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La migliore amica della mia ragazza (seconda parte)


di lordweb
30.05.2018    |    19.981    |    3 9.9
"L’apertura sulla figa rivelava invece che Michela aveva lasciato un po’ di peli molto corti sul monte di venere, una striscia larga due dita e lunga forse..."
Ci misi un po’ prima di riprendermi, ero ancora incredulo per quello che era appena accaduto, l’avevo per caso sognato? Quel pompino che desideravo fin da quando ero uscito dall’ufficio mi aveva portato ad immaginare tutto? E invece no, era tutto vero. Ero ancora lì, fermo, in cucina, con i pantaloni abbassati, il cazzo di fuori e le dita impregnate degli umori della figa di Paola.
Le ragazze si erano chiuse in camera e dalla cucina riuscivo solo a sentire alcune loro risate e del vociare, senza però capire le parole. Tirai su i pantaloni e andai in bagno, mi spogliai e diedi una sciacquata all’uccello. Michela aveva fatto un ottimo lavoro, non era rimasta una sola goccia di sborra, era solo umido per la sua saliva. Mi ero sempre ritenuto fortunato ad avere una ragazza che faceva dei gran bei pompini, ma dovevo ammettere che la sua amica non era assolutamente da meno. Avessero fatto una gara avrei avuto difficoltà a decretare la vincitrice.
Paola e Michela erano ancora in camera, oltre alle voci e alle risate si sentivano rumori di cassetti che si aprivano e chiudevano e di grucce che scorrevano nell’armadio. Paola mi aveva detto di farmi trovare pronto perché avrei dovuto scopare Michela, sicuramente le stava facendo indossare uno dei suoi completini sexy che mi facevano arrapare tantissimo.
Realizzai così che in pratica loro erano rimaste vestite durante tutto quello che era successo in cucina, solo io ero stato spogliato, anche se non completamente. Rimasi quindi nudo e andai a sedermi in salotto sul divano ad aspettarle, ora erano loro a dovermi mostrare quei corpi fantastici.
Iniziai quindi a pensare che finalmente avrei potuto vedere Michela nuda ed anche quel suo meraviglioso culo finora solo sbirciato di nascosto, o almeno era quello credevo, sarebbe stato davanti ai miei occhi. Questi pensieri iniziarono ad eccitarmi nuovamente, il mio cazzo iniziò a gonfiarsi e, mentre ancora immaginavo quello che stava per succedere, sentii la porta della camera aprirsi.
Paola disse “Sei pronto?” ed io le risposi “Certo che sono pronto, vi sto aspettando con ansia in salotto”. Sentii quindi i loro passi che si avviavano lungo il corridoio, avevano indossato entrambe i tacchi. Il mio sguardo era rivolto fisso verso la porta, impaziente nell’attesa di vedere cosa si sarebbe palesato su quell’uscio.
I passi erano sempre più vicini e, finalmente, le due ragazze arrivarono a quella soglia e la varcarono. Paola era davanti, aveva indossato un babydoll rosso trasparente, le sue grandi tette e le sue forme erano esaltate da quell’indumento così aderente. Il babydoll le arrivava poco sopra il culo, che era comunque in bella mostra attraverso quella trasparenza, sotto al quale indossava un perizoma microscopico che a stento riusciva a contenere la sua bella figa tutta rasata. Ciliegina sulla torta erano le autoreggenti a rete, anch’esse rosse, che cingevano le sue gambe e terminavano in un paio di décolleté dello stesso colore, con dei tacchi a spillo altissimi che la rendevano alta quasi quanto me.
Non era la prima volta che vedevo Paola con quegli indumenti addosso, ma riusciva sempre a farmi eccitare tantissimo. In quell’occasione però l’eccitazione maggiore era dovuta alla novità, a Michela. Paola le aveva fatto indossare quel body che aveva comprato da poco e che lei aveva usato una sola volta. Paola stava molto bene con quel capo, ma su Michela era uno spettacolo indescrivibile.
