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L'imprenditrice di Successo II


di vecchiomanico
06.03.2021    |    3.718    |    8 9.8
"Non ho fretta, mi piace leccare la passera ed il culo di Marta, è tantissimo che non provo queste sensazioni perciò me la godo..."
Compatibilità sessuale: non so a quante persone capiterà di scoprire il significato di queste due parole nel corso della vita.
Se succederà saranno state fortunate mentre gli altri non capiranno mai un cazzo: moriranno ignoranti ed infelici.

Se sei una persona con un minimo di sensibilità, con un cervello mediamente sviluppato e se hai la fortuna nonché la possibilità di acquisire una discreta esperienza di rapporti con l’altro sesso (o anche con il tuo stesso sesso) tale da costruire una scala di gradimento avrai l'occasione di sperimentare la compatibilità: la classica altra metà della mela come cita spesso una mia recente amica la quale rappresenta fortunatamente la mia piacevole attuale metà della mela.

Questa affinità è fisica e non ha niente a che vedere con l’affetto, la vita di tutti giorni, lo stare insieme, amarsi, ecc.
È una questione di genetica, di fisiologia, di chimica ecc. In pratica ti troverai a scopare con persone che ti eccitano al solo pensarle e godrai come un maiale mentre con altre magari grandissime fighe o simpaticissime non sentirai il desiderio di scoparle mai più dopo la prima volta.

A 27/28 anni avevo già maturato una discreta esperienza della vita quando ho conosciuto una ragazza sudamericana con la quale ho cominciato una lunga storia di amicizia e di sesso.
Con lei ho scoperto per la prima volta che esiste questa specie di magia fisica chimica che probabilmente gli animali seguono istintivamente non essendo vincolati dalla morale ma unicamente dall’istinto di riproduzione.
Per parecchio tempo non mi sono spiegato il fenomeno ma mi piaceva tanto e ne gioivo.
Col passare degli anni, ogni tanto, raramente mi sono imbattuto in altre donne che avevano il grado di compatibilità sessuale da cinque su cinque ed è stato un vero cinema.
La mia amica imprenditrice Marta è stata una di quelle.

È passato più di un anno da quando siamo stati colti sul fatto da lui, scoperti.
Da allora più nessun contatto, di nessun genere, né da lei ne da lui.
La cosa non è proprio normale, sono tutti scomparsi.
Nessun messaggio nessuna telefonata. Tutti i telefoni sono muti
Meglio così.
Sono tremendamente imbarazzato ma temo anche ripercussioni, ormai solo personali visto che già prima della frittata avevo cambiato azienda, quindi non ci sono sovrapposizioni.
A questo punto ho ormai sepolto la questione senza risposta fra quelle inspiegabili ed irrisolte, una specie di “Cold Case”

In un anno purtroppo possono cambiare tante cose.
La mia vita, per esempio, come già si poteva intuire volge al peggio: il lavoro da piacere quotidiano diventa una continua sofferenza ed una mera lotta per la sopravvivenza.
In famiglia, uno strano quanto inaspettato cambio di regime familiare complica la mia esistenza: nel giro di alcuni mesi sono passato da vitellone felice di felliniana memoria a manzo per la trazione animale o per il macello. Solo e pieno di problemi: una vera vita di merda.
Fortunatamente c’è la salute come dicono gli infelici per convincersi che sta andando ancora tutto a meraviglia.
Le mie scopate a raffica si tramutano in poche noiose ed insoddisfacenti con la stessa persona che si è installata in casa mia e mi succhia il sangue.
È la prova che non serve una mignotta dell’Europa dell’est che scopa bene per mandarti in rovina: è sufficiente una femmina nostrana che scopa male e rompe anche il cazzo.

In questo desolante quadro da taglio delle vene suona il telefono.
È un cellulare che non è fra i miei contatti.
Il solito maledettismo call center al quale auguro sempre le peggiori incurabili e dolorose malattie?
Spero non insistano perché potrei rispondere, nel tal nel caso diventerei sgradevole e maleducato (la cosa non mi piace, perché dietro ad una cuffia c’è sempre un essere umano che ha più problemi di me)
Richiamano! Ho gli occhi iniettati di sangue.
Rispondo, pronto a recitare la messa in turco antico.
Una voce dall’oltretomba: “…sono Marta, ciao…”
Reset del mio umore e del tono di voce. Il suo sembra di qualcuno reduce da una lunga malattia.

