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La migliore amica della mia ragazza (quarta parte)


di lordweb
26.05.2019    |    18.185    |    1 9.1
"Ancor più eccitato iniziai ad aumentare il ritmo e a dare dei colpi sempre più forti nella figa di Paola..."
Quando l’aereo atterrò il pomeriggio dopo, non appena si aprirono le porte, mi fiondai fuori e mi diressi velocemente verso l’uscita. Il mio capo quasi non riusciva a starmi dietro e diverse volte mi chiese di rallentare il passo e il perché andassi così di fretta.
Il motivo era molto semplice: la sera prima, una volta arrivato in albergo, mi aveva comunicato che l’aereo per il ritorno era stato prenotato, mi diede l’orario ed io, felicissimo, lo avevo subito scritto a Paola. Anche Paola fu entusiasta del mio imminente ritorno a casa ed aggiunse “Allora devo sbrigarmi ad organizzare la bella sorpresa che ho in serbo per voi…”.
Come la sera prima, Paola non aveva voluto rivelarmi niente su ciò che aveva in mente ma, visti anche gli ultimi avvenimenti, non avevo dubbi che l’avrei sicuramente gradita. Mi disse che Luca era da poco passato a prendere Michela e che quindi era rimasta sola, ma che anche l’amica non vedeva l’ora che arrivasse il giorno dopo e che si erano accordate per venirmi a prendere in aeroporto.
Quando le porte scorrevoli degli Arrivi si aprirono vidi subito Paola e Michela dall’altro lato che mi aspettavano: avevano decisamente esagerato! Paola aveva un vestitino rosso corto, praticamente arrivava poco sotto il suo culo, talmente aderente che faceva esplodere le sue curve, una super scollatura che mostrava gran parte del suo enorme seno e un paio di stivali rossi col tacco che le arrivavano fino al ginocchio. Michela invece aveva una gonna scozzese rossa che le arrivava a metà coscia, una camicetta bianca abbottonata solo a metà che faceva intuire che non portasse il reggiseno, delle calze parigine e delle scarpe col tacco, entrambe nere.
C’era praticamente tutto l’aeroporto che guardava solo loro ed anche io ed il mio capo ci bloccammo ad ammirare quelle meraviglie. Michela mi vide, il suo viso si illuminò con un enorme sorriso e, mentre mi salutava con la mano, chiamò Paola per avvisarla che ero finalmente arrivato. Salutai il mio capo che, ancora imbambolato da quella scena, rimase fermo ancora un po’ a guardarmi abbracciare calorosamente Michela, baciare con passione Paola ed allontanarmi con loro verso l’uscita.
Nel tragitto fatto per arrivare all’auto non avevo perso tempo e le mie mani erano più volte finite ad accarezzare i due favolosi culi di Paola e Michela, purtroppo solo brevemente dato l’affollamento dell’aeroporto a quell’ora. Anche le loro mani in diverse occasioni erano finite a massaggiare il mio cazzo attraverso i pantaloni e, una volta giunti nel parcheggio e soli, presi Paola, la sbattei contro la macchina ed iniziai a baciarla mentre le mie mani si insinuavano sotto il suo vestito.
Paola però mi fermò subito e mi disse di avere pazienza, di andare via di lì in un posto più tranquillo e che mi attendeva tanto divertimento. Aprì quindi la porta posteriore dell’auto, disse a Michela di salire e io aprii la portiera anteriore per mettermi alla guida. Paola mi fermò nuovamente dicendomi che avrebbe guidato lei e che io dovevo andare sul sedile posteriore a fare compagnia a Michela; non me lo feci ripetere due volte ed entrai dietro.
Paola si mise al volante, partimmo e, neanche il tempo di fare pochi metri, le mie mani finirono sulle gambe di Michela. Dissi a Paola “Immagino che se ci hai fatto salire entrambi qui dietro non ti dispiacerà se ci divertiamo un po’ mentre guidi” e lei “Certo che no, io ho già sistemato lo specchietto per godermi lo spettacolo”.
Presi allora la testa di Michela l’avvicinai alla mia ed iniziai a baciarla; lei ricambio il mio bacio che diventò subito molto passionale, come era già capitato due giorni prima mentre scopavamo. L’altra mia mano era invece risalita dalle sue gambe fino al collo e, dopo un breve massaggio, si era insinuata all’interno della sua camicetta per afferrare il suo bel seno.
