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Quella stanza del motel


di luandra
20.05.2016    |    10.615    |    5 8.6
"Non troppo sicuro della situazione, li seguii nel motel, dove prendemmo due camere separate..."
C'eravamo conosciuti su un sito d'annunci, io, Valentina ed il marito Mario.
Lui era un cuckold represso perché la dolce mogliettina non gli aveva concesso la possibilità di soddisfare i suoi desideri. Non fino a quel momento, almeno.
Valentina era una bellezza unica, un seno sodo non troppo grande, né troppo piccolo ma giusto per essere accarezzato e tenuto con forza in una mano. Le sue antiche erano da mozzafiato, dure, alte e ben fatte, così belle da obbligare il mio sguardo a fissarle con desiderio; mentre la sua fighetta rasata era uno spettacolo di aromi leggiadri.
L'appartamento era previsto in un parcheggio vicino al motel, e si trovava a pochi chilometri da casa mia. L'imbarazzo di essere visto e l'emozione per il primo appuntamento con loro mi giocavano un brutto scherzo, facendomi tremare tutto il corpo.
Quando ci incontrammo ci scambiammo un'occhiata d'intesa, e ci avvicinammo per presentarci.
Loro erano imbarazzati quanto me, Valentina almeno lo era molto e lo dava a vedere senza problemi. Che non fosse pronta per quell'appuntamento?
Mario, da parte sua insisteva per rassicurare la moglie a lasciarsi andare: " è timida, ma vedrai appena si riscalda com'è porca ", mi disse con un fare un po' esagerato, vista la tensione palpabile sul viso di Valentina.
"ciò che conta è che tu sia convinta a farlo", dissi alla moglie guardandola nei suoi profondi occhi azzurri.
"si, si...lo sono" ribadì lei con un filo di voce.
Non troppo sicuro della situazione, li seguii nel motel, dove prendemmo due camere separate. Ci salutammo per congedarci ognuno nella propria stanza e prepararci alla serata.
Dopo una doccia accurata e un cambio di biancheria, uscii dalla mia stanza e raggiunsi la loro, e mentre camminavo sentivo il cuore che batteva sempre più forte in gola. Bussai alla porta e Mario si affrettò a farmi entrare ; Valentina era in piedi accanto a lui, ancora vestita del suo succinto abitino che le faceva risaltare le splendide e slanciate gambe, e le curve tonde del suo culetto tonico.
"forza, baciatevi.... Fate quello che volete" invitò Mario per allentare la tensione.
Abbracciai e baciai Valentina sul collo e con calma le accarezzai tutto il corpo, soprattutto il suo bellissimo culo.
"sei stupenda! Il meglio che potesse capitarmi" le dissi nell'orecchio, mentre lei si lasciava sempre più andare man mano che si riscaldava...
Iniziammo a spogliarci davanti a Mario che nel frattempo si stava masturbando senza toglierci gli occhi di dosso.
"come siete belli insieme", disse lui arrapato per lo spettacolo. "che bello vedere come tocchi mia moglie".
Le mie mani nel frattempo, erano entrate ovunque e toccavano quella pelle vellutata che poco alla volta si bagnava sempre più dei suoi umori.
Valentina era pronta per essere montata.
Ci coricammo sul letto tondo dove iniziai a leccarla e a baciarla con enfasi crescente, riempiendola di desiderio e piacere.
"dammi il tuo cazzone", mi disse lei, stavolta a gran voce. "voglio sentirlo entrare nella mia figa"; ed io, senza farmelo ripetere troppo, iniziai a chiavarla con forza.
Sentivo Mario che ci girava intorno e godeva della vista, così mi girai, mi misi supino e tirai Valentina sopra di me per permettere al marito di ammirare il mio grosso membro che le entrava tutto dentro, facendola gemere di piacere.
"forza Mario, unisciti a noi", dissi invitandolo a partecipare ai giochi. Tenevo le mani sulle antiche di Valentina, allargandole il culo per facilitargli la penetrazione. Mario infilò il suo cazzo nel culo della moglie che gridò di piacere.
"sentirai che piacere quando ti infilerò nel culo il mio", dissi sboccato per far piacere a Mario, il quale godeva nel sentire certe frasi.
Dopo una lunga cavalcata in quella posizione, chiesi a Valentina di mettersi alla pecorina in modo che potessi prenderla da dietro. Ora era il mio turno per incularla.
Quando spinsi la cappella dentro al suo ano, urlò di piacere misto a dolore..... Non ne aveva mai provato uno grosso come il mio.
"guarda che cazzone" disse Mario sempre più agitato.
Pompai nel suo culo fino ad esplodere di piacere e glie lo riempii di caldo sperma, mentre Mario fece altrettanto in un turbine di godimento, riempiendo la faccia di lei con una serie infinita di schizzi.
Restammo parecchio tempo coricati l'uno accanto all'altra ad accarezzarci e a contemplare il piacere appagante di quella scopata, contemplando quella camera del motel.
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