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Lui & Lei

Super Eroi, sesso e risate...


di 4occhi
13.07.2015    |    5.721    |    8 9.0
"Non dimenticandosi del suo capezzolo, diventato un bottoncino duro e super sensibile, si allargò le labbra e andò a pescare con un dito più fluidi dal suo..."
Scuola di deriva a Torre Guaceto, agosto : lo vide per la prima volta entrare nella struttura di tufo poco illuminata, fuori un sole cocente, la sua forma si stagliava su quel rettangolo luminoso. Sgranò gli occhi, 'ma da dove esce questo?' Lui entrò, si guardò intorno e poi andò, le sembrò un dio sceso sulla terra ma per accertarsene lo seguì nella stanza accanto dove lui stava ponendo i suoi bagagli. Non poteva crederci! Era da urlo: biondo cenere, occhi carta da zucchero, alto, muscoloso, ma non troppo...il diaframma le si bloccò, respiro zero...lui si girò e la vide , ‘ok, adesso esisto ' pensò .
"Ciao sono Giovanni", "Piacere Roberta" , gli arrivava alla spalla, sfoderò il suo sorriso più simpatico perché seducente sarebbe stato impossibile, lui era un figo pazzesco e lei un grande botolo muscoloso… le bastava mangiarlo con gli occhi...da quel giorno alla scuola di vela tutte le donnine se lo corteggiavano, Giovanni di qui, Giovanni di là...lei lo osservava da lontano e spesso a tavola , a beneficio della sua dieta perenne , riusciva non so come ad averlo accanto. Si chiacchierava, era divertente. Chi se ne frega, era di una bellezza folgorante, gli bastava ammirarlo per essere felice, ma lei era felice, stava bene con se stessa. Lei disegnava fumetti e aveva creato una coppia di super eroi scalcinati sulle loro conformazioni fisiche : super Otre e super Tubetto ( come quello del dentifricio)...passavano le sere ridendo, immaginando avventure per questi improbabili eroi. Certo, a volte, era un supplizio, quando usciva dal mare tutto bagnato e lucido d’acqua salata, i calzoncini attillati a segnare le sue forme intime… ’Mio dio, potessi legarlo e fargli di tutto’ . Il suo desiderio cresceva a dismisura, quando mangiava e vedeva la sua bocca mordere una pesca e il succo colare sulla labbra, quando leccava il gelato, sotto la doccia per togliersi la salsedine, quando rivoli d’acqua scivolavano sui suoi muscoli, dalla testa a i piedi!! La sua risata, l’azzurro dei suoi occhi, la sua bocca…argh !! Quel corso stava diventando una vera tortura, una sera dopo una festa danzante, lei aveva voglia di togliersi lo sfizio…se ne andò sulla spiaggia e si sdraiò dietro ad una barca. Si rilassò, una mano ad accarezzarsi il seno, spostò il lembo per arrivare al capezzolo e col pollice lo massaggiò…si, stava bene, la birra aveva fatto il suo effetto e lei era davvero rilassata ed eccitata... aprì le gambe e si alzò la gonna fino alla vita, le cosce lisce e morbide, il bordo della mutandina. Gli piaceva farsi attendere e tormentarsi, così sfiorava il tessuto sul centro della sua femminilità per poi spostarsi di nuovo sulle gambe, così finché la stoffa non si bagnava tutta, allora si dava il via e infilava le dita sotto, scostando l’indumento da una parte, liberando così la sua fica che ora veniva solleticata da una lieve brezza marina.
Non dimenticandosi del suo capezzolo, diventato un bottoncino duro e super sensibile, si allargò le labbra e andò a pescare con un dito più fluidi dal suo buchino per poi titillare il suo clitoride, si, era brava, le piaceva darsi piacere.
Continuò così a coccolarsi, trastullandosi a gambe aperte, sotto un cielo di stelle, poi merda !! Lo vide lui era lì e la guardava, in piedi , accanto, silenzioso e serio.
‘Ma questo stronzo proprio adesso doveva venire a rompermi le palle, che diamine!’
Al diavolo non voleva smettere, stava così bene…quindi continuò, chiuse gli occhi e si lasciò andare, poteva guardare se proprio ci teneva… era parecchio bagnata, inserì un dito e con l’altra mano si toccava il clitoride, mugolò, e continuò più veloce scopandosi alla grande, sentiva i suoi umori colarle sul sedere, più veloce, più dentro e lo spasmo si intensificava, ancheggiava mimando un amplesso, i suoi muscoli si contrassero, fino ad arrivare a godere come una matta : “si, si, ahhhh”…che bello…
Restò distesa, felicemente spossata, poi si ricordò di Giovanni. Lui era ancora lì, un super Tubetto con un bel rigonfiamento nei pantaloncini, lui se li abbassò e mostrò un pene duro e pronto, se lo prese in mano e iniziò a smanettarlo davanti a lei, sempre serissimo, senza lasciarla con lo sguardo, doveva essere molto eccitato perché in pochi secondi sborrò schizzandole tutto addosso.
