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trio

incontri metropolitani


di melonius
11.11.2019    |    521    |    2 9.8
"Da quella posizione per guardarla dovevo girare leggermente la testa, e lei lo sapeva bene… le sue gambe non stavano ferme un attimo, accavallandosi in un..."
… Eccoci di nuovo seduti uno di fronte all'altra… ormai succedeva spesso, almeno tre o quattro volte la settimana.
Prendevamo tutti e due la metropolitana alla stessa ora, trenta minuti di nulla, che alcune volte passavano leggendo, parlando al telefono oppure stuzzicandoci con lo sguardo…
Il suo nome non lo conoscevo… non ci eravamo presentati, ma giorno dopo giorno alcuni brandelli della nostra vita finivano per caso nelle orecchie dell'altro.
Non notarla era impossibile, sapevo come si chiamava che era di fuori città, dove tornava a vivere il week end a casa dei genitori…
Camminava sempre abbarbicata su di un paio di tacchi vertiginosi che la rendevano ancora più alta, scendevamo alla stessa fermata di metro e lavoravamo nello stesso centro direzionale…
Spesso indossava jeans o pantaloni che le avvolgevano come una seconda pelle il sedere più provocante che avessi mai visto.
Le sue natiche erano sodissime e danzavano in modo osceno ad ogni suo passo.
Lucia così si chiamava, doveva avere poco meno di trent'anni, alta e magra quasi senza seno, portava i capelli corvini lisci e lunghissimi ad incorniciare un viso dai lineamenti eleganti a cui dava carattere un naso importante … Nel complesso il suo volto ricordava quello di una bellissima nativa americana.
Ormai mi consideravo parte del suo quotidiano e mi sembrava che la cosa le desse sicurezza, viaggiare nello stesso vagone in mezzo ad altre persone che immancabilmente erano lì ogni giorno mi da va un certa confidenza...
Saliva sempre alla fermata dopo della mia, in genere la metro era stracolma … quindi a volte studiavo le sue mosse e aspettavo che facesse una mossa per farne una io e seguirla con circospezione … aspettavo che il fiume di gente lasciasse qualche posto per sederci …. giorno per giorno la confidenza e l’abitudine sembrava renderci sempre più conoscenti …
Un giorno con la metro piena zeppa di gente mentre eravamo in piedi, uno a fianco all’altra, una frenata brusca l'aveva fatta finire letteralmente tra le mie braccia.. per un istante l'avevo stretta tra le dita, i suoi glutei di marmo si erano appoggiati casualmente al mio corpo mentre le mie mani l’avevano sostenenuta.
Mi era sembrato non avesse avuto fretta di abbandonare quel abbraccio casuale, maliziosamente lasciandosi cullare come se si fosse abbandonata con un tuffo di schiena all'abbraccio del mare… "Scusami, forse dovrei passare alle ballerine"… la sua affermazione d’impatto…
Le sorrisi compiacente e le risposi che sarebbe stato un crimine contro l'umanità … scoppiò in una risata allegra, mentre il calore del suo corpo si staccava a malincuore dal mio…
poco dopo si liberò un posto un po’ distante e lei lo andò ad occupare.. ma a turno i nostri sguardi si alzavano e cercavano l'altro per qualche istante che sembrava non finire mai…. Almeno così mi sembrava..
Scendiamo alla fermata consueta per andare al lavoro e per la prima volta ci salutiamo sorridendo timidamente, le lascio il passo per osservarla da dietro e ammirare il suo culo tornito e fare “ cattivi pensieri” che mi avrebbero seguito per l’intera giornata rendendomi il lavoro più leggero… mi gustavo ogni suo movimento fino a quando spariva nella portineria del palazzo a fianco di quello dove lavoravo …
Una mattina come accadeva tutti i venerdì notai che il suo abbigliamento meno formale del solito, indossava una gonna sopra il ginocchio ed una camicia di raso azzurra che teneva sbottonata in modo generoso.
Quando era salita avevo già trovato dove sedermi, la vidi attendere che si liberasse un posto da dove i nostri sguardi potessero incrociarsi con facilità…
Occupavo l'ultimo seggiolino della fila.. non sedette di fronte a me come aveva fatto altre decine di volte, si mise alla mia sinistra seduta sulla coppia di sedili che erano posizionati di fianco alla porta del vagone perpendicolari al senso di marcia.
Da quella posizione per guardarla dovevo girare leggermente la testa, e lei lo sapeva bene… le sue gambe non stavano ferme un attimo, accavallandosi in un malizioso gioco che mi regalava scorci di lei tra le ombre della metro e le sagome di chi le passava davanti per scendere.
Il treno uscì in superficie ed il sole proiettò maliziosamente i suoi raggi sulla sua pelle … mi sembrava di vedere il bordo di pizzo di autoreggenti … o forse era a mia fantasia ed erano dei collant ricamati … la carne della sua pelle però rifletteva le luminose lame di luce offrendomi uno spettacolo intenso.
Le gambe con i tacchi appoggiati al tubo metallico che faceva da poggiapiedi al sedile erano aperte in modo provocante, dal finestrino la luce filtrava pennellando tra le sue cosce i colori della sua carne, offrendomi lo spettacolo che ammiccava da sotto la gonna.

