tradimenti
All'improvviso l'amore 1

01.05.2025 |
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"Il suo sguardo era fisso sul liquido ambrato, ma la sua mente era altrove: tra frammenti di ricordi, parole taglienti e un senso di vuoto che le stringeva il..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale. CAPITOLO 1
Enea era un uomo che portava sulle spalle il peso di un ricordo doloroso.
La sua bassa statura, 1 metro e 60 centimetri, lo aveva sempre fatto sentire un passo indietro rispetto agli altri, ma la ferita più profonda risaliva alla sua giovinezza.
All’epoca, Enea era amico inseparabile di Giovanna, una ragazza radiosa e brillante.
Le loro famiglie, osservando quell’amicizia così speciale, erano convinte che un giorno si sarebbero sposati formando la coppia perfetta.
L’idea che fossero destinati l’uno all’altra sembrava quasi una profezia.
Enea, crescendo, cominciò a credere anche lui a quella visione.
Condivideva tutto: con lei: dalle chiacchierate sotto le stelle ai segreti più profondi.
Un giorno, spinto da un impeto di coraggio e dalla certezza di un futuro comune, Enea si dichiarò.
Il suo cuore pulsava forte mentre le confessava i suoi sentimenti, immaginando che Giovanna avrebbe sorriso e lo avrebbe abbracciato confermando ciò che lui già sapeva nel profondo.
Ma Giovanna non rispose.
Lo fissò, invece, con uno sguardo che Enea non avrebbe mai dimenticato: uno sguardo di compatimento.
Senza una parola, il suo silenzio parlava chiaro.
Poco dopo, Enea scoprì che lei aveva iniziato a frequentare un altro ragazzo.
Non un intellettuale o qualcuno di carisma, ma un uomo alto, 1 metro e 85 centimetri, atletico e ben poco brillante.
Enea, che si considerava ben proporzionato e a suo modo affascinante, si sentì schiacciato dal confronto.
Il rifiuto di Giovanna non fu solo un colpo al cuore, ma un crollo dell’immagine di sé che Enea aveva costruito negli anni
Era convinto che il loro legame fosse speciale e che bastasse il suo amore per renderlo degno ma la scelta di Giovanna di preferire ciò che lui considerava "banale superficialità" spezzò qualcosa dentro di lui.
Il fatto che le famiglie avessero sempre previsto il loro matrimonio rese tutto più amaro, come se Enea avesse deluso non solo se stesso, ma anche coloro che lo avevano incoraggiato.
Da quel giorno, un senso di inadeguatezza iniziò a perseguitarlo.
Ogni volta che incontrava un uomo alto o prestante, il confronto era inevitabile.
Si domandava cosa avessero loro che lui non poteva offrire.
Questo complesso lo seguì nella vita adulta, influenzando il suo rapporto con gli altri e, soprattutto, con se stesso.
Nel presente, Enea si trova intrappolato in un altro tipo di lotta: il blocco dello scrittore.
Passava le giornate davanti a una scrivania colma di fogli vuoti, incapace di tradurre in parole le idee che affollano la sua mente.
La sua bassa statura ed il rifiuto ricevuto in passato sembravano riflettersi nei suoi pensieri, alimentando la convinzione che qualsiasi cosa lui creasse non sarebbe mai stata all’altezza della necessità.
Enea viveva in una bolla di frustrazione e solitudine, mentre il mondo intorno a lui andava avanti, incurante delle sue battaglie interiori.
Certamente Enea non avrebbe mai immaginato di attirare l’attenzione di una donna come Clara.
Psicologa brillante e sicura di sé, Clara era abituata a leggere nelle persone ciò che spesso nemmeno loro vedevano.
Fu forse proprio per questo che, al loro primo incontro, ella colse immediatamente i segni del complesso di Enea.
La sua bassa statura rispetto a lei e il modo in cui tendeva a sminuire sé stesso parlavano più e meglio di qualsiasi parola.
Dietro quella vulnerabilità Clara intravide qualcosa di raro: una mente brillante, un’ironia sottile e un’intelligenza che superava qualsiasi insicurezza.