Preso di sorpresa non mi viene da pensare subito:
“Che cazzovuoi? Testa di cazzo che non ti manifesti da più di un anno!”
“Ciao, che sorpresa...”, tono gelido: “Come stai?”
“Bene dai, tu?”. Allora non sei stata malata.
“Di salute bene, il resto di merda grazie”. Non rido affatto.
Pausa, silenzio.
“Gianni ti vorrebbe parlare...”, salta tutti gli altri convenevoli, “se ti va.”
“Affari?” Abbozzo io, lo so che non è così: io sono fuori dal giro da un bel po’, intorno a me c’è solo terra bruciata.
Ignora la mia domanda: “Non ce l’ha con te.”
Certo! È solo la mia pelle che vuole bucare.
“Gli dispiace che non siamo più visti.”.
“Eh?”. Questa poi.
“Sì noi tre. Eravamo amici…”. Appunto, eravamo.
“Credi sia opportuno?”.
Nel momento che lo sto dicendo provo una specie di dejà vu: mi torna in mente la storia del Cervo che ho vissuto tempo indietro.
“Sì”, poco convinta: “E’ da tanto che me lo chiede.”
Sono perplesso.
“Ma io ho sempre rifiutato.”
“Perché? Vuole spararmi davanti a te poi mi mette la pistola in mano e spara anche a te?”
Dal mio tono sembra una battuta spiritosa particolarmente riuscita, ma se guardi il telegiornale ogni giorno non ti viene più tanto da ridere: pochi cornuti sono sportivi o tolleranti.
“Ho i miei motivi”, criptica: “Poi ti spiego.”
“Sono piuttosto sorpreso, ma se me lo stai chiedendo tu va bene.”
È sicuramente una mossa stupida ma la curiosità è una brutta bestia, spesso mortale.
“Come facciamo?”
“Gianni ha pensato ad un aperitivo al mare, sabato o domenica se sei libero”
Sono parecchio dubbioso e combattuto ma ho già detto di sì.
Se ha intenzione di uccidermi non lo farà in mezzo alla folla, o forse sì?
Sono tutti pensieri stupidi, sto vaneggiando: lo conosco abbastanza da sapere che ha ben altre intenzioni, ma quali?
“Va bene, ma... non mi anticipi niente?”
“No, non posso e non voglio, ma non devi preoccuparti di sicuro.”
Sembra sincera:” Scegli tu il posto che ti piace e l’ora.”
“OK, ti posso chiamare qui?”
“Meglio di no. Mandami solo un SMS, ti richiamo io”
Sempre più misteriosa.

Come annunciato, la mia situazione è cambiata: non posso più fare tutto quello che voglio, la sanguisuga incombe, ma non sempre alberga casa mia, abita molto lontano quindi trascorre ancora lunghi periodi dalla madre (santa donna).
Questo è uno di quei periodi, sono abbastanza coperto.
È martedì, quindi ho solo tre giorni per pensare, a che proprio non lo so.
Una nuvola di ipotesi confluisce dentro al mio cranio vuoto, ma quella ricorrente mi rimanda al Cervo.
So che anche Gianni ha la “pistola” difettosa: il colpo gli parte senza preavviso ma sempre troppo presto e lei rimane a bocca asciutta. L’arma però funziona, male ma funziona. Boh.

Ho scelto un magnifico locale mondano sul porto di una deliziosa località marina non lontano da qui, ci sono andato qualche volta con un vecchio amico a fare chiacchiere e guardare la fauna femminile che abbonda ed è di ottima qualità, anche se ormai per me è completamente fuori portata.
Arrivo prima, sono parecchio teso: per me è un grave imbarazzo.
Ho tradito la fiducia di una persona che stimo, mi sento un verme.

Sono in anticipo ma loro mi stanno già aspettando, è la prova che la tensione non è solo mia.
Saluto cordialissimo, bacio per la signora che è molto elegante e particolarmente sobria, rispetto alle sue mise abituali da quasi mignotta.
Sempre splendide le sue gambe ed i piedi guarniti da sandali da discoteca.
Nonostante la situazione ho il cazzo dritto, la storia della compatibilità non mente.
Improvvisamente ho il desiderio di scoparmela subito lì, fuori, in macchina, di giorno.

“Quanto tempo, come state?”
Sono contento di vederli.
“Mi dispiace Gianni, mi vergogno. Immagino che non si possa chiedere scusa.”
Lui: “Marco, sei veramente una merda, ma lo sapevo che eri così.”
Taccio.
Lei: “Avevi detto niente recriminazioni! Vado via?”.
La capa domina il ménage? Strano.
Lui: “Dai scherzavo, tanto tu lo sai…”
Le fa un segno d’intesa. Io sono perplesso.
“Come vanno le aziende ora? Avete acquisito quella che stavate trattando?”
Cambio argomento, cerco di alleggerire.
Intanto ordiniamo gli spritz.
Lei (il capo): “Alla fine no. Non mi piacevano i tizi.”
Lui: “Ci sarebbe servito un tuo parere.”
Forse scherza.
“Mio? Io sono un commerciale di basso livello…”
Lui: “Tu vedi tante cose, che tanti imbecilli che abbiamo pagato profumatamente non hanno visto.”
Mi sta lusingando prima di uccidermi?
“Arrossisco!”
“Si lo credo subito.”
Lui: “Ti è piaciuto scoparti mia moglie?”
Lei lo fulmina con gli occhi, potrebbe anche ucciderlo davanti a me.
“Mi spiace per te Gianni ma devo essere sincero: scopare con tua moglie è la più fantastica esperienza erotica della mia vita, mi fa impazzire di gusto! Sei un uomo veramente fortunato.”
“Non ti spiace per niente, maiale!”
Ride, meno male, finalmente realizzo che si sta divertendo e si sta rilassando.
“Ti vorremmo fare una proposta...”
Parla al purale adesso.