Lui aveva abbassato il viso ansimante preso dall’orgasmo, poi si tirò su tutto e senza dire una parola se ne andò. Non ci credeva, una masturbata corale con Giovanni…e che bel pisello aveva !! Restò distesa per un bel po’ a godersi la sensazione di benessere.
Una sera le donne della scuola si riunirono nella sala grande e dopo qualche birra, partirono i pettegolezzi sul fronte maschile presente. Erano parecchi gli uomini appetibili, lui però era il centro dei desideri femminili. Giovanni : chissà come sarebbe stato nudo, eccitato, si chiedevano e lei felice come una pasqua, lo sapeva. Ma gli mancava qualcosa : non l’aveva visto disteso con gli occhi pieni di desiderio e lussuria, mentre faceva sesso con una donna. E poi a quel punto, lei voleva baciarlo, leccarlo e assaporarlo tutto, ogni centimetro... come aveva potuto farlo andare via?
Un giorno a fine corso lei uscì da sola con un piccolo 420, una piccola deriva che riusciva a governare da sola, c'era brutto tempo ma lei pazza di gioia si lanciò con la sua barchetta al largo, ad un certo punto per compensare il vento si buttò fuori col peso e per un bel po' osservò il mare a testa in giù ... Libera!!! Meravigliosamente libera ... Il tempo peggiorava, iniziò a piovere, tutti rientrarono. A riva Giovanni l' aspettava per aiutarla a risistemare la deriva, ma lei lo guardò con una tale pace e consapevolezza di se stessa che lo guardò come se fosse un comune mortale, senza desiderio perché in quel momento lei era tutto quello di cui aveva bisogno. Bastava a se stessa. Niente la toccava, nemmeno quegli occhioni celesti. Insieme sistemarono la barca e poi lei se ne andò a farsi una bella doccia e a prepararsi per la cena, quella sera ci sarebbe stata la festa di fine corso. Tutti si riunirono nella sala centrale e gli insegnanti dissero chi era stato proposto per il corso da istruttori, Roberta fu proposta per il corso da cambusiera, era portata per organizzare le necessità dei corsisti, e lei notò che Giovanni applaudiva guardandola con un grande sorriso. La raggiunse e le prese il volto tra le mani e le diede un bacio sulla fronte...'si, altro che bacio in fronte, ti sfilerei i calzoncini in meno di un secondo e ci farei sentire in paradiso... Ma a vaffanculo Giovanni' . Ma era normale, erano diventati amici quindi non poteva incazzarsi per un bacetto innocuo. Poi come succede spesso nelle feste di fine qualcosa, molti si imboscarono, le coppie di formavano e si appartavano nelle varie tende, stanze ovunque ci fosse un po' di intimità . Lei finì il suo caffè e di ritirò, andò ai bagni per prepararsi per la notte. Poi invece di andare a letto decise di fare un giro sulla spiaggia.
Ad un certo punto dietro una barca trovò Giovanni preso d’assalto da due donne.
“Dai Roberta! Vieni che ci divertiamo tutte!! “ Lo guardò e vide che era serio e impacciato, “Ma veramente io credo che preferirei starmene da sola, mi so divertire” e quest’ultima frase la disse guardandolo diretto negli occhi sperando che capisse a cosa alludeva.
Poi si girò e se andò, lasciandolo in balia delle due assatanate.
I suoi guanti! Li aveva dimenticati nella rimessa, si diresse là per recuperarli.
Bussò, visto l’andazzo che c’era in giro meglio controllare che non ci fosse nessuno, silenzio, entrò e si accorse che non c’era elettricità ad illuminare, ma dalle finestre arrivava una luce bianca dalla luna piena…che voglia aveva? Pensare a Giovanni che si abbarbicava con le due fanciulle, le fece venire voglia. Voglia di stare bene anche lei, non di sostituirsi a qualcosa che non c’era, sarebbe stato triste invece che eccitante. Così si sedette su una sedia illuminata dal chiaro di luna e decise di darsi piacere. Si tirò su i seni fuori dal reggiseno e dalla canottiera, svettavano grossi e bianchi e con le mani se li massaggiò, sfiorandoli con le dita. Li soppesava e con i pollici si accarezzava i capezzoli, molto sensibili, quindi continuò lieve a toccarsi…una testa sbucò ! ”Ahhh, Cristo che spavento!!!! Ma sei impazzito!!!???” Di primo acchito gli avrebbe tirato una capocciata, per difendersi dall’attacco ma poi realizzò che era Giovanni e quindi evitò.
