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Oh Cielo! Mio marito è una Trav (Cap. 4)


di Virnissima
23.05.2022    |    7.601    |    7 9.5
"“Cosa ti è preso stasera?” “Ti ho fatto male?” Disse lei continuando a tenere lo sguardo perso nel vuoto..."
Tornati dalle vacanze, Alessio e Raffaella ripresero a condurre la vita di tutti i giorni, dedicandosi al lavoro e alla cura della casa. Per un lungo periodo Alessio smise di indossare gli indumenti femminili e i rapporti intimi tornarono ad essere tradizionali. Di tanto in tanto, su iniziativa di Raffaella, si concedevano qualche variazione utilizzando lo strap-on acquistato ad Amsterdam.
Come ogni anno, un coppia di vecchi amici, li invitò ad un festa di Carnevale che erano soliti organizzare nella loro villa al mare e a cui normalmente non partecipavano visto che il giorno successivo era lavorativo e dovevano svegliarsi di buon’ora.
Chi prese l’iniziativa fu Raffaella. “Che ne dici di andare alla festa di Claudio e Martina per Carnevale? Ci hanno invitato anche quest’anno.”
“Lo sai, finisce che si fa tardi e l’indomani dobbiamo svegliarci presto per andare a lavoro.”
“Possiamo prendere un giorno di ferie.”
“Non lo so, e poi non abbiamo cosa metterci. Lo sai che è obbligatorio andarci in maschera.”
“Questo non è un problema. Tu potresti indossare i vestiti di Alessia e io potrei mettere qualche tuo abito. Una inversione di ruoli. Sarebbe divertente!”
“Divertente? Ma sei pazza?!?!!”
“Perché?”
“Beh, una cosa è farlo come quest’estate in un posto dove nessuno mi conosce ed un’altra alla presenza dei nostri amici. Mi imbarazzerebbe tantissimo.”
“Ma è una festa in maschera. Anche Massimiliano qualche anno fa si presentò vestito da ballerina brasiliana.”
“Era diverso. “
“Cosa c’era di diverso?”
“Era evidente la carnevalata. Era impresentabile! Non si era neppure raso la barba e ha sortito l’ilarità di tutti.”
“Secondo me quello che c’è di diverso è solo il tuo modo di vedere le cose. Il fatto che tu sappia che dentro di te è presente Alessia non vuol dire che lo sappiano anche gli altri. E’ una festa di Carnevale e in quella occasione tutti interpreteranno un personaggio, nessuno scenderà così nel profondo.”
“Penso che mi sentirò a disagio.”
“Ma dai, ci divertiremo, e poi è tanto che non usciamo.”
Nei giorni che seguirono Alessio sembrava nervoso ogni qual volta si affrontava l’argomento festa, fino a quando venne il momento di decidere a causa di una telefonata di Martina che, fra mille insistenze, voleva sapere il numero di partecipanti per poter organizzare al meglio.
“Ha chiamato Martina. Dobbiamo dirgli se parteciperemo alla festa o meno.”
“Non possiamo noleggiare dei vestiti?”
“Mancano solo due giorni e non credo che troveremo ancora qualcosa di carino. Però non voglio forzarti, se non te la senti penseremo a qualcosa di diverso da mettere. Io credevo che potesse essere divertente e per te una nuova occasione per indossare i panni di Alessia fuori dalle mura domestiche.”
Il sorriso di Raffaella finì per convincere Alessio che era combattuto tra l’imbarazzo nell’incontrare gli amici in abiti femminili e l’eccitazione per la situazione che si sarebbe creata.
Il martedì pomeriggio, di ritorno da lavoro, iniziarono i preparativi. Raffaella aiutò Alessio a depilarsi e a decidere cosa mettere. La scelta ricadde su un abitino monospalla nero con lustrini e un giacchino corto per combattere il freddo della serata. Il tutto completato con delle autoreggenti velate e una decolté con tacco comodo. Raffaella invece optò per un abito grigio da cerimonia del marito. Al fine di dare un tocco carnevalesco alla sua mise, Raffaella si disegnò, con la matita, una paio di baffi. Completato, con maestria, il trucco di Alessia, furono pronti per uscire. Entrambi indossarono una mascherina nera.
All’arrivo percorsero in macchina il lungo viale alberato che li portò al parcheggio della villa. Il giardino dove si svolgeva la festa era stupendo. Migliaia di piccole lucine decoravano gli alberi e i folti cespugli. Nella piscina, sapientemente illuminata, galleggiavano delle grandi sfere fucsia. Furono accolti dai padroni di casa che indossavano dei costumi in stile pirati dei Caraibi. Martina stentò quasi a riconoscere Alessio e si prodigò in mille complimenti per la trasformazione. Egli provò un fortissimo imbarazzo e si sentì addosso gli occhi di tutti, soprattutto degli uomini presenti. I complimenti di amici e conoscenti non servirono molto a smorzare il suo disagio ma, passato l’impatto iniziale, la serata andò avanti tra balli, buffet e qualche scherzo tipico di quanto si stava festeggiando.