…pausa. Silenzio.
Sono in “sospensione”.
“Mi sono sempre eccitato a vederti corteggiare Marta, mi sono fatto un sacco di fantasie.”
“Io amo mia moglie alla follia, perciò, farei di tutto per vederla contenta e soddisfatta.”
“Lei mi ha detto che tu l’hai fatta godere come mai nella sua vita ed io sono contento.”
“Beh! Sono un po’ confuso ma mi fa piacere che non sei tanto arrabbiato con me.”
“Ti chiederei, se ti va, di scoparti mia moglie ogni volta che lei ne avrà voglia.”

Un grosso punto interrogativo si materializza sopra il mio cranio, temo che si veda.
“Basta che tu la soddisfi bene e…”
“E?”
“Non mi fraintendere: non sono diventato improvvisamente bisessuale”, e ride.
Penso: “Peccato”. È da un bel po’ che non gioco un po’ con un pisello, ogni tanto mi andrebbe.
Prosegue: “Basta che ci sia anche io.”
“Ma non ti disturberò, non vi do fastidio, guardo solo.”
La faccia di lei sembra un semaforo impazzito.
“Ti andrebbe?”
“E dovrei anche pensarci? Certo che mi va! Non garantisco come sarà perché non ho esperienza in materia…”
“Andrà benissimo. Ci conosciamo bene tutti, siamo amici perciò...”

L’aperitivo si è inaspettatamente prolungato, perciò ci fermiamo nello stesso tavolo per pranzo, pesce a volontà, finalmente mi sono allentato, sono rilassato e contento per la sorpresa e mangio di gusto.
Penso: “Due o tre piccioni con una fava.”
Ho fatto pace con due amici a cui tenevo, ora so che mai sono stati in guerra con me.
Tornerò a scopare Marta, una delle migliori partner sessuali mai avute, una libidine unica.
Proverò questa nuova esperienza eccitante che mancava nella mia vita.
“Ti devo chiedere però di comportarti in maniera decorosa. Questa è una cosa fra di noi e non deve esserci alcuna evidenza al di fuori.”
“Sono pienamente d’accordo.”
“Tutto quello che farai o dirai a mia moglie lo voglio sapere anch’io, sono il marito, non voglio segreti.”
“Certo.”
“Amo mia moglie, lo sai. Perciò non vi dovete mai più incontrare senza che io lo sappia.”
“Certo”. Di nuovo.

“Allora ci organizziamo per il prossimo weekend, abbiamo pensato di venire al mare da qualche parte. OK?”
“OK. Grazie del pranzo e della compagnia, è stato veramente un piacere ritrovare due amici come voi”
Silenzio.
“Tanto perché tu lo sappia, era un bel po’ che vi avevo scoperto ma mi eccitava un casino vedere mia moglie che faceva la troia con te.”
...” Ah, cazzo!”.
Merda… Mi sento un grosso coglione presuntuoso.
Nel momento che ci congediamo, mi sale un nuovo interrogativo:
Perché adesso? Perché dopo più di un anno di silenzio si fanno vivi come se niente fosse?
Cosa è successo durante tutto questo tempo?
La risposta la sa solamente lei ma per il momento non ho modo di accedere alle informazioni: sicuramente lui sorveglia tutti i canali di comunicazione e se sono uscito da questo pasticcio indenne non è il caso che mi metta di nuovo nei guai.
La prospettiva che ho davanti mi incuriosisce un sacco.
I giorni passano senza ulteriori comunicazioni.
Mi aspettavo qualche chiarimento da lei ma i canali sono interrotti.
Forse si sente spiata. Forse invece è ancora in punizione per il crimine che ha commesso.

È venerdì sera, sono stato invitato a cena in un posto di lusso in una località IN della riviera, non quella del nostro aperitivo/contratto.
Sappiamo che dopo cena faremo questa nuova esperienza, per questo le nostre espressioni sono diverse: il maiale Gianni è felice ed eccitato, io sono un po’ teso e cerco di scherzare, Marta ha la faccia di marmo come quando la vedevo in riunione sul lavoro con i suoi collaboratori.
È di nuovo agghindata come piace a me: elegantissima ma da porca, dal vestito che fa capire tutto quello che indossa sotto, la cintura che la stringe un po’ per evidenziare le curve, le magnifiche gambe con le cavigliere erotiche e gli immancabili sandali argentati con super tacco e plateau.
Ho di nuovo il cazzo dritto.