Iniziai a stimolare i suoi capezzoli turgidi e Michela iniziò ad ansimare mentre mi baciava; la mia bocca si staccò dalla sua e scese dolcemente lungo il suo collo per arrivare finalmente tra quelle due tette favolose. Feci saltare quegli ultimi bottoni ormai rimasti della sua camicetta e la mia bocca iniziò a baciare quella meraviglia.
Leccavo quei capezzoli duri facendo scorrere intorno le sue areole la mia lingua, per poi fiondarmici su all’improvviso succhiarli e morderli; Michela stava impazzendo, gemeva e ansimava sempre più mentre io mi perdevo in quel paradiso. Mi prese poi la testa tra le mani e la spinse forte contro il suo petto, per poi allontanarla bruscamente; mi guardò con uno sguardo che trasudava lussuria e mi disse “Ora è il mio turno di leccare e succhiare”.
Si abbassò quindi di scatto verso il mio pantalone e in men che non si dica lo aveva sbottonato e tirato giù insieme ai boxer. Il mio cazzo era già duro come la pietra, lo afferrò con una mano e con le labbra strette se lo infilò in bocca ed iniziò a succhiare.
Sembrava che Michela non vedesse un cazzo da un anno per quanta foga metteva in quel pompino; la sua bocca faceva su e giù sul mio cazzo ad un ritmo assurdo, mentre con la mano mi segava altrettanto velocemente. Mi stavo godendo quella meravigliosa fellatio e quella scena da sogno quando mi ricordai di Paola.
Alzai gli occhi e mi accorsi che, mentre io ero preso dalle tette di Michela, Paola era uscita dall’aeroporto ed aveva imboccato la tangenziale. Mentre guidava allungava spesso lo sguardo per lunghi tratti verso lo specchietto che aveva abbassato per godersi anche lei lo spettacolo del pompino che mi stava facendo Michela. Abbassando lo sguardo notai poi che la sua mano non impegnata col volante era insinuata tra le sue cosce e il suo braccio compiva movimenti ampi e lenti. Le dissi “Ti piace lo spettacolo amore mio? La tua amica è proprio una gran troia”; Paola fece un sorrisino e rispose “E le sorprese non sono ancora finite! Perché non dai un’occhiata sotto la gonna di quella puttanella?”.
Allungai una mano sotto la gonna di Michela tra le sue gambe ed arrivai a quella sua fighetta aperta e bagnata: la troia non aveva le mutandine. La mia mano istintivamente iniziò a sditalinarla e lei, ancora più eccitata, allargò le gambe per facilitare i miei movimenti. In pochissimo tempo la sua figa iniziò a grondare umori e le sue cosce si muovevamo per assecondare i miei movimenti. Infilai due dita dentro quella bella figa ed entrarono senza alcuna resistenza. Michela lanciò un gemito ma non si staccò nemmeno per un secondo dal mio cazzo, aumentando ancor di più il ritmo del pompino.
Ero troppo arrapato e se avesse continuato così sarei venuto nel giro di poco. Le presi la testa e la tirai su, le infilai la lingua in bocca che sapeva ancora del mio cazzo. Dopo qualche slinguazzata le dissi “Voglio assaggiare la tua figa!”. La porca allora spinse indietro la schiena verso la portiera, alzò la gamba sinistra per portarla verso lo schienale e mise in bella mostra la sua figa completamente aperta e bagnata. Mi ci fiondai su ed iniziai a leccarla.
La mia lingua passava dallo stimolare il suo clitoride a delle lunghe leccate lungo tutte le sue labbra, intervallate da dei colpetti di lingua che davo dentro la sua figa dopo averla ben aperta con la mano. Michela gemeva e ansimava e, ancora più arrapato da ciò, infilai anche due dita nella sua figa.
Mentre ero perso nella figa di Michela, ad un certo punto sentii afferrare il mio cazzo. Non poteva essere Michela sia per la posizione in cui era sia perché le sue mani erano impegnate a spingere la mia testa tra le sue gambe. Mi sollevai quindi per capire cosa stesse succedendo e, con il viso pieno degli umori di Michela, mi girai e vidi Paola che aveva il mio cazzo in mano e mi faceva una sega.
