trio
"Sesso con un uomo e mia moglie che guarda."


30.06.2025 |
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"Per un attimo tutti i loro muscoli rimasero contratti, poi, lentamente si sciolsero..."
In quel posto segreto che è la nostra mente, tutto è permesso. Non esistono regole, non ci sono confini. In quel posto tutto è possibile. Lì dentro le nostre fantasie giocano con il proibito, ecco perché troppo spesso rimangono prigionieri lì dentro. Eppure è proprio in quel luogo segreto che spesso è nascosto ciò che più ci eccita. Naturalmente Il desiderio di farli emergere c’è, ed è anche forte, ma quella combinazione con quello che viene considerato proibito ci frena, ci blocca e ci limitiamo a fantasticare.Eppure succede che qualcuno non si accontenti solo di immaginare. Qualcuno, di tanto in tanto, ce la fa ad agire, anche se con fatica, perché non è facile per nessuno trasformare pensieri proibiti in realtà.
È stato così che li ho conosciuti. In una chat di annunci erotici. Lui e lei – una coppia. Affiatati, intriganti, maledettamente curiosi. All’inizio le nostre chat erano quelle di sempre, quelle che servono solo a conoscersi: qualche curiosità, un po’ di ironia, frasi leggere per rompere il ghiaccio.
Ma man mano che andavamo avanti nelle nostre chat il terreno diventava sempre più scivoloso. Era un po’ come muoversi su un sentiero disseminato di ostacoli, un gioco sottile fatto di passi lenti, accenni, ritrosie.
Loro sapevano bene cosa desideravano ma volevano tastare il terreno, lanciare piccoli segnali, studiare le mie reazioni. Ogni risposta era per loro un indicatore, un segnale da interpretare. Volevano capire fino a dove potevano spingersi, cosa potevano svelare. Non era improvvisazione. Era strategia. E io? Io facevo lo stesso. Calibravo ogni frase per non rovinare tutto, per non sbilanciarmi troppo presto. Era come una danza a distanza, un tira e molla con cui ci si avvicinava sempre di più, un centimetro alla volta.
C’è stato un momento preciso in cui la nostra storia ha cambiato decisamente direzione. È stato quando, una sera, sullo schermo mi hanno scritto messaggio:
“In effetti, siamo alla ricerca di qualcosa che vada un po' oltre le dinamiche che conosciamo, ma non è facile trovare la persona giusta. Ci piacerebbe esplorare un aspetto della nostra relazione che non abbiamo mai vissuto prima, qualcosa che ci permetta di metterci in gioco in un altro modo. Ci chiediamo cosa proveremmo se io vivessi un’esperienza con un uomo, con mia moglie lì accanto, spettatrice di ogni gesto. È una dinamica che ci attrae, ma che vogliamo vivere con qualcuno che sia in grado di comprendere i nostri desideri senza fretta, ma con una certa sicurezza. Se questo può essere qualcosa che ti interessa, ci piacerebbe continuare a parlare e vedere dove ci porta.”
Rimasi spiazzato. Quel messaggio mi sorprese ma, allo stesso tempo, mi eccitò da matti. Non avevo mai provato una fantasia del genere. Naturalmente loro sapevano che avevo avuto delle esperienze con singoli, era scritto nel mio annuncio, ma non mi sarei mai aspettato di ricevere una proposta del genere. Risposi:
“Non so se avete idea di quanto mi abbia eccitato leggere quelle parole. È come se aveste toccato un punto preciso dentro di me. E sì, lo voglio. Lo voglio davvero."
La loro risposta arrivò nel primo mattino:
“Ci piace quello che hai scritto. Lo vogliamo anche noi.”
Ho risposto subito dopo aver letto.
“"Allora siamo già oltre la fantasia. Lo vogliamo tutti. E l’idea che possa davvero accadere… mi fa venire i brividi. E ora… forse dovremmo cominciare a immaginare come. E quando."
“Quando sei disponibile?” – mi scrissero.
“Anche domani.” - risposi senza esitazioni. - “Il ferro si batte mentre è caldo. “
Ricevetti una faccina sorridente seguita da una frase:
“Vediamoci domani alle 11:00 al bar XXXXX. Se va bene, iniziamo subito, se non va bene chiudiamo altrettanto subito.”
“Mi sembra giusto. Indosserò una camicia bianca e dei pantaloni beige. A domani.” – scrissi.
Ebbi un sonno agitato quella notte. Mi girai e rigirai nel mio letto sognando non ricordo più cosa. Mi svegliai più presto del solito. Arrivai al bar con mezz’ora di anticipo. Rimasi in macchina aspettando le undici. All’ora esatta entrai nel bar, mi sedetti e scrissi sul sito che ero arrivato. Loro erano già on line e la risposta mi arrivò subito.
