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Il mio Eroe - 3


di Shadow1979
28.11.2016    |    8.217    |    2 9.4
"Lo vidi spalancare gli occhi dalla sorpresa ma non lo lasciai parlare, iniziai subito a baciarlo spingendolo contro la porta d’ingresso mentre le mie mani..."
Mi svegliai di soprassalto con il cuore in gola…la sveglia suonava all’impazzata, allungai una mano sul comodino e la spostai di 15 minuti. Tastai con la mano al mio fianco ma il letto era vuoto, mi girai di scatto e Marco non c’era più ma c’era un bigliettino “ben svegliata meraviglia, scusami ma sono dovuto scappare questa mattina poco dopo finito di fare l’amore. Tu dormivi beata e non ti ho disturbata, spero mi vorrai rivedere, ti lascio il mio numero e non esitare a chiamarmi. Un bacio, Marco”.
Lui non era scappato e non era un sogno, quel bigliettino mi aveva già dato delle buone conferme, mi rimisi distesa a pancia in su e mi rilassai aspettando che la sveglia risuonasse. Pensavo a quanto successo la notte, il mio corpo era indolenzito, avevo male alle gambe ed ai glutei per il sesso al quale non ero abituata; la mia patatina era ancora umida di umori e sperma, me la sfiorai, le labbra erano gonfie e leggermente dischiuse, indugiai ancora ad accarezzarmela e mentre ripensavo al piacere provato presi un po’ di umori e me li portai al naso…sentii chiaro l’odore del suo sperma, i capezzoli mi si eccitarono subito, mi sfiorai tutto il corpo e provai un senso di rilassamento e piacere totale, tutti i miei sensi si erano risvegliati felici ed appagati.
Risuonò la sveglia e ritornai alla realtà, dovevo occuparmi di quello scemo di mio marito e mi attivai subito. Andai dritta in bagno a farmi una bella doccia provando dispiacere nel lavarmi via l’odore del sesso che avevo ancora addosso e che in qualche modo teneva ancora Marco con me. Uscii dalla doccia, finii di prepararmi, feci la valigia per mio marito, colazione veloce, abbigliamento comodo e chiamai un taxi. Uscii di casa con gli occhiali da sole a coprirmi le occhiaie dovute dalla nottata, consegnai il valigione all’autista e mi misi comoda sul sedile posteriore dove visto l’orario di punta sarei rimasta sicuramente seduta per un’oretta. Presi il telefono dalla borsa ed ancora nessun segno da mio marito, infilai la mano in tasca e presi il bigliettino di Marco. Leggevo ogni numero con attenzione e con mani tremanti lo digitavo sullo schermo, indugiai prima di far partire la chiamata…stavo per riagganciare al quarto squillo a vuoto ma in quel momento mi rispose con tono molto formale finchè non capì che ero io e la sua voce divenne molto confidenziale, disse che non ci sperava che lo chiamassi e si scusò per la fuga, era dovuto scappare al lavoro, ora non poteva parlare tanto però mi chiese se poteva scrivermi o se il telefono lo vedeva qualcun altro; chiaramente poteva scrivermi tutto quello che voleva visto che a nessuno importava del mio telefono, ci salutammo e riagganciò.