Lui: “Abbiamo preso un residence con la spa, se vuoi restare a dormire c’è una camera anche per te.”
Ha proprio pensato che la cosa riuscirà alla grande.
“Grazie, ma non so se rientra qualcuno domattina. È meglio non sfidare la sorte.”
“Ti hanno preso per le palle eh?” Ride e mi sfotte.
“Meglio che parliamo del cibo… ”, rido anch’io. Riso amaro.

Siamo entrati in camera.
L’imbarazzo di tutti è palpabile, devo agire subito per non lasciare che l’impasse diventi un problema, perciò incurante del terzo elemento abbraccio da dietro la mia magnifica preda, la bacio sulla nuca e su collo, intanto che le mani le stringono le belle tette.
Spero che l’emozione non mi congeli il cazzo nella posizione “spento”, sarebbe un bel casino.
Appena però sento l’odore della sua pelle, il contatto con le labbra ed il suo respiro che aumenta vertiginosamente di ritmo il pisello è già ritto, appoggiato tra le due chiappe, bello duro.
Meno male, è fatta.
“Dai, fammi vedere come la fai godere!”
Accidenti! Questa contaminazione acustica non era prevista.
Aveva detto che avrebbe solo guardato.
Non è che questo pezzo di merda ha organizzato tutto per distruggere la mia immagine presso di lei?
Lei ansima eccitata, non si cura più del marito.
Le ho già sfilato il vestito ed il reggipetto, sono sempre dietro e sto con la destra frugando nella sua passera.
È pelosa… come mai non è conforme ai miei comandamenti? Poi indagherò.
Le mie dita sono bagnate dalle sue secrezioni, l’odore è delicato e buono, mi eccita di più.
La frugo un po’ poi gioco col clitoride.
Come ho già scritto ce l’ha ben sviluppato: ci si gioca bene.
Nuda con le scarpe è nella condizione “inizio scopata” ma secondo i miei canoni è presto, anche lei che non ha dimenticato gli insegnamenti, con lo sguardo rivolto al marito si inginocchia, mi prende le palle nelle mani e comincia a succhiarmi il cazzo, brava, piacevole, lenta e tranquilla.
Il pompino di Marta è sempre rimasto molto delicato e leggero come all’inizio dei nostri incontri, a me piacerebbe forse un po’ più “stretto” ma mi va bene così, perciò non le ho mai chiesto di cambiare.

In piedi, col cazzo in bocca alla manager ho l’occasione per guardarmi intorno e così mi accorgo che Gianni il cornuto ha “scoperto le sue carte.”
Si è spogliato nudo (non un panorama esaltante...) e sfoggia un cazzone esagerato, di sicuro più lungo del mio ed anche più grosso, purtroppo per lui è una di quelle brutte versioni incurvate da un lato che rovinano tutto il paesaggio (dal mio punto di vista).
Rido, piuttosto sorpreso alla vista di quell’attrezzo che è anche bello eretto e duro come il cemento:
“Mi avevi detto che ce l’aveva più piccolo del mio ma mi sa che devi subito andare a cambiare occhiali.”
“A me sembrava più piccolo...” Imbarazzata si sfila il cazzo bagnato dalla bocca per rispondere.

Per fortuna mi rifaccio con il resto, anche se non ha alcun significato pratico: Gianni ha delle piccole palline meno che normali mentre io posso surclassarlo con le mie grosse palle, ma la soddisfazione è che sua moglie gode come una maiala con me mentre con lui gode solo lui.
Penso comunque a quel grosso palo.
Come può essere entrato nel culo di lei, che in passato ho appurato essere integro, non rovinato, senza spaccare tutto e comunque procurarle un gran male?
Purtroppo, il mio ritrovato amico (questo mi fa piacere) è piuttosto peloso, ed è un tradizionalista (almeno da questo punto), di depilarsi non ci pensa proprio: questo lo rende ben poco attraente ai miei occhi ma anche esteticamente in generale. Se una volta ci capitasse di giocare in tre dovrei sopportare.

Si sta masturbando il grosso cazzone e lo vedo che è ansioso di vedermi penetrare la moglie, è tutto conforme al personaggio.
In seguito, tenterò di dargli lezioni per cercare di rimediare al suo problema di eiaculazione precoce (Sono un vero samaritano. Prego di ridere) spiegandogli che la fretta di agire, attanagliati dall’eccitazione furiosa va bene in natura per la riproduzione, bene per gli animali, male per gli umani.
Se si riescono a stemperare i primi minuti di eccitazione evitando di farsi prendere dalla foga, man mano che i minuti passeranno potrai controllare sempre meglio la situazione, ma non è facile e non siamo tutti uguali, per mia fortuna.

Non ho fretta, mi piace leccare la passera ed il culo di Marta, è tantissimo che non provo queste sensazioni perciò me la godo.
Mugola, sospira, si agita. La conosco bene sessualmente, lo so che è una vaginale, è piuttosto difficile che venga se la lecchi ma le piace comunque moltissimo.
C’è anche un altro che mugola ed è eccitatissimo: Gianni si sta sempre menando il bananone storto, stai a vedere che ha una eiaculazione precoce anche facendosi una sega.