Il body era nero, con dei ricami, e presentava delle aperture per lasciare scoperti i seni, la figa ed il culo. I lacci che circoscrivevano le parti superiori del seno di Michela lo mettevano in risalto in maniera eccellente, quel seno piccolo sembrava perfetto in quella cornice e non sfigurava in confronto a quello di Paola, che era di ben due taglie più grande. L’apertura sulla figa rivelava invece che Michela aveva lasciato un po’ di peli molto corti sul monte di venere, una striscia larga due dita e lunga forse cinque centimetri, mentre le sue labbra erano completamente depilate. Anche lei indossava delle autoreggenti, a differenza di Paola nere e non a rete, e delle scarpe aperte con tacchi molto più bassi rispetto a quelli della sua amica.
Io ero seduto sul divano con le gambe aperte ed il mio cazzo iniziò ad alzarsi. Paola allora mi disse “Sembra che al tuo uccello piaccia come ci siamo vestite, abbiamo scelto bene quindi”. Era insolitamente a suo agio in quella situazione, in intimità era sempre stata molto sicura e decisa, ma in presenza di estranei lo era molto meno. In quella situazione però era Michela ad essere un po’ in imbarazzo, restava qualche passo dietro a Paola che si era posizionata al centro del salotto davanti al divano.
Risposi a Paola “Siete entrambe stupende” e poi aggiunsi “Però non vedo bene Michela lì dietro e, soprattutto, non vedo il suo culo. È da tanto che aspetto per poterlo finalmente ammirare come si deve”. Paola mi rispose “Brutto stronzo, lo sapevo che non vedevi l’ora di poter avere tra le mani quel culo” e si mise a ridere.
Prese quindi per mano Michela, la tirò verso il divano e le fece fare un mezzo giro. Ora quel culo era finalmente lì davanti a me, così vicino che allungando un braccio avrei potuto toccarlo. Era ancora più bello di quanto avessi immaginato ed iniziai estasiato a fissarlo. Quello che si intuiva attraverso i leggings era tutto confermato, quel culo a mandolino era sodo e stava su sfidando le leggi di gravità. Paola continuò “Non sai quanto le invidio questo culo, anche io ne sono attratta. Infatti glielo tocco in continuazione, tanto io posso, vero Michela?”.
Queste parole fecero sciogliere un po’ Michela che si mise a ridere e si voltò verso di me dicendo “Già, lo tocca più lei che Luca il mio culo ormai”. Paola allora intervenne “Non voglio più sentire quel nome oggi, ora ti devi dimenticare di lui. Lo vedi il cazzo di Marco quanto è duro? È duro perché non vede l’ora di scopare questa tua bella figa. Quindi basta perdere tempo”.
Riprese quindi la mano di Michela e la fece sedere sul divano alla mia sinistra, per poi accomodarsi dall’altro lato. Non mi sembrava vero di avere quelle due bellezze accanto a me anche se, in quel momento, le mie attenzioni erano tutte rivolte esclusivamente a Michela. Avevo il capo girato verso di lei e i miei occhi facevano su e giù per ammirare ogni singolo centimetro di quella sua bella pelle chiara. Paola allora mi prese per la mandibola e, girandomi la testa verso di lei, mi disse “Capisco che sei preso da lei che è la novità, ma non ti azzardare a dimenticarti di me. Sono sempre io la tua fidanzata e sono io ad avervi concesso questo”.
Con una mano mi tirò quindi a sé ed iniziò a baciarmi con impeto, mentre con l’altra afferrava il mio cazzo e cominciava a segarmi. Paola aveva voluto far capire a me e Michela che in quella situazione era lei che comandava e che se le cose non fossero andate come lei avesse voluto avrebbe messo la parola fine a tutto. Quando il bacio terminò, dopo alcuni secondi, la guardai negli occhi e le dissi “Ti amo”.
