tradimenti

Pesca


di CarloMi
18.07.2018    |    20.191    |    2 7.7
"Il pomeriggio non lo vide, apparentemente senza che la cosa la turbasse o meno..."
La città d'estate, quella che per leggenda dovrebbe essere deserta, sembra in questo caso sovraffollata. Agli incroci le macchine passano nervosamente, tra un ingorgo e l'altro.
Ad uno di essi, vi è una donna in attesa di attraversare. C'è chi l'aspetta dall'altro lato della strada. I due piccoli figli l'avevano vista, poco entusiasti.
Ogni pomeriggio, appena uscivano dall'oratorio con altri amichetti e alcune mamme, andavano a prendere il gelato. Era ormai divenatto il punto di ritrovo pomeridiano. Quel pomeriggio i bimbi non avevano ancora preso il gelato, ed avevano più voglia di chiacchierare con gli altri che tornare a casa. Poco male, non c'era fretta di tornare a casa. Il fatto di essere in ferie era comunque rilassante per quella donna.
Al momento di tornare a casa, si accucciò per sistemare il retro dello zaino di uno dei bimbi. In quel momento si apri il portone del palazzo della gelateria. Uscì un ragazzo, e vide voltanto gli occhi che la stava scrutando, con lo sguardo noncurante tipico dell'uomo. Stava giusto prendendosi in giro per il fatto di avere addosso la gonna, cosa che non indossa spessissimo, ma nei medesimi istanti lui continuava a sostenere lo sguardo e le sorrise. E gli sorrise con sorriso sincero, senza pensarci.
"Ah ma allora non sei solo guardone" pensò tra sè. Lo aveva colpito. Non che gli uomini non la guardassero, anzi, ma quel fiero sguardo sembrava dirle che era di un giovane ma anche coraggioso.
Questa serie di pensieri si saranno susseguiti in massimo 3 secondi, ma non era sembrato così a lei. Era divertita.
Tornando a casa, non tanto distante da quel incrocio, ripensò al ragazzo, lo focalizzò convincendosi di averlo già visto, probabilmente li alla gelateria. Una volta a casa andò a cambiarsi, e si rivide allo specchio.
"Si, con questa gonna è facile chiamare gli occhi a sè". In verità non era così corta come pensava; si chiedeva se la maglia fosse stata spostata in quei momenti convinta di aver dato spettacolo. Il decoltè generoso sì ma in salvo lo è stato tutto il pomeriggio.
Arriva il marito ed è tempo di rilassarsi: aveva promesso di cucinare lui.

Il giorno dopo è andata lei a prendere i bambini, e una volta in gelateria arrivò di soppiatto anche il giovane vicino.
"Ciao! La pesca sta andando velocemente eh, sei arrivato giusto in tempo" disse la ragazza della gelateria, a cui lui rispose con un divertito quanto laconico "bene".
La nostra donna, potè guardarlo defilata. Era un bel ragazzo, probabilmente universitario, curato, affabile con chi parla e probabilmente gentile. Sicuramente attraente per le sue coetanee!
Lui uscì e andando verso il portone, leccando la pallina col colore della pesca, la vide, la guardò scivolando sul decoltè. Impertinente.
"Questi ragazzi dagli ormoni impazziti... Pesca, lo chiamerò Pesca..."
Rideva si, ma in fondo sapeva che la pesca piaceva molto anche a lei. Un po' odiava avere il pensiero di quel ragazzo.
Non che le capitasse ogni tanto. E' una donna giovane, e certe cose le apprezzava, anche da uomini maturi, anche se sono invadenti, spesso. Ma quello forse era il primo giovane.
"Temo di avere voglia anche io oggi"
E la sera si divertì col marito, certo stanco ma sempre focoso.

