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incesto

Vieni qui


di CarloMi
08.12.2018    |    15.124    |    0 9.8
"Dietro comparve il suo ultimo selfie in mia compagnia, e non definirei dolce il mio pene dentro la sua bocca, piena..."
Le gocce del mio sudore cadono sul suo sedere. La sua bocca rovente implora "vieni qui", porgendosi in sacrificio. La sua lingua viscida del mio bianco latte lecca.

Sono queste le immagini che mi tormentavano quella notte, l'ultima a casa prima di partire. Studiare all'estero è un privilegio, ma ha un prezzo: allontanarsi fisicamente dalle persone care, ragazze speciali, rapporti indefiniti.
Fortunatamente la sveglia suonò presto perchè il mio volo antelucano mi aspettava. Avevo salutato tutti la sera prima, e quatto quatto sgattaiolai fuori ad aspettare il taxi. E via. Un lungo viaggio di seghe mentali mi stava aspettando.

Non riuscivo a togliermi dalla testa gli ultimi giorni di passione, i suoi seni grossi vogliosi delle mie mani, le sue voglie scurrilmente esibite, il suo "vieni qui" mi provocavano delle erezioni, e non posso giurare che una hostess non l'abbia notato almeno una volta. Non poteva che essere così dopo aver stretto quei capelli castani lunghi e morbidi tanto forte da sentirmi il suo domatore. Quanto mi piaceva sentire la sua figa bagnata e prenderla tutta... Ammetto, ho dovuto masturbarmi anche in aereo.

Giunto a destinazione, per fortuna, le faccende erano talmente tante che i torbidi pensieri cominciarono ad arginarsi alla sera, alla notte. Evitai di avvertire Eveline del mio ritorno, non me la sentivo. Avevo voglia di stare da solo. Anche se chiacchierare con la mia amica non mi avrebbe fatto male, era il sesso che non mi andava di fare. Certo, mi perdevo i migliori pompini d'Inghilterra, da dove è scappata anche lei, ma pensavo continuamente ai migliori del mio caro paese. Decisamente.

Poche sere dopo ricevetti una chiamata da casa, che mi riportò alla realtà: avevo offerto la mia ospitalità alla mia cuginetta. Erika aveva da poco superato l'esame di maturità e aveva deciso di prendersi un anno sabatico dagli studi. Perchè non fare una vacanza nelle americhe dal cugino in effetti? Un ritorno repentino alla realtà, anche perchè lei era già in viaggio.

"Carlooooo" richiamò la mia attenzione. Era contenta e mi abbracciò con forza. Di corsa a casa, lasciammo i bagagli suoi alla rinfusa in camera mia. Dopo avremmo sistemato, e in effetti pur grande la mia stanza aveva bisogno di un po' di ordine. Stavo per presentarle i miei coinquilini quando tornò in camera pochi istanti, e uscendo mi disse "ti ho lasciato una lettera da parte di Elena". Non so bene se glieli presentai, perchè ad "Elena" avvampai. Lei, la mia castana occhi verdi preferita mi aveva mandato qualcosa. Era meglio scappare da casa, avrei aspettato quiete. Facemmo un giro molto lungo, ma poté vedere comunque solo una parte di ciò che la città offriva. L'avremmo esplorata insieme in due settimane.