L’autista di tanto in tanto mi guardava dallo specchietto e mi sorrideva ma non avevo voglia di dargli confidenza e mi immersi nei miei pensieri che erano sempre e solo rivolti a lui ed ai rapporti avuti. Pensavo a quanto avevo goduto in una sola notte ed al solo pensiero mi eccitavo sempre più, sentivo la mia vagina inumidirsi, erano anni che non provavo emozioni di questo genere e devo dire che più ci pensavo e più mi davo conferma che non avevo mai fatto l’amore così intensamente e con un uomo così prestante. Avevo però un chiodo fisso…ero molto delusa dal non avergli dato il piacere che meritava con la mia bocca, lo volevo con tutta me stessa ma essendo una cosa che non mi era mai andata di fare la mia esperienza era pari a zero e questo mi aveva bloccata. Con lui tutto era diverso ed alla soglia dei cinqunt’anni mi aveva fatto scoprire i piaceri del subire un rapporto orale e mi aveva messo la voglia di praticarlo; averlo stretto tra le mie labbra mi aveva dato un senso di appagamento immenso, adoravo sentire di poter dare piacere a chi me ne aveva regalato così tanto. Amavo quel cazzo, il suo calore, le sue venature, il suo odore ed il suo sapore. Presi il telefono andai su internet e digitai “come fare un pompino”, mi si aprirono tanti risultati e mille guide che nemmeno immaginavo esistessero, mi si aprì un mondo. Iniziai a leggere, ero completamente assorta, spiegavano per filo e per segno le tecniche del pompino perfetto, mi stavo addirittura avvicinando il dito alla bocca quando il taxista mi disse che eravamo a destinazione. Rossa in volto lo ringraziai, lo pagai e scesi davanti all’ospedale.
Prima di entrare presi fiato, feci scendere l’eccitazione e liberai la mente da Marco e dal sesso.
Ero pronta ad entrare e ritornare alla realtà, a mio marito e all’aggressione; presi l’ascensore e salii al reparto, mi indicarono la stanza ed entrai.
Mio marito era mal ridotto, la faccia era molto gonfia e tumefatta ed il suo umore di conseguenza.
Era sveglio e cosciente ma faceva fatica a parlare, allora prese un blocco note ed iniziò a scrivere:
“Mi hanno rotto anche la mandibola e sono tutto legato dagli elastici, faccio fatica a respirare per le costole rotte per non parlare del mio naso e di tutta la faccia che mi ritrovo. Questo è il bel risultato della nostra uscita a cena” la sua faccia era sempre più cupa, come sempre stava per scaricare le sue colpe sugli altri “ho deciso che nessuno dovrà sapere di quanto è successo, è già passato il mio legale che provvederà a far pressioni per bloccare le indagini ed a ritirare tutte le denunce di ieri sera. Inoltre ho deciso che mi faccio trasferire in una clinica privata all’estero e non ne uscirò finchè non sarò rimesso a nuovo, ci vorrà come minimo un mese!!!.
Per tutti io sono all’estero per lavoro e quando mi sarò rimesso con molta probabilità all’estero ci andrò veramente.
Un’ultima cosa, sarebbe importante rintracciare il ragazzo che ci ha aiutati, ringraziarlo e dargli mille euro per l’aiuto e perché si dimentichi di tutto. Se non te la senti o non sei capace si occuperà il mio avvocato anche di questo.” Avevo un nodo in gola e stavo per piangere, mi stava trattando come l’ultima delle schiffezze senza nemmeno chiedermi come stavo e senza interpellarmi su niente. Come sempre aveva già deciso tutto lui, io stavo per essere stuprata da due ceffi ma a lui non faceva né caldo né freddo, la denuncia andava ritirata perché a lui andava bene così, come sempre al mondo c’era solamente lui.
Poi mi soffermai sulle sue parole, gli ci voleva almeno un mese e non mi voleva con sé perché io dovevo tenere il gioco qui dicendo in giro che era via per lavoro…pensai solamente a Marco, volendo avevo un mese per noi e tutto mi passò.
Risposi semplicemente “ok amore, come preferisci. Ti ho portato tutte le tue cose compreso il computer del lavoro e fammi sapere quando hai novità. Ora è meglio che vado così ti puoi riposare”. Lui annuì, gli diedi un bacio in fronte e mi allontanai. Era chiaro che ormai per lui non contavo niente, ero solamente di facciata da anni.
Presi l’ascensore e chiamai il taxi direzione centro, ora avevo bisogno di shopping.
Sul sedile posteriore con il telefonino in mano mi accorsi che avevo dei messaggi in arrivo…
“Stupenda creatura, scusami per la chiamata evasiva di prima ma ero con clienti. Sei sempre nei miei pensieri da questa notte, sento la mancanza delle tue labbra e vorrei baciarti ancora, tutta, sentire il tuo corpo nudo sul mio. Non riesco a togliermi dalla testa le tue labbra, i tuoi occhioni, i tuoi fantastici seni e tutto il tuo corpo. Pensarti mi eccita ed ho voglia di te”.