Io e Michela eravamo talmente presi che non ci eravamo accorti che Paola fosse uscita dalla tangenziale, avesse accostato in un boschetto, fosse scesa dalla macchina ed avesse aperto la portiera posteriore. Mi guardò e mi disse “Non ce la facevo ad aspettare di arrivare a casa! Voi brutti stronzi qui dietro a divertirvi e godere ed io lì a guidare! Voglio anch’io la mia parte!”.
Paola si abbassò quindi sul mio cazzo ed iniziò a succhiare. Mi tirai su, raccolsi i capelli di Paola nella mia mano ed inizia a darle il ritmo del pompino. Michela era ancora lì a gambe aperte e si stava sditalinando, mi vide che la guardavo e mi disse “Mi hai abbandonato sul più bello! Ancora poco e venivo!”. Le risposi “Meglio così, ti farò venire con il mio cazzo nella figa e non con due dita!”.
Michela si tirò su, si avvicinò, mi baciò e le mie dita tornarono ad infilarsi dentro la sua figa. Sussultò, mi guardò con un sorriso malizioso e si abbassò anche lei verso il mio cazzo. Disse a Paola “Ti dispiace se lo succhio un po’ anch’io?” e Paola le rispose “Assolutamente no, ma andiamo fuori che qui siamo scomodi in tre”.
Uscimmo quindi dalla macchina, eravamo in un boschetto poco lontano dalla tangenziale ma abbastanza isolato e con una vegetazione molto fitta che non permetteva di essere visti. Mi sfilai i pantaloni ed i boxer per stare più comodo e rimasi con indosso solo la camicia. Michela invece aveva tolto la camicetta che le avevo quasi strappato di dosso e, come avevo intuito, non portava il reggiseno ed ora il suo bel seno era ben in vista.
Si mise subito in ginocchio davanti a me, prese il mio cazzo, se lo infilò in bocca ed iniziò a spompinarmi. Paola mi guardò e sorridendo mi disse “Credo che sia diventata dipendente dal tuo cazzo!”. Iniziammo a ridere entrambi mentre sembrava come se Michela non si fosse accorta di niente dato che continuava a succhiare imperterrita il mio cazzo.
Dissi a Paola “Sei per caso gelosa?” e lei mi rispose “Assolutamente no. Ma non dimenticare che sono io la tua ragazza!”. Le dissi “E come potrei mai?” e nel mentre la tirai verso di me ed iniziai a baciarla. Le mani di Paola si gettarono al mio collo, mentre le mie si avventarono sul suo corpo.
Mentre una si insinuava nella sua scollatura per andare a stringere il suo seno voluminoso, l’altra si infilava sotto il suo vestito per afferrare il suo bel culo. Come sempre Paola aveva uno di quei suoi micro-perizoma ed in men che non si dica la mia mano arrivò subito alla sua figa. Come per Michela, anche quella di Paola era già bella bagnata e con facilità infilai dentro il mio dito. Paola sussultò, si staccò dalla mia bocca, mi guardò con degli occhi pieni di sesso e mi disse “Ti voglio! Scopami!”.
Paola fece un passo indietro e si tolse il vestito. Era rimasta solo con gli stivali, il perizoma in parte spostato che lasciava vedere la sua figa depilata ed un reggiseno di pizzo trasparente. Michela invece sembrava essere in un altro mondo, perché continuava a spompinarmi come se tutto quello che le succedeva intorno avesse il minimo effetto su di lei.
Paola allungò allora una mano e prese quella di Michela e solo in quell’istante lei distolse la concentrazione dal mio cazzo ed alzò lo sguardo. Paola le disse “Tesoro, ti dispiace se mi scopo un po’ il mio ragazzo? Sono tre giorni che il suo cazzo non mi sfonda la figa e l’ultima volta sei stata tu a scopartelo a dovere!”. Il tono di Paola era molto scherzoso ma deciso ed il messaggio era arrivato molto chiaro a Michela “Fatti un attimo da parte che ora tocca a me scoparmi Marco!”. Lei quindi si alzò e le rispose “Non vedo l’ora di vederti godere mentre il suo cazzo ti riempie la figa!”.
Afferrai allora Paola e la spinsi verso il cofano della macchina; la feci sedere, le presi una gamba e gliel’alzai per aprire per bene quella sua bella figa. Spostai il perizoma ed iniziai a strusciare il mio cazzo sulla sua figa; Paola mi disse “Non fare lo stronzo e buttalo dentro che non ce la faccio più!”. Non aspettavo altro e, con un colpo secco, affondai il cazzo dentro quella figa; Paola ebbe un sussulto e si fece scappare un grido. Iniziai quindi a scoparla con veemenza mentre lei gemeva di piacere.
