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TRIANGOLO AMOROSO


di HELLINHEAD
26.11.2010    |    20.722    |    0 7.3
"Il sesso anale per molti rappresenta un tabù sessuale molto forte, una discarica sporca e puzzolente fonte di batteri e malattie..."
Triangolo amoroso

Io ed Alessandra decidemmo che non avremmo parlato di ciò che era successo né a Cristina né tantomeno a quella iena di Lucia. Già immaginavo lo scandalo che sarebbe scoppiato per causa sua. L’avrebbe detto subito alla padrona di casa che ci avrebbe cacciato di casa tutti e tre. Inoltre, perché per entrambi non si era trattato di un folle weekend di puro sesso e non avevamo nessuna intenzione di metterci insieme.
Per Alessandra ero diventato una specie di confessore sessuale. Parlavamo spesso dei nostri desideri più segreti, quelli di cui ci vergognavamo perché troppo perversi.
Le confessai quanto mi ero eccitato a guardarla con Cristina durante il loro giochetto lesbico e che avrei voluto trovare il coraggio di intervenire. “La sola idea mi eccita da morire. Non è che si potrebbe fare ?” Era soltanto una battuta, ma Alessandra mi guardò sgranando gli occhi come fosse stupita delle mie parole. ”Strano, era proprio quello che stavo pensando. Una scopata epica io tu e Cris.”.
Mi parlò del rapporto che aveva con Cristina. Si erano conosciute per caso sul treno tre anni prima dirette entrambe ad un concerto di Ligabue che si teneva a Bari. Lei aveva preso l’intercity da Cosenza, mentre Cristina era salita nella stazione di Metaponto. C’era stato subito feeling tra di loro e quindi, dopo il concerto in cui si erano divertite da matte, si erano scambiate i numeri di telefono e i contatti msn promettendo che si sarebbero rincontrate presto. Nonostante la distanza, la loro amicizia era continuata e dopo le scuole superiori dovendosi trasferire entrambe per l’università a Napoli avevano deciso di cercare casa insieme.
Era la terza casa che cambiavano in poco più di due anni. La prima era stata un appartamento nei pressi del Monastero di Santa Chiara. Vivevano in casa di una signora anziana che rimasta vedova e con la sola pensione, per giunta minima, aveva deciso di arrotondare le entrate affittando le sue camere libere. La casa era abbastanza grande e l’ambiente familiare, l’unico problema era che sembrava di stare in una caserma. Infatti, la signora Pina era di vecchio stampo e non tollerava che si tornasse tardi la sera oltre un certo orario o che in casa salissero ragazzi anche solo per studiare. Avevano resisto in quella casa soltanto quattro mesi, l’ambiente era si l’ideale per studiare, ma sia Alessandra che Cristina non erano esattamente delle “secchione asociali” così i primi screzi con la signora non erano tardati a venire e, quindi, avevano deciso di cercare un altro appartamento. Lo seconda casa si trovava al quinto piano di un vecchio palazzo dei decumani proprio in corrispondenza di San Gregorio Armeno (la via dei presepi e pastori di Natale per intenderci). Si trovavano bene, la casa era abbastanza spaziosa ed anche molto soleggiata. Inoltre, erano da sole e quindi non dovevano dare conto a nessuno del loro comportamento o stile di vita. Fu durante quel periodo che le due ragazze si erano avvicinate oltre l’amicizia scoprendo l’attrazione sessuale fortissima che esiste tra di loro.
La scintilla scattò dopo la festa di compleanno a sorpresa che Alessandra aveva organizzato a casa per festeggiare i 20 anni di Cristina invitando una decina dei loro amici.
Festa incentrata sulla New Age visto che Cristina ne era da sempre una fanatica poiché ne amava la rilassatezza delle musiche e il rapporto con la natura cui questa si inspirava. Aveva comprato due lampade da ambiente in modo da creare una luce soffusa stile tramonto e sistemato le poltroncine lungo i muri della casa. Al centro del soggiorno c’erano i tavolini con gli stuzzichini. Patatine, popcorn, salatini, tramezzini e bevande tra cui naturalmente non poteva mancare la birra. La musica soft della voce angelica di Cecilia echeggiava in sottofondo. Nonostante la paura che potesse risultare noiosa, la festa era stato un successone, si erano davvero divertiti un mondo.