Mi sentivo eccitata, sentire gli occhi di un uomo addosso mi provocava degli intensi brividi di piacere, ero sempre stata maliziosa ed esibizionista, e quella mattina quando avevo deciso di lasciare le mutandine nel cassetto, lo avevo fatto con uno scopo ben preciso.
Quell’uomo bello e inquietante era diventato prima un enigmatico compagno di viaggio, poi un abitudine ed alla fine una tentazione alla quale non avevo più nessuna intenzione di resistere.
Tenevo le gambe socchiuse, sapevo che il suo sguardo cercava tra le mie cosce, sfamandosi della mia morbosa nudità, fermata dopo fermata l'ufficio si avvicinava ed io ero sempre più risoluta nell'idea di farlo impazzire dal desiderio.
Le porte si aprirono alla fermata dell'ospedale, un torrente di varia umanità si riversò nel vagone riempiendolo completamente.
Lo vidi lasciare il posto ad un anziana signora che era appena salita, da prima pensai ad un gesto di gentilezza ma quando si mise davanti a me con il corpo appoggiato a pochi centimetri dalle mie gambe capii che era solo una scusa.
I miei occhi cercarono i suoi da sotto gli occhiali da lettura che indossavo, poi lentamente reso invisibile dalla massa e dalla confusione il mio piede andò a cercare lentamente il suo polpaccio.
Mentre ne percorrevo la lunghezza potevo sentirne il vigore, i suoi pantaloni si erano gonfiati spudoratamente facendomi immaginare le proporzioni di un asta interessante per le dimensioni…

Vidi le due signore sedute dietro di lei alzarsi, ne approfittai per sedermi nel posto lasciato libero, ero nell'ultimo sedile, nascosto dalla fila dove lei stava seduta e potevo ammirare il suo collo esile e i lineamenti eleganti.. mi aveva provocato sensualmente in modo sfrontato, non le ero mai stato così vicino prima d'ora e l'unica cosa che desideravo era passarle le dita sul corpo…
Mi avvicinai da dietro al suo orecchio inebriandomi del suo profumo… e mi gettai nella proposta oscena … al limite non su muove pensai… e preso coraggio le dissi "Spostati dietro!" sussurrandole al suo orecchio.. d dopo qualche istante con mia grande sorpresa come un automa, si alzò e venne a sedersi di fianco a me facendomi sentire un assaggio delle sue cosce, senza guardarmi neppure in viso, semplicemente appoggiò il quotidiano sulle gambe e impercettibilmente lascio' salire la gonna scoprendo l'elastico delle autoreggenti.
Le feci scivolare dolcemente e con naturalezza la mano fra le gambe mentre fingeva una totale indifferenza, guardandosi intorno con fare quasi distratto …. la punta delle mie dita sfiorarono il suo intimo trovando un clima e umido e disponibile, pronto ad accogliermi ….
Con un impercettibile movimento del bacino si spostò e mi permise di introdurre dentro di lei due dita… quasi fossero un grosso cazzo… una smorfia di piacere si stampò seminascosta sulle sue labbra e allora mossi il pollice verso l’alto per stimolarle maliziosamente il clitoride…
La sentivo bagnata abbondantemente e nonostante un fremito iniziale il suo volto tornò ad essere impassibile di ghiaccio quasi distratta… mentre la mia mano le frugava l’intimo con maggior decisione.
Le fermate si susseguivano veloci, ero concentrato sul suo clitoride, sentivo che faticava a mantenersi indifferente.
Ad un certo punto mi arpiona il braccio con una mano, la sento irrigidirsi mentre le sue unghie mi danno un piacevole dolore nella carne, percepisco il movimento del suo bacino mentre si contrae in preda al piacere e poi un abbondante getto di fluidi densi la bagna completamente.
Di fianco a noi un giovane studente dall'aspetto atletico, con lineamenti marcati e uno sguardo da vero teppista l'unico spettatore a cui era visibile lo spettacolo...