Michela non riuscì però a stare molto in disparte e, dopo pochi minuti, si avvicinò a Paola, la prese per la testa e la baciò. Le due ragazze si scambiarono un bacio estremamente inteso ed io vedevo le loro lingue che si intrecciavano. Ancor più eccitato iniziai ad aumentare il ritmo e a dare dei colpi sempre più forti nella figa di Paola. Questa mia intensificazione della scopata le fece lasciare la bocca di Michela per godere e l’amica, senza perdere tempo, le tirò fuori un seno ed iniziò a leccarle e baciarle il capezzolo.
Paola era in estasi e si contorceva dal piacere; sembrava che stesse quasi per venire quando mi fermò e mi disse “Aspetta, voglio cambiare posizione”. Si tirò su dalla macchina, prese Michela e la fece mettere al suo posto sul cofano della macchina. Le sfilò la gonna, le aprì le gambe e si chinò con la testa verso la sua figa mettendosi a pecora. Si girò un attimo verso di me e mi disse “Voglio che mi sfondi mentre lecco questa bella figa!”.
Affondò quindi la testa tra le gambe di Michela che iniziò a gemere. Io afferrai Paola per i fianchi e le piantai di nuovo il cazzo nella figa. La scena era di un’eccitazione unica: Michela sul cofano dell’auto a gambe aperte che gemeva mentre con le mani spingeva la testa di Paola; quest’ultima che leccava di gran lena la figa di Michela mugolando di piacere ed io che come un dannato le piantavo il cazzo nella figa ad un ritmo forsennato.
Paola iniziò ad agitare il culo sotto i colpi del mio cazzo; capii che mancava poco per farla venire e notai che infatti aveva smesso anche di leccare la figa di Michela. Aveva la testa appoggiata ad una sua gamba e gemeva, mentre l’amica aveva iniziato a masturbarsi da sola la figa. Ci volle poco e Paola raggiunse l’orgasmo. Mi fermai, se avessi continuato sarei arrivato anch’io nel giro di poco. Adoravo riempire la figa di Paola di sborra, ma non quel giorno. Scopare con Paola e farla venire era stato fantastico, ma avevo lì davanti quella meraviglia di Michela a gambe aperte ed il mio cazzo voleva avere anche quella figa.
Tirai su Paola verso di me e le infilai la lingua in bocca; sentivo ancora tutto il sapore della figa di Michela sulle sue labbra e sulla sua lingua. Le dissi “Ti è piaciuto amore mio?” e lei rispose “Da morire amore! Ho goduto tantissimo con il tuo cazzo che mi sfondava e la bocca nella figa di Michela”. Non aspettai un secondo di più e le dissi “Non ti dispiace quindi se ora faccio godere anche questa troietta!” e nel mentre, sempre più arrapato, avevo già lasciato Paola per avvicinarmi a Michela. Avevo già afferrato una gamba di Michela per aprirle per bene la figa mentre con l’altra mi menavo il cazzo affinché fosse il più duro possibile quando l’avrei affondato tra le sue gambe.
Paola però mi prese per un braccio e mi disse “No no, fermo, aspetta!”. Mi girai verso di lei con una eloquente faccia interrogativa per farle intendere “Che vuol dire fermo aspetta? Ho il cazzo duro, sono super arrapato, ho una figa da urlo a gambe aperte che aspetta solo il mio uccello ed io non la dovrei scopare?”. Paola ignorò totalmente la mia espressione e guardando prima me e poi Michela ci disse “È arrivato il momento della sorpresa! Aspettate, non ve ne pentirete!”. Lasciò quindi il mio braccio e si avviò verso la macchina.
Guardai Michela e le chiesi “Ma qual è questa cavolo di sorpresa di cui parla dall’altro giorno?” e lei mi rispose “Non lo so, non ha voluto dire niente neanche a me”. Guardai ancora quella meraviglia davanti a me; quel viso angelico che ora sprigionava lussuria, quel seno fantastico con i capezzoli turgidi, quel bel pelo sul pube e quelle labbra depilate tutte bagnate e aperte.
