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Un triangolo d'autore


di carl_snake
31.03.2019    |    3.394    |    1 9.7
"Lui sapeva perché fossi così distratto e come se niente fosse, mentre finiva di riporre i bicchieri nel lavello, mi dice: "lei ci aspetta di la..."
Sì, lo ammetto, è un racconto frutto della mia fantasia. E’ forse un male ardere di passione e desiderio?

Ecco, io sono fatto così e come se non bastasse l’altra notte ho sognato una coppia conosciuta su questo sito, quello che si è creato è un mix a dir poco esplosivo!
Più che conosciuta intendo dire che ci ho scambiato qualche battuta, ma quanto basta per aver avuto il sentore delle meraviglie che cela, tanto che questa percezione si è legata alla parte più inconscia del mio cervello, ha sedimentato e ha cominciato a sbocciare tra le pieghe della mia fantasia…

...Durante un break nella mia intensa giornata lavorativa apro il sito e vedo la casella di posta illuminata; un bel (1) ad indicare che qualcosa stava bollendo in pentola. Apro e leggo il messaggio di Alice, la lei di coppia che gestisce il profilo: “ciao carl, sabato sera siamo liberi, vieni?”. Ho dovuto leggere il messaggio almeno un paio di volte per coglierne il significato purché estremamente semplice. Senza nemmeno aprire l’agenda rispondo: “certo! dove e quando?”.
Si, forse è una sequenza di messaggi fin troppo semplice e lineare per essere reale, ma dopotutto in un sogno tutto è permesso, no?
Seguono così i dettagli logistici, l’incontro è fissato per sabato sera a casa loro, sono al settimo cielo! ‘wow’ continuo a ripetere tra me e me, nella mia testa le complesse formule matematiche avevano lasciato il posto a quella coppia così affascinante che come una complessa equazione cominciava ad assorbire l’attenzione di ogni mio neurone.
Era solo lunedì ma ormai potevo pensare esclusivamente a quell'imminente incontro, ero proiettato già verso sabato.

E’ un piacere guidare in A4 il sabato pomeriggio, la pianura padana sfreccia veloce tanto quanto il mio cuore sobbalza nel petto. Emozionato? Un poco, ma non abbastanza da giustificarlo. Spaventato? No..da cosa? Eccitato? Sì, eccitato, e più vagavo con la mente pregustando gli istanti che avrei vissuto più sentivo stringere i miei pantaloni come una morsa letale. Di tanto in tanto la prudenza riprendeva il controllo dell'auto facendo scemare il tutto, un processo antipatico come svegliarsi da un bel sogno scosso dallo strillare della sveglia mattutina. Questo susseguirsi di razionale ed irrazionale mi ha accompagnato per tutto il viaggio, comparendo e svanendo diverse volte fino a quando ho finalmente parcheggio l'auto sotto il civico che mi ero appuntato.
Suono il campanello.
Salgo le scale.
La porta è socchiusa....Entro e vedo Roberto.
Roberto è un ragazzo di bella presenza, cordiale e sorridente. Mi mette subito a mio agio offrendomi qualcosa da bere e seduti sugli sgabelli disposti attorno all'isola della cucina ci scambiamo qualche battuta per stemperare il primo impatto, frasi corte e concise, un educato botta e risposta che lasciava però intendere una sorta di mia distrazione. Lui sapeva perché fossi così distratto e come se niente fosse, mentre finiva di riporre i bicchieri nel lavello, mi dice: "lei ci aspetta di la. Adesso andiamo…”