Tra gli invitati era presente anche Marco che si avvicinò a Raffaella seduta ad un tavolo a sorseggiare il suo drink.
“Buonasera.”
“Ciao Marco.”
“Come va, ti diverti?”
“Si, tutto bene. E’ una bellissima serata.”
“Alessio ti ha lasciata sola?”
“Deve essere qui in giro. Lo sai com’è, quando bisogna uscire fa tanto il sostenuto ma poi finisce sempre per divertirsi.”
“Sei riuscita a venire a capo dei tuoi dubbi?”
“Ah! Si certo. Era come dicevi e io sono stata una stupida a dubitare di lui.” Rispose lei presa alla sprovvista.
“Mi fa piacere. Siete sempre stati una coppia stupenda, anche se non ho mai capito cosa ti ha spinto a scegliere lui e non me.”
“Adesso non cominciare. E poi sai bene che tra noi non poteva funzionare.”
“Se lo dici tu sarà vero.”
“Hai visto che costumi stupendi?” Disse Raffaella per cambiare discorso.
“Si, le feste di Martina e Claudio sono sempre meravigliose e c’è chi si organizza giorni prima per parteciparvi.”
“Non tutti si affidano alle decisioni dell’ultimo momento.” Affermò Raffaella facendo riferimento all’abito da Casanova di Marco di una taglia di troppo e visibilmente preso a noleggio.
“Lo sai che non sono portato per queste cose. C’è a chi piacciono questi preparativi. Hai vista quella lì ad esempio? O dovrei dire quello lì?”
“Chi?” Disse Raffaella volgendo lo sguardo nella direzione che le era stata indicata.
“Quella con quell’abitino sbriccicoso. Anche se l’apparenza può ingannare, è un uomo.”
Raffaella ebbe un colpo al cuore quando si rese con che la persona che le era stata indicata era Alessia. Era al centro della pista che ballava in mezzo a un gruppo di amici che le si strusciavano addosso. “Si erano accorti anche loro del travestimento di Alessio?” pensò tra se.
“Dici?”
“Ne sono certo.”
“Va beh, è carnevale, ci sta che un uomo possa vestirsi da donna.”
“Si certo, ma secondo me in questo caso si va ben oltre il carnevale. Sono sicuro che le piace, e anche molto, indossare abiti femminili.”
“E cosa ti dà questa certezza?”
“Non so bene come spiegarti, si percepisce. Sarà forse il portamento o semplicemente l’atteggiamento, ma è certo che le piace e non mi meraviglierebbe che sia anche sessualmente attiva.”
“Addirittura?”
“Certamente. Già me la vedo a novanta gradi a prendersi un bel palo su per il culo mentre grida a squarciagola.”
“Sei il solito porco.”
“Fai la santarellina con me? Eppure ai tempi dell’università ci siamo divertiti molto tra le lenzuola.”
“Sembra che tu parli per esperienza diretta.”
“Lo sai che in fatto di sesso mi piace sperimentare e ti assicuro che a letto possono darti piacere tanto quanto una donna biologica.”
Proprio in quel momento Alessia si avvicinò al tavolo. “Ciao Marco.”
“Ciao. Ci conosciamo?”
“Ma come, non riconosci Alessio? Certo che come investigatore, allora, sei proprio una frana.” Disse Raffaella con finto stupore e un pizzico di ironia.
“Cazzo!!”
“Di che parlavate?” Chiese Alessia.
“Nulla di che, Marco mi raccontava delle sue esperienze di vita.”
“Si, e a volte dovrei imparare a tenere la bocca chiusa onde evitare figure di merda.”
“Perché?” Chiese Alessia guardando prima Marco e poi Raffaella.
“Alessio sono stanca. Che ne dici se ce ne torniamo a casa?” Cercando di cambiare discorso.
“Va bene. Passiamo a salutare i padroni di casa e andiamo.”
Lungo il tragitto di ritorno, Raffaella poggiò la mano sulla gamba di Alessia intenta a guidare. “Allora, come è andata la serata?”
“Tutto sommato è stato divertente, anche se ho avuto l’impressione di avere un po’ troppo gli occhi addosso.”
“Non è solo un’impressione, c’era qualcuno in particolare che ti ha notata più degli altri.”
“Davvero? E chi?”
“Marco.”
“E tu come fai a saperlo?”
“Mi ha detto che gli sarebbe piaciuto vederti prenderlo piegata a novanta gradi.” Disse ridendo.
“Ma che dici?”
“A dire il vero inizialmente non ti aveva riconosciuto e quindi si è lasciato andare a qualche commento più esplicito.”
“Probabilmente scherzava o voleva prenderti in giro.”
“Conosco bene Marco e ti assicuro che era serio.” Gli raccontò di quando aveva sospettato di lui, del fatto che si fosse rivolta a Marco in qualità di investigatore e anche di come lui ci avesse provato con lei.