Verso l’una di notte anche l’ultimo amico aveva salutato la compagnia lasciando le due ragazze di nuovo sole. Di buona lena iniziarono a mettere in ordine le poltroncine ed i tavoli prima di andare a dormire. Cristina sembrava raggiante, era felicissima per l’idea che aveva avuto la sua amica. Mentre erano intente a rimettere i tavolini al proprio posto, le loro mani si erano incontrate casualmente per raccogliere lo stesso piatto. I loro sguardi si erano incrociati. Alessandra non aveva mai notato quanto Cristina potesse risultare carina quando sorrideva così felice. Istintivamente e quasi senza accorgersene le accarezzò le guancie tirandola verso di se. Le stampò un bacio sulle labbra lasciandola di stucco. Cristina la guardò imbarazzatissima, mai si sarebbe immaginata quel gesto da parte della sua amica. Non era certamente lesbica e quel bacio rubato avrebbe potuto incrinare se non rompere il loro legame. Per fortuna non era stato così, Cristina voleva un gran bene ad Alessandra e quel gesto venne interpretato come segno dell’ Amore profondissimo che c’era tra le due. Amore che andava oltre il loro sesso. Non si erano mai spinte oltre qualche effusione, fino a quel famoso 22 dicembre, ma si sa l’alcol a volte fa dei brutti scherzi.
Purtroppo, ancora una volta, la loro tranquillità non era durata molto. A causa delle piogge abbondanti che erano cadute sulla città il solaio del piano superiore era crollato per fortuna senza danni alle persone del palazzo. La casa venne fatta sgomberare nel cuore della notte dai pompieri che furono costretti a mettere i sigilli all’intero palazzo finché non fosse stato messo in sicurezza con gli opportuni lavori di restauro. Ancora in pigiama, infreddolite e con pochissime cose vennero ospitate a casa di alcune amiche, una sistemazione temporanea fintantoché avessero trovato una nuova sistemazione. Davvero una brutta esperienza che a pensarci bene però era stata la mia fortuna visto che ora vivevano sotto il mio stesso tetto.
Decidemmo di trasformare la nostra fantasia in realtà inserendo anche Cristina nel nostro rapporto trasformandolo in un triangolo sessuale. Dovevamo soltanto cogliere l’occasione che non mancò di presentarsi un mese dopo.
Lucia sarebbe dovuta ritornare al paese per le elezioni del sindaco e, quindi, in casa saremmo rimasti solo io e le ragazze. Alessandra quella sera avrebbe cercato di sedurre nuovamente Cristina mentre io sarei dovuto stare pronto per intervenire nel momento più opportuno.
Ci salutammo come al solito dopo cena prima di chiuderci ognuno nelle proprie stanze. Alessandra con la scusa di dovere andare in bagno mi venne a bussare.
A voce bassa “Enzo questa sera lascerò la porta della nostra stanza socchiusa. Tu affacciati tra un’oretta per vedere se stiamo dormendo o se sono riuscita a convincere Cristina. Se nel caso ci trovassi a fare l’Amore intervieni ed entra, ma fallo con delicatezza. Non so come Cris reagirà. So che ti trova carino e forse le piaci ma non so se è disposta a fare una cosa del genere.” Mi baciò sulla bocca con la lingua e si avviò nuovamente verso la sua camera da letto. Speravo veramente che tutto fosse andato per il verso giusto, la mia eccitazione era troppa e stavo per esplodere.