Bastarono quelle manciate di minuti per sentirmi bene in quell'appartamento così intimo e familiare, dove le pareti tinteggiate di un grigio tenue sostenevano qua e là stampe di uno spiccato tono turchese...una combinazione di colori alquanto insolita ma piacevole.
Guidandomi attraverso un paio di porte arriviamo fino ad una stanza buia dove le fiamme di diverse candele poste a ridosso delle pareti danzano veloci, era la prima volta che vedevo Alice.
Alice è lì di fronte a me distesa prona su di un sottile materassino, le braccia conserte a modi cuscino le sostengono la fronte quanto basta per garantirle una posizione comoda. E' immobile. Non posso fare a meno di lasciare camminare il mio sguardo veloce sulla sua pelle, dal collo giù per la schiena fino ad incontrare un asciugamano adagiato sulle gambe il cui lembo era in parte sul sedere ma senza nascondere il fatto che fosse già completamente nuda. La mia bocca si asciuga, è tutto così perfetto. È tutto così interessante...
"Ehm..Ciao…sono Carlo"
"Ciao"
Nulla più. Non un movimento, Non un’ altra parola a condire quel primo approccio. In quel ’ciao’ potevo sentire il suo cuore scoppiarle nel petto.
Roberto avvicinandosi al mio orecchio mi suggerisce di mettermi comodo perché di lì a poco avremmo cominciato a farle un massaggio. Ecco cosa avremmo fatto! Sono contento di fare parte di quel piano studiato e forse ricorrente, ad ogni modo veramente intrigante.
Non me lo faccio ripetere. Rispecchiando i suoi gesti rimango in maglietta e boxer, raccolgo dalle sue mani una saponetta dal profumo di arancia e lavo via la tensione dalle mie mani in una tinozza di acqua tiepida.
È lui a guidare ogni rituale. Roberto è in ginocchio alla sua sinistra, io a destra. Quattro mani, due conosciute e due sconosciute si stanno avvicinando lentamente al corpo di Alice, lei lo sa e resta immobile in un'inesorabile attesa…ed è così che con i palmi ricchi di olio di mandorla cominciamo a sfiorare il suo corpo. La sua pelle è vellutata e calda, è un piacere toccarla ed affondare i pollici nella sua muscolatura ben formata ma che sembra essere rigida come se Alice fosse intimorita da quello che stava accadendo attorno a lei.
'Mamma mia quanto è bella quella schiena così definita, dei fianchi così sensuali non li ho mai visti' penso tra me e me mentre Roberto prende posto sulle spalle ed io mi concentro sulla schiena passando su e giù lungo la colonna, ad ogni passaggio sfioro i suoi glutei mezzi scoperti ma senza toccarli apertamente. Non voglio prendermi una libertà che ancora non mi è stata concessa, sappiamo tutti perché ci troviamo in quella stanza ma ogni cosa ha il suo tempo e deve germogliare da sola, senza forzature ma solo attendendo che i nostri corpi e le nostre menti si uniscano tra loro in un triangolo equilibrato. Sembra scontato ma l'attesa viene premiata, la luce soffusa ed il tepore che emanano i nostri corpi creano un'aura erotica a cui inconsapevolmente ci abbandoniamo e piano piano, complice la precisa pressione delle nostre dita, sentiamo i suoi timori sciogliersi.
Roberto se ne accorge e le sussurra qualcosa all' orecchio. Non colgo il contenuto ma come d'istinto mi sento in dovere di dirle qualcosa anche io.. "Quanto sei bella" ..mentre le mie mani già più coraggiose approdano finalmente sul tondeggiante fondoschiena senza provocare alcuna reazione apparente. I glutei sono rotondi e solidi sicuramente frutto di ore spese in palestra, i miei pollici affondano con fatica mentre l'ampiezza di ogni movimento rotatorio è studiato per indagarli sempre meglio.

E' ormai chiaro che sta cominciando a crearsi un rapporto di reciproca fiducia così Roberto decide di ampliare il nostro raggio d'azione... le scopre le gambe e comincia a massaggiare quella accanto a lui cingendola con entrambe le mani e chinato su di lei si sposta dalla coscia fino a raggiungere la punta dei piedi per poi tornare al punto di partenza. "Vieni qui anche tu!". Lui da una parte, io dall'altra lavoriamo sincroni quasi fossimo una coppia affiatata di massaggiatori professionisti.
Spostandomi verso i piedi di lei posso intravedere le labbra della sua vagina stretta tra le cosce, non un pelo su quel lembo carnoso. Roberto guardandomi assorto da quella visione sembrava godere della mia attrazione verso la sua donna…posso percepire il suo desiderio di concedermela, lasciare che un estraneo arrivi ad entrare dentro di lei, non solo fisicamente ma anche e soprattutto mentalmente. Sa bene che lei è solo sua, ed è per questo che tutto diventa possibile...
Con un sorriso malizioso stampato in faccia torna al suo lavoro. A ogni passaggio risale fino l'inguine con un movimento ad uscire come se volesse spostare la gamba di Alice verso il bordo del materassino. Un millimetro alla volta...lento ma inesorabile. Calibrato...
"ti piace"?
"Molto"
Risponde lei anticipando una mia risposta che sarebbe stata inopportuna ed ingenuamente identica a quella di Alice.

