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LE BELLE FORNARINE


di gianfrancesco
27.05.2023    |    10.709    |    3 9.4
"Io avevo partecipato un paio di volte, sempre con la mia ragazza, marcato stretto, e quindi mi comportavo in modo ineccepibile..."

Mi chiamo Francesco, ho 25 anni, quasi laureato in economia e commercio, e aiuto i miei genitori nella gestione di un bar.
Siamo in un paesotto della bassa Val padana, un paese di circa 10 mila anime.
Sto preparando la tesi di laurea, e come detto aiuto i miei al bar.
Sin da ragazzino sono abituato a stare al bar, essendo che i miei hanno questa attività da oltre 20 anni.
Ho sempre dato una mano senza peraltro venire meno agli impegni di studio.
Accanto al nostro bar c'è un panificio, che oltre il pane produce dolci, pizze ed altro.
Un forno molto conosciuto e frequentato da molti clienti.
Anche li una vecchia gestione di marito e moglie che si avvalgono di due commesse.
Dire commesse è una fesseria, direi due pezzi di figa che non vi dico.
Allora, una si chiama Elsa e l'altra Elia.
Molto giovani, Elsa era del paese, ed invece Elia, una sua amica proviene da un altro posto.
Le due ragazze sono sempre assieme, vivono assieme, e le malelingue del paese, dicono che se la intendono tra di loro.
A me personalmente la questione non mi tocca più di tanto, penso che se anche così fosse, sarebbero affari loro, ma il paese è piccolo e la gente mormora.
Io ero molto amico delle due, onestamente molto interessato alla loro bellezza, e sempre con la speranza di portarle a letto.
Ma loro, apprezzavano la mia amicizia ma mi tenevano a bada, ma sempre pur con modi amichevoli e scherzosi.
Io non mi perdevo d'animo, cercavo sempre di arrivare a loro od almeno ad una delle due, ma sempre con attenzione perché avevo una ragazza, molto gelosa, che sembrava avesse un sesto senso e mi minacciava sempre di lasciarmi se non la smettevo di cercare di fare lievito con "quelle due".
Questo per introdurvi a quello che è successo l'estate scorsa, basta solo il pensiero a farmi diventare il cazzo duro.
Elsa ed Elia abitavano in una casa ai limiti del paese, immersa nel verde, che era di proprietà del nonno di Elsa, una bella casa, diciamo un cascinale, riadattato con gusto dalle due, che io conoscevo, per esserci stato.
Tutto attorno alla proprietà una folte siepe, intercalata da alberi di ogni specie, e nel terreno c'era un vigneto ed un frutteto.
La casa aveva un'ampia veranda, attrezzata magnificamente, dove le due ragazze, a volte facevano delle grigliate e feste.
Io avevo partecipato un paio di volte, sempre con la mia ragazza, marcato stretto, e quindi mi comportavo in modo ineccepibile.
A Marisa, la mia ragazza, non gli piacevano queste feste, solo perché pensava, è giustamente, che io me le volevo scopare.
Io negavo sempre ogni interessamento, dicevo che erano amiche, ed anche clienti.
Diciamo che le nostre due attività erano in collaborazione molto ampia, e fornivamo sempre loro le varie bibite, liquori per le feste.
D'altronde noi prendevamo da loro pane, focacce e dolci.
Tornando alla storia, le due ragazze organizzano una festa, sono invitato, avrei dovuto provvedere a tutto quello che era il bere.
Per un colpo di fortuna, capitò che Marisa dovette andare con i genitori a trovare i nonni, e non potendo fare a meno, ebbi carta libera.
Finalmente mi sarei goduto la festa, e pensavo, magari....
Perché, dovete saperlo, il mio pensiero era sempre lì, ed anzi, mi sparavo delle seghe pensando a loro.
Viene il giorno della festa, un sabato sera, porto tutto l'occorrente con il furgoncino del bar, provvedo ad installare un piccolo impianto di birra alla spina, ritorno a casa per fare una doccia e ritorno alla festa.
Eravamo circa un 40 persone, ci conoscevamo quasi tutti, a parte delle amiche venute da fuori.
Io davo una mano a spillare la birra, un altro a fare le grigliate, e le due fornarine sfornavano pizze e focacce.
C'era una bella atmosfera, molto tranquilla.
E poi c'erano, dei giovanotti del paese, che miravano sempre alla stessa cosa, le due belle fornarine.
Le due sembravano insensibili a tutte le attenzioni dei ragazzi, e questo aumentava il pensiero che erano proprio una coppia di fatto.