“Basta! Ora lo voglio dentro, subito!”
Riaffiora la mentalità della padrona, la capitana di impresa, durante il sesso?
“Obbedisco padrona!”. E rido.
“Vai a cagare, sottoposto.” Anche lei ride, meno male, ci stiamo godendo reciprocamente.
Obbedendo alla padrona si comincia con una penetrazione in versione missionaria, ma si tratta della mia variante “motocicletta”, le sue braccia sono incrociate dietro la testa, le mie mani prendono le sue come una specie di manubrio, di fatto è immobilizzata ma lo faccio dolcemente, le sue gambe agganciano le mie cosce tirandomi dentro di lei, la penetrazione è profonda ma non affaticante.
Ritrovo la magnifica sensazione di “presa” di questa vagina tonica che si avvolge decisamente al mio felicissimo cazzo.
Non devo indugiare troppo in questa posizione perché so per esperienza che è quella nella quale fatico di più a mantenere il controllo.
Forse in quella posa il mio birillo si riempie tanto di sangue perché è l’organo più in basso in quel momento.

La sensazione di possedere una donna in quella posizione è maledettamente intensa, troppo.
Ho deciso di sfilarmi per prendere un attimo di respiro quando a sorpresa ha un lunghissimo lamento strozzato, contrazioni e tremori.
Potenti getti di liquido caldo sulle mie gambe e sul letto, le sue mani stanno stritolando le mie intanto che prova un orgasmo furioso, uno così non glielo avevo mai sentito in passato.
Sto cercando di mantenere il controllo della situazione e sento Gianni che grugnisce e sbuffa: l’eccitazione è stata troppa, sta venendo sborrando come una fontana e sporcando il muro ed il pavimento.
Quello che avrebbe guardato e basta mi sa che ha visto fin troppo.

Rido dentro di me. Sono immobile dentro la mia amica, lui è in andato in bagno a pulirsi.
Nel mio orecchio a bassissima voce: “Sei fantastico. Da quanto stavo aspettando questo momento, ti adoro.”
Vorrei avere spiegazioni su un sacco di altre cose ma non è il momento, lui sta per tornare.
Lei: “Volevo dirti che puoi venire dentro: non sono più fertile da un po’ di mesi…”
Sempre lei: “Così non ti viene l’idea di incularmi di nuovo, davanti a lui.”
Una informazione utile ed interessante ed una idea che di certo svilupperò in un'altra occasione.
Lui torna ed io in tono normale: “Ma come mai hai la topa un po’ pelosetta?”
“A Gianni piace il pelo, allora ho preparato una via di mezzo per non scontentare nessuno.”
La gente è strana, non abbiamo tutti le stesse idee, meno male mi vien da dire.

Con Marta, ma anche con buona parte delle donne che ho avuto, ho sempre scelto io il repertorio delle scopate, basandomi sui gradimenti del momento o sulle mie impressioni o semplicemente improvvisando, anche se spesso ho lasciato condurre le danze alle mie partner perché è giusto che ci si scambi il piacere secondo i rispettivi gusti.
Non sempre quello che a me piace a te piace perciò se c’è tempo facciamo tutto.
Ma se si mette a carponi sul letto per essere scopata da dietro a gambe strette so che è una azione che ci fa impazzire entrambi.
In piedi dietro di lei le prendo in mano le caviglie imbrigliate nei lacci dei sandali da porca e la penetro con movimento lento e profondo, in questa posa rilassante posso stare molto a lungo, godo come un porco, sto comodo e non mi stanco. Lei straparla e proferisce qualche oscenità poco elegante.

Ci sono altri che stanno godendo: “Guarda come gode quella troia.”
Anche lui è un vero lord inglese: “Con me non dice mai un cazzo.”
Penso: “Se sborri ancor prima di metterlo dentro ci credo che non dice un cazzo.”
Lui si sta divertendo un sacco, lo vedo che ha di nuovo quel cazzone preoccupante in mano, eretto e se lo sta menando. Porca troia!
Temo sempre sgradevoli imprevisti: se avesse mentito e volesse incularmi? Angosciosa ipotesi.
Per fortuna non si muove, si sta godendo la scena di lei che mi ha messo sotto e sta conducendo la monta, i suoi capezzoli dentro la mia bocca e le mie mani che le stringono le tette.
Dopo un po’ non vedo ma sento che lui è venuto ad osservare i dettagli da vicino.
Non mi sbaglio, lei quasi si ferma, sospira forte, sento qualche pelo di barba che mi sta solleticando le palle, le sta leccando il culo intanto che lei scopa con me.
Al momento mi dimentico che lui sta infrangendo i patti, non sta solo guardando, perché sono molto molto eccitato.
Penso: “Dai porco, leccami le palle!”.
Lo desidero, ma non lo fa, continua a stimolare l’ano della moglie finché dopo qualche minuto lei grida, ha di nuovo un orgasmo, mi inonda tutto e schizza anche sulla faccia di lui.
Devo dire che l’astinenza la deve avere caricata per bene.
Il letto adesso è un macello, stimolato dalla performance della moglie che lui molto raramente ha visto godere, ha sborrato di nuovo, sul letto, tra l’altro nei pressi del mio culo vergine.
Mi sa che dormiranno nell’altra stanza da letto.
Che figura con le cameriere del residence!
Gianni è soddisfatto, è svuotato, sparisce in bagno, si sente che fa la doccia.
Un peccato perché non sa che adesso cominceranno i botti di fine scopata.
A Marta piacciono tutte le pose, non disdegna nulla, ma ha due smaccate preferenze per scopate entrambe impegnative dal punto di vista fisico: la scopata in piedi faccia a faccia e lo squat, accovacciata su di me sui tacchi sul pavimento o sul tappeto.

