TRASFORMANDOMI IN NUNZIA – parte 4

Questa è la storia vera della mia graduale trasformazione da Marco in Nunzia.
La sensazione di schifo dopo aver fatto il pompino a Rocco indossando dell’intimo da donna, durò un paio di giorni, poi svanì. Ricordo che mi venne voglia di guardare un porno con delle trav, e così feci. Mi segai fortissimo.
Quella sera scopai come un dannato la mia ragazza. E così feci la sera dopo.
Andò avanti qualche giorno così.
Un pomeriggio trovai un messaggio di Rocco sul cellulare: “Chiamami se vuoi. Questa settimana sono sempre solo a casa.”
Ripensai al pompino fatto, all’intimo indossato. Mi accorsi che ero eccitatissimo a quel pensiero, e ricordai di quando mi avesse chiamato Nunzia.
Mi aveva dato della troia e mi aveva dato un nome da femmina, ma io ero un maschio.
Eppure quel pensiero mi eccitava da matti.
Dopo un paio d’ore, lo chiamai.
“Ciao Rocco.”
“Ciao Marco. Tutto sereno? Ti stavo pensando.”
“A cosa pensavi?”
“Pensavo che sarebbe bello rivedersi, stare insieme, giocare. Tu ci pensavi?”
“Non posso nasconderti che sì, ci pensavo.”, ammisi.
“Bene. E ti andrebbe se ti facessi trovare un po’ di cose carine da provare?”
“Intimo?”
“Un po’ di tutto. Cose belle. Scarpe, calze.”, e io rimasi un attimo in silenzio. Rocco riprese a parlare.
“Mettiamo su un film, se ti va indossi, e niente. Facciamo quello che ci va. Giochiamo.”, e a quel punto, qualcosa in me scattò. Risposi.
“Ok. Domani pomeriggio va bene?”
“Certo. Ti aspetto.”
“A domani.”
Sapevo che avevo voglia di spingermi oltre, di capire fin dove questa parte di me così strana esistesse davvero. Al tempo stesso mi facevo schifo, ma sentivo che non potevo trattenermi.
Quella sera non uscii, restai a casa, e feci una cosa che non avevo mai fatto prima.
Presi dei preservativi, e trovai dell’olio per il corpo. Trovai una vecchia spazzola per capelli, dal manico non troppo largo, e dopo averla coperta con il preservativo e dopo essermi oleato il buchetto posteriore, provai a infilarmela.
Ci provai alcune volte, ma non era semplice.
Mi accorsi però che riuscivo a infilarmi dentro un dito.
Cercai così qualcosa di più stretto, e trovai un pennarello, un UniPosca. Ci misi il preservativo, un po’ di olio e quello riuscii a infilarmelo subito nel culo. Una sensazione stranissima. Iniziai a giocare con il pennarello nel mio culo, sul letto. Continuai per un po’, poi lo tolsi e riprovai con la spazzola: riuscivo a metterci il manico, ma mi faceva male. Però per un attimo entrò. Sborrai e mi sporcai abbondantemente la mano, e senza farmi domande o pensieri, mi leccai la sborra dalla mano. Non l’avevo mai fatto.
La mattina dopo, cercai di farmi la barba migliore della mia vita, e con il mio rasoio elettrico tolsi quanto più potevo togliere dal mio corpo. Non ero estremamente peloso per fortuna, ma cercai di pulire quanto più mi fu possibile.
Mentre ero in bagno, sotto la doccia, ricordai che avevo conservato una scatola con dentro alcune cose che usavo quando scopavo con Nunzia. Non ero sicuro di dove fosse, perché erano passati parecchi anni, ma con un po’ di impegno la trovai.
Dentro c’era una specie di vestaglietta trasparente, dei guanti di pizzo neri, un plug anale. Quando vidi il plug, ricordai di Nunzia messa a pecora e scopata da me con quel plug nero che le riempiva il culo. C’erano anche un paio di cavigliere e un collare nero con guinzaglio. I ricordi mi eccitarono, e mentre ero in tiro pensai bene di provare quel plug, che in effetti con un goccio di olio entrò subito nel mio culo e mi parve anche confortevole da tenere.
Decisi che avrei portato tutto da Rocco, dopo.
Quel giorno, non solo avrei indossato qualcosa di Nunzia: sarei stata Nunzia.