Subito mi bagnai, il suo effetto sul mio corpo era incredible, le sue parole mi avevano messo una voglia incontenibile e fatto passare tutti gli altri pensieri in un istante. Gli risposi solamente “ti voglio anch’io mio eroe, voglio ricordarmi che non sei stato solamente un sogno, voglio sentirti ancora godere dentro di me. Voglio concedermi totalmente al tuo corpo. Io tra 4 ore esatte sarò a casa libera e sola per te, ti prego vediamoci”
Mi rispose che era libero e che non vedeva l’ora di assaporarmi ancora.
Non risposi più, avevo altro da fare, dovevo sfruttare il viaggio in taxi per studiare ancora l’arte dei pompini, ormai avevo già in mente il mio prossimo incontro con lui, dovevo farlo morire di piacere, restituirgli almeno in parte tutto quello che mi aveva dato nella notte, dovevo dare tutta me stessa.
La mia ricerca si soffermò anche su un argomento per me tabù, i rapporti anali, li ho sempre sdegnati e ritenuti impuri ma la sua lingua sul mio buco ed il suo dito dentro mentre mi scopava mi avevano dato un piacere nuovo ed intenso. Ma non approffondii, ancora non ero convinta che prenderlo dietro fosse una bella cosa.
Sicuramente arrivata in centro città avevo ben chiaro in mente come teoricamente andava succhiato un cazzo, pagai la mia corsa e mi diressi in un negozio di intimo molto griffato. Guardavo i manichini della zona più osè del negozio, ci misi più di un’ora a scegliere ma ero soddisfatta di quello che avevo preso, tre completini intimi, calze e reggicalze, autoreggenti, tre tipi di reggiseni, culotte, perizomi e brasiliane ed una vestaglia, tutto quello che di tremendamente sexy vedevo lo compravo; presi la carta con i soldi di mio marito e pagai l’elevato conto.
Mi spostai in un negozio di scarpe e conclusi la mia giornata di compere, richiamai il taxi e tornai a casa.
Tra due ore circa Marco sarebbe arrivato e dovevo essere pronta in tutto e per tutto, mangiai una pasta al volo, lavai a mano l’intimo nuovo e lo misi in asciugatrice, in un’ora sarebbe stato pronto.
Poi iniziai con un bel bagno rilassante; ero eccittata al massimo con i cappezzoli duri come il marmo, presi dal bordo vasca un tubetto di bagnoschiuma che aveva una forma fallica grande quasi come il suo cazzo e lo portai vicino alla bocca per capire quanto la teoria fosse vicina alla pratica, allargai la bocca e lo inserii delicatamente sempre più in fondo, un primo stimolo di vomito mi prese quando era già ben dentro, le istruzioni dicevano di metterlo più in gola possibile e a mio parere mi era entrata una buona parte. Appoggiai il tubetto e mi rilassai ancora ad occhi chiusi, dopo buoni tre quarti d’ora uscii dalla vasca mi asciugai bene e mi spalmai la crema dopo bagno.
L’eccitazione saliva sempre più e spalmarmi la crema mi accendeva tutti i punti erogeni, ero tesa come la corda di un violino, uscii nuda dal bagno e mi diressi in lavanderia a prendere tutti i miei nuovi acquisti.
Scelsi con cura l’abbigliamento con il quale avrei aperto la porta ed alla fine optai per un completo composto da un corsetto total black in pizzo e raso con le coppe di sostegno del mio florido seno effetto vedo non vedo (più vedo) che scendeva poi lungo la mia pancia e la mia schiena con una fascia centrale in raso nero lucido che lasciava nudi ed incorniciava i miei fianchi ed a completare il corsetto i quattro ganci delle giarettiere che sostenevano le mie calze nere velate con il bordo superiore in pizzo. Dopo vari ripensamenti indossai anche la brasiliana del completino completamente nera trasparente, mi trovavo più sensuale rispetto alla prima idea di non indossare l’intimo. Per completare il mio abbigliamento delle stupende scarpe décolletè tacco dodici.