Paola capì che quelle mie due parole stavano a significare “Non ti preoccupare, so benissimo anch’io come stanno le cose”. Paola, soddisfatta, mi rispose “Ti amo anch’io” e, rivolgendosi a Michela, “Ed amo anche la mia migliore amica. Infatti ora preparo questo bel cazzo per la sua figa, visto anche che prima l’ha succhiato solo lei senza lasciarmene neanche un po’”.
Si tirò quindi indietro e calò il capo sul mio uccello, iniziando a succhiarlo con foga. Come da abitudine, misi la mia mano sulla sua testa per spingerla sul mio cazzo e darle il ritmo. Lei però si fermò, lasciò andare il mio uccello e guardandomi mi disse “Ma che fai? Ci penso da sola al tuo cazzo, tu occupati di Michela. Avrà la figa stretta ormai visto da quanto tempo non prende un cazzo. Falla bagnare per bene, altrimenti le farai male con il tuo cazzone”.
Paola riprese quindi a succhiare, mentre io non riuscivo a credere a quello che mi aveva appena detto. Aveva pienamente ragione però, la situazione era diversa dal solito; se da un lato ora avevo due ragazze a disposizione, dall’altro erano anche due ragazze da dover soddisfare. Mi girai quindi verso Michela, che era rimasta immobile e stava fissando Paola che mi spompinava.
Allungai una mano sulla sua gamba, mentre con l’altra che avevo dietro di lei spinsi la sua testa verso di me. La baciai, forse non se lo aspettava perché rimase con la bocca chiusa, ma dopo poco si lasciò andare e le nostre lingue si incontrarono. La mia mano invece aveva percorso tutto il suo corpo, partendo dal ginocchio per arrivare fino al suo seno. Potevo tenerlo tutto nella mia mano e, mentre lo massaggiavo, sentii il suo capezzolo inturgidirsi.
Lasciai quindi la sua bocca, per scendere lentamente lungo il suo collo e arrivare così a quel capezzolo turgido. Iniziai a stimolarlo con la lingua e subito sentii un sussulto ed un gemito di Michela. Alzai lo sguardo verso di lei, aveva un’espressione di pura goduria. Anche Paola aveva interrotto il suo pompino per guardare Michela e le disse “Il mio Marco ci sa fare con la lingua. E questo non è che l’inizio”. Riprese quindi a succhiare, aiutandosi anche con una mano.
Io invece mi stavo dedicando all’altro capezzolo di Michela, mentre la mia mano aveva lasciato il suo seno per approdare tra le sue gambe. Da quando l’avevo conosciuta, Paola aveva avuto sempre la figa depilata, per igiene diceva lei, e a me piaceva molto il suo pube liscio, soprattutto quando la leccavo. Era da diversi anni quindi che non mi capitava di toccare un pube peloso e mi soffermai ad accarezzarlo.
Dopo poco però Michela iniziò ad aprire le gambe e capii che lei non voleva essere accarezzata sul pube, ma voleva tutte le attenzioni per la sua figa. La mia mano allora procedette in basso, afferrò e strinse quella figa che Michela aveva appena spalancato. Lei fu presa da un nuovo sussulto e urlò “Si così!”. Mi accorsi che Paola aveva smesso di succhiare, continuava solo con una mano a segarmi. Il suo sguardo era rivolto verso la mia mano sulla figa di Michela, mentre la sua altra mano si era insidiata tra le sue gambe, sotto il perizoma.
La porca si stava eccitando nel vedere la sua migliore amica che godeva per mano del suo fidanzato ed aveva iniziato a farsi un ditalino. Le dissi “E brava la mia troietta, ti sditalini guardando come faccio godere la tua amica!”. Paola si sentì forse in imbarazzo dall’esser stata sorpresa in quell’atteggiamento, infatti non disse niente, ammiccò un sorriso e si chinò nuovamente sul cazzo e riprese il pompino. La sua mano però era ancora tra le gambe intenta a darle piacere.