Lucia si era accorta di essere guardata già da qualche fermata, il ragazzo si massaggiava ritmicamente il membro spudoratamente duro.. e lo metteva oscenamente in mostra agli occhi di lucia attraverso il tessuto dei jeans lisi che indossava ...

Il viso di Lucia era una maschera di impassibile indifferenza, aveva fatto scivolare a terra di proposito il giornale perché il ragazzo potesse gustarsi lo spettacolo della mia mano che scompariva sotto la sua gonna...

Quando venne cercò i suoi occhi, la cosa mi lasciò spiazzato, un lampo di assurda gelosia mi fece ritrarre la mano su cui Lucia aveva letteralmente inondato il suo piacere…

"Non te la cavi con così poco porc.... alla prossima fermata scendiamo così mi offri la colazione e poi andiamo nel bagno del bar e ripulisci tutto il disastro che ho qua sotto…" Disse...
Le feci un cenno di assenso con il capo, le proporzioni della mia erezione erano vergognose e lei ne era ben conscia, soppesava con lo sguardo le dimensioni del mio cazzo imprigionato nel tessuto dei pantaloni...
La sua bocca si avvicinò al mio orecchio ed inizio' a sussurrare come una incantatrice di serpenti.
"Bravo...vedrai che ti piacerà leccare tutto, mi hai fatto allagare… però prima devo sistemare il ragazzo al tuo fianco… tutto quel miele mescolato nella mia fica... non ti fa schifo la sborra vero porco?"... annuii in preda alla eccitazione che mi pervadeva..!!!
Scendemmo alla stazione e in tre ci dirigemmo al bar… andai alla cassa per ordinare la colazione per tutti e tre… mentre loro si diressero al bancone … Luisa si dimenava impercettibilmente e il ragazzo era in preda ad un fremito irresistibile … Mentre erano la bancone a sorseggiare il caffè lei chiese dove fosse il bagno … il barman le diede la chiave indicandole la direzione … si doveva scendere delle scalette ripide quasi in un antro e aprire la porta del bagno … Lei si diresse verso le scale e prima di sparire lanciò una occhiata di intesa al ragazzo …. Feci lo scontrino e mi diressi al bancone … e mentre aspettavo il mio cappuccino lui si diresse verso le scale e lo vidi sparire …. il barista indaffaratissimo tra i tanti clienti non si accorse di nulla … sorseggiai il cappucino in attesa .. immaginavo quello che avrei trovato entrando nel bagno del bar, una sequela di sequenze fotografiche si acavallavano nella mia mente... fantasie che mi gonfiavano ancora di più i pataloni e la voglia.. lei con le gambe allargate, il culo poggiato sul lavanino e la visione oscena della sua fica sbrodolata... il ragazzo con il cazzo duro turgido che le faceva scorrere la cappella dolcemente nella fica e poi la pompava... lei poggiata di spalle al muro con la gonna tirata sù e le gambe divaricate .... il profilo della sua pesca in evidenza da dietro e il ragazzo che la penetra da dietro grugnendo e inondandola di liquido caldo... ero eccitatissimo.... avevo ancora sulla lingua il sapore del cappuccino poggio la tazza sul bancone e mi dirigo verso le scale e mentre scendo la porta che si apre e il giovane montone esce senza neanche guardarmi negli occhi, si sistema la cerniera dei jeans e sale gli scalini... entro mi giro e chiudo la porta a chiave e la scena mi colpisce...
Lucia appoggiata al lavandino, la gonna arrotolata in vita, tra le cosce un rivolo di sperma che il giovane maschio le aveva appena spruzzato nella fica..

e con uno uno sguardo tra il lascivo e l'imperioso mi dice : "Ora vieni a pulirmi la fica, io per oggi di cazzo ne ho avuto abbastanza.. se fai il bravo ti permetterò di farti una bella sega mentre lo fai..."
Il suo sguardo altero non ammetteva repliche, mi sistemo tra le sue cosce e lascio che il sapore acre dello sconosciuto mi scivoli in gola... dopo pochi colpi schizzo copiosamente tutto il mio piacere inondando le piastrelle del pavimento continuando a leccarla fino a farla venire di nuovo … un sussulto quasi strozzato improvviso la fà sussultare.. il suo bacino preso dall’orgasmo la agita e freme di piacere per qualche istante….
Poi mi scosta … si miette eretta e mi chiede … :"ti è piaciuto vero porco ???.." e rimane a guardarmi imperiosa e sprezzante dall'alto in basso....!
Si dà una sistemata alla meglio si asciuga le gambe dalla sborra calda che le era colata …. Si abbassa la gonna … apre la porta e risale le scale salutandomi con … “Grazie della colazione … Ciao”..
Fu l’ultima volta che la vidi …..!!!!
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