Il giorno dopo, uno dei giorni più caldi dell'anno, raggiunse i figli al solito posto, vestita il meno possibile. Il vestito leggero svolazzante fa raffreddare il corpo ma può farti fare brutte figure a volte... se così possiamo chiamarle. Raccolse i due zaini in spalla ma pochi secondi dopo si sentì il vestito tirare. Si voltò e trovò il ragazzo, Pesca
"Scusa, il vestito era molto mal messo".
Paonazza, ma riuscì a dire dopo una risatina isterica "molto?"
"un bel po' ma non dovrebbe essere esser stato visto nulla per di qui"
E in effetti non c'era nessuno, verso la strada da dove veniva, praticamente dal suo portone.
Salutò e andò via coi bimbi, e lui salutò tutti. Entrando in casa, il ragazzo a modo, esprimeva tra sè e sè molti apprezzamenti per quello che aveva visto.
Lei, a casa, andò a spogliarsi consapevole che il perizoma sotto il vesititino lanciato sul letto aveva non poteva nascondere molto.
"Come al mare, se li mi piace mostrare il culo cosa cambia?"
Tutta la sera ripensò tra sè e sè alla scena. Dall'imbarazzo i suoi pensieri diventarono più sinuosi, e il suo sentirsi donna era più curioso di sapere se Pesca avesse apprezzato la vista, e in fondo ci sperava.

Nonostante non fosse avezza, il giorno dopo, da sola in casa, decise di dedicarsi a sè stessa con una seduta di relax nella vasca da bagno. Nulla però poterono le bolle per farle dimenticare i pensieri interminabili della sera precedente, e il pensiero di sentirsi desiderata la accese come non succedeva da un po', o almeno non in quel modo. Non aveva un volto il suo desiderio, ma era giovane e virile nelle forme, e quando non seppe più trattenersi, desiderò quel pezzo di carne, sognandolo più grosso delle sue dita.

Il pomeriggio non lo vide, apparentemente senza che la cosa la turbasse o meno. Ma il destino la fece incrociare con il ragazzo della glateria, o Pesca, o ragazzone, al supermercato, nella pigra mattinata di sabato. Nel modo peggiore, o migliore, se al banco frigo sei accucciata a cercare gli yogurt, con la gonna e maglietta sufficientemente scollata, e lui, con tutta calma arriva salutando
"mi sembrava di averla già vista..."
Lei sorpresa guardò verso l'alto, e sorridendo si alzò salutando, ritornando rossa come due giorni prima
"grazie ancora per il vestito... ieri... cioè no, giovedì"
"ma no anzi... cioè di che"
Lui proseguì, lei rimase mbambolata, chiedendosi se avrebbe mai smesso di mostrare tutto a Pesca...
"perizoma e pizzo.. e tette di fuori... averla già vista..."
Queste parole le pensarono entrambi.
Decise di seguirlo, ormai voleva sapere cose su di lui... E rimase un po' stupita di non vedere pesche nel suo carrellino. Perdendolo di vista, si mise a fantasticare addirittura sulla sua spesa... Si reputò malata. Ma il fatto è che la attirava. Una fantasia, tutto lì. Come quando era giovane, quando sapeva di uccidere i ragazzacci che la guardavano vogliosi.
Pesca la faceva impazzire, in tutti i sensi. Saliva la voglia ripensando al suo odore.
Alle spalle del ragazzo arrivò
"Mangiate poca carne in casa da te"
"No io la mangio, ma vivendo da solo non posso prenderne troppa ogni volta"
Viveva solo... Sapeva su cosa fantasticare, appena possibile. Stava andando in delirio, e ne era consapevole.
Alla cassa, urtando le caramelle, si chinò a raccoglierle e lui la aiutò.
Lui guardò quello che lei gli mostro. Volontariamente. E lei lo vide.
Lei alla cassa pagò e salutò di corsa.

La sera, da sola sveglia sul letto di fianco al marito dormiente, ripensò a tutto quanto, a come la faceva eccitare lo stuzzicare un ragazzo.
"Avrà... tipo dieci.. dodici anni meno di me..."
Si stava chiedendo come gestire questo stato emotivo,

Quello che non sapeva lei, è che le fantasie sue di lei erano forse meno spinte di quelle di Pesca. Dalla prima volta, quel pallore degli slip sotto la sua gonna bianca gli era bastato per immaginarla a sua disposizione. Vedere il suo sedere, contornato da un perizoma bianco, lo aveva portato a sognare di possederlo, attimi dopo averlo guardato. Sabato mattina sperava solo che la sua erezione non fosse stata vista dal mondo intero... anzi bastava l'avesse vista lei, quella donna che da settimane, quando la incontrava in gelateria, prendeva sempre il gelato alla pesca.
"Una pesca liscia come il tuo culo" immaginava di dirle mentre desiderava di eslorare le sue umidità con il pene rigonfio.
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