La serata trascorre in bell'armonia, diciamo che l'alcool scorreva come non mai, tutti abbastanza su di giri, ma nessun ubriaco molesto.
Piano piano, proprio sul tardi, qualcuno comincia ad andare via ed alla fine rimango io e le due fornarine.
Ero intenzionato a provarci, quella sera, così da vedere una volta per tutte se mi dovevo metter l'anima in pace.
Preparo un miscuglio di mia invenzione, ne preparo tre bicchieri e porgo alle due ragazze i bicchieri.
Siamo seduti su due dondoli in veranda, io da solo, e loro assieme.
"Perché mi lasciate qui solo? Avete paura che allungo le mani?".
Così canzonavo le due "streghe".
"Poverino", rispondevano, "solo solo".
E giù risate.
Alla fine si allargano dul dondolo e mi fanno sedere in mezzo a loro.
Beviamo, la temperatura si alza, io propongo di fare ancora un altro bicchiere e così, dopo aver bevuto tutta la sera, ci scoliamo due bicchieri di ulteriore alcool.
Allargo le braccia e le stringo a me, non oppongono resistenza.
La loro vicinanza era sentita particolarmente da mio cazzo che spingeva sulle mutande.
Io cercavo di essere sempre scherzoso, ma poi alla fine, sarei uscito allo scoperto, per capire se avevo qualche possibilità di scopare.
Elsa provava qualche brivido di freddo e ci invita ad entrare in casa, e così facciamo, accomodandoci su un ampio divano.
Io sempre in mezzo ora provo a vedere cosa succede.
Allungo una mano su Elsa, lei non fa niente, allora io la accarezzo, lei non si oppone.
Poi un altra mano su Elia, anche lei non dice nulla.
Sta a vedere, penso io, che le due si sono messe d'accordo per scoparmi...
Magari....
Le accarezzo le gambe per un po, poi le due si avvicinano alla mia faccia e mi baciano sulle guance, una da una parte e una dall'altra.
Comincio l'ascensione al cielo...
E qui, ora, invece cosa vedo?
Dopo avermi baciato sulle guance le due avvicinano le loro bocche e si baciano.
Ma non un bacio innocente, un bacio molto sensuale.
Il cazzo mi scoppia, non so più cosa fare e pensare.
Ci pensano loro, sono alla loro mercè.
Sono un oggetto nelle loro mani.
Mi tirano sul divano. mi levano le scarpe, mi slacciano la cintura, mi tirano giù i pantaloni.
Rimango con le mutande, il cazzo che spinge contro, mi tolgono le calze, mi levano la maglietta, sono imbambolato.
Non oppongo resistenza, spero che venga preso liberato, ma non capisco più nulla.
I fumi dell’alcol, le due ragazze che si baciano, ora che mi spogliano, mi abbandono a loro completamente, sono sicuro che qualunque cosa succeda sarà meraviglioso.
Elsa ed Elia facevano tutto senza parlarsi, ridevano, si guardavano, mi accarezzavano.
Finalmente si decidono, uno per lato, mi tirano giù le mutande.
E lui, nella sua durezza massima esplode verso l’alto, maestoso come non mai.
Non vorrei sembrare presuntuoso, ma madre natura era stata generosa con me, avevo un cazzo da gara, venti centimetri buoni di lunghezza ed una bella circonferenza.
Le due ragazze sono sorprese, si guardano come due bambine che hanno spacchettato il loro regalo.
Ora tutto mi appare più chiaro, le due erano d’accordo, ed a me non rimane che ringraziare.
Si abbassano e con la lingua baciano il cazzo, una per parte, ed infine Elia, per prima se lo mette in bocca.
Mi sembrava di svenire, era tutto bello.
E mentre una mi spompinava l’altra mi bacia, un bacio bello, fatto di intrecci di lingua, io con le mani non sapevo cosa toccare, culo, seno.
Per me era la prima volta che avevo a che fare con due donne assieme, dovevo godere di questa occasione il più possibile.
Elia era bravissima, io cercavo di resistere a non godere, lei mi tormentava come non mai, gli dico che sto per godere, lei continua tranquillamente ed io la inondo di sborra.
Non si scompone, ingoia tutto, poi lascia il cazzo e si bacia con Elsa, quindi la mia sborra passa anche nella sua bocca.
“Allora, era questo che volevi?”.
“Ora sei nelle nostre mani, e se ti ribelli raccontiamo tutto a Marisa”.
“E chi si ribella, sono vostro prigioniero”.
