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il cliente (seconda parte)


di stefylegs69
27.02.2018    |    1.518    |    6 9.0
"Prima che potessi rendermi conto di quanto stava accadendo, il mio padrone mi disse: “ Sei davvero una troia, ho visto tutto quello che hai fatto da quando..."
Appena fuori dal ristorante, ebbi un momento di lucidità e mi venne spontaneo chiedere al cliente, pur con la mia vocina femminea da frocetta, se gradisse tornare in ufficio per chiarire la questione professionale, ma lui rimase impassibile e neppure mi rispose.
Mi prese per mano, quasi strattonandomi, e mi disse: “Forse ti stai dimenticando che devi e dovrai soltanto ubbidire ai miei ordini, parlerai solo quando ti rivolgerò una domanda o quando ti darò istruzioni di usare quella bocca da troia per parlare con me o qualcun altro, o per fare pompini a me o qualcun altro o leccare me o qualcun altro”.
Tanto bastò per farmi riassumere immediatamente il ruolo di femmina ricattata ed accondiscendente.
Giunti alla sua macchina, parcheggiata in una via centrale piena di gente, mi ordinò di aprirgli la porta e farlo salire, e così feci.
Mentre facevo il giro per salire a mia volta in macchina con qualche difficoltà, dato il tacco 12 a spillo e la gonna stretta, lui partì sgommando piantandomi in asso dove mi trovavo.
Mentre restavo ferma sbigottita, praticamente in mezzo alla strada, fui avvicinata da due ragazzotti che, sghignazzandomi in faccia, mi dissero: “Ehi troietta, sei stata scaricata dal tuo amante ricco? Se vuoi ti possiamo consolare…”… I due continuando a sghignazzare, si toccavano volgarmente il pacco (che pareva nascondere veramente qualcosa di molto grosso).
Io però pur attratta da quei gran maschioni, avevo ancora il cuore in gola per trovarmi in pieno centro della mia città, vestita da milf in cerca di cazzi, timorosa di essere riconosciuta da qualcuno, spaesata dalla sparizione del mio padrone.
Continuando a guardarli, armeggiai nervosamente nella borsetta per prendere una sigaretta e soprattutto il cellulare, per chiamare il mio cliente ed implorarlo di venirmi a riprendere.
Mi accorsi però che il cellulare non c’era più, pensai subito che lui me l’aveva sottratto al ristorante (e così era, ma lo scoprii molto più tardi), quindi mi accesi una delle mie Cartier filtro bianco di seta … le mani mi tremavano con molta evidenza… ero davvero da un lato eccitatissima, dall’altro sconvolta dalla situazione e non sapevo cosa fare…. Nel mentre, i due stronzi avevano smesso di ridere e se n’erano andati, insultandomi a voce alta e suscitando l’ilarità dei passanti….
Ero davvero sconvolta, con le ginocchia tremanti e comunque il calore che mi saliva dal clito moscio e dalla ficanale che non smetteva di fremere, quindi decisi di sedermi al primo bar che trovavo… per bere qualcosa e riassumere un po’ di lucidità.
Intendevo sedermi all’interno, ma tutti i locali erano pieni, dovetti per forza accomodarmi ad uno dei tavolini esterni.
Non appena seduta, sentii l’eccitazione crescere a dismisura e mi venne spontaneo accavallare le cosce scoprendole abbondantemente… il clito stava nuovamente gocciolando, avvertii chiaramente che il perizoma era bagnatissimo…. Ordinai un gin tonic al cameriere, guardandolo molto esplicitamente … lui sorrise e tornò quasi subito con il drink e lo scontrino, aprii la borsetta per pagare e mi accorsi di non avere più neanche il portafoglio…. Continuavo a frugare sempre più nervosamente quando nel tremore delle mani la borsetta mi cadde e rovesciò il contenuto per terra… Mi chinai per raccattare tutto e così facendo mi scosciai all’inverosimile, accorgendomi che il portafogli effettivamente non c’era più, mentre c’era un rotolo di banconote da 100 euro legato da un elastico… saranno stati almeno 2000 euro…
Davvero non capivo più niente… il cameriere, chinandosi per aiutarmi, mi sussurrò all’orecchio: “certo che una troia come te ne fa di soldi eh….. spero mi lascerai una buona mancia…. Zoccola….”.
Mi riassestai sulla sedia tirandomi giù la gonna che era risalita sino all’inguine, gli diedi 100 euro a dissi con voce suadente :”Tieni pure il resto, bel maschione….”, notando che il suo cazzo tirava i pantaloni in modo evidentissimo….
Rinfrancata dalla comparsa di tutti quei soldi, anche se non me ne spiegavo l’origine, sorseggiai il mio gin tonic e dopo una mezzoretta mi alzai per fare due passi…. Era ormai quasi mezzanotte ma ancora c’era in giro parecchia gente….
Mi godetti la passeggiata in centro sotto i portici atteggiandomi a puttanella più di quanto non apparissi dai vestiti e dal trucco, subendo i commenti e le molestie di molti maschi, alcuni passando mi toccarono il culo, mi sentivo la regina delle troie… eccitatissima e pronta alle avventure della notte, dimenticandomi completamente di essere a piedi da sola ed in balia del mio padrone…. Decisi di girare l’angolo con un vicoletto per riassestarmi le autoreggenti che erano scese parecchio, ma girato appunto l’angolo mi trovai faccia a faccia con il mio cliente, che prima che potessi parlare, mi assestò un ceffone….
Prima che potessi rendermi conto di quanto stava accadendo, il mio padrone mi disse: “ Sei davvero una troia, ho visto tutto quello che hai fatto da quando ti ho lasciata sola, ero anch’io seduto al bar e ti ho poi seguita… Guarda che quei soldi in borsa te li ho messi io per metterti alla prova, ho visto che ti sono piaciuti, puttana!”(... ed altro ceffone….).
“Ti ho fatto un bel servizio foto e video con il tuo cellulare…. Sai, pensavo di mandare tutto ai tuoi contatti di facebook e whatsapp… ti piacerebbe?” …. “Adesso devi girarti, mettere le mani contro il muro ed allargare bene le gambe, devo proseguire il servizio fotografico….”…
Con la bocca aperta e la bava che mi colava da un angolo delle labbra, lo guardavo inebetita…
“Ubbidisci subito o mando foto e video… guarda che ho il tuo cellulare in mano e pronto per l’invio a tutti delle prove che sei una frocetta troia….” .
Mi girai all’istante eseguendo l’ordine… “Devi aprirle di più quelle gambe, devi far salire la gonna sino al culo…..!”
Sentii distintamente numerosi scatti e vidi i bagliori dei flash…. Avevo le autoreggenti scese appena sopra il bordo degli stivali , la gonna era risalita a mezzo culo e lasciava vedere benissimo il perizoma e le chiappe all’aria… sentivo l’aria fresca entrami dappertutto ed iniziai a gemere come una gatta in calore…..
Ad un certo punto sentii il mio padrone iniziare a ridere…. Si avvicinava alle mie spalle…… sentii le sue dita serrate scostarmi il filo del perizoma ed all’improvviso la sua cappella entrare con violenza in un sol colpo dentro la ficanale fradicia dei miei umori di femmina in calore…… “ (continua)
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