“Che cavolo ci fai qui tu? Non eri occupato?” , “ Sei pazza!? Sono scappato via da quelle arpie, stavano già litigando su come procedere su di me, come se fossi una cosa! ” , poi i suoi occhi calarono sulle tette esposte …”Ma è un vizio il tuo o eri in compagnia?”, sorrise, “Che visione, mi sono sempre chiesto come fossero libere dal costume”…si era posto domande sulle sue tette?? Le venne da ridere, poi si alzò facendo in modo che il suo seno sbattesse sulla sua faccia , “Volevi saperlo? Eccole, controlla bene però” , lui le prese con le mani e se le schiacciò contro, mise il viso proprio in mezzo e poi girandolo iniziò a baciarle, succhiarle, le bagnava di saliva, le ciucciava e con le mani le palpava. Il suo senso dell’humor non la abbandonava mai e vedersi alla finestra con Giovanni tra le tette che sbavava, arrancava, e si divertiva tantissimo, lui sempre così compassato, la fece ridere. Lo abbracciò per le spalle e con una tirata poderosa lo trascinò nella rimessa, lui si lasciò prendere senza staccarsi mai dal suo petto. “Cavolo, mi hai massacrato! Mi sono graffiato tutto” , Ridevano : due scemi al buio, lei, tette all’aria e lui sempre attaccato a succhiare i suoi capezzoli. Be’ valeva la pena di sfruttare l’occasione, così lo staccò da sé e si abbassò all’altezza del suo inguine e sempre senza delicatezza gli strappò giù i pantaloncini, slip, tutto quello che c’era da togliere, pur di vedere un bellissimo cazzo svettare davanti a lei.
Eccolo, già in tiro, che lusso!! Si passò la lingua sulle labbra, aveva l’acquolina, era da un po’ che non ne baciava uno, voleva goderselo tutto e con calma: si avvicinò e sfregò la cappella sul suo viso, il suo odore, la sua consistenza. Poi lo prese con una mano e col pollice gli sfregò il glande, con la lingua lo leccò, lo bagnò di saliva per renderlo più scivoloso e lo percorse su e giù su tutta l’asta, nel mentre con la bocca lo baciava, lo leccava accompagnando la mano. Tutto! Lo voleva tutto, quindi se lo mise in bocca e lo succhiò di gusto, gli prese le chiappe con le mani e lo spinse ancora di più dentro di sé.
Un mare di saliva, gli scivolava sulla lingua, lo sentiva sul palato fino in gola.
Lo sentì appoggiarsi alla sua testa, le gambe gli tremavano, “Roberta, aspetta così mi fai venire…che porcella che sei!” , lei smise di colpo, liberandogli il pene che colava, lui colse la palla al balzo e scese giù per terra le prese il volto e la baciò, la sua lingua…forte, buona e le sue labbra sulle sue…era in paradiso, si emozionò…La spinse indietro, sulla sabbia del pavimento, e le aprì le ginocchia, “Continuo a pensare alla tua fica” , “E così mi baci in fronte ??” Lui ridendo gli tirò su la gonna, mise la faccia sulle mutandine e la sfregò forte, “il tuo odore, voglio il tuo sapore” gli morse il tessuto e lo tirò portandosi via tutto giù per le gambe, lei rise… ”Guai a te se le mangi !!” gliele sfilò e le buttò lontane, poi le apri bene le cosce e con una mano le sfiorò i peli folti della sua passera, si avvicinò e ci soffiò sopra, poi la aprì allontanando le labbra e trovato il bottoncino lo succhiò avidamente. La leccò bene, tutta, senza lasciare nulla indietro, la penetrò con la lingua, ‘Cribbio, è davvero bravo!’ lei si sentiva esplodere lo voleva dentro. Gli prese il volto e : “Giò , che ne diresti di fare un avazamento di livello?” , risero, lui le salì sopra con la sua altezza e le appoggiò il pene sulla sua passera bagnatissima, “Dimmi che lo vuoi…che mi vuoi”, “Si certo che ti voglio dentro, una partita a carte un’altra volta eh?” la guardò con aria di sfida come per assicurarle che avrebbe dato il massimo…lo sentì entrare dolcemente, lentamente, si sentì aprire e colmare…”Muoviti, sei perfetto!” e lui si diede da fare, ancheggiamenti gentili si sostituirono a colpi forti e ininterrotti, la scopava con forza, tutto, era entrato tutto…lei gli strinse le braccia intorno e lo assecondava nella penetrazione, era fantastico… Forsennati, correvano, si baciavano e si sorridevano, sentivano i propri ansimi e gemiti, si scopavano liberi e soli, come se non ci fosse nient’altro…durarono parecchio, poi urlando lei crollò e lui fece appena in tempo a sborrarle sulla pancia, per poi stendersi su di lei.
‘Che sudata, ma ne valeva la pena!’ lei gli baciò la punta del naso : “Così impari a baciarmi sulla fronte davanti a tutti!” , “E tu mi avresti lasciato solo nelle mani di quelle due serpi? Spero di averti punita a dovere!” eh eh che scemo! Restarono abbracciati a ridere e a scopare per tutta la notte, ormai il là era dato. La mattina dopo si prepararono e si salutarono, si strinsero la mano davanti a tutti, poi però guardandosi negli occhi, un grande abbraccio e l’ultima risata ci scappò. Non si videro mai più, vivevano in diverse città e diverse vite, ma entrambi tennero con sé il ricordo della scopata più divertente della loro vita.
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