Dopo una cena conviviale a casa, era tempo di riposare. Mi sistemai a letto. "Ah perfetto, stiamo in déshabillé, perchè qui fa parecchio caldo" e in effetti ero in boxer. Andò in bagno, e io ne approfittai per prendere la lettera sulla scrivania, quasi non la guardai e la afferrai alla cieca. La misi sotto il cuscino per estrarla appena un attimo dopo, volevo vedere. Tirai il lenzuolo per coprire la lettura. Era una piccola busta. Aprii e vidi due foglietti. "Mi manca... E." recitava il primo. Sudando, feci scivolare il foglietto. Dietro comparve il suo ultimo selfie in mia compagnia, e non definirei dolce il mio pene dentro la sua bocca, piena. Una scritta campeggiava sulla foto: "vieni qui". L'erezione immediata tra le mie gambe piegate sotto il lenzuolo era vigorosa, e probabilmente divenni viola di vergogna appena entrò Erika, sorridendo. Chiuse la porta e davanti al suo letto improvvisato si spogliò. Il fatto che tolti i pantaloni si piegò per riporre il suo vestiario mi resero la vita ancora più difficile. Santo cielo se aveva un culo da favola quella biondina. Con una erezione imbarazzata e quella visione puoi solo pensare male di qualunuqe cosa. Si mise una canotta per coprirsi e si sdraiò, nella sua deliziosa bellezza.
"Che stupido potevo lasciarti il letto"
"Magari domani ci dormirò.."
Un ragazzo che sente questo (detto da una qualunque donna) mentre ha una erezione, e per distrarsi ha una foto di un'altra ragazza col tuo seme colante dalla bocca, é un uomo che deve sborrare. E così ho fatto, in bagno.

Nel buio della camera ripensai a quanto siamo animali. Ci scoperemmo chiunque in certi momenti. Quel sedere di mia cugina meritava veramente, in quella mutandina che lasciava poco spazio all'immaginazione e molta carne nuda. No, non ho molta vergogna no. Però in bagno pensavo ad Elena, lei si che beveva con gusto... e non solo. Certo che per aver stampato quella foto... doveva avere voglia di me. E ad affidare questa lettera, che coraggio. Ma in effetti mia cugina era sua amica, un po' come tutti in quel buco di paese un po' bigotto.

I giorni passavano, Erika si fece dei bei giretti anche in mia assenza, poichè qualcosa dovevo pur farla in università, anche se non erano ancora ricominciati i corsi. Una delle mattine seguenti venne con me in università, e approfittò anche lei per vedere qualcosa al computer nelle aule predisposte. Gli sguardi dei ragazzi cadevano spesso su di lei, e come dare torto? Gli italiani vincono sempre. Anche Alex il mio coinquilino sembrava avere un debole per lei ma non sembrava interessata a ciò che le accadeva attorno, se non per ciò che le interessava: arte, cultura principalmente.

Tutte le sere ne approfittavo per studiarla meglio, mentre lei aveva sempre meno difficoltà a mostrare il suo sedere, mai ne avesse avuta. Ma quella sera a casa feci subito caso al fatto che il mio letto era già rifatto. Prima di poterle chiedere, da piegata e mezza nuda disse di aver sistemato lei i letti. Andò in bagno sorridendo, ma subito dopo mi ricordai che dietro al cuscino, tra materasso e spalliera c'era la foto. Mi precipitai. Era tutto al suo posto.

Una volta a letto ripresi la busta per vedere la foto. Con somma sorpresa trovai dello scotch sui bordi, di cui non mi ero accorto. C'era un'altra foto attaccata dietr.. "Ehy". Erika sveglia, sul bordo del letto si sedette.
"sei proprio legato a lei eh"
"come mai sei sveglia?" chiesi cercando di straiarmi per nascondere l'erezione. Si distese sul mio stretto letto dandomi le spalle, una vista paradisiaca distratta da discorsi dalle sembianze serie: "stavo pensando proprio a Elena.. io penso che sia un po' confusa ancora da quando si è lasciata con Gio..". Silenzio. "Ma è una ragazza anche un po' pazza, da sempre, e un po' la ammiro per il coraggio". Silenzio.
"Sai che è bisex?"
"Da quando baciarsi ogni tanto con delle amiche lo considerate essere bisex?"
"No no infatti.. per quello ti dico che è bisex. Poi lo sai che siamo amiche.."
"Beh, ha senso". Non ero stupito.
"In verità ci ha provato anche con me.."
"Caspita, e quindi cosa hai fatto?"
Sposto il braccio in modo da poter scorrere l'indice tra il gluteo e la brasiliana rosa, in una frazione di secondo silenziosa. Si sedette e guardandomi sorridendo "ah ma allora sei interessato eh?"
"il normale, come sei precipitosa"
Se ne andò sulla branda, mostrando il suo corpo in sfilata, nella penombra. Una luce illuminava il suo volto. In quel momento la vibrazione del mio cellulare mi raggiunse. Mi aveva mandato due foto, dalla didascalia: 'ci sono stata'. Un selfie in stile Elena mostrava loro due mentre si baciavano, con la lingua.
'Monelle'
Non ero sorpreso di nulla, da Elena mi sarei aspettato qualunque cosa, ma un po' meno da mia cugina.

