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GIRETTO IN BARCA A VELA. 4-5 di 8 – il drink conoscitivo e la veleggiata


di solo-mare
28.03.2020    |    2.688    |    0 9.8
"Mi stava facendo godere talmente tanto che la sensibilità stava diventando sempre più forte..."
GIRETTO IN BARCA A VELA. 4 di 8 – il drink conoscitivo
A questo punto io mollai tutto e scesi a prendere dal frigo una bottiglia ghiacciata di prosecco e 3 flute dicendo: “vi avevo invitato per un drink, eccolo”
Tutti questi preliminari erano stato bellissimi, il toccarsi all’aperto con la paura che qualcuno sbirciasse avevano fatto salire gli ormoni di tutti e 3 alle stelle, ma era ora di calmarsi il sesso va gustato lentamente a piccoli assaggi, variando le situazioni.
Servii il Valdobiadene superiore ghiacciato nei fluete con stuzzichini vari ed incominciammo a raccontarci le nostre esperienze in questo mondo della trasgressione.
Io avevo 8 anni di frequenza sul sito ed altro in detti ambienti loro mi dissero che erano alla prima esperienza diretta e da poco tempo nel sito con tante chiacchiere e molte perplessità.
Eva in particolare voleva ma aveva delle riserve, vergogna, paura o altro che non sapeva ben definire, anche Marco aveva fatto molti sogni notturni di triangoli, si eccitava sognando Eva nelle braccia di un altro ancor di più se era un maturo.
Proposi di fare un altro brindisi all’inizio della loro esplorazione di questo mondo della trasgressione ma oltre ai flute riempii di prosecco anche l’ombellico di Eva che era distesa sulla panca invitando il Marco a gustare le bollicine in quel eccitante calice.
Quando fu il mio turno mi appoggiai con una mano sul pube di Eva per scendere con la lingua all’altezza della pancietta le succhiare il prosecco dal piccolo calice di carne, vedendo che non perveniva nessuna reazione da Eva non ho resistito, mentre leccavo il prosecco ho iniziato a massaggiare il clitoride, l’assenza di rifiuto di lei mi convinse ad inserie un dito nella vagina.
Eva dapprima ebbe un sobbalzo per la sorpresa ma poi la sua bocca sorridente fece uscire anche un mugugno di piacere.
Avevamo appena terminato l’inusuale brindisi che sul pontile iniziarono a passare persone, qualche barca iniziava a riempirsi per fare un uscita in mare aperto poichè tutte le nuvole erano scomparse, il sole scaldava ed abbronzava e la temperatura era idilliaca si presenteva una bellissima giornata di mare e di vela.

GIRETTO IN BARCA A VELA. 5 di 8 – la veleggiata
Tra me e me dissi: “Grazie nuvoloni di avermi fatto avere bell’incontro con questa coppia”.
Poi dissi a loro: “Vi ho invitato per un drink conoscitivo, ora che ci siamo conosciuti veramente ora vorrei invitarvi per una uscita in mare”.
Loro acconsentirono entusiasti, misi in moto il motore, poi iniziai a mollare gli ormeggi con l’aiuto di Marco,
Usciti dal posto barca dopo che Marco aveva buttato a mare l’ultima cima di ormeggio, quella di prua, percorsi il canale tra i pontili e iniziai a uscire dal porto, manovra che ho fatto mille volte ma in questa occasione diventata pericolosa giacché il mio sguardo cadeva sempre su Eva distesa sulla panca di dritta del pozzetto che prendeva il sole in bichini e distogliendomi dal pilotare la barca nello stretto canale e rischiando di urtare le altre barche ormeggiate.
Superata l’imboccatura del porto, presa una rotta, stando al timone ho chiesto ai miei ospiti se per loro era tutto a posto.
Si era alzata una lieve brezza da scirocco allora dando chiare indicazioni a Marco ho aperto il genoa (la vela avvolgibile che sta a prua).
