La praticante troia

Questo racconto è il prosieguo del mio primo racconto su Maria, giovane praticante di studio, di cui divenni amante.
Maria, nonostante si dichiarasse innamoratissima e fidanzatissima, era quel tipo di ragazza a cui piaceva essere al centro dell'attenzione e a cui non dava per nulla fastidio se la guardavano o dicevano che era una troia, difendendosi con il più classico "a me di quel che dicono gli altri, non mi importa!".
La cosa sconvolgente è che lei faceva di tutto per mettersi sulla bocca di tutti, cercava sempre di far battute allusive, di passare per la troia dello studio...e tutto ciò mi metteva a disagio considerato il fatto che era mio interesse che queste scappatelle rimassero segrete, poiché non mi andava proprio che in studio si parlasse di me.
Ovviamente i miei propositi andarono a quel paese ben presto in quanto Maria non perdeva occasione per venire in stanza, provocarmi, far la troia...veniva con qualsiasi scusa le balzasse in mente, per poi piazzarsi di fianco a me, facendo finta di guardare qualcosa al pc e neanche troppo sommessamente mi chiedeva mi toccarle il culo e le gambe, perché questa cosa la rilassava!! Altre volte invece si sedeva sulla scrivania e si faceva massaggiare la fighetta che non perdeva occasione di ricordarmi che fosse perennemente bagnata.
Un giorno mi scrisse che era a fumare in archivio e voleva compagnia, come ogni buon uomo che si rispetti, andai, anche se avevo molto lavoro da fare e la trovai li al buio che fumava la sua iquos...dopo qualche parola sul nulla comincio a toccarmi il pacco e ad un certo punto comincio a sbottonare i pantaloni, cercai di fermarla atteso che poteva entrare chiunque e vi erano altri colleghi in studio che avrebbero potuto trovarci così, ma lei incurante di tutto ciò mi zitti e mi abbassò i pantaloni...dopo qualche carezza, senza perder tempo se lo mise in bocca e cominciò a succhiarmelo, lì, in studio, con colleghi di fianco che camminavano...all'inizio ero terrorizzato che potesse entrare qualcuno, ma pian piano mi lasciai andare, e mi concentrai sulla sua bocca calda e bagnata che inghiottiva il mio cazzo che pian piano cresceva dentro di lei...succhiava ritmicamente, prima piano, poi più forte e non lo toglieva mai dalla bocca...io cominciai ad accarezzarle la nuca...e dopo poco di tanto in tanto le spingevo la testa per farglielo sentire in gola...non so dire quanto durò tutto ciò, eravamo al buoi, nel silenzio, con l'ansia di essere scoperti, ma entrambi non ci siamo tirati indietro.
Dopo un pò l'eccitazione ha preso il sopravvento ed ho cominciato a martoriarle i capezzoli...lei di tanto in tanto mugolava..al che la staccai dal cazzo, mi tirai su i pantaloni, la presi e le dissi, andiamo in bagno.
Entrati in bagno, chiusi la porta, l'attaccai al muro e la limonai pesantemente...mentre le slacciavo i jeans e cercavo la sua fighetta...che trovai fradiccia...al che le dissi di abbassarsi tutto e mettersi a pecora, non se lo fece ripetere...mi misi dietro di lei e cominciai a leccare avidamente la figa bagnata ed il suo piccolo ano liscio...lei gemeva come una cagna, mentre io continuavo a leccare qualsiasi cosa trovassi di lei, dalle natiche, al buco del culo, alle labbra, all'interno coscia...alternando morsi a leccate...
Purtroppo tutto ciò fini da una collega che entro in archivio! Ci bloccammo, il cuore andava a mille, rimanemmo immobili, in silenzio, sperando che la collega andasse via senza scoprirci...non so dire quanto tutto ciò sia durato, ma nella mia mente già mi vedevo a dovermi scusare con il titolare dello studio per il mio comportamento.
Finalmente andò via...purtroppo lo spavento fu forte per entrambi, l'eccitazione era svanita, e pertanto, tornammo entrambi alle rispettive scrivanie...dopo 10 minuti mi arriva un messaggio "avrei voluto che mi venissi in bocca"!