“Sei quello con la camicia bianca, giusto?”
“Sì, sono io.”
“Ok, stiamo venendo da te.”
Mi sono guardato intorno e ho visto una coppia avvicinarsi al mio tavolino. Il cuore mi rimbalza nel petto. Il primo pensiero che mi viene in mente è: “spero di piacergli”. Spero che quello che hanno immaginato sia vicino a quello che vedono ora. Ci eravamo già dati nelle nostre chat una rispettiva descrizione ma, naturalmente, una descrizione è sempre sommaria.
Lui aveva un passo sicuro, capelli bianchi curati, pettinati all’indietro. Il volto portava i segni del tempo – aveva scritto di avere 64 anni – ma non gli toglievano nulla. Il corpo era solido, né magro né pesante, altezza media. Indossava una camicia aperta sul collo e pantaloni blu.
Lei era al suo fianco, e catturava decisamente lo sguardo. Aveva i capelli castani, corti, curati con attenzione. Incorniciavano perfettamente un viso sereno e luminoso. Gli zigomi alti, le labbra piene, un filo di trucco ben dosato: Indossava un top leggero, color sabbia, che scopriva le braccia abbronzate e suggeriva, senza ostentare.
Erano sorridenti. Quanto bene può fare un semplice sorriso. Li ho invitato a sedersi e a bere qualcosa. Nell’attesa che arrivasse il cameriere, ho preso una scatola di cioccolatini assortiti che avevo portato con me e l’ho offerta a lei.
“Che carino che sei, non dovevi.” – disse.
“Solo un piccolo pensiero.” – risposi.
“Sono perennemente a dieta ma ti prometto che almeno uno al giorno lo gusterò. Grazie ancora”
“Suppongo che per me non ci sia nulla” – disse lui
“C’è lui per te” - disse lei indicando me.
Ridemmo tutti e tre. Parlammo del più e del meno per un po’, poi lei mi disse:
“Beh, che ne dici della nostra fantasia?”
“La trovo davvero eccitante.”
Lei si guardò intorno per vedere se qualcuno potesse sentirci, poi, inclinando il viso, si passò una mano tra i capelli con un gesto sensuale e guardandomi fisso negli occhi, disse a bassa voce:
“Sei bravo nel fare i pompini?”
Deglutii davvero forte a quella frase. Guardai per un attimo suo marito che sorrideva imbarazzato. Volsi lo sguardo verso di lei e dissi:
“Beh, finora nessuno si è lamentato”
“Non ti imbarazza farlo davanti a una donna?” – disse
Mi sentivo il viso rosso come un peperone. Non mi immaginavo lei così sfacciata, ma quella malizia la rendeva ancora più bella.
“No. Anzi, trovo tutto molto eccitante.”
“Bene. Mio marito mi ha confessato di avere avuto un’esperienza con un uomo quando era militare e mi ha confessato che non gli è dispiaciuta. Quando me l’ha raccontata gli ho chiesto se voleva ripeterla ed è diventato tutto rosso. Ho capito che avrebbe voluto. Gli ho detto che mi sarebbe piaciuto vederlo far sesso con un uomo e si è eccitato come un mandrillo. E adesso siamo qui. Sei pronto?
“Io sì” – risposi.
“Bene, andiamo” – disse lei. – “Sali nella nostra macchina, ti accompagneremo qui di nuovo.”
Venti minuti dopo siamo entrati nella loro casa vicino al mare. Mi hanno offerto da bere, poi si sono scusati e si sono assentati entrambi. Sono tornati dieci minuti dopo e quello che ho visto mi ha lasciato senza fiato. Lei indossava calze nere di pizzo sostenute da giarrettiere. Gli alti stivali erano in pelle e arrivavano fino alle cosce. I tacchi erano così alti e sottili che mi chiedevo come potesse camminare. Indossava un reggiseno che a grande fatica riusciva a contenere il suo seno. Una Dea del sesso. Lui era invece completamente nudo. Di solito si dice che intravedere è più seducente che vedere, ma per lui non era così e il suo cazzo ciondolava allegramente tra le sue gambe. Lei mi guardò e mi chiese di avvicinarmi a loro. Mi alzai dal divano e mi avvicinai. Lei mi invitò ad abbassarmi con un cenno della mano. Lo feci. Mi mise delicatamente una mano sulla nuca e con l’altra mano afferrò il cazzo di suo marito e lo avvicinò alla mia bocca.
“Prendilo tutto “ – disse lei.