Mi ricordai anche di vedere la foto celata dietro la prima. Era una scritta stampata, che recitava: "con la cugina?" seguita da una faccina arrabbiata. Era quindi gelosa? Ma di me o di Erika? Difficile da comprendere.

Sabato al parco, un picnic con i coinquilini. Alex non toglieva gli occhi di dosso alla gonna di mia cugina, e se ne accorse anche la sua ragazza temo, che lo baciò ardentemente. Non so perchè ma sembrava sentirsi esclusa Pam, la terza compagna dell'appartamento, sicchè parlando in italiano chiesi a Erika
"Ma quindi tu sei bisessuale?"
"Non so... sono confusa" rise mangiando una patatina. Bevemmo abbastanza per essere allegri il giusto fino a sera, e nella via del ritorno mi chiese
"e a te piace vedere due ragazze fare cose lesbo"
"a volte".
A casa ci infilammo in camera per sistemarci. Appena entrati lei sfilò la magiletta, fece scivolare la gonna, tolse il reggiseno, e tolse il suo perizoma rosa mentre si piegava in avanti come sempre. La sua patata dolce era in vista, deliziosa, e sembrava esser li da guardare. Non ho nemmeno avuto il tempo per esser sbigottito, estasiato, imbarazzato o stupefatto: se ne andò così in bagno, e penso la vide qualcuno, ma preferii non pormi la questione.

Tornai dal bagno e lei era distesa sul suo lettino, a petto nudo. Erano due bei seni, sodi, senza pudore mostrati, un lenzuolo tirato all'ombellico. Steso coi boxer, sentii la vibrazione del telefono, e ovviamente erano messaggi di Erika, teneva il suo in mano.
'a Elena piacciono le mie tette', e dalla foto lo si capiva. Precisamente da come succhiava i suoi capezzoli.
'anche se le sue sono più grandi'. E questo lo sapevo, ma dalla seconda si intuiva che le conosceva anche la lingua di Erika.
Nel silenzio sentii lei masturbarsi. Come acqua dalla sorgente, i suoi umori stavano lambendo le sue dita. Non ci credevo, ma davo anche la colpa all'alcol. Onestamente ne avevo fatte tante anche io, se mi sono masturbato per casa da ubricaco davanti ai coinquilini come potevo giudicare? Anzi era intrigante come cosa.
"non posso farci niente, ho voglia Ca.."
"tranquilla".
Mi mandò una foto di cui riconobbi il soggetto. 'Elena a pecora'.
Quanta voglia di masturbarmi, rigido come ero. Ma mai quanto qualche secondo dopo. Vibrazione: 'chi è chi secondo te'. Nella foto due dita di una mano in una vagina. Il poco pelo era curato come quello di Elena.
'vuoi farmi impazzire?'
' se ti devi masturbare non andare in bagno :('
Erika si alzò e venne da me, nuda si distese allargando le gambe per tornare a toccarsi. Mi diede un candido bacio sulla guancia, da cugina a cugino come se non stesse succedendo niente.
"non è la tua, quella della foto" osservai sfacciatamente, anche perchè era tutto li davanti a me candidamente.
"già.. aiutami ti prego" silenziosamente implorò "se mi aiuti, poi ti aiuto io con la mia mano"
Chi rifiuterebbe? Non io, e abbassai i boxer per mettere l'acquolina in bocca e Erika, che provò ad accarezzarlo, ma " a a .. prima io, a modo mio"
Allungai la mia mano destra verso la sua fica, liscia, accarezzando le sue labbra umide. Con il mio braccio sinistro le alzai il suo culo sodo, per farci stare la mia mano che accarezzava la sua pelle. Il suo piacere per questo gesto mascolino era evidente; sembrava che il suo corpo mi richiedesse, e il mio medio trovò subito il varco verso il suo piacere. La sollevai con la mano per arrivare veloce all'apice, e lei venne in pochi secondi. Lo rifeci più volte, mentre la mia mano sinistra conosceva ogni parte del suo gluteo, fino ad stuzzicare il suo pertugio posteriore. Si, le scappò un risolino che mi fece capire che le piaceva essere accarezzata li. Dopo un orgasmo, arrivò al mio membro. Per non distrarla troppo tolsi la mano davanti, non dietro. Trovò umori sul mio cazzo, era facile da fargli scorrere la mano.
"come promesso", rise e diede un bacio al mio naso.
La sua forza però era in esaurimento. Ogni su e giù sul mio pene era sempre meno veloce.
"E se continuassimo domani? sei stanca"
"uff.. ok"
Continuò ad accarezzarmi il membro, e io l'ano. Le piaceva, credo, sentire una mano calda toccarla. Ogni tanto scorrevo il perineo fino al suo laghetto "no dai" sviava assonnata.. Si appoggiò al mio petto, con filo di voce mi disse
"nel mio culo non è stata piantata ancora bandiera". Per scherzo le spinsi un pochino il polpastrello nel pertugio e sorrise quasi noncurante.
"no non mi da fastidio"
"e Elena?"
"si mi accarezza.."
"intendo, Elena lo ha fatto?"
"credo proprio di no"
Il mio pene ebbe un sussulto, ancora caldo. "hey, quante attenzioni.."
Si addormentò. Alcol e ritmi turistici l'han stremata.