Non volendo mostrare tutte le nostre “cartucce” a lui (ho capito che qualcosa deve essere chiarito sul nostro e sul loro rapporto) si coccola il mio pisello, che è bollente da tempo, in bocca per un po’ poi senza parlare si mette in piedi con una gamba alzata ed il piede sul comodino per farsi scopare in piedi.
Lui si sta asciugando ancora quando sente gridare forte la moglie che non smette di godere e di sbrodolare ovunque, arriva in tempo per sentire me che sto finalmente pompando dentro di lei tutto il seme che avevo nelle mie scorte, finalmente!
È momento epico: ho sborrato dentro di lei!
A parte quella volta nel culo non avevo mai potuto farlo prima, con grande frustrazione.
“Che razza di troia che mi ritrovo per moglie!”, scherza.
“Non avrei mai immaginato che potesse essere così”, è realmente sorpreso.
La bacia sulla bocca con passione, è veramente innamorato di lei.

L’espressione di insofferenza e sopportazione di lei invece mi lascia perplesso: non è affatto contenta di essere qui, ora ne sono sicuro.
Con lei esausta sdraiata sul letto, lui si china con la chiara intenzione di leccarle la passera come per pulirla (mi sa che si guarda più video porno di me. Ridete di nuovo, please) ma poi si volta verso di me e ci ripensa.
Peccato era una vera scena classica che mi sarei goduto, anche se sono talmente scarico e vuoto che suppongo il sesso mi farà schifo per almeno… sei ore.
Lui: “Siete stati magnifici. È stata una esperienza fantastica”
Io: “Spero che si possa ripetere. Anche se qualcuno ha imbrogliato… ”
Lui: “Scusami, mi dispiace.”
Si scusa? Lui? E per cosa? Mi sono veramente goduto.
Lui: “Mi ha talmente eccitato che mi sono fatto prendere la mano.”
“Ti sei fatto prendere il cazzo”, rido
Io: “Tranquillo, mi è piaciuto anche di più”, scorgo nello sguardo di lei un moto di disapprovazione.

Sono passati una decina di giorni dalla nostra prima esperienza con il cornuto guardone quasi attivo, nessuna comunicazione da lei ma neppure da lui.
Questa nuova situazione ha cambiato la percezione che avevo di questa coppia, eppur mi sembrava di conoscerli bene.
È probabile che nell’ultimo anno sia molto cambiato il loro rapporto di coppia.

SMS: “Ti posso telefonare?”. È il numero di lei del contatto dell’ultima volta.
“Ciao…”
“Ciao, stai bene? Che sorpresa. Pensavo di non sentivi più…”
“Lascia stare: abbiamo sempre molto da fare”, Il tono è diventato subito secco quando ho usato il plurale “voi”.
“Molto lavoro, molti soldi”, ironizzo.
Di soldi loro ne hanno più di quelli che riuscirei a spendere io fino alla fine dei miei giorni, considerando però che sono un parsimonioso…
“Scemo!” Meno male ha recuperato un po’ di humor.
“Senti. Venerdì verremmo al mare, ma non dove eravamo la scorsa volta. Ti va di cenare insieme?”
“Certamente. Cenare?”. Enfatizzo il punto interrogativo.
“Dai che hai capito bene: Gianni vuole giocare ancora.”
“Gianni? Tu invece no?”
“Certo che sì!”
Cavolo! Sta mentendo! Non le va.
“Marta? Non ti piaccio più? “
“Mi piaci eccome, ma non è questo e non voglio dire altro. Hai un posto da suggerirci?”
“Certo”. Glielo dico poi: “Non mi dici altro?”
“No, ci vediamo venerdì sera alle 21”. Lapidaria

Come ho già scritto, la mia vita privata sta andando di merda da un po’: soffro, la mia precedente azienda è fallita, sono in difficoltà economiche, non mi diverto, non scopo, tutte le mie amanti mi hanno abbandonato in seguito alla notizia del mio accoppiamento con la sanguisuga, mi mancherebbe solo il mal di denti ed il quadro sarebbe completo.
Una relazione “sentimentale” (non di sesso) clandestina ora sarebbe una specie di suicidio.