“Quindi sa tutto di me!”
“No, le sue indagini non portarono a nulla e ti ho già raccontato in passato di come ho scoperto Alessia.”
“Mamma mia che vergogna!”
“Dai, non mi dire che non ti piacerebbe fartelo. E’ comunque un bell’uomo.”
“Ma che dici?!”
La mano di Raffaella risalì lungo la coscia di Alessia fini a toccare il suo sesso attraverso il sottile strato del tanga di pizzo. “Invece mi sa che ti stai eccitando.”
Una volta a casa, appena richiusa la porta, Raffaella afferrò Alessia alle spalle e la spinse sul tavolo del salone facendola piegare con il busto sul ripiano e le sussurrò all’orecchio. “Stasera sono io l’uomo di casa.”
“I soli abiti maschili non fanno di te un uomo.” La provocò.
“Hai ragione, mi serve ancora qualcosa. Vai a prendere lo strap-on nel cassetto della camera da letto.”
Quando Alessia rientrò nel salone vide che la moglie aveva già tolto i pantaloni rimanendo in giacca e cravatta. “Aiutami ad indossarlo.”
Alessia si inginocchiò e fece passare prima un piede e poi l’altro attraverso le cinghie, per poi stringere il tutto sui fianchi della moglie. Raffaella le poggiò una mano sulla testa costringendola a restare in ginocchio e, con un movimento del bacino, avvicinò il dildo alle sue labbra.
“Lo vuoi?”
“Si!”
“Se lo vuoi devi chiedermelo.” Le disse avvicinando e poi spostando di colpo il dildo che aveva tra le gambe.
“Lo voglio, per favore non farmi aspettare.”
Alessia aprì la bocca e iniziò a succhiarlo. Dopo qualche istante la fece alzare e appoggiare i gomiti sul piano del tavolo. Le sollevò la gonna, spostò il sottile tessuto del tanga, e appoggiò la punta del dildo al suo ano. La penetrazione fu secca e violenta, tanto che Alessia inarcò la schiena lanciando un grido di dolore. Raffaella inizialmente le accarezzo con affetto la testa ma poi, quasi fosse in preda a un raptus, iniziò a scoparla con una tale veemenza che il tavolo cominciò a sussultare sotto i suoi colpi. Anche il linguaggio assunse dei toni volgari.
“Stasera ti apro il culo in due, ti faccio godere e urlare come una zoccola di strada. Ti piace vero? Fammi sentire quanto stai godendo.”
Alessia, presa alla sprovvista da quel nuovo atteggiamento della moglie, iniziò dapprima a mugolare e poi a strillare sotto i colpi, subendo passivamente quel trattamento e tacendo ai momenti di dolore che provava.
Raffaella allungò la mano tra le gambe del marito e, afferrato il suo pene, lo smanettò con forza fino a farlo sborrare a terra. Solo in quel momento, dopo aver dato un ultima spinta, si accasciò su di lui ansante per lo sforzo.
Quando uscì da dentro di lei, Alessia rimase accasciata sul tavolo per qualche minuto, dopodiché si alzò e con gambe tremanti raggiunse il bagno senza proferire parola. Quando ne uscì, trovò la moglie già a letto e, una volta infilato il pigiama, si adagiò di fianco a lei.
Entrambi fissavano il soffitto e fu Alessio il primo a pronunciare delle parole. “Cosa ti è preso stasera?”
“Ti ho fatto male?” Disse lei continuando a tenere lo sguardo perso nel vuoto.
“Un poco, ma non importa.”
“Scusami, mi dispiace. Ero particolarmente eccitata e forse mi sono lasciata andare un po’ troppo.”
“Come mai?”
“Non lo so. Forse il vederti ballare alla festa o probabilmente i commenti di Marco. Mi dispiace davvero.”
“Non ti preoccupare, è stato un poco doloroso ma ho anche goduto. Mi ha solo sorpreso questo tuo atteggiamento che non conoscevo.”
Raffaella non rispose.
“Era in questo modo che Marco ti prendeva?”
“E’ sempre stato un uomo dominante e la cosa si manifestava anche nel suo modo di fare sesso.”
“Era violento?”
“No, questo no. Mi piaceva farlo con lui ma fuori delle lenzuola... mai una carezza, mai una parola dolce. E poi non era fedele. Una volta lo trovai in bagno mentre si scopava Federica.”
“La tua amica dell’università?”
“Si. Stronzo lui e troia lei. Chiusi con entrambi.”
Quei discorsi non consentirono ad Alessio di dormire serenamente nonostante la stanchezza per la festa prima e per quanto successo dopo. L’immagine di Raffaella tra le braccia del suo ex mentre la scopava con forza gli turbarono il sonno. Anche lui, ai tempi dell’università, aveva sentito dire delle doti da amatore di Marco e delle sue misure oltre la media. Si chiese se a Raffaella mancava quel modo di fare sesso e se le sue prestazioni erano sufficienti a darle piacere.
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