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Il massaggio rilassante


di Membro VIP di Annunci69.it Archi_mede26
18.08.2023    |    12.502    |    7 9.9
"Fu come una scossa elettrica, un sussulto, la pelle d’oca ed un gemito..."
Giulia è una mia ex collega di lavoro, 30 anni, mora, bassina ma con tutte le curve al posto giusto.
Ho sempre avuto con lei un buon rapporto e non nascondo qualche pensiero di sesso su di lei ma nella realtà dei fatti c’è sempre stato solo un ottimo rapporto.

Io sono fidanzato da tantissimo tempo e con un figlio, una vita sessuale più che soddisfacente ma con quella fantasia mai realizzata di evadere un po’ ogni tanto dalla solita routine.
Con il cambio di lavoro ci eravamo persi di vista per qualche mese ma galeotti furono gli auguri di compleanno che ci hanno portato ad andare insieme qualche volta a pranzo durante la pausa pranzo.

Giulia è stanca del suo lavoro, vorrebbe di più, vorrebbe cambiare e così mi proposi di aiutarla: prima il CV, poi la lettera di presentazione ed infine il profilo linkedin.
Trascorse così qualche mese finché non arrivò l’agognata proposta da un’azienda grande e strutturata che, obiettivamente, non poteva essere rifiutata.
La gestione di un cambio lavoro, dalla firma dell’impegno alla comunicazione del licenziamento fino ad arrivare al periodo di preavviso comporta uno stress davvero importante da gestire.
Così tra un messaggio e l’altro di sfogo prima delle ferie agostiane le scrissi:
Scopa. So che sembra il solito luogo comune un po’ volgare, ma ti assicuro che serve.
Dì al tuo ragazzo che ti supporti, magari anche con un bel massaggio con oli profumati

Ahahah sei sempre il solito, comunque grazie per il consiglio.

Passò una settimana in cui non ci sentimmo proprio finché non m scrisse per comunicarmi che avrebbe chiamato il suo capo per anticipargli le dimissioni.
Marco, ciao, oggi do la comunicazione, ti va di venire da me per supportarmi?
Sto pensando che ora il massaggio che mi hai promesso potrebbe fare comodo…

Giulia, che piacere, va benissimo tanto sono a casa da solo, però io non ti avevo promesso nulla se non ricordo male.

Sei sempre il solito. Ti aspetto.

Così mi preparai, presi i miei oli profumati e dopo circa un’oretta dallo scambio di messaggi arrivai a casa di Giulia.

Lei sempre molto carina mi accolse col sorriso offrendomi subito da bere.
Parlammo mezz’oretta su cosa dire al suo capo e poi ci fu la telefonata.
Alla fine era abbastanza provata, lavorava lì da tanti anni e comunicare il proprio licenziamento non è mai facile.

Ora però il massaggio me lo fai davvero, giusto?

Va bene Giulia, vatti a preparare, ti voglio nuda con un asciugamano a coprire le parti intime e rivolta con l’addome sul letto.

Mi guardò un po’ perplessa, avevamo confidenza sì, ma non fino a questo punto ed io azzardai un po’…
Sei un professionista? Non lo sapevo…
Risi: no, non sono un professionista ma adoro le Spa e non vorrei avere impedimenti per spalmarti l’olio e massaggiarti.
Vaaa bene mi disse.

Si fece prima una doccia e poi dopo un tempo che mi parve lunghissimo mi chiamò in stanza. Aveva messo su della musica d’ambiente di sottofondo ed abbassato le serrande per mantenere una sorta di penombra.

Sei pronta?
Chiesi quasi ad ottenere una sorta di lasciapassare.

Vai.
Mi suggerì con gli occhi chiusi.

Iniziai a versare l’olio profumato di montagna sulla sua schiena e sulle mie mani iniziando a spalmarlo lentamente su tutto il corpo.
Partii massaggiando ed accarezzando in modo deciso il collo e le spalle scendendo fino ai fianchi quasi a lambire la pelle laterale dei seni generosi.
Lentamente.
Scesi sulla schiena fino ad arrivare alla parte lombare, ai lembi dell’asciugamano.

Un sospiro di relax misto a soddisfazione arrivò da Giulia.

Tutto bene?
Sì continua ti prego, è piacevolissimo.