I minuti passano veloci e noto con piacere che le sue gambe si aprono sempre più facilmente fino a quando con un movimento brusco ma elegante, pur sempre rimanendo prona, cambia posizione alzando la gamba sinistra verso il suo uomo così da liberare l'intera vagina al nostro sguardo e al nostro desiderio. Roberto ne approfitta subito ed entra gentilmente con un dito tra quelle labbra perfette. Quando esce riesco a vedere gli umori luccicanti bagnarle la pelle e poco dopo a sentire dei lievi gemiti provenire dalla sua bocca.
Provo invidia per Roberto, vorrei essere io l’artefice di quel piacere, ma allo stesso tempo sono grato di poter essere parte di quel gioco erotico e intrigante.

Guardo Roberto per chiedere un consenso a partecipare attivamente, ma mi fermo di fronte ad un chiaro gesto di dissenso, così lui continua imperterrito ad assecondare quello che lei aveva implicitamente chiesto e ottenuto, mentre io resto spettatore passivo di quegli istanti interminabili.
Vedendolo affondare in una leggera penetrazione posso immaginare la punta del suo dito immerso in lei, posso vedere gli umori abbracciati alle sue dita portati fin sul clitoride in modo da lubrificarne il tocco.
Un gesto che conosco bene ma che non avevo mai analizzato tanto bene. La penetrazione è seguita da una leggera contrazione dei glutei mentre il movimento rotatorio sul clitoride pizzica le corde del suo godimento. La mia eccitazione è tantissima, eretta in quei boxer che tutto d'un tratto sembrano troppo piccoli. Desidero liberamene, desidero masturbarmi per assecondare il nervoso che ho tra gambe...desidero riversarmi su di lei....possederla... Ma resto a lato, paziente osservatore di un binomio perfetto. In quella relazione empatica che comincia a nascere voglio immaginare i pensieri di Alice, nuda al cospetto di un perfetto sconosciuto, la battaglia interiore tra il ritrarsi intimidita e lasciarsi andare al piacere più estremo. Il suo desiderio a cui si aggiunge quello del suo uomo le permette di lasciarsi andare sempre più, l'asticella si alza così come l’appagamento che ne consegue e che riecheggia in quella stanza.

Il ritmo delle dita di Roberto sul clitoride di Alice si fa più ritmico e veloce, così come i movimenti del suo bacino che comincia a fluttuare sinuoso a un palmo da terra mentre la stanza si riempie di gemiti sempre più concitati. Non sono più strozzati in gola come quelli di pochi minuti prima, ora sono proprio gridati tanto che rimango stupito dall'intensità della sua voce che ancora non conoscevo. Quel sublime contorsionismo sembrava non dovesse finire mai, ma Roberto si ferma quando vede Alice allungare la mano per prendere qualcosa....
Incredibile! Ero più di mezz’ora in quella stanza e non mi ero accordo di quel "tessuto" posto a pochi centimetri dalla testa di lei.
Non ero sicuro di cosa si trattasse fino a quando Alice completa il nodo dietro la sua nuca, quel foulard era ben stretto sui suoi occhi prima ancora che il suo viso si fosse allontanato di dieci centimetri da terra.

Era stato un gesto così ben fatto che sembrava provato e riprovato. Probabilmente era sua consuetudine bendarsi, ma perché? Per non essere “riconosciuta” ? per rendere quegli istanti quasi un sogno ad occhi aperti?
Beh onestamente penso la seconda, come fosse un modo per vivere quella situazione senza poterne cogliere tutti i particolari, un po’ come accade nei sogni quando sai tutto senza conoscere tutti i dettagli. In questo modo Alice poteva essere protagonista di un gioco intrigante restando però elevata in un'altra dimensione senza avere la possibilità di incrociare lo sguardo di quello sconosciuto che avrebbe potuto risvegliarla proprio sul più bello...