È venerdì sera, siamo in camera. Una bottiglia di ottimo Franciacorta già ha rasserenato gli animi.
Lei è tirata come se dovesse rimorchiare in discoteca, ovviamente il mio cazzo è stato eretto tutta la cena tanto che mi sono divertito a metterglielo in mano da sotto al tavolo, con lui che faceva facce miste fra eccitato e preoccupato.
Avrei voluto che ci prendesse entrambi i nostri cazzi in mano durante il pasto, ma non ha voluto:
“E se poi lui come sempre spruzza a sproposito? Cosa facciamo? Chiediamo uno straccio per il pavimento?”
Lui ride, che cazzo riderà? Lo sta umiliando di fronte a me.
Io taccio e sorrido.

È seduta sul divano, mi slaccia i pantaloni e comincia il suo lento gradevole pompino.
Lui sparisce e torna con una novità: una bella videocamera di ultimissima generazione di sicuro un acquisto appena fatto: “Sorridete!”
“Dai!”, si lagna lei: “Avevi promesso che non l’avresti portata.”
“Ho cambiato idea”, ride.
La presenza della videocamera mi distrae un po’, perdo un po’ di pressione nel pistone magico, che seccatura.
È strano: non è certo la prima volta che faccio il pornodivo dilettante casereccio.
Il “regista” comincia ad inquadrare i dettagli della scopata della moglie seduta sul tavolo a gambe sollevate; è una bella posizione perché la passera è sollecitata sia dalla tensione dei muscoli delle cosce ed un po’ schiacciata dal piano del tavolo, la sensazione per entrambi è molto intensa, la scopo a lungo.
Mi aspetto uno scoppiettante orgasmo di lei ma non succede: gode ma non viene, la videocamera la starà condizionando?
Ovviamente il cameraman è nudo e con una mano si sta menando il solito impressionante quanto inutile bananone storto.

Pausa per scherzare un po’ poi mi siedo sul divano con la signora che si siede su di me, di fronte a me, nella posa che ci è stata familiare quando eravamo giovani e scopavamo in macchina sul divanetto posteriore.
In questo caso la penetrazione è profonda, la sento tutta, veramente tutta intanto che gioco con le tette e mi bacio i capezzoli diversi tra loro.
Il cameraman inquadra da dietro poi, ispirato come l’ultima volta, comincia a leccare l’ano della moglie.
Come sempre me ne rendo conto perché lei comincia a salire di eccitazione, poi sento sulle palle e sul cazzo gocciolare la saliva ed il pizzicore dei peli della sua barba, di nuovo vorrei dirgli di leccarmi le palle ma non posso: so che è un mormone.
La reazione di lei non si fa attendere: questa volta avevamo preventivamente posizionato un asciugamano sotto il mio culo, quindi quando lei schizza come una fontana ci bagnamo solo io e Gianni, lui in faccia. Il divano è salvo.
“Poi mi farai avere qualche video per farmi le pippe vero?”
Scherzo ma non troppo, mi piacerebbe rivedere le tappe di questa storia così inconsueta, che per ora mi piace un bel po’ anche se spesso penso che vorrei scoparmi Marta anche da sola.
Le sensazioni sono belle entrambe ma completamente diverse, se fossi costretto a scegliere scoperei solo con lei.
“Si, va bene, dammi il tempo di scegliere quelli dove non si vedono le facce, poi ti do una chiavetta.”
Porco, guardone e segaiolo.

“Marco. Ora scopami in piedi come sai fare solo tu.”
E guarda lui con fare allusivo.
Sono un maschio ma non mi piace che si umilino i miei simili, quando fa così non mi sento a mio agio.
Lui non ci bada, è felice.
Quando sua moglie gode è contento, l’ama. È disposto a tutto pur di non perderla, lei lo sa ma non ne approfitta più di tanto, per fortuna di tutti.

Come di consueto la procedura è complessa, oltre agli indispensabili tacchi (che non mancano mai) per equilibrare le stature ed allineare il cazzo con l’apertura di Marta servono i soliti altri appoggi per poter muoversi su e giù al ritmo giusto.
Ci stiamo provando ma sono fuori rotta.
Poi una mano da dietro di lei mi prende il cazzo, me lo guida e lo inserisce dentro di lei.
Mi eccito un casino: il mormone che mi impugna il cazzo per metterlo nella moglie!
Per un attimo potrei perdere i freni e sborrare, ma resisto.
La mente come sempre è l’organo più erotico del corpo umano, ti basta pensare e godi.
La sua posizione favorita non delude: l’orgasmo travolgente arriva lunghissimo intenso e continua ancora per un bel po'.
La pioggia che sgorga da lei non finisce di sorprendermi anche se ormai dovrei averci fatto l’abitudine.