Ritornai quindi a dare le mie attenzioni a Michela. La mia mano afferrava ancora saldamente la sua figa e con un dito iniziai con dei movimenti lenti a farmi strada tra le sue labbra. Lei iniziò a gemere e mugolare e, quando le sue labbra si furono finalmente dischiuse, ebbi ulteriore prova di tutta la sua eccitazione. Il mio dito affondò di colpo dentro di lei per quanto era bagnata ed iniziai a farlo roteare. Michela si contorceva dal piacere ed aveva afferrato con entrambe le mani la mia testa per staccare la mia bocca dai suoi capezzoli, portarla verso la sua ed affondarci dentro la lingua.
Mentre il mio dito entrava e usciva dalla sua figa, si staccò dalla mia bocca e mi disse “Ti prego scopami! Se continui così tra poco vengo. Sono mesi ormai che vengo solo con le mie dita, voglio di nuovo avere un orgasmo con un cazzo dentro di me”. Girai lo sguardo verso Paola, eravamo arrivati al dunque e volevo una sua conferma prima di procedere.
Lei aveva lasciato il mio cazzo e, continuando a masturbarsi, aveva abbassato una spallina del babydoll per tirar fuori un seno ed iniziare a stuzzicarsi il capezzolo con l’altra mano. Mi disse “Che stai aspettando, scopala! È per questo che siamo qui”. Io, in un attimo di lucidità, le dissi “Ma non abbiamo preservativi”. Solo in quel momento infatti realizzai che, dato che Paola prendeva la pillola, avevamo smesso di comprali, non immaginando che potessimo mai ritrovarci in una situazione del genere.
Paola, quasi incazzata, mi rispose “E adesso ti viene in mente?”. Io la guardai come a dirle “Che cazzo ne sapevo che sarebbe successo tutto questo. Finora mi sono fatto prendere dall’eccitazione anch’io”. Paola però ormai era totalmente presa e non avrebbe permesso a niente e nessuno di intralciare i suoi piani. Continuando a sditalinarsi la figa mi disse “Vabbè, anche Michela prende la pillola, non serve il preservativo”.
Io rimasi allibito, la mia ragazza aveva ormai perso ogni freno inibitorio. Mi girai quindi di nuovo verso Michela dato che Paola, presa com’era, non aveva neanche pensato di chiederle se a lei andasse bene farlo senza preservativo. Michela però era forse anche più eccitata della sua amica e, mentre io mi giravo, lei si era già distesa di schiena sul divano, aprendo le gambe. Grazie anche all’apertura del body, la figa di Michela era ora lì davanti a me completamente aperta e in attesa del mio cazzo.
Mi disse “Si, ha ragione Paola. Prendo anch’io la pillola, mi puoi anche venire dentro”. Questa era una di quelle cose che mi facevano perdere la testa. Anche se ormai era diventata una cosa abituale con Paola, lei sapeva che bastava dirmi queste parole per farmi venire nel giro di poco. Ora quelle parole provenivano addirittura dalla bocca della sua migliore amica.
L’eccitazione ebbe di nuovo il sopravvento anche su di me, afferrai il mio cazzo e lo condussi verso la figa di Michela, mentre il mio corpo si allungava sul suo. Diedi un colpo secco ed entrai dentro di lei che emise un urlo. Era un misto di piacere e dolore, la sua figa infatti era stretta e stringeva intorno al mio cazzo. Mi disse “Piano che non sono più abituata. E poi il tuo cazzo è il più grosso che io abbia mai preso!”.
Michela riprese a baciarmi ed io inizia a muovermi dentro di lei con più delicatezza rispetto al modo con cui ero entrato. La sua figa si abituò presto al mio cazzo e iniziai quindi ad aumentare sempre di più il ritmo. Lei invece non voleva saperne di abbandonare la mia bocca, continuava a baciarmi nonostante i gemiti ed i mugolii sempre più forti e frequenti.
