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Abbracciami [Pt. 1]


di CarloMi
16.08.2015    |    6.664    |    2 9.4
"Non sembrava a disagio, non troppo..."
Proprio lui, l’uomo per cui ho dato tutto e fatto tutto, quello che ha deciso per me quasi tutta la mia vita, mi ha tradito. E quello che mi fa sentire stupida è che non è nemmeno la prima volta. Era già successo e Dio sa quante altre volte senza che lo abbia mai saputo.
Questo inverno, dopo esser stato scoperto, ha deciso di andarsene di casa. No, non ho avuto il coraggio di lasciarlo, e anche se volessi davvero, con che soldi?
No. Le ho provate tutte, quante volte l’ho chiamato.
Senza mia figlia e il suo ragazzo non avrei retto all’urto. Sono sempre stati al mio fianco. In particolar modo Carlo, il fidanzato di Sara, ci ha portato ovunque appresso a quella poco di buono che mi ha rubato il marito. Chi avrebbe fatto tutto ciò per una famiglia così scalcagnata.
Solo lui.
Carlo è un bravissimo ragazzo, praticamente un figlio, che rimaneva anche da noi a casa anche se Sara andava a lavorare, perché è sempre stato uno della famiglia. Pur essendo giovane si è sempre mostrato più maturo di molti altri uomini, tanto più di mio marito.
Forse questo mix di troppe belle cose, la rabbia e lo sconforto portarono all’inizio di qualcosa che mai avrei potuto immaginare, o sognare.

Giusto per dare l’idea di mio marito, ha avuto il coraggio di litigare al telefono rinfacciandomi troppo spesso delle mie lacune amorose, più appetiti sessuali che altro.
L’ultima dosa è stata oltraggiosa, anche perché mi ha fatto proprio capire che non si rendeva conto di quanto poco ha dato a me.

“Ti rendi conto E. da quanto è che non me lo succhiavi? Quanti mesi? Eh”
“Vergognati.. magari lei è pure li.. fai schifo.. beh ora hai trovato chi te lo fa no”
“Era ora”

Riattaccai piangendo come una matta. Non so per cosa.
Sicché arrivò poco dopo Carlo, che arrivava sempre con un certo anticipo in attesa di Sara. Mi trovò piangente sul letto, e li non fece che abbracciarmi come troppe volte aveva fatto, al posto di chi di dovere.
Carlo è sempre stato affettuoso, come l’ho sempre visto il ragazzo più che perfetto per mia figlia. Ma in quel momento ero solo arrabbiata. E lui era li.

“E. fidati lascialo perdere.. non ti merita davvero dovresti lasciarlo”
“Grazie Carlo, grazie sei sempre gentile..”
“Poi non sa quel che perde, sei fantastica e troppo per lui sotto tutti i punti di vista”
“E mi ha rinfacciato ancora cosa ancora più intime.. beceramente.. sai cosa mi ha detto?”

Per la prima volta gli dissi proprio le cose più intime.. neanche mia figlia gliele aveva raccontate, mi stavo fidando di lui, forse troppo arrabbiata col mio marito che non ragionavo molto.

“Evidentemente qualcosa non andava, ma nemmeno deve averti dato gli stimoli giusti..”
“..già”
“è proprio un coglione.. sei molto bella cerca di meglio”

Forse era bastato quel bella, il suo abbraccio vicino al mio seno, la rabbia dentro di me. Dovevo vendicarmi contro il cielo e il mio passato.

“Dici sul serio?”
mentre glielo chiedevo avevo preso la sua mano e fatta appoggiare sul mio seno destro, da seduti a letto. Non sembrava a disagio, non troppo. Perché al suo flebile “sì” ha cominciato subito ad accarezzarmi i seni. Sentivo il bisogno di mani addosso ma molto di più di mettere io le mani addosso a qualcuno.. qualcosa.
Esplorò in pochi secondi i miei seni, e cominciò ad accarezzarmi il collo col suo, fino a dargli qualche bacio. Il mio sguardo cadeva sui suoi pantaloni, che non celavano l’evidente erezione, e sull’orologio del comodino. Sara tra non molto sarebbe arrivata, ma dovevo afferrare la situazione contro la mia rabbia.
La mia mano si trovò ad accarezzare i suoi pantaloni, ma in pochissimi secondi avevo già le mani alla cintura.
In pochi secondi lui era eretto di fronte a me, Carlo sempre seduto. La mia mano aveva bisogno di sentire la voglia di qualcuno sulla pelle. Il mio pugno scorse dieci minuti sulla sua erezione calda, mentre lui mi accarezzava i seni un po’ fuoriusciti ormai.

“Sei bellissima, odialo”

Senza capire più nulla mi chinai e lo assaggiai, direttamente in bocca lo feci entrare e lo succhiai con tale forza da farlo impazzire fuori misura.
In due minuti arrivò all’apice della sfrenatezza, e non si fece problemi a venire nella mia bocca e sulla mia guancia. Mi aveva capito più che bene. Lo adoravo e avrei anche continuato.
Un minuto infinito di ansimi e sospiri culminò nel mio “grazie”.
Gli dovevo molto a pensarci bene. Ma ero solo arrabbiata e pensavo a me. Non capivo altro. Volevo solo quello. Ma Carlo era indispensabile per questo.
Andai a lavarmi la guancia e Sara arrivò. Avremo bisogno di più tempo.
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