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Prime Esperienze

Milano segreta


di carl_snake
23.08.2017    |    5.715    |    1 9.2
"Erano due mesi che passavamo 15 minuti uno accanto all’altra, e forse non ero solo io a cercare lei..."
Sono due anni che non vedo ne sento Michela, o Micky come ero abituato a chiamarla anche nei momenti più intimi.

Sono due anni che ogni giorno, quando il getto d’acqua della mia elegante doccia mi accarezza i capelli fino ad offuscarmi la vista, rivedo quelle stesse gocce scendere leggere sulla sua pelle di pesca. Sì, quella pelle così morbida e profumata da sola era capace di svegliare il mio più forte desiderio di accarezzarla. Morderla. Possederla. Non solo il mio, ma anche il desiderio di qualsiasi persona la incontrasse, per strada, in coda al supermercato o i più fortunati nell’affollata metro rossa durante il suo quotidiano viaggio attraverso il capoluogo lombardo.

Proprio lì l’ho vista la prima volta. Mi era così vicina che oltre al suo profumo di vaniglia sentivo il calore del suo corpo. Quella ragazza dai capelli d’arancia aveva un’aurea così magnetica che tutte le mie energie erano concentrate nel mantenere il mio avambraccio nudo così vicino al suo da percepirne la presenza cercando di far apparire la cosa una necessità in quell’agglomerato di persone.
Ad ogni suo movimento seguiva il mio e quel contatto era sempre più deciso. E’ stata la prima volta che la sua pelle di seta mi provocava un brivido capace di spezzarmi il fiato.
Sarebbe successo tutti i giorni su quello stesso tragitto, dal lunedì al venerdì. Passando dall’avambraccio alla mano. dalla mano agli occhi.
I suoi occhi. Due gemme di topazio. perfetti. Incorniciati da un filo di trucco nero su quella sua carnagione di porcellana. Non so quanto tempo sono rimasto a guardarli, ma sicuramente tanto da perdere la mia fermata. Micky (ancora non conoscevo quel nome) se accorse e abbozzò un sorriso malizioso. Anche io le sorrisi del tutto inebetito e colmo di vergogna per essere stato scoperto in quel mio gioco erotico segreto.
“io scendo alla prossima”. Furono queste le sue prime parole. Io le sorrisi e ci fu silenzio fino all'apertura delle porte.
“dove andiamo?”
“prendi un caffè?”
“sì”

Solo davanti a quel dito di caffe bruciato mi accorsi di quanto fosse tutto così naturale. Erano due mesi che passavamo 15 minuti uno accanto all’altra, e forse non ero solo io a cercare lei. Non eravamo degli sconosciuti anche se avevo sentito la sua voce solo da pochi minuti.
E mi raccontò di lei, del suo lavoro, dei suoi studi, dei suoi sogni. E io gli raccontai dei miei, e le confessai il mio sogno più grande: rivederla.

Fu così che al secondo appuntamento dopo quel lunghissimo venerdì di lavoro, dopo un ora e mezza passata in enoteca a chiacchierare e bere come una coppia affiatata fummo colti entrambi dalla passione. Ci baciammo per strada come non mi era mai capitato, scrutando l’uno il corpo dell’altra con le nostre mani curiose e impazienti. Un taxi chiamato al volo ed eravamo a casa sua. Un appartamento piccolo ma ordinato, profumato di lei. Neanche il tempo di chiudere la porta che eravamo già nudi. Era la prima volta che vedevo il corpo di una dea. Non posso più dimenticare il cuore che mi scoppiava nel petto e la bocca asciugarsi mentre le mie labbra sfioravano il suo collo. Le sue spalle. Il suo seno che stava tutto nella mano. Il suo capezzolo piccolo ma così turgido da schiudermi le labbra.

Non un pelo su quel corpo. Accompagnò la mia mano sul suo monte di Venere e poi giù tra le gambe dove mi aspettava un lago cristallino. Il suo clitoride aspettava le mie dita e i suoi sospiri alimentavano i miei. Non ho mai sentito gemere una donna con tanta serietà mentre la mia lingua allargava le labbra della sua vagina e danzava sul suo grilletto.
Fu lei a prendere l'iniziativa e sedersi su di me, facendo entrare tutto il mio membro nel suo sesso. Non ho mai capito come facesse a farmi godere tanto, avrei voluto durasse per sempre, avrei voluto vivere dentro di lei. Il suo piacere era il mio, ero in un vortice di assoluta passione.
Era venuta! Forse la prima volta che pensavo al piacere di una donna e non del mio.

“Continua ti prego” mi sussurrò all’orecchio.

Non avevo alcuna protezione così quando uscii dalle sue gambe perché vicino all’orgasmo me lo prese tra le mani, a quel tocco leggero e deciso eruttai tutto me. Tutto il mio piacere, il mio desiderio, la mia violenza, la mia dolcezza e tutto il mio sperma caldo e profumato.

Mi sorrise, “Ancora”.
Facemmo sesso e l’amore tutta notte fino a quando stremati ci addormentammo uno addosso all’altra.

La mattina durante la doccia insieme mi confessò di essere ninfomane. Non ho mai capito se fosse l'esito di un una visita psicologica o la sola constatazione di non poter stare 12h senza fare sesso.
Ormai sapevo che non ero e non sarei mai stato il solo uomo nella sua vita, me lo aveva fatto capire solo come le donne sanno fare.
La cosa rimbombò nella mia testa neanche avessi ricevuto un pugno aumentando però l’eccitazione di quel momento.
Lei mi lasciò fare del suo corpo quello che volevo mentre si rilassava sotto l’incessante getto caldo.
Guardavo i rivoli d’acqua che solcavano la sua pelle. Ero geloso di loro che erano capaci di lasciare un segno su quella pelle sacra.

Avrei dovuto conviverci con la gelosia. Penso sarei impazzito nel tempo, ma ogni mattina mi bastava passarlo abbracciato a lei mentre andavo al lavoro.
Mi bastava poter passere con lei 2 o 3 notti alla settimana. Il teatro non era più il suo letto ne il mio, ma auto, prati, panchine..Il mondo intero era il nostro palco, Milano il nostro pubblico la notte il nostro mantello.

Con lei ho scoperto la paura e l’adrenalina di essere guardato da sconosciuti negli atti più intimi, il piacere che brucia nelle vene e nelle tempie dove il sesso diventa sempre più violento, più duro come dovessimo consumarci a vicenda.

La mattina che non la vidi in metro andai in paranoia. Non la vidi nemmeno il giorno dopo ne quello dopo ancora. Ne fui distrutto, la mia anima ne porta ancora la ferita.

Sono due anni che non vedo ne sento Micky. Non so dove sia. Non so con chi sia. Ormai è solo un lontano ricordo che osservo come fosse sul fondo di una bottiglia di vino vuota.

Ogni giorno nel mio procedere incerto in questo strano mondo cerco una nuova Micky, cerco una persona con cui vivere all’altezza delle mie trasgressioni.




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