“Mi fai scopare un po’ mia moglie? Solo un po’.”
“Di nuovo si infrangono i patti e non ci si limita a guardare.”
È una scenetta: noi due ridiamo ma lei no.
Lei si mette a carponi, lui la prende da dietro come una obbediente pecorella, io vorrei girare la scena col video ma intravedo le possibilità di metter in scena un quadretto che mi ispira.
Intanto che lui la scopa da dietro io faccio il giro e le metto il cazzo in bocca.
Una specie di spiedo del sesso. Che gusto!
In questo frangente godo a tapparle la bocca col cazzo perché il suo atteggiamento con lui mi sta irritando, la nostra è diventata una specie di alleanza contro questa figa stronza, quanto gustosa ed irriconoscente.

“Ferma. Ferma. Ferma!”
Estrae il cazzo per tentare di non sborrare, come sempre troppo presto.
Sono in vena di fantasie quindi in un attimo penso, mi avvicino a lui e gli prendo il bananone con la mano e glielo stringo ben bene vicino alle palline.
So che è un mormone quindi la mia presa gli farà come minimo ribrezzo ed il suo orgasmo si spegnerà prima di cominciare.
“No! Dai! Cosa fai?”, fa la faccia insofferente, rassegnata, non si sottrae, mi lascia fare.
Funziona: non sborra.
Ma quanto è grosso. Quanto è caldo. Stava per esplodere quindi è durissimo.
Continuo a stringerlo, vorrei giocarci un po’ ma lui mi guarda con faccia implorante allora lo lascio andare a malincuore.
L’incendio è temporaneamente spento ma la faccia di lei mostra la delusione per non essersi già liberata dall’impegno per quella sera.

“Gianni, fatti salire sopra, vedrai che duri di più!”
Con me funziona sempre, ma io non sono Gianni.
Ormai lei è rassegnata al fatto che dovrà scopare col marito senza riuscire a godere come ogni volta fra loro due.
Si sistema sopra di lui e comincia a cavalcare.
A questo punto mi viene voglia di imitare lui quando lo fa con me, mi avvicino alle chiappe di lei e comincio a leccarle l’ano, bello stretto perfetto, nonostante ci sia già passato col mio pisello e soprattutto quel cazzone di Gianni col suo bananone storto.
L’ano è tanto vicino alla figa che casualmente mi sfugge di leccare anche quella ed anche il bananone che va avanti ed indietro, tanto lui non si accorge di un cazzo, impegnato com’è a trattenersi dal venire.
Lei invece no! Come sempre il trattamento le piace e si inarca tutta per godere di più la leccata.
La sento che sta per venire, contrariamente al solito PRIMA DI LUI ma non mi sta bene…
Lanciata per l'imminente orgasmo esplosivo, incurante di chi ci sia dentro di lei sta cavalcando al ritmo lento e deciso che le ho fatto conoscere, ma nell’istante che è tutta giù si sente il mio cazzo appoggiato al suo ano completamente bagnato dalla mia leccata.

“Noo! Cosa cerchi di fare!”, grida ma non si ferma: schiava dell’orgasmo in arrivo crede che non lo farò.
Ed invece sì! Pur stretto dal bananone di Gianni che occupa un bel po’ di spazio nella sua pancia, entro nel suo culo incontrando un po’ di resistenza.
Un grido di dolore, ne sono sicuro.
Gianni mi ha sentito entrare nel culo della moglie e sborra subito, maledetto coniglio.
Non avevo mai sentito un altro cazzo dentro una donna che stavo inculando, la sensazione nuova mi travolge e dopo pochi secondi vengo anche io nell’intestino di Lei.
Abbiamo sborrato in due, dentro di lei come conigli, ma lei?

Completamente sconvolta, è venuta, era già lanciata, ma evidentemente non era quello che si aspettava perché della sua proverbiale doccia di umori non c’è stata alcuna traccia.
Sorrido quando guardando in faccia quel maiale coniglio di suo marito, sentiamo gli inconfondibili suoni che indicano la fuoriuscita dal culo di liquidi e gas da poco iniettati provenire dal bagno.
La serata si è sviluppata in maniera leggermente diversa da quanto previsto.

Per questo non so se ci potranno essere altri incontri fra di noi.
Alcune cose sono ora chiare: la situazione di complicità ed amicizia fra me ed il marito la indispone parecchio e nonostante sembri che lei subisca la situazione in realtà è lei che comanda.
Lui ubbidisce.
Potente, determinata e feroce sul lavoro, succube e sottomessa nella vita coniugale.
Marta ultimamente ha preso coscienza del potere che ha su di lui.
Lui l’ama profondamente, l’adora come il primo giorno e le farebbe fare qualsiasi cosa lei volesse.

Mi sono divertito ed ora mi metto in paziente attesa degli eventi.

Il primo episodio di questo storia: "L'imprenditrice di Successo I" è pubblicato sul volume "Seduttore per Caso Vol.2" di Marco Casadei, edizioni Sogni Piccanti - Amazon
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