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Oh Cielo! Mio marito è una Trav (Cap. 5)


di Virnissima
23.05.2022    |    7.012    |    15 9.6
"Marco intanto si era alzato e, dopo essersi vestito, si avviò verso la porta per andare via..."
La mattina seguente si svegliarono tardi e fecero l‘amore. Alessio ci mise più foga di quanto era solito fare ma comunque ebbe la sensazione di non essere stato all’altezza.
Nei giorni successivi la vita riprese ai ritmi di sempre. Una mattina, durante la solita passeggiata domenicale, incontrarono Marco. Dopo i soliti convenevoli, conditi da un certo imbarazzo da parte di tutti, Alessio, con voce quasi tremante, disse “Che ne dici sabato prossimo di venire a cena a casa nostra?”
Raffaella lo guardò perplessa. Sapeva che Marco non era particolarmente simpatico al marito e fu sorpresa da quell’invito.
Marco accettò ben volentieri ma, da predatore ben navigato, con un po’ di faccia tosta aggiunse. “Troverò anche Alessia?”
Quella frase li colse impreparati e, senza addurre alcuna risposta, i tre si congedarono con un sorriso di circostanza.
Non vi fu alcun chiarimento neppure tra Raffaella e Alessio in quanto, la prima si astenne dal chiedere e l’altro probabilmente non sapeva cosa dire per giustificare quell’invito di cui neanche lui ne conosceva la ragione e fatto più che altro preso da un istinto.
L’argomento venne fuori un paio di giorni prima quando Raffaella si confrontò con il marito su quello che avrebbero preparato per la cena e sulla necessità di dover fare la spesa.
Di ritorno dal supermercato fu Alessio a prendere il discorso. “Non so perché l’ho invitato, mi è venuto così senza una ragione.”
“Cos’è che ti tiene in ansia?”
“Forse quanto successo alla festa e anche il fatto che abbia chiesto di Alessia quando l’ho invitato.”
“Ascolta. Non devi sentirti forzato a far nulla. Marco è così, gli escono le parole di bocca senza riflettere.”
Quando il citofono squillò, Alessio era in cucina ancora intento a preparare la cena. Sentì Raffaella rispondere invitandolo a salire per poi aprirgli la porta.
La cena risultò piacevole e per tutta la serata risero e scherzarono commentando le varie pietanze e rievocando i tempi dell’università.
“Peccato che Alessia non sia potuta venire.” Disse Marco all’improvviso.
Alessio, che si trovava di spalle vicino alla cucina intento preparare il caffè, sobbalzò nell’ascoltare quelle parole. A Raffaella non sfuggì la reazione del marito e, dopo aver lanciato un’occhiata gelida in direzione di Marco, si alzò e raggiunse Alessio che cercava di riempiere la macchinetta con mani tremanti.
“Vatti a preparare.” Gli sussurrò in un orecchio.
“Devo finire di preparare il caffè.”
“Lascia stare, faccio io.” Gli tolse la macchinetta di mano e a voce bassa aggiunse “Ti ho preparato delle cose da mettere in camera da letto. Vai ora.”
Alessio nel lasciare la cucina non osò alzare gli occhi per guardare Marco. Una volta rimasti soli, Raffaella mise la moka sul fuoco e, una volta raggiunto il tavolo, si piegò in avanti verso di lui, seduto dall’alto capo, e a muso duro, a pochi centimetri dalla sua faccia, gli intimò “Sei venuto qui per scopare? Ok, ma sta bene attento a come ti comporti. Non fare o dire niente che lo possa offendere o umiliare altrimenti dovrai vedertela con me!”
“Ehi, mi stai minacciando?” Disse Marco indietreggiando di qualche centimetro e con un sorriso sornione sulle labbra.
“Non sto scherzano! Non voglio che Alessio ne esca da questa cosa con le ossa rotta. Al minimo sbaglio ti sbatto fuori di casa e hai chiuso per sempre con noi.”
“Ok, ok. Non era comunque mia intenzione farlo.”
“Meglio così.”
Sorseggiarono in silenzio il caffè e fu Marco a riprendere a parlare.
“Ma tra voi come va? Questo suo nuovo aspetto ha avuto ripercussioni nei vostri rapporti?”
“Non sarebbero cazzi tuoi ma se proprio lo vuoi sapere forse ha messo anche un po’ di pepe in più.”
“Non ti manca nemmeno un po’ il nostro modo di scopare?”