Ora lei è in ginocchio. Bendata. Rivolta verso di noi.
Le trecce le scendono birichine sulle spalle. La benda copre solo parte del viso permettendomi di osservare la sua bocca rosso fuoco e una serie di nei talmente ben distribuiti da renderla irresistibile. Il resto del corpo non è una sorpresa: un fisico snello e atletico, i seni sono sodi ed abbondanti con le aureole chiare grandi quando basta per desiderare di baciarle avidamente ed inglobarne i capezzoli.
Perfetta. Non so quante volte le stavo ripetendo che era bellissima, credo parecchie dato che cominciava a sorriderne imbarazzata...

In un attimo, a tentoni, si avvicina a noi. Roberto la raggiunge sul materasso e comincia a baciarla.
Un semplice bacio a stampo diventa più profondo fino a sfociare in un atto carico di passione restando però sempre controllato ed elegante.

Sono interdetto da quella scena così semplice quanto erotica ma Roberto mi chiama all'ordine! Con un gesto preciso della mano mi invita a raggiungerli. Non perdo tempo e dopo essermi sfilato la maglietta, come un felino mi posiziono appena dietro di lei con il mio petto tanto vicino alla sua schiena da percepirne il tepore. Le afferro i fianchi come se non dovessi lasciarla andare mai più e avvicino le mie labbra vogliose al collo.
Erano mesi che sognavo questo istante. Giorni che non potevo pensare ad altro.
Al primo timido bacio Alice si irrigidisce lasciando trasparire un brivido sulla sua pelle, ma come un contrappasso cede al mio desiderio tanto da chinare il capo di lato per lasciarmi più spazio ed invitarmi a continuare mentre il suo respiro si fa più affannoso.

Eravamo tre ma un tutt’uno. Mi muovo all'unisono con loro e loro con me.
I nostri corpi si sfiorano e si toccano con rispetto, decisione e desiderio. Le mie mani risalgono dai fianchi fino a posarsi sui suoi seni abbastanza grandi da non riuscire a contenerli tutti. Caldi. Sodi.
Continuo a baciarle il collo quando Roberto si alza e sfila i boxer liberando un pene duro che avvicina alla sua bocca. Sono così vicino al viso di lei che posso percepire il profumo di sesso che emana mentre Alice lo accoglie nella sua bocca.

Mi allontano di un passo per osservare meglio quella scena. Le mani di Roberto le guidano la sua testa avanti e indietro... avanti e indietro...mentre Alice lo assapora avidamente in tutta la sua lunghezza e spessore. Non riesco a starmene in disparte, ormai sono parte di quel connubio e il mio postò è li con loro, così torno accanto ad Alice, raccolgo gentilmente la sua mano destra e la poso sul mio petto. La mano è tiepida e le sue dita affusolate cominciano a scendere leggere sempre più giù fino a verificare la mia eccitazione. La sua presa decisa è accompagnata da un mugugno di approvazione...se solo sapesse cosa provo, se solo sapesse quanto la desidero, se solo sapesse quanto vorrei baciarla sulla bocca, sui seni, tra le gambe, leccarle ogni goccia di piacere, coccolarla con dolci tocchi volti a darle il piacere che merita e che cerca, entrare dentro di lei e stretto nel suo caldo ventre battere colpi lenti e precisi seguendo l'incalzante incedere delle scosse del suo godere....
Quel che è certo è che sembra le piaccia impugnarmi e sentire l'effetto che mi sta facendo. Interpreto quel gesto come un invito a liberarmi di tutti i miei indumenti mentre lei stringendo il mio pene comincia un lento e preciso movimento di polso...aaahhh che liberazione!

Un attimo dopo la mia mano è già tra le sue gambe e le mie dita strette tra loro premono su quel clitoride gonfio di piacere…Eccoci qui. Tutti nudi. Pronti a godere gli uni degli altri….


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