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Racconti di gioventù (4)


di Erfantino
15.06.2022    |    757    |    0 8.7
"Arrivò prima di me al cancello, lo spinse ed entrò senza aspettarmi, Luca la fece entrare e lei si fiondò sotto la doccia..."
Il martedì mattina Mina passò puntualissima alle 9 e insieme, mano nella mano, ci incamminammo verso casa di Luca. Appena imboccata la strada sterrata che ci avrebbe condotto da Luca accesi lo spinello che mi ero preparato, per rilassarmi e predispormi alla novità che a breve avrei vissuto. Mina alzò il passo lasciandomi praticamente solo, non voleva neanche essere vicino a qualcuno che, secondo lei, stava deliberatamente facendosi del male.
Arrivò prima di me al cancello, lo spinse ed entrò senza aspettarmi, Luca la fece entrare e lei si fiondò sotto la doccia. Quando arrivai io lei era già nuda, i capelli bagnati e il corpo umido; aveva accorciato e definito i peli del pube, e questo mi faceva arrapare tantissimo. Mi mise in mano spazzolino e dentifricio e mi obbligò a lavarmi i denti, perché detestava la puzza di fumo nella mia bocca, “non bacio un posacenere” mi rimproverava spesso. Denti, doccia veloce e raggiunsi i miei amici in salone, dove avevano sistemato per terra un materassino gonfiabile davanti alla tv e fatto partire quel porno che piaceva a Luca.
Mi accomodai sul divano, fui raggiunto da Mina che mi si sedette in grembo e mi infilò subito la lingua in bocca. Il mio cazzo, forse per via dell’erba, non diventò subito di marmo ma rimase turgido, e si che la mia ragazza ce la mise tutta per farmelo diventare duro: la lingua saettante, le dita a cercare i capezzoli, la patatina depilata che scivolava sul membro, ma non raggiungeva ancora la durezza solita. Io, dal canto mio, mi sentivo il re della situazione e volevo godere rimanendo assolutamente passivo, erano loro due a doversi dar da fare per farmi godere. Giocavo con la lingua di Mina, le toccavo le tette, le carezzavo il culo e le gambe, ma non volevo fare altro.
Quando decise che era arrivato il momento mi fece stendere per terra sul materassino e offrì la sua fichetta alla mia lingua, mentre lei cominciò a prendersi cura del mio membro. Adoravo la sua patatina fresca e depilata, profumata e già molto bagnata. La lingua andava sul clitoride, poi si insinuava nella fessura, poi rimanevo fermo e lei si strusciava sul mio mento, poi riprendevo a leccare, le davo colpetti di lingua, le leccavo il perineo, giocavo col suo buchetto, poi ritornavo verso la clitoride finché gli umori non cominciarono a colarmi in faccia, sul collo, sul petto. In quel momento Mina si rizzò e con le mani si allargò le natiche e mi schiaffò la fica in faccia, prendendosi il godimento da sola. Solo allora realizzai che Luca aveva il mio cazzo in bocca! Una tattica studiata, secondo me, dal cervello fino di Mina: mi aveva fatto eccitare con Luca fuori dalla stanza, poi quando avevamo cominciato il 69 lo aveva fatto avvicinare e si erano alternati, contando sul fatto che ero completamente rincoglionito sia dalla canna sia dalla fica.
“Vediamo come se la cava con un cazzo in bocca”, pensai. La sua stretta era più forte, forse le donne sono più delicate; anche il su e giù con la mano era più vigoroso, mentre il gioco di lingua e bocca era assolutamente fantastico, degno di cotanta insegnante! Gli toccai la mano per farlo rallentare ma lui pensò volessi allontanargliela, per cui gliela ripresi e gli dissi “fai piano ma continua, ti prego”.