Misi in bocca il suo cazzo e iniziai a succhiarlo. Lei rimase vicino. Sentivo il suo profumo. Dopo un po’ mi invitò a toglierlo dalla bocca e ci dirigemmo in camera da letto. Appena entrati, lui si buttò sul letto e mi invitò a farlo anch’io. Mi spogliai del tutto e mi sdraiai sul letto. Lei invece si sedette su una poltrona pronta ad assistere allo spettacolo. Lui si avvicinò a me, prese il mio cazzo con una mano e iniziò a segarlo, poi lo infilò in bocca e iniziò a succhiarlo voracemente per un lungo tempo. Poi iniziò a leccarmi le palle e infine infilò la lingua tra le mie chiappe dopo aver preso le mie caviglie e averle sollevate in alto. La sua lingua si muoveva rapida, vorticosa, guizzante, vogliosa di leccare tutto, culo, palle, cazzo e ricominciare di nuovo con una voglia incredibile. Poi, ad un tratto, si alzò per prendere un tubetto da un cassetto e mi chiese di girarmi. Lo feci. Allargò le mie chiappe e strusciò il suo cazzo duro. Lei era seduta proprio davanti a noi e la sua mano si era infilata dentro le mutandine e iniziò a toccarsi.
“Mettilo dentro.” – disse a suo marito mentre mi guardava.
Lui strizzò direttamente il gel sul mio sfintere, pose la punta del suo cazzo e spinse. Iniiò ad andare avanti e indietro tenendomi per i fianchi. Io guardavo lei e lei alternava il suo sguardo tra me e suo marito. Le sue dita dentro le mutandine faceva quello che doveva fare.
Dopo avermi stantuffato per un bel po’, lui si staccò da me e disse:
“Fallo tu adesso” e mi passò il tubetto. Mi riempii tre dita di quel gel trasparente e lo spalmai sul suo sfintere.
Quando fu ben lubrificato, lo afferrai per i fianchi e il mio cazzo scivolò dentro liscio come olio. La linea della sua spina dorsale si inarcò in modo da accogliermi facilmente. Sentii le sue pareti interne vibrare intorno al mio cazzo e un gemito uscì dalla sua bocca.
Aumentai la velocità, lo strinsi ai fianchi e scopai il suo culo con colpi profondi.
Davanti a noi, lei, con la mano infilata sempre dentro le mutandine, ci guardava mordicchiando con i denti il labbro inferiore.
“Più forte, più forte” – mi diceva lui e nello stesso tempo rotava i fianchi per farlo andare più a fondo che poteva. I miei movimenti si fecero sempre più rapidi, i muscoli contratti, i respiri più affannosi e alla fine un’ondata di piacere mi sommerse. Mi abbandonai supino sul letto per prendere respiro. Lei si tolse le mutandine e il reggiseno, salì sul letto e gattonando si avvicinò tra le cosce di suo marito. Senza attendere oltre, lo prese in bocca con tutta la voracità possibile e iniziò a succhiarlo. Poi, all’improvviso, si mise a cavalcioni su di lui. Afferrò il suo cazzo con la mano e lo avvicinò alla sua fica, strusciandolo contro di lei, forse per fargli sentire quanto fosse bagnata. Poi, lo accolse dentro. Iniziò a muoversi lentamente, su e giù, con le mani sul petto di lui, le sue spinte verso il cazzo si fecero sempre più energiche e più veloci finché entrambi, nello stesso momento, furono trascinati sulla vetta più alta del piacere. Per un attimo tutti i loro muscoli rimasero contratti, poi, lentamente si sciolsero.
Era l’ora di pranzo. Decidemmo di mangiare insieme in un ristorantino poco distante. Mentre aspettavamo che arrivassero i piatti, Lui mi disse:
“Vorremo ripetere l’esperienza ma, questa volta, lei non sarà più una spettatrice. Che ne pensi?”
In quel momento arrivarono i piatti. Il profumo del basilico si mischiò a quello di lei. L’aria era piacevolmente tiepida e il mare che vedevamo dalla finestra dava un senso di tranquillità.
“Penso che la vita può essere meravigliosa.” – risposi, scatenando l’ilarità generale.
“La prossima volta ci sarà un’altra sorpresina per te.” – disse lei rivolgendosi a me.
“Posso sapere quale? – chiesi.
“Guarda dentro la mia borsa.” – e me la porse.
L’aprii. Un enorme dildo nero troneggiava su tutte le altre cose.
“Lo userò con te la prossima volta.” - disse
“Ma quell’affare sarà più di venti centimetri” – dissi con tono preoccupato.
“Come dal letame nascono i fiori, da un dolore acuto può nascere un grande piacere. Buon appetito” – disse lei e iniziò a mangiare.
“E’ solo l’inizio” – disse lui per farmi coraggio – “poi non fa più così male man mano che entra. Fidati, conosco bene quel coso” – e iniziò a mangiare anche lui.
Iniziai a mangiare anch’io e nel pensare che sarebbe stata lei a incularmi, beh, la cosa mi eccitò davvero tanto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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