Stabilizzate rotta e andatura la barca si è inclinata leggermente a dritta, ho spento il motore e inserito il pilota automatico entrando in quell’atmosfera silenziosa della navigazione a vela in cui l’unico rumore è lo sciabordio dell’acqua solcata dalla prua dello scafo, il sogno di tutti i velisti e di chi sa godere.
Libero da manovre mi sono dedicato ai miei ospiti invitandoli a spostarsi sui materassini prendisole posti sulla tuga.
Gli ho spiegato come muoversi in sicurezza in barca quando si naviga e li ho accompagnati ai materassini su cui avevo preventivamente steso i loro teli mare.
Che bello vedere questi due giovani al sole sulla tuga nel silenzio della navigazione a vela.
I raggi del sole erano molto efficaci allora ho suggerito a Eva di applicare un filtro solare sulla pelle chiarendo che la stesura della crema è di esclusiva competenza del comandante.
Eva ha annuito e mi ha ringraziato, ho preso il prodotto e sedutomi sulla tuga accanto ad Eva che era supina sul materassino ho iniziato a spalmare la schiena (dopo aver sganciato il reggipetto) e le gambe poi l’ho fatta girare togliendogli definitivamente il reggiseno.
Poiché le tette erano belle e sode ma bianchissime ho dovuto massaggiarle lungamente con la crema gratificato dai continui mugugni di piacere della massaggiata.
Mentre spiegavo a Eva che il naturismo è nato sulle barche a vela massaggiavo il pancino e le cosce con il filtro solare allora ho suggerito a Eva di autorizzarmi a sciogliere i laccetti dello slip per prendere il sole integrale.
Eva con la sua solita timidezza ha annuito con un cenno del capo ed io dopo aver eseguito quanto detto ho incominciato a massaggiare il grembo e il pube che era totalmente depilato.
Mentre svolgevo questo compito esclusivo delle skipper ancora una volta non ho saputo resistere e dopo aver invitato anche Marco a togliere lo slip per naturismo e sole integrale e ho di nuovo giocato con il clitoride di Eva introducendo ancora un dito nella fica alla ricerca del famoso punto G.
Eva di nuovo sorpresa ha sobbalzato e mugugnando di piacere e mia ha preso la mano non so se per toglierla o per farla entrare piu profondamente.
Dopo tali movimenti Marco che con una velocità da super eroe si era spogliato sfoggiando a pochi centimetri dalla faccia di Eva un bel cazzone subito sparito dentro la bocca della sua compagna.
Ora ero nudo anch’io e mi rimisi al suo fianco. Le baciavo il collo, mentre le accarezzavo l'interno coscia e con l'altra riuscivo a malapena ad accarezzarle la schiena.
Sentivo i suoni di quella magnifica pompa e ne percepivo il godimento dal respiro del suo compagno.
Eva per non fare torti inizio di segarmi il cazzo che ora non vedeva l'ora di godere di quella caldissima bocca.
Mi alzai e mi misi davanti a Eva in attesa delle sue attenzioni che non tardarono ad arrivare... S’invertirono completamente i ruoli di Marco ed il mio.
Sentii un'ondata di freschezza che mi avvolse il cazzo che fu l'inizio di una pompa divina...
Non smettevo di accarezzarle i capelli e ogni tanto pressavo la sua nuca affinché sentisse il mio membro fino in fondo alla gola.
Sentivo aumentare la mia sensibilità e pauroso di arrivare al punto di non ritorno a causa di quella goduria immensa, decisi di cambiare e di prendere tempo.
M’inchinai ai suoi piedi e iniziai a baciarle l'interno coscia all'altezza del ginocchio. Piano piano aprì le gambe mostrandomi quella bellezza di figa liscia, senza un pelo, che il compagno stava stuzzicando per benino.
Eva nello stesso tempo riprese a spompare il compagno e con una mano si accarezzava il pube.
Piano piano scalai con la lingua il suo interno coscia fino ad arrivare ad appoggiare il naso sul suo monte, tanto da sentire perfettamente il profumo dei suoi umori.