Mina si stese al mio fianco per dedicarsi un po’ al mio amico, il suo cazzo era enorme e pareva dovesse scoppiare. Non avevo mai pensato che Luca potesse essere bisex, per me era una sorpresa e non credevo che fare un pompino potesse dargli tanto piacere. Ero ormai sul punto di non ritorno, per cui tornai a sedermi sul divano e li chiamai entrambi sul mio cazzo. Tempo dieci secondi e venni, vedere due lingue e due bocche che si alternavano sulla mia asta era uno spettacolo troppo eccitante per me. Ebbi un orgasmo liberatorio, fui pervaso da brividi e spasmi, la tensione accumulata si era dissolta e, in verità, non mi era dispiaciuto. Mi spallai per rifiatare, mi sentivo spossato, mentre Mina e Luca in ginocchio si godevano lo spettacolo del mio cazzo che si smosciava.
Quando il mio amico si alzò notai che aveva ancora il cazzo duro e le palle gonfie, neanche adesso era riuscito a lasciarsi andare come avrebbe voluto. Con una salvietta umida pulì le macchie di sperma che avevo sulle cosce e sulla pancia, pulì il viso di Mina, diede una sistemata al divano e finalmente si sedette. Probabilmente dovevamo essere uno spettacolo meraviglioso, due maschi nudi ai lati ed una splendida ragazza, nuda anch’essa, al centro a vedere un porno alla TV; solo che mentre io e Mina avevamo una faccia da ebeti Luca era ancora insoddisfatto. Gli chiesi “ti è piaciuto?” e mi rispose “si, mi piace fare i pompini quasi quanto leccare una fica. A te è piaciuto?”
“Si” risposi, “sei stato bravo, dolce e delicato quando serviva, rude quando te l’ho chiesto, e poi di nuovo dolce e premuroso dopo che sono venuto”
“Merito della maestrina qui” disse facendo segno con la testa verso Mina.
Lei si voltò e mi diede un bacio lunghissimo, sussurrandomi “ti amo” più volte. Sapeva che quelle due paroline avevano un potere quasi magico sulla psiche di un diciannovenne con gli ormoni a mille, infatti di li a poco il mio fratellino diede segni di ripresa: con la sua mano a carezzarmi l’uccello e la lingua a leccare il lobo dell’orecchio o il collo mi sarebbe tornato duro anche dopo dieci venute!
Si risistemò al centro del divano, allargò le gambe poggiandole sulle nostre e richiamò a sé le teste. Le lingue correvano dalla bocca al collo, dal collo alle tette, che succhiammo entrambi contemporaneamente, le nostre mani a carezzarle le gambe, la fica, il ventre piatto.
Se la godeva, Mina, i nostri cazzi in mano, gli occhi chiusi, le gote imporporate, il respiro affannato; ogni tanto inarcava la schiena o si spostava per aggiustare il punto di massimo piacere sotto le nostre dita. Quando il suo piacere fu verso il massimo si inginocchiò davanti alle gambe di Luca e cominciò a fargli un pompino di quelli molto salivosi. Era brava, Mina, molto brava, in tutto quello che le piaceva metteva anima e cuore, che fosse la scuola o fosse il sesso ci teneva ad essere la migliore. Se pensate poi che la natura le aveva donato un fisico tonico e sodo nonostante un appetito vorace sapete spiegarvi perché era considerata la ragazza più appetibile del paese.
Adesso toccava a Luca godersi le sue attenzioni: spallato sul divano, gli occhi sul TV dove un ragazzo inculava un ragazzino efebico mentre una ragazzina gli offriva la sua patatina da leccare, e fra le gambe una ragazza che stava mettendo tutta la maestria di cui era capace per portarlo all’acme del piacere.
Lei cercò i suoi occhi ma li vide presi più da quello che succedeva in video che da quello che succedeva al suo pisello, per cui prese una mia mano e l’avvicinò al membro del mio amico. Non avevo più la forza di rifiutarle nulla, assecondai la sua manovra cominciando a segare quel cazzo che era sempre durissimo. Abilmente, mi attirò a sé mostrandomi la lingua e cercando la mia; adesso ero steso sul divano, la mano sinistra sul cazzo di Luca per cui mi avvicinai per succhiargliela ma lei portò la bocca alla cappella di Luca, e ritrovarmi col cazzo in bocca fu un attimo. Cambiai mano per segarlo e cominciai quello che, secondo me, era un buon pompino, mentre Mina mi aiutava e mi guidava sia negli affondi, sia nelle leccate, sia nella sega.
