnati.
I tre amici si diedero il cambio, alternandosi a lungo nella fica di mia moglie.
“Siii lo sento tutto. Sfondami! Aprimi la fica”.
“Tieni vacca, prendi il cazzo!”
“Che troia che sei! Hai sposato proprio un puttanone, cornuto”
“Bravo frocetto, fammi sentire la lingua sulle palle che sto per sborrare”
“Dentro!” urlava mia moglie. “Sborrami dentro, prendo la pillola”
Uno dopo l'altro la riempirono, davanti ai miei occhi. Vedevo quei grossi cazzi gonfiarsi e pompare 3, 4, 5 schizzi dentro la fica di mia moglie, che si contorceva godendo e sbavando.
Quando l'ultimo si sfilò da lei, Chiara si accovacciò sul mio viso. Io spalancai la bocca senza che ci fosse bisogno di dirmelo.
Tre sborrate colarono fuori e mi riempirono la bocca. Ingoiai mentre Chiara mi baciava, intrecciando la sua lingua con la mia.
I tre ragazzi ci guardavano, i cazzi in mano.
“Incredibile. Che troie che siete”.
Mia moglie annuì orgogliosa.
Il mio cazzo durissimo, incollato alla pancia, rispose per me.

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