Ad un tratto mise le sue gambe dietro la mia schiena, incrociò i piedi ed iniziò a darmi il ritmo. Si staccò dalla mia bocca e mi disse “Non ti fermare che sto per venire”. Bastarono pochi colpi ed un orgasmo fortissimo invase il suo corpo, iniziò a tremare e la sua figa iniziò a contrarsi intorno al mio cazzo. Tutto quello era troppo anche per me, sentii la sborra che risaliva lungo il mio cazzo e la scaricai tutta dentro Michela.
Continuai a pompare mentre Michela continuava a venire, quel suo orgasmo sembrava non volesse finire mai. Arrivai al limite, la mia erezione stava iniziando a diminuire e mi accasciai su di lei mentre il suo godimento andava affievolendosi. Michela ed io ci guardammo negli occhi per alcuni secondi e lei mi disse “È stato stupendo. Grazie!” dopodiché mi baciò.
Quel bacio però non fu come i precedenti scatenati dall’eccitazione e dal trascinamento, fu un bacio molto intenso e passionale. Mi ricordai quindi che non eravamo soli. Non c’eravamo solo io e Michela in quella stanza, su quel divano. A pochi centimetri da noi c’era anche Paola, la mia fidanzata, che non avevo più considerato da quando avevo iniziato a scopare Michela.
Mi tirai quindi su di colpo, forse anche troppo bruscamente, e mi girai dall’altro lato per capire se Paola fosse soddisfatta per come fossero andate le cose o incazzata perché ci eravamo lasciati troppo andare. Con mia sorpresa, Paola si era spostata sul lato opposto del divano, con la schiena appoggiata al bracciolo e le gambe aperte rivolte verso di noi. Aveva un’espressione sconvolta, entrambi i suoi seni erano fuori dal babydoll, il perizoma era spostato per lasciare libera la sua figa, che lei stava ancora accarezzando, completamente bagnata al punto da aver inzuppato anche il divano.
Anche Michela si era tirata un po’ su per guardare Paola, che si rivolse a noi dicendo “È stato bellissimo. Vedervi scopare mi ha arrapato un sacco. Da qui potevo vedere il tuo cazzo che scopava la figa di Michela. Ho visto anche quando si contraeva per riempirle la figa di sborra. Mi sono masturbata fino all’orgasmo. Non riesco a muovermi!”.
Io e Michela la fissammo per un attimo, poi ci guardammo e scoppiammo a ridere. Mi avvicinai quindi a Paola, la baciai e la abbracciai, non c’era bisogno di dire altro. Paola fece quindi segno a Michela di venire anche lei vicino a noi. Si accomodò al mio fianco libero ed abbracciai anche lei che ci disse “Ragazzi grazie! Non potete capire quanto avessi bisogno di questa scopata!” e, rivolgendosi a Paola, aggiunse “So che non deve esser stato facile per te permettere al tuo fidanzato di scoparsi un’altra ragazza, la tua migliore amica per giunta”.
Paola si mise a ridere e le rispose “In realtà a me è piaciuto da morire vedervi scopare! Sto già pensando alla prossima volta”. Loro due risero ancora, mentre la mia testa aveva già iniziato a fantasticare per quest’ultima affermazione di Paola. Lei se ne accorse e subito ci tenne a precisare “Tu non farti strane idee. Ti è consentito di scopare solo con Michela e solo in mia presenza”. Le risposi “Agli ordini capo” e scoppiamo nuovamente tutti e tre a ridere.
Paola allora si alzò dal divano e disse “Vado a darmi una sciacquata che mi sono sbrodolata tutta” e Michela, alzandosi anche lei, le rispose “Vengo anch’io, ho la sborra di Marco che mi sta colando fuori dalla figa”. Vidi così quei due culi splendidi che ondeggiando uscivano dalla stanza e notai un rivolo della mia sborra che colava lungo l’interno coscia di Michela.
Mi abbandonai quindi sul divano, ancora incredulo di come quella giornata iniziata così male si fosse poi trasformata in una delle più belle della mia vita. E, come se non bastasse, mi si prospettavano già tante altre giornate come quelle di lì a venire.
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