Mi staccai dalla schiena per dedicarmi ai piedi. Partendo dalle piante e diffondendo i miei tocchi fino alle punte della dita in una sorta di movimento allungatorio.
Poi iniziai a risalire sulla gamba destra.
Ogni movimento scorreva liscio fino a salire di più ogni volta. 10 cm per 10 cm fino ad arrivare a lambire la striscia di pelle dove la coscia si unisce al bacino.
L’asciugamano era salito appena ed il mio palmo sfiorò un paio di volte la sua figa. Non l’avevo vista quello no, ma percepita prima col tatto e poi con l’udito grazie ai sospiri che ricevevo.
Poi ripresi con la gamba sinistra con lo stesso rituale.
Continuai con i palmi della mano aperti su tutte e due le gambe, i pollici larghi all’interno quasi a volersi insinuare tra le pieghe della pelle sotto l’asciugamano.

Vado avanti?

Sì ti prego non ti fermare. Mi disse quasi sussurrando.

Lentamente aprii l’asciugamano mostrando ai miei occhi ciò che stavo immaginando.
Un sedere bello proporzionato, con qualche filo di cellulite ma comunque eccitante ed in mezzo le labbra della figa già bagnate in un mix di olio e di umori.

Giulia non disse nulla e mi lasciò fare anche quando iniziai a massaggiare le natiche continuando a sfiorare il suo sesso con i pollici aperti.

Provai ad andare oltre, ormai non aveva senso non rischiare.
Mi avvicinai con le labbra all’inizio del solco del sedere dove finisce la schiena e lo baciai delicatamente.
Fu come una scossa elettrica, un sussulto, la pelle d’oca ed un gemito.

Poi continuai a baciare fino ad arrivare all’ano per poi spostarmi sulle natiche usando oltre alle labbra i denti in modo gentile e tenue.
Le mani continuavano il massaggio sui fianchi fino alle estremità periferiche dei suoi seni.

Sì ti prego. Continua per piacere. Percepii in una sorta di rantolo mentre era sempre ad occhi chiusi.

Osai di più.
Con un dito iniziai ad insinuarmi tra le labbra della sua figa mentre continuavo a baciare il suo sedere.

Poi mi fermai. Tolsi ogni contatto dal suo corpo per secondi che per lei divennero interminabili.

No, no , no perché ti sei fermato cazzo.
Mi chiese.

Volevo vedere quanto ti sarebbe mancato il contatto col mio corpo, le risposi con un sorrisino provocatorio.
Ora girati che proseguiamo.

Si girò.
Nuda e bellissima con i seni all’aria ed una piccola striscia di pelo che le evidenziava ia passera.

Mi avvicinai alle sue labbra quasi a volerla baciare ma la sfiorai solo, chiedendole di rimanere ad occhi chiusi.

Ripresi con l’olio a massaggiarle i seni e poi scendendo con le mani prima sul ventre e poi sulle cosce.
Lei apriva le gambe nel tentativo di sentire il contatto delle mie mani sulle sue labbra, ma ero attento ad evitarlo per il momento.

Poi decisi di iniziare a baciarla lì sotto mentre continuavo il massaggio.
Un sussulto e dei gemiti diventarono la colonna sonora del momento.

Era fradicia.
Introdussi prima un dito, poi un secondo per massaggiarle la parte anteriore della sua vagina mentre col pollice le massaggiavo il clitoride.
Mi prese la mano per accompagnare i movimenti, contrasse le gambe allargandole, inarcò la schiena mentre continuava a gemere e poi venne in un’esplosione di gemiti e contrazioni.

Si lasciò cadere supina sul letto.

Mi avvicinai e la baciai.
Mentre cercava di riprendersi ne approfittai per spogliarmi. Avevo il cazzo durissimo.

Mi stesi su di lei insinuandomi col bacino tra le gambe ed inizia nuovamente, ricambiato, a baciarla.
Entrai dentro di lei senza fatica ed iniziai a spingere.
Prima lento con colpi poco profondi e poi sempre più deciso ed in profondità.

Mi accompagnava nei movimenti in una lotta tra gambe finché non le sollevai il bacino con l mani, mi misi in ginocchio e la sollevai di peso su di me.

Lei con un braccio appoggiata al letto manteneva l’equilibrio aiutata dalle mia braccia che la trattenevano incollata al mio cazzo e sollevata dal letto.

I movimenti diventarono selvaggi così come i nostri gemiti,
Staccò anche l’altro braccio dal letto rimanendo appesa al mio collo mentre danzava con la figa contenendo il mio cazzo all’interno.

I movimenti si facevano sempre più rapidi e sicuri.

Vengo di nuovo, vengo, sì cazzo… vienimi dentro ti prego, vieni…

Non resistetti ulteriormente e venni dentro di lei quasi grugnendo mentre spingevo come un forsennato per scaricarmi nel suo profondo più intimo.

Crollammo esausti sul letto, io con le gambe completamente a pezzi ma soddisfatti.

Solo il rumore dei nostri respiri affannati accompagnava la musica di sottofondo che ancora risuonava nella stanza.
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