Dissi a Michela “Paola fa sempre delle bellissime sorprese, ma in questo momento dubito che ci possa essere qualcosa di meglio della tua figa!”. Michela si sollevò leggermente dal cofano dell’auto, mi tirò a sé ed iniziò a baciarmi. Il suo bacio era così sensuale che dimenticai totalmente quello che mi aveva detto Paola ed iniziai a strusciare il mio cazzo sulla figa di Michela.
Lei, sentito il mio cazzo sulla sua figa, iniziò a fare di piccoli movimenti di bacino per farmi capire “Lo voglio dentro” ed io, preso dall’eccitazione, mi ero appena tirato indietro per poter affondare il colpo dentro di lei quando sentimmo Paola quasi urlando dire “Brutti stronzi, vi avevo detto di aspettare!”. Mi fermai giusto in tempo, la mia cappella aveva appena iniziato a farsi strada tra le labbra di Michela. Mi girai verso Paola, con il timore di averla fatta incazzare e che ormai potessi dire addio alla figa di Michela.
Paola fu subito vicino a noi e con una mano mi allontanò da Michela, dopo avermi lanciato un’occhiata cattivissima. Afferrò la testa di Michela con forza e stavo quasi per fermarla pensando volesse picchiarla ma subito mi fermai perché le piantò la lingua in bocca ed iniziò a baciarla. Michela, dopo un’iniziale tentennamento, ricambiò subito il bacio passionale di Paola e quasi all’istante iniziò a sditalinarsi. Anche Paola allungò l’altra mano verso la figa di Michela e notai che aveva qualcosa in mano. Le chiesi, anche un po’ scocciato, “Che cos’hai lì? Quella sarebbe la nostra sorpresa per la quale ci hai fatto fermare?”.
Paola smise di baciare Michela e voltandosi verso di me disse “Non mi sembra che vi siate fermati! Se ci avessi messo un solo secondo in più ti avrei trovato già con il cazzo nella figa di questa troietta!”. Ancora non capendo se Paola fosse incazzata o meno le risposi “Cerca di capirmi amore mio, neanche tu riesci a stare lontano da quella figa!”. Paola rise, capii quindi che era tutto ok e che a breve avrei finalmente scopato Michela. Le chiesi quindi “Allora, possiamo finalmente sapere in cosa consiste questa favolosa sorpresa che decanti da giorni?”.
Paola alzò la mano che aveva allungato tra le gambe di Michela e mostrò con orgoglio un butt plug, color argento e con una specie di pietra rossa all’estremità. Rimasi un attimo basito, poi le chiesi “E quello da dove salta fuori?” e Paola rispose “Sono andata a compralo ieri appositamente per questa troietta. Tu non lo sai, ma il suo bel culetto è ancora vergine quindi bisogna prima allenarlo un po’ altrimenti con il tuo cazzone glielo spacchi!”.
Io ero totalmente incredulo, mi aspettava non solo la figa ma anche il culo di Michela. Ed era anche vergine, sarei stato il primo ad entrare lì dentro. Il cazzo mi si fece di marmo ed iniziò a pulsare, avrei voluto sbatterlo direttamente nel culo di Michela ed iniziare a Pompare, ma tra di noi c’era Paola che aveva il controllo del gioco e non aveva la minima intenzione di cederlo.
Michela in tutto ciò non aveva detto una sola parola, aveva solo fissato quel butt plug continuando a masturbarsi la figa. Paola allora la fece girare e mettere a pecora contro la macchina, le aprì le gambe ed iniziò a leccarle la figa. Michela iniziò ad ansimare mentre la lingua di Paola si alternava tra le sue labbra, il suo clitoride ed anche il suo ano. Vedendo quella scena iniziai a farmi una sega e dissi a Paola “Amore se non ti sbrighi io tra poco vengo” e Paola mi rispose “Stai calmo che è quasi pronta”.
Un altro paio di leccate al culo di Michela e Paola prese il butt plug e lo appoggio su quel buchetto ancora stretto. Iniziò a spingere con una pressione leggera ma continua e Michela ebbe un sussulto in avanti. Fu solo un attimo però, rispinse subito indietro quel meraviglioso culo e con le mani si afferrò le chiappe e le divaricò. Paola allora le disse “Che c’è troietta, non vedi l’ora di fartelo sfondare questo bel culetto?” e diede una bella spinta al butt plug che si infilò completamente nel culo di Michela, lasciando solo la pietra rossa a far capolino in mezzo al suo culo. Michela diede un urlo e si girò verso me e Paola mordendosi un labbro.