Come avevamo programmato, mi affacciai alla loro porta dopo circa un’oretta. Ero già nudo. Questa, come mi aspettavo, non era stata completamente chiusa e potevo guardare nella stanza senza dare nell’occhio. La luce morbida di una lampada sulla quale era stato posto un foulard rosso si diffondeva al suo interno. Cristina era nuda inginocchiata al centro del letto. Alessandra dietro di lei le teneva le grandi labbra divaricate mentre con la lingua leccava la sua fessurina. Quel movimento lento e sublime mi scatenò una reazione immediata. Ero eccitato e il mio cazzo si ergeva maestoso in cerca di figa. I gemiti di Cristina erano per me preambolo di paradiso, già pregustavo il momento in cui le avrei prese entrambe e fatte mie dando finalmente libero sfogo alle mie pulsioni.
Lentamente spinsi la porta che si aprii senza nessun rumore, entrai nella stanza e mi calai dietro Alessandra che mi guardò sorridendo. La baciai sulla bocca ricambiando quello il bacio che mi aveva dato prima e quindi mi infilai dietro di lei iniziando ad accarezzarle la figa con le dita. Era tutta bagnata, i suoi umori gocciolavano sulle mie mani e le coperte del letto. Cristina inizialmente rimase sorpresa della mia presenza e sulle prime sembrò bloccarsi. Non aveva ancora capito quello che stava per succedere. Ma Alessandra aveva il pieno controllo del suo corpo e non allentò la presa sulla sua figa, anzi continuò a leccarla con maggiore vigore iniziando a penetrarla con le dita. Non resistendo a questa scena troppo eccitante, distesi le mani sulle chiappe di Cristina aiutando la sua amica a tenerle ben larghe. Il suo buco era perfetto, evidentemente aveva iniziato a depilarsi perché non c’era la presenza neanche di un minuscolo peletto. Iniziai a leccare l’ano mentre Alessandra continuava con le grandi labbra. Ero eccitatissimo, il mio cazzo era tesissimo tanto da iniziare a farmi male. Abbracciai Cristina per le spalle e la girai con la schiena all’ingiù. Il movimento fu così repentino che per poco non colpì Alessandra con una ginocchiata. Le presi dolcemente i capelli e la baciai teneramente, come un innamorato bacia la sua lei. Rimanemmo così a fissarci per qualche secondo. Mi guardava con occhi vogliosi, il cuore mi batteva forte nel petto. Fece cenno di alzarmi, io ubbidì ai suoi ordini. Lei era seduta sul bordo del letto, io nudo dinanzi a lei. Iniziò a baciarmi il petto per poi scendere sulla pancia fino al pube. Mi piaceva, fino ad allora ero stato io a dare piacere in questo modo e non avevo mai immaginato quanto potesse essere bello ed eccitante per un uomo. Iniziò ad accarezzarmi il cazzo. La sua mano andava su e giù lungo il suo asse dalla punta della cappella fino all’attaccatura delle palle. Poi continuando in quel movimento sublime sostituì alla mano la sua bocca. Era calda, morbida e delicata. Iniziai ad accompagnare i suoi movimenti con i miei. Mi muovevo come se fossi nella sua figa. Alessandra, che era rimasta un po’ in disparte, si sedette di fianco alla sua amica e iniziò il suo gioco saffico accarezzandole la fighetta bruna. Ormai era fatta, ero entrato nel loro gioco.
Muovevo i miei fianchi sempre più velocemente, sentivo Cristina ansimare. L’unica cosa che volevo in quel momento era venirle in bocca. Avevo aspettato tanto tempo per questo e finalmente Cristina era mia. Sentivo Cristina mugolare col mio pene in bocca, la saliva iniziava a colarle dagli angoli della bocca. In quel momento sentivo di avere pieno possesso di lei, e questo mi dava un’eccitazione mai provata prima. Per sua fortuna venni in pochi minuti, quindi, le lascia la testa che scivolò sul cuscino. Cristina tossiva violentemente, aveva gli occhi rossi e le lacrime rigavano il suo viso. Respirando come un uccellino, cercava l’aria che col mio cazzo le avevo negato fino a un minuto prima. Nonostante tutto non disse una parola ed anzi, il gioco riprese dopo pochi minuti.