Raffaella per un attimo si morse il labbro e, anche se erano passati molti anni, ricordava bene i tempi dell’università in cui lui la prendeva con forza donandole degli orgasmi molto intensi, ma non aveva nessuna voglia di dirglielo. Il ricordo le era tornato anche in occasione della festa di carnevale e quella sera aveva sfogato tutta la sua irruenza sul povero marito sodomizzandolo in maniera selvaggia. Povero amore!
“Ecco , appunto! Con te si scopava e basta. Con Alessio faccio l’amore, ma tu forse non sai nemmeno che significa fare l’amore, vero?”
Per quanto pungente, Marco sapeva bene a cosa si riferisse Raffaella. Nella sua vita si era sempre guardato bene dal farsi coinvolgere sentimentalmente con tutte le sue partner. Gli piaceva godersi la vita senza legami e in fatto di sesso amava sperimentare ogni tipo di trasgressione.
Raffaella dopo un po’ raggiunse il marito in camera da letto. Trovò Alessia già pronta intenta a specchiarsi davanti al grande armadio posto in fondo.
“Mi sembro una puttana di strada conciata così.” Aveva indosso una maglia a rete sotto la quale era visibile un reggiseno imbottito, una minigonna scozzese a quadri rossi e neri e un paio di lunghi stivali bianchi che le arrivavano a mezza coscia con tacco alto e plateau.
Raffaella la raggiunse alle spalle e gli sistemò la lunga e bionda parrucca. “Andrai benissimo. Conosco i gusti di Marco e sono sicura che appena ti vedrà gli verrà subito duro.” Le disse alle spalle sorridendo attraverso l’immagine riflessa dal grande specchio e strizzandole una natica da sotto la gonna.
Alessia stava quasi per uscire dalla camera quando si volse verso la moglie. “Tu non vieni?”
“Avviati, ti raggiungo subito.”
Raffaella aveva intenzione di lasciarli per qualche momento soli onde evitare che la sua presenza potesse in qualche modo generare imbarazzo nel marito.
Quando Marco la vide sgranò gli occhi e, senza farsi attendere più di tanto, si andò a sedere sul divano invitandola ad inginocchiarsi davanti a lui. Si aprì la patta dei pantaloni e le presentò davanti al viso il suo sesso non ancora del tutto eretto. Quando Alessio provò ad avvicinare le sue labbra, lui lo spostò subito di lato.
“Lo vuoi?”
“Si!”
“Se lo vuoi devi chiedermelo.”
Quelle parole le ricordarono subito la sera dopo la festa di Carnevale. Erano le stesse che aveva pronunciato la moglie quando erano tornati a casa.
“Lo voglio, per favore non farmi aspettare.” Ripetendo anche lei la stessa frase.
Fu così che li trovò Raffaella entrando nel salone. Marco con una mano sulla testa di Alessia accompagnava i suoi movimenti inarcando anche la schiena per spingere fino in fondo il pene nella sua bocca. La poverina faceva non poca fatica ad accoglierlo tutto e spesso e volentieri accusava dei conati che bagnavano e colavano lungo l’asta del suo partner.
Si adagiò sulla poltrona posta di fronte a loro e per un attimo incrociò lo sguardo di Marco che divertito gli fece l’occhiolino. Ancora una volta si sentì eccitata nel guardare il marito fare sesso con un uomo ma si guardò bene dal toccarsi perché, benché ne avesse voglia, non voleva mostrare la propria smania. Vide Marco alzarsi e invitare Alessia ad inginocchiarsi sul divano con il corpo poggiato allo schienale. Le alzò la gonna e con la mano puntò il pene sul suo sfintere. Quando iniziò ad entrare Alessia inarcò la schiena quasi a voler sfuggire da quello che l’aspettava, ma Marco l’afferrò saldamente dai fianchi e spinse con decisione il bacino affondando dentro di lei. Il grido che le uscì di bocca fece sobbalzare Raffaella ma, dopo un attimo di rilassamento che Marco le concesse piantato dentro di lei, consentì al marito di abituarsi e di fare un assenso per comunicare di essere pronta e rilassata. A quel punto Marco la pompò prima lentamente e poi sempre più velocemente.
Vedere Marco che la scopava selvaggiamente fece riaffiorare i ricordi di Raffaella, quando si dimenava sotto i suoi colpi. Le venne da sorridere, ripensando a quei momenti, in cui da universitari squattrinati non potevano di certo permettersi di prendere una camera d’albergo e consumavano i loro rapporti negli ambienti più disparati come la macchina, i bagni dell’università o di una discoteca o ancora imboscati in campi o pinete.