Lei cercò ancora gli occhi di Luca, si staccò da noi e si mise in piedi a titillarsi il clitoride ma oscurandogli completamente la visuale, per impedirgli di guardare cosa accadeva in TV. Finalmente la concentrazione del mio amico su quello che succedeva fra le sue gambe aumentò, le sue gambe si irrigidirono, i piedi si stesero, i mugolii crebbero: “in gola, te lo schiaffo in gola” diceva facendo pressione sulla mia testa. Poggiai la mia testa sulla sua pancia mentre Mina gli sollevò le gambe infilandosi sotto per leccagli palle e perineo. Si umettò un dito e cominciò a giocare col buchetto del mio amico, il quale reagì irrigidendosi ancora di più finché non sentii il cazzo che avevo in bocca cominciare a pulsare! Capii che Luca era sul punto di venire, me lo sfilai di bocca continuando a segarlo; dalla punta del suo cazzo partì un fiotto di sborra che, dopo un’ampia parabola, finì sulla fronte e sul naso di Mina.
La mia ragazza si inginocchiò a guardarci, un sorriso meraviglioso stampato sul suo viso mentre un rivolo di sperma le colava dal naso verso la bocca. Si alzò in piedi, recuperò qualcosa per darci una pulita e filò verso la doccia. Io rimasi con la testa sulla pancia di Luca e il suo cazzo in mano, sentendo il respiro farsi più calmo, il cuore rallentare, i suoi gemiti diminuire fino a cessare del tutto. Ero restato così, come faceva Mina dopo un rapporto particolarmente coinvolgente, a massaggiargli il pene perché sapevo quanto fosse svuotante un orgasmo così intenso. Anche la videocassetta era terminata e il televisore mandava puntini grigi.
Non so quanto tempo trascorremmo così, Mina uscì dalla doccia e andò in cucina. Io lasciai Luca sul divano e feci la doccia; raggiunsi la mia ragazza in cucina proprio mentre usciva il caffè, abbracciandola da dietro, il mio membro contro le sue natiche. Lei si voltò e mi baciò a lungo sulla bocca.
“Ti amo”, mi disse quando cominciai a leccarle i lobi.
“Merito una sorpresa, allora?”
“Si, sei stato fantastico, neanche io speravo in tanto”
“Tocca a te, allora. La tua sorpresa deve essere all’altezza”
“Quando meno te l’aspetti…” disse maliziosa, con quel sorriso da gattina che tanto mi faceva impazzire.
Anche Luca, finita la doccia, ci raggiunse in cucina per il caffè.
“Quindi?” gli chiesi.
“Grazie” rispose e non aggiunse altro, perso in mille pensieri ma con l’aria finalmente serena. Era tornato il Luca che conoscevo, l’amico celebrale tranquillo e pacato ma capace di grandi slanci o di memorabili incazzature.
Recuperai il costume e me andai in giardino a fumare una sigaretta, lasciando a Mina il compito di parlare col mio amico speciale.
Anche io avevo bisogno di pensare, quello che avevo appena vissuto un po’ mi era piaciuto e un po’ mi aveva turbato, anche se non lo avrei mai fatto senza Mina. Sarei potuto rimanere di nuovo solo con Luca o una certa tensione sessuale aveva compromesso irrimediabilmente il nostro rapporto d’amicizia? Ero poi così malleabile nelle mani della mia ragazza? Alla fine dei conti avevo fatto tutto quello che desiderava, coinvolgendo in un triangolo il mio miglior amico e finendo anche ad avere un rapporto sessuale, seppur orale, con lui.
Sdraiato all’ombra di un maestoso salice, col vento che dava sollievo dalla calura di fine luglio, chiusi gli occhi per rimettere in ordine tutte le emozioni, e senza volerlo scivolai nel sonno.
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