Mentre sento il suo ano sul mio dito, mi chiedo come faccio ad avere questa dolcezza familiare in una situazione simile. Guardai il suo capezzolo, volevo mangiarmelo. In fondo, sono incestuoso sì, ma sempre affettuoso!

Mi risvegliai, molto tardi. Solo sul letto. Erika era vestita "buongiorno, daiii che è tardi voglio andare a vedere quel museo". Come niente fosse successo. E devo dire che riuscii bene anche io. Pam, che ci accompagnava, ci trattava normalmente e io mi sentivo bene.
"in effetti ero brilla ieri"
"ah ecco" mi misi a ridere. "ma ricordi qualcosa?"
"spereresti di no? In ogni caso il fatto che fossi nuda con la tua mano sul mio sedere sarebbe stato un buon indizio, non trovi?". Stupidissimo io "solo non ero abbastanza lucida da ricordarmi alcuni dettagli, tipo il tuo cazzo non lo ricordo. Magari mi rinfrescherai la memoria un giorno" bevve il suo caffè in tazzona al bar.
La giornata sembrò non passare. Volevo arrivare alla sera. E anche lei.

Erika era già in camera, mentre mi trattenne Pam per discquisire della spesa, salutandomi osservando che sembravamo parecchio legati, sorridendo.
"L'ho vista crescere, un tesoro. Goodnight".
Entrai in camera, solo la luce del mio comodino era accesa. lei era sul mio letto. Il suo sedere, in un perizoma di pizzo verso di me, scodinzolante.
"Non vorrei ripartire da dove eravamo rimasti.."
La mia erezione era già elevata. Si girò verso di me mentre toglievo i pantaloni. arrivai al suo viso, dall'altro lato del letto, e si alzò inginocchiandosi sl materasso.
"Posso rinfrescarmi la memoria?" con l'indice alla bocca, in segno di puerile curiosità.
"prego"
Abbassò il boxer, leccandosi i baffi. Mi scappellò quel poco che rimaneva celato, lo massaggiò, e non appena mi avvicinai lo portò alla bocca, facendolo entrare.
"potrei non durare tanto, non mi sono scaricato ieri sera" maliziosamente ricordai, e rispose con foga all'invito, facendo affondare il mio pene nella bocca, su e giù sempre più giù.
Le piace farlo andare giù, una cosa che mi fa impazzire.
Ma mentre mi fa profanare la sua gola, con noncuranza alza il suo cellulare e mi mostra una foto, per la quale quasi subito vengo. Le esplodo in bocca, e le cola dai due lati della bocca. Come nella foto di me e Elena, che mi stava mostrando.
La guarda solo un po' meravigliato, mentre lei senza pulirsi troppo ammette
"certo che lo so di voi due, siamo amiche, anzi di più."
"devo dire di aver sospettato .."
"forse so più fantasie di quel che immagini"
"beh, viste le vostre foto, direi di si.."
Alzandosi " le sue fantasie sono contagiose.. " mi bacia sulle labbra " e avevo voglia di te. Sapevo le tue dimensioni, le tue... beh ho le foto"
"Ma la lettera.."
"Di Elena certo.. ah e sa anche delle mie fantasie su di te.."
Sorridendo mi abbracciò e la sollevai facendomi stringere con le gambe ai fianchi.