Fu una cosa alla quale non resistetti. La mia lingua golosa si impossessò di quel nettare e le resi il piacere con molta generosità.
Ormai era fuori controllo, ansimava e succhiava e il suo ventre iniziava a fare movimenti ondulatori come se volesse amplificare il lavoro della mia lingua.
Mi bastò uno sguardo col compagno e capii che era arrivato il momento di passare al livello successivo, misi un preservativo.
Con estrema gentilezza appoggiai la cappella sulla sua figa ormai fradicia di umori e senza tanta difficoltà, scivolai dentro di lei.
Per un attimo si fermò, distolse la sua attenzione dal cazzo del compagno, mi guardò con sguardo compiacente e sospirante, questa volta senza timidezza, disse: “...Bravo fammi godere.”
Poi continuò a spompare il suo compagno.
Iniziai prima molto dolcemente, poi affondi lenti, poi affondi veloci fino a quanto potevo. Il suono delle mie cosce sulle sue natiche erano al centro della scena.
Il compagno si spostò, si sedette sulla tuga di fronte per godersi bene la scena, ed Eva fu tutta mia.
Volle governare Eva, volle assumere il comando, fu la comandante ed io il suo mozzo.
Era una sincronia di movimenti e di goduria. Eva cercava la posizione affinché il mio palo le fosse tutto dentro.
Mi stava facendo godere talmente tanto che la sensibilità stava diventando sempre più forte.
Godere così tanto che mi dimenticai anche del suo compagno, che divertito ancora osservava la scena e si masturbava.
Volevo farla godere ancora di più: le chiesi di fare nuovamente il cambio. Ora ero nuovamente su di Eva e i miei affondi non erano più alternati a dolcezza e potenza, ma erano solo forti e regolari.
Contemporaneamente non smettevo di baciarla sul collo, fino a quando, quasi improvvisamente, si lasciò andare in un orgasmo e mi regalò un sorriso di appagamento.
Ero ancora al massimo, ma resistevo a quell'esplosione di passione.
Guardai Marco che compiaciuto, mi fece capire che voleva godere anche lui e le consegnai la sua donna calda e ansimante.
Fu subito dentro di Eva che si riposava con le gambe aperte sul materassino e lo sguardo verso l'alto, come se stesse aspettando una ventata di aria fresca.
Ora fui io a godermi lo spettacolo, ero talmente eccitato che il mio cazzo rimase duro come il marmo!
Non cambiarono posizione e dopo una serie di cavalcate Eva ebbe un secondo orgasmo e subito dopo Marco si lasciò andare in un orgasmo liberatorio.
Dalla mia postazione riuscii a vedere lo sperma di Marco sgorgare dalla sua vagina colma e questa scena mi eccitò ancora di più.
Marco sfilò il suo arnese e quasi sfinito si sedette accanto alla sua musa e si baciarono appassionatamente sulla bocca.
A un certo punto Eva si alzò, raggiungendomi, ero seduto sulla tuga, s’inginocchiò e senza attendere, quel palo di muscoli e terminazioni nervose duro come il marmo, fu nuovamente assalito e ingoiato dalla sua bocca calda.
Sentivo le pulsazioni. Le dissi di fare piano che la mia sensibilità aveva raggiunto quasi il limite di non ritorno ma Eva incurante continuò e sollevando lo sguardo mi fece capire che non si sarebbe fermata per nessun motivo al mondo.
Sudavo, ansimavo e continuava a regalarmi quell'emozione che subito si trasformò in esplosione.
Le inondai la bocca talmente tanto che non riuscì a trattenerne il flusso, ma nonostante continuò, golosa, a farmi godere come non ricordavo di avere mai fatto.
In quel momento, potevo anche morire, che sarei stato l'uomo più felice del mondo.

(SEGUE) - Storia vera scritta durante le pressanti restrizioni COVID19 (si suggerisce di leggerli nell’ordine) mi aspetto un commento.
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