Ora ero quasi pronta, mi misi davanti allo specchio e mi ammirai, erano anni che non mettevo così tanto impegno per rendermi sexy, ero veramente soddisfata del risultato, i miei grossi seni erano in bella mostra dietro al tessuto con i capezzoli che già spiengevano, i fianchi perfetti e la mia patatina con la striscia di leggero pelo era anch’essa esposta alla vista dietro al tessuto trasparente.
Le gambe erano molto slanciate dai tacchi e le calze con giarettiera facevano la sua ottima figura, mi girai ed il mio sedere erà sodo, rotondo e ben incorniciato. Ero impeccabile, raccolsi i miei cappelli in una coda di cavallo e mi misi un trucco leggerissimo, rossetto rosso e due gocce di profumo. Ormai Marco stava per arrivare, il battito del mio cuore era già su di giri, feci un giro della casa ad abassare tutte le tapparelle lasciando entrare solo qualche linea di luce a creare un’atmosfera molto soffusa; era tutto pronto e dopo pochi istanti sentii suonare il cellulare, era lui che mi avvisava di essere in prossimità della casa così azionai l’apertura del cancello e mi misi ad osservare il suo arrivo dallo spioncino. Lo vidi parcheggiare e scendere dalla sua macchina, aveva pantaloncini corti in tessuto blu, una camicia bianca e delle eleganti infradito in pelle. Saliva le scale lentamente e vedevo i muscoli delle sue potenti gambe segnarsi ad ogni gradino e quando fu il momento aprii e lo feci entrare posizionandomi dietro la porta che richiusi quando ormai lui era dentro.
Lo vidi spalancare gli occhi dalla sorpresa ma non lo lasciai parlare, iniziai subito a baciarlo spingendolo contro la porta d’ingresso mentre le mie mani tenevano le sue.
Messo schiena alla porta iniziai dolcemente ad aprire i bottoni della sua camicia, lentamente uno ad uno li aprii tutti e liberai il suo potente petto, scivolai con la mano dal petto alla pancia ed iniziai a slacciargli la cintura mentre un suo braccio mi stringeva il collo e l’altra mano mi palpava il sedere, poi aprii il bottone dei pantaloncini e gli abbassai la zip. Gli fermai ancora le sue mani e mi lasciò fare, questa volta dovevo comandare io i giochi, lentamente mi staccai dalle sue labbra ed iniziai a scendere con la bocca baciandolo tutto e lasciando sulla sua pelle i segni del mio rossetto mentre le mie mani gli avevano abbassato i pantaloncini. Arrivai con la bocca fino al pube e lentamente presi con le due mani i lembi dei suoi boxer ed iniziai ad abbassarglieli; una sua mano si era appoggiata dolcemente sulla mia testa e mi accarezzava la guancia, gli presi in bocca un dito e sentivo salire l’odore del suo sesso, un odore di cazzo pulito estremamente eccitante e vedevo i boxer gonfiarsi. Abbassando ancora i boxer uscì la base del suo arnese ed inizia a baciargliela mentre continuavo a far scendere la stoffa e man mano che scendeva la stoffa percorrevo la sua asta con le mie labbra finchè fu completamente libera e me la imboccai tutta fino in fondo, avevo lo scroto sul mento ed il naso sul suo osso pubico. Lui già ansimava di piacere mentre sentivo la sua carne gonfiarsi nella mia bocca, non era ancora duro ed era molto eccitante sentirlo crescere tra le mie labbra, sapevo benissimo che solo ora potevo tenerlo tutto in bocca e man mano che cresceva una parte mi usciva dalla bocca. Sentivo le sue gambe muoversi mentre si sfilava i pantaloncini e i boxer, ormai era completamente nudo mentre io inginocchiata ai suoi piedi avevo iniziato un lento su e giù sul suo cazzo che stava arrivando alle grandi dimensioni a me già note. Stavo mettendo in pratica tutte le tecniche che avevo studiato nei tragitti in taxi, ora una mia mano lo accarezzava dolcemente sulla pancia per poi scendere sui suoi grossi testicoli, glieli massaggiavo delicatamente mentre baciavo il suo grosso cazzo che mi ero tirata fuori dalla bocca, gli baciavo tutta l’asta qua e là, poi con la mano libera glielo presi alla base mentre la mia lingua lo leccava tutto. Leccavo lentamente da