Guardò prima Paola e poi me e disse “Ho voglia di cazzo!” e Paola le rispose “Eccolo che arriva tesoro, solo un secondo che te lo preparo”. Mi afferrò quindi il cazzo e lo portò verso di lei, lo succhiò un paio di volte mentre mi segava e poi lo avvicinò alla figa di Michela. Strofinò la mia cappella contro la sua figa e poi con una spinta sul mio culo fece entrare tutto il mio cazzo dentro. Finalmente stavo scopando Michela! Iniziai subito a pompare come un dannato, ero troppo arrapato ed avevo aspettato troppo per fare le cose con calma.
Avevo afferrato Michela per i fianchi e davo veloci colpi dentro di lei che emettevano dei rumori sordi quando il mio pube andava a sbattere contro il suo culo. Lei si contorceva per il piacere ed intervallava gemiti e mugolii a brevi parole: “Si, così, ancora, non ti fermare, scopami”. Paola invece si era tirata su perché alcuni di quei colpi che stavo dando a Michela l’avevano presa in faccia e, forse, anche fatto un po’ male. La cosa sembrava però che non le avesse causato alcun problema dato che si era spostata al mio fianco per darmi di tanto in tanto dei baci mentre si masturbava.
Scopare Michela a pecora, con la visione di quel butt plug che le spuntava dal culo era una favola ed infatti mi resi conto che sarei riuscito ad andare avanti ancora per poco. Le dissi “È arrivata l’ora di sverginare questo bel culetto!”. Afferrai il butt plug, lo tirai fuori dal culo di Michela e vidi il suo ano prima ben aperto pian piano iniziare a restringersi di nuovo.
Sfilai allora velocemente il mio cazzo dalla sua figa e piantai la cappella nel culo di Michela. Iniziai quindi a spingere molto delicatamente, l’ano di Michela faceva ancora un po’ di resistenza alla mia penetrazione. Le chiesi “Ti faccio male?” e lei mi rispose “Un po’, ma non ti fermare. Voglio che mi sfondi il culo!”. Lo considerai come un nulla osta ed inizia ad aumentare sempre più il ritmo. Michela ad ogni mio colpo nel suo culo emetteva un grido che diventava sempre più forte con l’aumentare della velocità con cui la stavo inculando. Vidi allora Paola avvicinarsi al viso di Michela ed iniziare a baciarla. Durante quel bacio Michela mugolava dal piacere e Paola le disse “Allora troietta, ti piace essere inculata?”. Michela riuscì a stento solo a dire “Si, lo adoro!”.
Paola si sedette allora sul cofano della macchina ed aprì le gambe. La porca aveva preso il butt plug che avevo tolto dal culo di Michela, spostò il filo del perizoma e se lo infilò nel culo. Le dissi “Non ce la fai proprio a non essere una troia? Non ti è bastato essere già venuta?”. Paola mi rispose “Lo sai benissimo che non ne ho mai abbastanza!”. Iniziò quindi a masturbarsi guardando me che inculavo Michela e la sua migliore amica gemere e godere come un’ossessa.
Dopo pochi minuti il corpo di Michela iniziò a contorcersi sempre di più e capii che le mancava poco per raggiungere l’orgasmo. Anche a me mancava davvero poco e non vedevo l’ora di sborrare dentro quel bel culo. Aumentai quindi il ritmo e prontamente Michela mi disse “Si così! Continua così che vengo!”. Dieci secondi dopo Michela lanciò un urlo di piacere, stava venendo. Il suo corpo mentre godeva era come se volesse cacciarmi fuori; la afferrai allora ancor più saldamente per i fianchi e continuai ad affondare il mio cazzo dentro al suo culo con la stessa foga con cui la stavo facendo venire.
Pochi colpi dopo arrivò anche il mio momento. Sentii la sborra risalire lungo tutto il mio cazzo e i fiotti scaricarsi dentro il culo di Michela. Lentamente sia io che Michela iniziammo a rallentare i nostri movimenti, per poi lei accasciarsi sulla macchina ed io sul suo corpo. Il mio cazzo era ancora abbastanza duro e nel culo di Michela; non volevo toglierlo da quel paradiso che mi aveva fatto godere così tanto. Ci pensò invece Paola che, dopo essersi alzata, con la mano tirò fuori il mio cazzo dal culo di Michela, gli diede un paio di leccate per raccogliere la poca sborra che era rimasta sulla cappella e poi allargare il culo di Michela e far colare nella sua bocca tutta quella che avevo invece scaricato lì dentro.