"sei sexy da morire Erika.. ce l'hai sempre avuto un bel sedere, ma così tanto forse non lo sapevo"
La portai a letto, per farla impazzire con le mie mani..
"ti piaccio, anche se ho meno tette?"
"si.."
Mi abbassai al suo clitoride, per farla gemere con la mia lingua
"so che ti piace leccarla"
"beh ho scoperto anche te"
"ma preferisco il cazzo ... alla fica.."
Venne molte volte. Avevo voglia di sentirne il sapore, in bocca. Era proprio bella.

Al mattino andammo in cucina, ma notammo che la casa era vuota, e in effetti era tardino. "Siamo soli sai?" e lei annuì andando verso il caffè.
Appena arrivò al mobile la avvolsi tra le mie braccia "mi sa che stavolta decido io".
Da dietro feci scorrere le mani sotto la maglia fino ad incontrare i capezzoli, inturgidenti istantaneamente. Il mio abbraccio avvolse il seno mentre con la destra alzai la gonna dietro in cerca dei suoi slip, che non trovai
"non .. non li ho messi sai?"
"ah si", risposi mordendo dolcemente l'orecchio. Mi spostai avanti, dove trovai un laghetto pronto per farsi esplorare. Le voltai il viso, baciandola avidamente, spogliandola la portai sul mio letto,la denudai e la misi a pecorina. Feci scivolare i miei averi, e la penetrai immediatamente.
Lei sorpresa gemette e cominciò ad urlare, stavo conoscendo il suo lato porco.
"Oh si, Dio quanto è grosso, mi fai morire..".
Cercai i suoi capezzoli e il clitoride, e venne alcune volte. Sudava e io con lei. La sua pelle era inamidata. Dopo un tempo indefinito, sentì il mio ansimare farsi profondo, capì che dovevo venire. Mi fece estrarre il pene, sculettando si girò verso di me, aprì la bocca e indicandola disse implorante "vieni qui".
Attimi eterni mi fecero vivere lo shock di vedere dinnanzi a me Elena, che mi implorava di venirle in bocca.
"Vengo E.. ahh" e a fiotti coprii la lingua, il naso e gli zigomi. Cercò di raccoglierlo col dito, ma presi parte del mio seme e le ordinai di girarsi, e obbediente si è rigirata, un po' preoccupata.
"Non.. oooh" no tranquilla, pensai posando il mio seme sul suo culo, e infilando il mio dito bianco nel suo buco stretto, con calma e parsimonia.
"lussurioso.."

Il giorno stesso le venne il ciclo che durò sino al giorno della partenza. Non ci siamo più toccati, se non castamente, come cugini. Probabilmente fu meglio così, ma al momento dei saluti probabilmente nutrivamo molte aspettative.
Abbracciandomi, all'orecchio disse: "in che culo lo pianterai per primo? Ci vediamo a Natale, il paese ti aspetta"

La sera dopo, andai a trovare Eveline per raccontarle tutto.. beh evitai di accennare i legami di parentela.
"I've never tried anal sex.."
"Lo so e nemmeno io.."
"just your two fingers"
"I know... do you wanna try?"
"only with you.."
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