sotto a sopra poi la mia lingua faceva il giro del suo glande ormai marmoreo che dolecemente mettevo in bocca. Ora le dimensioni mi obbligavano ad aprire completamente la bocca e riuscivo ad infilarmi dentro solo tutta la cappella e una piccola parte dell’asta; lui continuava ad ansimare tenendomi la testa, la spalla o dolcemente sotto al mento. Mi alzai lentamente tenendo sempre il mio premio in mano e leccandolo dal pube su per il ventre, petto, collo arrivai fino alla sua bocca che baciai avidamente; ero come in trans, completamente bagnata che stavo godendo a succhiargli il cazzo e farlo impazzire. Con fare da gatta morta mi girai e tenendoglielo tra l’indice ed il pollice lo guidai fino al divano mentre lui da dietro mi metteva le mani sul culo e sulla figa ancora coperta dalle mutandine che erano già completamente fradice; lui veva capito che volevo guidare io le danze ed aspettava un mio segnale per osare di più, ma non gli diedi segnali, dovevo ancora finire il mio lavoro…lo feci accomodare seduto sul divano e mi rannicchiai in ginocchio ai suoi piedi sul tappeto. Ora avevo gli occhi all’altezza delle sue grosse palle e vedevo svettare il suo stupendo uccello macchiato del rossetto delle mie labbra. Con la lingua iniziai ad andare dal mezzo dei testicoli fino alla cappella e da li tornavo giù di lato e dopo un paio di su e giù me lo infilai nuovamente in bocca tenendolo stretto con la mia mano mentre l’altra indiugiava sulle palle a massaggiargliele dolcemente. Le sue mani sulla mia nuca si facevano sempre più insistenti mentre la mia eccitazione mi fece inserire ancora più del suo cazzo in bocca, fino in gola, fino ad un primo conato quindi lo ritirai fuori accompagnato da una grossa quantità di saliva e ripresi fiato con gli occhi lacrimanti e continuando con una lenta sega. Ripresami ritornai con le labbra sulla sua cappella, gli diedi un paio di colpi di lingua e poi la strinsi nella mano e la misi in bocca, man mano che lo inserivo tra le mie labbra scendevo con la mano accompagnata dalla sua pressione sulla mia nuca. Continuai così per un po’, lentamente lo succhiavo andando su e giù con la bocca accompagnata dalla mia mano che stringeva l’asta. Ora il suo godimento era incredibile, ansimava come non avevo mai sentito ansimare un uomo e di conseguenza godevo io, godevo a farlo godere, godevo a sentire quel suo enorme cazzo in bocca ed a mettermelo sempre più in gola tanto a fondo che nemmeno io pensavo di riuscirci.
Poi non mollando mai la mano dal suo membro lo sfilai dalla bocca ed iniziai a leccargli lo scroto, lui gradiva molto, mi diceva “sei fantastica, sto godendo come non mai”, presi un testicolo in bocca che succhiai avidamente, erano grossi, molto grossi e sempre menandogli il cazzo con la mano scesi con la lingua verso il suo ano. Era una cosa che mi aveva fatto scoprire lui durante le scopate della notte e mentre studiavo l’arte dei pompini lessi che anche agli uomoni piace molto; tentò di fermarmi ma non c’era storia, la mia lingua arrivò al suo buco e lentamente glielo leccai, era buono anche li e lui godeva sempre più, lo sentii afferrarmi un seno con forza e questo mi diede uno stimolo al basso ventre; risalii sul suo scroto e lo leccai un po’ prima di tornare sulla sua asta che ormai pulsava dal piacere. Tirai fuori i miei generosi seni e li strusciai sul suo cazzo che feci sparire in mezzo e mentre con le mani li stringevo dai lati andavo su e giù baciandogli la pancia e succhiandogli la cappella quando spuntava fuori. Poi impedendogli di toccarmeli li rimisi nelle coppe del babydoll e ripresi a leccarglielo ancora mentre lo fissavo negli occhi, potevo leggere tutto il suo godimento, si passava la lingua sulle labbra, i suoi muscoli erano tesi ed il suo corpo leggermente sudato, era di una bellezza unica mentre io imboccandomi ancora avevo iniziato un su e giù sempre più deciso, lo infilavo quasi tutto in gola ed accompagnavo il tutto con la mano resistendo ai conati.