Marco intanto continuava con il suo intenso ritmo, aveva sempre avuto una grande resistenza allo sforzo e nella gestione del piacere. Alessia dal canto suo godeva manifestando il suo soddisfazione ansimando al ritmo della scopata. Il pene, ben visibile alla moglie che si trovava proprio alle loro spalle, le gocciolava sballottando da un lato all’altro sotto i colpi del suo partner.
Ad un tratto Marco uscì da dentro di lei strappandole un “nooooo…” quando percepì un senso di vuoto.
“Tranquilla, stasera ti apro il culo in due, ti faccio godere e urlare come una zoccola di strada. Girati!”
Di nuovo le stesse parole che aveva utilizzato Raffaella quella sera. Le fu chiaro che la moglie ricordava ancora intensamente i momenti passati con il suo ex.
Marco la fece stendere supina sul divano e le andò sopra. Stavolta entrò con grande facilità e soddisfazione di Alessia che subito lo avviluppò incrociando le gambe sulla sua schiena. In quella posizione Raffaella poté apprezzare il piacere che il marito provava dipinto sul suo volto. Aveva gli occhi chiusi e alternava piccoli morsi del labbro alla bocca completamente spalancata intenta a prendere fiato ed ansimare. Ad un certo punto aprì gli occhi e incrociò lo sguardo della moglie che le rispose con un ampio sorriso. Alessia allungò una mano verso di lei invitandola ad avvicinarsi. Raffaella raggiunse il marito e, accostate le labbra alle sue, lo baciò con passione. Alessia dal canto suo le strinse prima le braccia attorno al collo e poi la tirò a se facendola distendere a cavalcioni sul suo corpo mentre Marco continuava ad assestarle dei colpi sempre più decisi e ritmati.
Raffaella si trovò così compressa tra il marito e Marco il quale sbatteva con la pancia sulle sue natiche ogni qualvolta affondava dentro di Alessia. Quest’ultima infilò una mano tra il suo corpo e quello della moglie raggiungendo a breve il suo sesso sotto la gonna. Quel contatto la fece sospirare staccando per un attimo la bocca da quella del marito. Alessia trovò il suo sesso abbondantemente bagnato e continuò per un po’ a stimolarle il clitoride. Senza dire nulla, con l’altra mano raggiunse l’inguine di Marco e spinse invitandolo ad uscire da dentro di sé e, aiutandosi con le dita, indirizzo il suo pene verso la vagina della moglie. Marco fu sorpreso da quell’iniziativa e rimase fermo in attesa di un qualsiasi gesto a conferma di aver compreso bene quanto lui immaginava gli si stesse chiedendo. Al ché Alessia iniziò a strofinare il suo glande sulle grandi labbra della moglie che, presa anch’essa alla sprovvista alzò la testa e sgranò gli occhi.
“E’ giusto che goda anche tu!” Così dicendo tirò il pene di Marco invitandolo ad entrare dentro di lei. Marco a quel punto non ebbe più dubbi e con un colpo secco affondò il suo pene nella vagina. Il colpo fu netto e devastante, tanto che Raffaella sollevò la testa e spalancò la bocca emettendo un lungo sospiro.
Marco iniziò a scoparla con forza e con lunghi affondi facendola ansimare. Alessia a pochi centimetri dalla sua bocca sembrava nutrirsi di quegli aliti e di tanto intanto riprendeva a baciarla con passione. Quell’esile corpo sembrava volersi spezzare ad ogni affondo tanto che Alessia le cinse le braccia intorno alla vita cercando di tenerla ferma e stretta a se.
Arrivati al culmine dell’amplesso Raffaella raggiunse un orgasmo squassante e rumoroso a cui le fece eco quello di Marco che riverso tutto il suo seme sul sesso di Alessia dopo essere uscito dalla fica grondante di umori.
Raffaella accasciata sul corpo del marito ci mise un attimo a riprendersi, dopodiché scivolò verso il basso e raccolse con la bocca lo sperma di Marco sul pene di Alessia. Poi si sollevò e riprese a baciare il marito riversando nella sua bocca quanto aveva raccolto.
Marco intanto si era alzato e, dopo essersi vestito, si avviò verso la porta per andare via. Sull’uscio si girò in direzione degli amici che erano ancora intenti a baciarsi con passione. Lo assalì un sentimento di profonda invidia nei confronti di quella coppia che condivideva un amore così profondo e forte ed ebbe la sensazione di essere stato usato per il loro piacere. Pensò a quanto fosse stato stupido a lasciarsi sfuggire una donna così bella e straordinaria e per un attimo si sentì solo. Richiuse la porta senza proferire parola, e una volta sulle scale scosse la testa come a voler scacciare via quei pensieri e andò via con il sorriso sulle labbra dicendosi che era stata pur sempre una grandissima scopata.
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