Era tanto il desiderio che nonostante avessi goduto mi sono tuffato con la testa dentro la figa di Elia, era tutta bagnata, morbida e profumata.
Trovo il punto giusto e comincio a leccare, passa poco e comincia ad ansimare, muove lw braccia, cerca Elsa, e mentre io la lecco, si bacia con lei.
Mi piaceva vedere come si baciavano, mi eccitava ulteriormente.
Ora sono più rilassato, ho goduto e così guardo con più attenzione le due ragazze.
Sono tutte e due come detto molto belle, delle tette non troppo grosse ma ben proporzionate, una delle due, Elsa, aveva una cosa in più, un bel culo.
Intento a guardarle non mi accorgo neppure che le due, per il momento, mi lasciano in disparte, si posizionano a 69, e cominciano a mangiarsi la figa, non leccarsela, ma mangiarsela.
Uno spettacolo come si muovevano, sussultavano, gemevano, ed in poco tempo godono.
“Scusa, ma noi viviamo una della figa dell’altra”.
Oramai non c’erano dubbi, erano non solo amiche ma amanti e compagne, che però, nonostante tutto, non disdegnavano un cazzo.
Io avevo preso fiato ed ora penso sia ora di scopare, mi accosto ad Elia, le tocco la figa, bagnatissima, vado sopra di lei, e senza nessuna difficoltà gli infilo il cazzo in figa.
Le stesse, ed è per questo che penso ad un piano già preparato, mi avevano fatto mettere un preservativo, già pronto in un comodino.
Comincio a fotterla, era molto bello, Elsa non ancora contenta, si mette in una posizione con la figa nella bocca di Elia.
Insomma Elia aveva un cazzo in figa ed una figa in bocca.
Nonostante avessi goduto prima tanta era l’eccitazione che non tardai a godere, ed insieme a me, anche loro due.
Siamo sfiniti, ci rilassiamo un po.
Dopo un po vado in un frigo e prendo delle bevande che avevo portato per fare gli aperitivi alla frutta.
Ne faccio tre bicchieri e prendiamo fiato.
Cominciava ad essere tardissimo, mi chiedono se i miei non sarebbero stati in pensiero.
“Avevo sognato di fare tardi qua da voi, ed ho detto di non preoccuparsi, che mi sarei fermato da voi”.
“Senti, senti, il maiale, pensava di scoparci….”.
“Ma cosa dite? Siete voi che mi avete sequestrato…”.
Allora decidiamo, visto che mi sarei fermato tutta la notte, di andare e farci una doccia.
Così facciamo, la doccia era molto grande, ci stavamo tutti e tre, ma anche li giochiamo.
Io mi inginocchio ai loro piedi e bacio la figa di tutte due, un po una, un po l’altra.
L’acqua scorre ed è molto piacevole.
Ci mettiamo nel lettone, molto grande, ma tant’è che fuoco e paglia non vanno d’accordo, e continuiamo a stuzzicarci.
Poi per un attimo tornano serie e mi dicono: “Francesco, non pensare che questa storia deve durare, tu sei fidanzato con una brava ragazza, finita questa notte non ci sarà un’altra volta”.
A malincuore ne prendo atto, e sono d’accordo anche io.
“Si meglio cosi, sarà questo il nostro segreto, cosi anche come il fatto che voi due vi amate, sarà il nostro segreto, lo giuro”.
E per suggellare il nostro patto, le bacio, oramai non capisco chi è l’una chi è l’altra.
Mi addormento un po.
Sono ancora nel dormiveglia, un leggero lampo di luce entra dalla finestra, mi trovo a letto solo, sento un buin odore di caffè.
Mi alzo, vado in cucina e trovo le due ragazze sedute con una tazza di caffè.
“Ma quanta energia avete?”.
“Siediti e prendi il caffè, non è stata una grande idea a farti rimanere qui, avevamo voglia di cazzo e non ci è ancora passata”.
“Sei un lavativo, non si fa così”.
Scherzando, scherzando, ma avevano ancora voglia.
Prendo il caffè, poi le prendo per le mani, e le porto ancora in camera da letto.
Improvvisamente mi prendono in mezzo, mi buttano sul letto, e come la sera precedente si contendono il mio cazzo.
Scopiamo ancora per quasi un’ora, in tutti i modi possibili, poi ci facciamo una doccia e torniamo alla realtà.
Un lunghissimo bacio con tutte e due, e la promessa che non ci sarà mai una seconda volta.
Vado via con la morte nel cuore, ma consapevole che ero stato un privilegiato, due donne in una volta, e non credo, succederà ancora.




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