Cristina si stese sotto il corpo di Alessandra che le si piazzò sopra in modo che potesse leccargliela. Nel frattempo io baciavo le gambe di Cristina che le divaricò in modo che potessi penetrarla. Voleva il mio uccello, voleva che fossi il suo uomo. Iniziammo un amplesso convulso. Io penetravo Cristina mente lei leccava Alessandra. Un triangolo perfetto in cui io ero uno dei vertici. Sentivo l’ interno della mia coinquilina, sembrava più piccolina e stretta di quella di Alessandra. Il mio cazzo le sbatteva sul collo dell’utero provocandole un po’ di dolore. Aveva un seno perfetto che iniziai a massaggiare in senso antiorario, per poi afferrarle i capezzoli strizzandoli delicatamente. Cristina gemeva dal piacere. Le sue labbra erano tutte rosse come i frutti del peccato. Ero troppo eccitato. Sentivo che stavo per avere un secondo orgasmo.
“Vieni qui ora tocca a te nutrirti” rivolto ad Alessandra la quale immediatamente si avvicinò a me, lasciando Cristina.
Lo sperma avanzava veloce facendosi largo attraverso lo stretto lume del mio pene così come la lava in un vulcano. Ero in piena “ERUZIONE.”
“Deliziosa sensazione, sto venendo finalmente.”pensai. Due secondi ancora ed ecco lo tiro fuori porgendolo ad Alessandra che lo afferra iniziando a succhiare la cappella.
“Sììì, dai così brava ahhhh.” Abbondante il mio caldo succo scorse nella sua gola che accogliente non ne lasciava cadere neanche una goccia.
Che emozione, ero in estasi, inebetito dalla forza del mio stesso orgasmo.
Mi sedetti anch’io sul letto. Ero stremato, tremavo tutto e le braccia non mi reggevano ma ero felice per quello che era appena successo. Ci abbracciammo tutti e tre, guardavo sorridente la faccia di Alessandra. Cristina mi diede un bacio sulla fronte “Confessa, eri d’accordo con quella puttana dell’amica mia. Mi avete incastrato brutti bastardi. Di chi è stata l’idea?”
Le raccontammo del nostro piano e di quello che era successo durante le vacanze di Natale, lei annuiva con occhioni dolci. Non c’era nulla di erotico nel suo sguardo ma il cazzo mi si drizzò nuovamente, mi alzai in piedi mostrandoglielo davanti agli occhi.
“Diamine è nuovamente su. Mi sa che pretendo troppo se ti chiedo una pompa veloce, mica posso andare a letto in queste condizioni?”
Cristina guardò Alessandra con aria interrogativa. “Ma è sempre così?”
“Purtroppo sì. E’ sempre in calore sto porco. Poi dice che la troia sono io” rispose fissandomi” Ma non ti preoccupare so io come trattarlo” prese il mio cazzo con la mano destra guidandolo direttamente verso la bocca dell’amica che però lo allontanò infastidita.
“Uèèè. Che idee hai? Mi hai quasi soffocato prima, non ricordi. Non ci penso nemmeno a ripetere quell’esperienza”.
“Scusa tesoro” dissi in tono scherzoso ”ma tu sei così bella, non mi sono reso conto. E poi, la tua bocca è più morbida di una rosa. Ti giuro che non capiterà più e che d’ora in avanti sarò dolce e DOCILE come un agnellino. ”
“Hmmm. Non so se crederti o meno. Comunque, fammi vedere che sai fare” e si girò di spalle a pecorina sporgendo il culo verso di me.
“Mi hai fatto quasi godere prima mentre mi leccavi il culo. E’ ancora vergine e voglio che tu sia il primo. Ma fai attenzione, se mi fai male smettiamo.”
La guardai con adorazione, mi stava offrendo la cosa più preziosa che una donna potesse avere. Non il culo in se, ma la sua devozione nei miei confronti mi lasciava di stucco. Nonostante l’avessi quasi asfissiata sapeva che in fondo avrei colto quel fiorellino con dolcezza facendo di tutto per non darle alcun dolore.