Clara, però, non era esente da imperfezioni.
Da sempre soffriva di una forma di germofobia che condizionava silenziosamente la sua stessa vita.
Ogni stretta di mano, ogni abbraccio, ogni contatto fisico con il mondo esterno erano per lei una fonte di ansia che cercava di mascherare con un'apparente compostezza.
Nonostante questa sua paura, Clara si accorse di essere sempre più attratta da Enea.
All’inizio non voleva mostrare il suo interesse.
Si limitava a sorridere ai suoi commenti arguti ed a seguire le sue riflessioni con attenzione ma dentro di sé sentiva crescere una curiosa ammirazione.
Più il tempo passava, più si accorgeva che quella vulnerabilità che lo rendeva insicuro agli occhi degli altri era per lei una qualità affascinante.
Senza farlo notare apertamente, iniziò a mettersi in mostra: un vestito più elegante, una risata più calorosa, una sottile inclinazione a cercare la sua attenzione.
Quando Enea, ignaro dei segnali, continuava a mostrarsi sorpreso del fatto che lei volesse trascorrere del tempo con lui, Clara prese una decisione audace.
Fu lei a corteggiarlo, in modo delicato ma costante, finché un giorno lo prese da parte e, guardandolo dritto negli occhi, gli chiese di sposarla.
Enea rimase senza parole.
Era abituato a sentirsi invisibile o inadeguato, e l’idea che una donna come Clara potesse volerlo al suo fianco lo lasciò confuso, ma anche incredibilmente grato.
Con il cuore che batteva più forte che mai, accettò.
Enea, con il suo desiderio diretto e passionale, spesso si trovava in contrasto con Clara, che preferiva un approccio più delicato e graduale.
Per lei, le carezze, le coccole e i momenti di tenerezza erano il cuore dell’intimità, un rifugio sicuro che le permetteva di sentirsi amata senza dover affrontare le sue paure più profonde.
Enea, viceversa, vedeva questi gesti come un preludio, un passaggio verso qualcosa di più fisico e completo.
Questa differenza di prospettiva creava una tensione sottile ma costante nel loro rapporto.
Clara, pur cercando sporadicamente di soddisfare le esigenze di Enea, si trovava spesso a dover affrontare le sue stesse barriere, mentre egli, frustrato, interpretava la sua reticenza come un rifiuto personale
Nei loro momenti di intimità, il complesso di Enea si amplificava, facendolo sentire ancora più insicuro e distante.
Clara, pur minimizzando il suo stesso ruolo nella situazione, era profondamente preoccupata per lui, consapevole che il loro equilibrio era fragile e che entrambi avevano bisogno di trovare un modo per superare le loro difficoltà
La tensione tra Enea e Clara, inizialmente sotterranea, iniziò a crescere con il passare del tempo.
Enea, intrappolato nel suo blocco creativo, si sentiva sempre più isolato, mentre le sue insicurezze continuavano a insinuarsi in ogni aspetto della sua vita.
Ogni tentativo di scrivere sembrava infrangersi contro un muro invisibile.
Guardava i fogli vuoti davanti a sé e sentiva che non c’era nulla dentro di lui degno di essere trasferito su carta.
Clara osservava in silenzio questa spirale.
Da brava psicologa, sapeva riconoscere i segnali di una crisi interiore e di una demoralizzazione crescente, ma il suo coinvolgimento emotivo le rendeva difficile mantenere l’obiettività.
Le loro conversazioni diventavano sempre più brevi, e i loro momenti di intimità, già rari, sembravano trasformarsi in un ricordo lontano
Clara, tuttavia, non era il tipo di donna che si arrende facilmente.
Era determinata a aiutare suo marito, anche se ciò significava confrontarsi con le proprie paure.
Una sera, dopo aver osservato Enea fissare la scrivania per ore, Clara si avvicinò a lui con un misto di dolcezza e fermezza.