Dopo aver dato qualche leccata al culo di Michela per esser sicura di non farsi sfuggire nessuno dei rivoli di sperma che fuoriuscivano Paola si alzò e, come fatto due giorni prima, andò a baciare Michela per scambiarsi la mia sborra. Le due troie ingoiarono ciascuna parte della mia sborra che avevo scaricato nel culo di Michela, per poi continuare a leccarsi a vicenda per recuperare eventuali residui che erano colati fuori dalle loro bocche durante il bacio.
Io ero lì imbambolato a guardare quella scena che sembrava essere uscita direttamente da un film porno. Le due porche finalmente si ricordarono di me e smisero di baciarsi e leccarsi. Paola quindi disse “Allora, vi è piaciuta la mia sorpresa?”. Un sorriso a 32 denti si stampò sul viso di Michela che si gettò al collo di Paola, la abbracciò e le disse “Tesoro mi hai fatto il più bel regalo della mia vita!”.
Paola allora con un sorriso soddisfatto mi guardò e disse “E a è piaciuta?” ed io le risposi “Mi hai regalato quella meraviglia di culo, come avrebbe mai potuto non piacermi!”. Forse il mio sguardo che indugiava ancora sul culo di Michela ed il mio tono estremamente soddisfatto infastidirono Paola che a sua volta mi rispose “Quindi preferisci il culo di Michela al mio?”.
Ero di nuovo nella classica situazione in cui una parola sbagliata può distruggere il mondo dei sogni in cui mi ritrovavo. Riuscii però prontamente a rispondere “È da tanto che non scopo il tuo bel culetto amore che ho quasi scordato com’è. Dovrei dargli una ripassata per poterti dare una risposta”. Paola sghignazzò e mi disse “Allora andiamo a casa così hai il tempo per riprenderti e sfondarmi il culo a dovere!”. Me l’ero cavata per un pelo anche questa volta.
Raccogliemmo i nostri vestiti sparsi un po’ in giro tra la macchina e fuori e, mentre ci vestivamo, Paola mi disse “Il butt plug lo lascio nel culo così lo trovi ben aperto quando arriviamo a casa”. Risi, ma mentre lo facevo notai che Michela si era rabbuiata. Le chiesi “Ehi, cos’è successo? Perché ti sei improvvisamente intristita?”. Michela mi guardò e mi disse “Quel coglione di Luca proprio oggi è uscito prima dall’ufficio e mi sta aspettando a casa”. Fui un po’ intristito anch’io da quella notizia, avrei di gran lunga preferito che anche Michela venisse a casa con noi per continuare a divertirci e scopare di nuovo quella figa e quel culo meravigliosi.
Cercai però di nascondere la mia delusione per evitare di intristire ancora di più Michela, mi avvicinai a lei e la baciai con passione. Al termine del bacio la guardai intensamente negli occhi e le dissi “Non ti preoccupare, ricordati che ogni qual volta vorrai io e Paola per te ci saremo sempre!”. Anche Paola si avvicinò a Michela e le disse “Certo tesoro mio, su di noi potrai sempre contare per qualsiasi cosa. Anzi, visto che purtroppo stasera ti toccherà sorbirti Luca, ti concedo di nuovo il sedile posteriore con Marco così mentre ti accompagniamo a casa potete divertirvi ancora un po’!”.
Il sorriso tornò immediatamente sul volto di Michela, diede un bacio ed un abbraccio a Paola e si avviò verso la macchina. Io guardai Paola e le dissi con tono provocatorio “Certo che le vuoi davvero bene per concederle il tuo ragazzo in continuazione!” e lei mi rispose “Non mi sembra che la cosa ti dispiaccia!”. A mia volta le risposi “E non ti dà minimamente fastidio la cosa?” e lei “In realtà mi eccita da morire!”.
Le diedi un bacio e ci avviammo verso la macchina, io salii dietro dove c’era Michela che mi aspettava impaziente a gambe aperte, senza mutandine e masturbandosi. Paola si accomodò al posto di guida accese la macchina e partì, non prima però di essersi assicurata che lo specchietto inquadrasse a dovere il sedile posteriore per godersi lo spettacolo.
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