Il sesso anale per molti rappresenta un tabù sessuale molto forte, una discarica sporca e puzzolente fonte di batteri e malattie. Ma non certamente per me perché è una cosa naturale e se vi guardate attorno vedrete che anche diversi animali lo fanno.
Iniziai a baciarle l’ano inumidendolo e lubrificandolo pian pianino per favorire la penetrazione. Infilai prima il mio indice e incominciai a massaggiare l’interno lentamente in senso orario, Cristina sembrava un po’ a disagio.
Infilai anche il medio accompagnando il movimento ritmico delle dita con le carezze sul suo seno. Nel frattempo Alessandra che guardava la scena si era seduta al nostro fianco iniziando a toccarsi tra le gambe.
Sentivo che Cristina stava iniziando a sciogliersi, le pareti diventavano sempre meno contratte per cui provai ad allargare le dita. Stava iniziando a piacerle e si vedeva. Ansimante muoveva i fianchi ritmicamente al mio tocco.
Decisi che i preliminari erano finiti e che finalmente ora era pronta per accogliermi dentro di lei.
Mi issai sul letto poggiandole la mano sul fondoschiena, piegando le ginocchia in avanti per arrivare alla giusta altezza, le allargai le chiappe e poggiai il mio glande sul suo forellino.
Vi giocai per qualche secondo continuando il massaggio prima di infilarlo nella sua patatina per lubrificarlo con i suoi stessi umori. Poi lo tirai fuori e passai al suo culetto. Le entrai dentro fino alla cappella, il canale era davvero stretto. Dovevo usare cautela altrimenti le avrei fatto molto male, ma io non avevo fretta. In effetti, avevo tutta la notte a disposizione. Cristina aveva gli occhi socchiusi e con la lingua si leccava il labbro superiore, i miei movimenti le tagliavano il fiato. Iniziai a penetrarla più in profondità. Non era facile mantenere i propri istinti e non partire a razzo aprendola in due come una cozza. Mi piegai sulla sua schiena sussurrandole all’orecchio.
“Non temere, avrò cura di te. Perché per me sei importante e voglio solo il tuo piacere”
La baciai sulla bocca, lei contraccambiò mentre ancora ansimava.
Quando finalmente anche l’ultimo centimetro fu dentro ed il canale totalmente rilassato capì che ormai la porta si era spalancata ed ero libero di muovermi a mio piacimento. Iniziai a pompare l’aria col mio bacino mentre il cazzo spariva dentro di lei, fino al momento in cui non iniziai ad avvertire l’inizio di quella sensazione che precede l’eiaculazione. Stavo per fermarmi e come aveva fatto fino a quel momento venire addosso alle mie partner. Ma improvvisamente un’idea mi balenò nella testa. Provare a godere dentro di lei. In fondo, non ero nella sua figa e non c’era pericolo di “combinare guai”. Alessandra nel frattempo aveva raggiunto il suo orgasmo venendo col suo fiotto caratteristico (solo in seguito scoprì che pochissime donne sono in grado di venire in quel modo chiamato in gergo squirting). Alla fine decisi di non uscire venendole dentro senza avvisarla. Sentivo il mio caldo spruzzo inondarla tutta, mai avevo osato tanto. Cristina sembrava impazzita muovendosi come una cavalla imbizzarrita. Si staccò da me portandosi la mano dietro. “Che fai? Nessuno lo aveva mai fatto. Perché ?” Alessandra la calmò dicendole che non doveva alterarsi in quel modo, che lo sperma non era pericoloso e che anzi le aveva lubrificato le pareti dell’ano rendendolo più morbido e limitandone l’irritazione dovuta alla penetrazione. Lei si calmò nuovamente per poi coricarsi sul lettone.
Ero venuto per la terza volta in pochi minuti, mi stesi sul letto felice e sorridente. Col mio braccio sinistro stringevo forte a me Cristina mentre con il destro Alessandra.
Quella sera ci addormentammo così… nudi, sporchi ma felici perché il sogno finalmente era diventato realtà e il triangolo sessuale alla fine era completo.
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