Ormai avevo anche la mandibola indolenziata da quanto era grosso ma lo sentii chiamarmi per nome con voce roca e dirmi di staccarmi che stava per venire mentre riprese a toccarmi il mio seno in maniera sempre più decisa. Io non ci pensai nemmeno a staccarmi, stavo godendo come una pazza senza essere nemmeno sfiorata nelle parti intime ed aumentai ancora il ritmo mentre sentivo dei rumori assurdi dovuti alla mia bocca piena di saliva, ai conati provocati dalla cappella che mi stimolava la gola ed al su e giù della mano. Sentii il suo cazzo ancora più duro, i testicoli indurirsi sotto alla mia mano che glieli massaggiava e lui che mi disse “vengo, vengo, vengo” unito a grossi mugugni di piacere, infine un liquido caldo in bocca . Mi eccitai ancora più e non riuscivo a fermarmi, succhiavo come un’assatanata mentre lui continuava a spruzzarmi in bocca il suo seme, aveva un sapore un po’ salato ma non mi faceva schifo, anzi ne volevo ancora ed ancora, ora non schizzava ma usciva dolcemente e da tanto che stava venendo vedevo le gocce uscirmi dall’angolo della bocca e colare su di lui e sul tappeto. Diminuii il mio ritmo al diminuire del suo godimento, Marco era con la schiena sullo schienale del divano, senza forze ed in preda ad un grande orgasmo mentre io continuavo a tenere il suo uccello in bocca che lentamente perdeva volume. Piano piano lo sfilai dalla mia bocca e con la lingua andai a raccogliere tutto lo sperma che era sul suo corpo, gli leccai l’asta quasi moscia, gli addominali, lo scroto e la zona del perineo, poi mi rimisi in bocca quel cazzo stupendo che anche da moscio aveva dimensioni più che oneste e che tenevo su con una mano mentre l’altra accarezzava il suo corpo.
Ancora piccole quantità di sperma uscivano dalla sua cappella ed io le ingoiavo avidamente mentre lui era ancora ad occhi chiusi con la schiena sul divano.
Ero molto soddisfata del servizio che gli avevo appena reso e riuscii finalmente a trovare le forze per staccarmi da quel pezzo di carne.
Marco aveva aperto gli occhi, mi prese la mano mentre mi stavo rimettendo in piedi e mi tirò a lui facendomi mettere a cavalcioni sul suo cazzo moscio ed iniziò a baciarmi con trasporto. Sentivo le nostre lingue bollenti strusciarsi in modo deciso e tutto il sapore dello sperma che lentamente svaniva. Io ero ancora eccitata al massimo e mentre continuavamo a limonare all’impazzata sentii la mano di Marco entrarmi nelle mutandine, sobbalzai e gemetti ed in quell’istante che staccai il mio pube dal suo mi infilò due dita nel mezzo della mia figa fradicia. Muoveva le sue dita e già godevo, da quando era arrivato lo volevo con tutta me stessa e succhiargli il cazzo fino a farlo morire mi aveva creato uno stato di eccitamento incredibile.
Le sue due grosse dita dopo aver strusciato il mio gonfio clitoride sono affondate con decisione tra le mie labbra e dopo solo un paio di su e giù ho sentito salirmi un grande orgasmo accompagnato da grossi mugolii di piacere strozzati nella sua bocca…
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