— Enea
Gli disse sedendosi accanto a lui:
— Capisco quanto tu ti senta bloccato, ma forse è ora di cambiare prospettiva.
— Non puoi trovare ispirazione restando fermo qui, immerso nei tuoi pensieri.
— Esplora, vivi, prova qualcosa di nuovo.
— Lascia che il mondo ti sorprenda.”
Enea, sebbene riluttante, sapeva che Clara aveva ragione.
La sua routine quotidiana era diventata una prigione, e forse uscire dalla sua zona di comfort sarebbe stata la chiave per sbloccare non solo la sua creatività ma anche il loro rapporto..
Quella mattina, Milly si era svegliata con una strana sensazione di inquietudine.
Da tempo, il comportamento di Gianni, suo marito, era cambiato: non c'erano più quei gesti affettuosi che un tempo avevano definito il loro rapporto, ed il rispetto che lui ora le mostrava era proprio eccessivo, come se esso fosse il modo di mantenere le distanze con una sconosciuta. .
All’inizio aveva pensato che questo comportamento fosse dovuto solo allo stress, una fase passeggera legata al lavoro o a qualche preoccupazione che lui non condivideva con lei.
Ma più passavano i mesi, più quella distanza diventava palpabile, tangibile.
Milly aveva cercato di ignorare i suoi sospetti, convincendosi che fosse solo un periodo difficile per lui ma mai era arrivato quel rispetto eccessivo, un modo cortese ma freddo di rivolgersi a lei che sembrava erigere un muro invisibile tra di loro.
Non era più il Gianni che conosceva.
Una sera, notando come lui evitasse il contatto visivo, il sospetto si era insinuato nella sua mente:” c'era un'altra donna?”.
Non era una supposizione presa alla leggera.
Milly aveva cercato prove, analizzato comportamenti, persino controllato i vestiti di Gianni in cerca di tracce di profumo che non fossero del suo stesso ma non aveva trovato nulla.
. Era decisa a salvare il loro matrimonio, a riportarein vita quella scintilla che sembrava essersi sopita.
Si fece più carina, indossò il suo vestito preferito e provò a essere più intraprendente, cercando di attirare l’attenzione di Gianni come un tempo.
Ma lui... nulla.
Un sorriso forzato, una risposta educata, e poi di nuovo quella distanza che la faceva impazzire.
La situazione era sospetta.
Non c’era un’altra donna, ne era ormai certa.
Eppure …
Allora... cos’era?
Sembrava tutto perfettamente in regola, persino troppo. ma quella mattina, mentre faceva il bucato, qualcosa catturò la sua attenzione.
Tra gli indumenti intimi sporchi del marito notò una macchia sulle mutande non compatibile con una normale polluzione spontanea.
Per un momento, il suo cuore accelerò, e una sensazione di gelo le scese lungo la schiena.
Era questa la prova che non aveva mai potuto trovare, la "pistola fumante" che confermava i suoi peggiori timori.
Milly passò il resto della giornata in uno stato di agitazione crescente, cercando di mantenere la calma mentre la mente correva all’impazzata.
Quando Gianni alla sera tornò a casa, Milly lo attese in cucina col il viso teso e le mani che stringevano nervosamente il bordo del tavolo.
— Gianni,
Iniziò con una voce che tradiva il suo sforzo di mantenere il controllo:
— Dobbiamo parlare.
La richiesta era inattesa ed egli la guardò interrogativamente ma il suo sguardo evitava quello della moglie.
— Cosa succede?
Domandò questi cercando di sembrare calmo.
Milly prese un respiro profondo, poi posò le mutande sul tavolo:
— Vuoi spiegarmi questo?
Il tono era interrogativo ma la voce incrinata da un misto di rabbia e dolore.
Gianni rimase immobile: il colore lentamente abbandonava il suo viso.
Per un momento sembrò cercare una scusa, ma poi abbassò lo sguardo, sconfitto:
— Non avrei voluto che lo scoprissi in questo modo.
Mormorò con voce appena udibile.
Ne seguì una lunga discussione, carica di accuse, lacrime e confessioni.
Gianni ammise il suo "peccato," come lo chiamava, rivelando la verità che Milly non avrebbe mai immaginato: non c'era un'altra donna nella sua vita, bensì un uomo.
Per Milly, il tradimento non era solo un atto contro la loro relazione ma una negazione di tutto ciò che avevano costruito insieme, un colpo alla sua femminilità e alla sua identità.
Disgustata uscì da casa delusa.
Avrebbe voluto sparire, confondersi tra i mille insetti che infastidiscono il mondo.
Era una donna e non era stata capace di trattenersi suo marito cedendolo non ad una rivale ma ad un altro uomo.
Milly entrò nel bar con passo deciso: quasi febbrile.
Ordinò il drink più forte disponibile nel bicchiere più grande disponibile e si sedette al bancone.
Mentre il bicchiere si riempiva, si immaginava di lasciarsi andare, di perdersi nel liquore e nell’oblio.
Immersa nei suoi pensieri, non si accorse dell’uomo che le si avvicinava.
Il bar aveva l'aria di un rifugio per chi avesse voluto dimenticare o per chi avesse cercato l'anonimato tra bicchieri colmi e luci soffuse.
Milly sedeva immobile al bancone, un bicchiere imponente colmo di liquore davanti a sé, che sembrava sfidarla ad affondare nel proprio dolore.
Il suo sguardo era fisso sul liquido ambrato, ma la sua mente era altrove: tra frammenti di ricordi, parole taglienti e un senso di vuoto che le stringeva il petto.
Enea chiuse la porta di casa con un sospiro, sentendo ancora nella mente le parole di sua moglie:
— Vai a prenderti una pausa, esci e rilassati un po'.
Egli non era un frequentatore di bar, ma quella sera aveva deciso di seguire il consiglio di Clara.
C'era qualcosa di irrequieto nel suo animo: un bisogno di distogliere la mente dalle tensioni quotidiane.
Enea entrò nel locale con passo tranquillo,la giacca ancora impregnatao dell'aria frizzante della sera.
Si fermò un attimo, osservando la scena.
Il modo in cui Milly stringeva il bordo del bancone, come se fosse l'unica cosa che le impediva di crollare, lo colpì.
Il bicchiere intatto e lo sguardo perso nel vuoto raccontavano una storia che non aveva bisogno di parole.
C’era un dolore evidente, uno di quelli che non si nasconde ma che si prova a sopportare in silenzio.
Senza esitazione, ma con la sensibilità di chi sa che il dolore è terreno sacro, si avvicinò al bancone e prese posto accanto a lei, mantenendo una distanza rispettosa.
— Barista,
Comandò con tono calmo, indicando il bicchiere di Milly,:
— lo stesso per me.
Milly alzò lo sguardo, sorpresa dalla presenza di quell'uomo.
Non c'era invadenza nei suoi occhi, solo una calma che sembrava dirle:
— Non sei sola.
L’ordine del bicchiere identico fu una dichiarazione silenziosa di empatia, un gesto che sembrava voler condividere il peso della sua serata senza parole.
Mentre il barista riempiva il bicchiere Enea rimase in silenzio, lasciando alla donna il tempo di decidere se parlare o meno.
Quando il bicchiere fu posato davanti a lui, lo sollevò lentamente e lo studiò per un momento.:
— Qualunque cosa sia!
Affermò infine, con un tono gentile:
— A volte un bicchiere non basta ma è un inizio.
Milly trattenne il fiato, sentendo le sue parole risuonare nel vuoto che provava.
Non rispose subito, ma il fatto che lui fosse lì senza chiedere nulla,, senza invadere il suo dolore le diede qualcosa che non si aspettava: un piccolo spiraglio di conforto, una presa da non perdere a nessun costo.
Milly osservò il suo interlocutore per un istante, indecisa.
C'era qualcosa nella sua presenza: un misto di calore e semplicità che le offrì un motivo per restare immobile.
Per la prima volta in quella serata, non si sentì completamente abbandonata.
FINE?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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