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Lui & Lei

1. Irene: caccia alla materia prima


di Doci97
04.03.2022    |    417    |    0 6.0
"La mia amica vi renderà molto fortunati..."
Irene aveva 29 anni e nonostante la sua giovane età era riuscita a tirare su un'attività di successo che le permetteva una vita agiata, poteva vantarsi di avere tutto quello che desiderava. Non aveva un compagno fisso e non lo voleva nemmeno, si divertiva liberamente con vari uomini e l'idea di trovarsene uno che l'avrebbe dovuta accompagnare per il resto della vita non la sfiorava minimamente.
Tuttavia ultimamente un desiderio le stava frullando nel cervello: voleva diventare madre.
L'idea di avere un pargoletto a cui poter dare tanto amore l'attirava, si sentiva pronta per prendersi cura di un bambino ed era anche intenzionata a crescerlo da sola.
Si sentiva un poco egoista a voler crescere un bambino senza un padre, tuttavia più ci pensava e più si autoconvinceva che il suo amore sarebbe stato sufficiente e alla fine prese quella decisione.

I metodi di fecondazione artificiale non la convincevano, voleva fare alla vecchia maniera. Sapeva dell'esistenza di gruppi di donatori attivi che magari in cambio di un poco di soldi l'avrebbero ingravidata, probabilmente avrebbe trovato anche qualcuno disposto a farlo gratis, in fondo era una bellissima ragazza, ma in ogni caso non erano i soldi il problema ma il rischio che il padre si sarebbe potuto ripresentare dopo alcuni anni con qualche crisi di coscienza e desideroso di riallacciare i rapporti con il figlio.

La decisione finale fu quella di partire per una specie di vacanza, più che altro una caccia alla materia prima, e approfittare degli sconosciuti che avrebbe incontrato sulla sua strada, seducendoli e scopandoli senza protezioni. Era una soluzione un poco folle visto il rischio di beccarsi qualche malattia ma avrebbe diminuito al minimo quei rischi selezionando con cura i suoi bersagli.

Inoltre voleva farlo in breve tempo con quanti più uomini possibili, in questo modo nemmeno lei avrebbe mai saputo con certezza chi sarebbe stato il padre.

Confidò il suo intento ad un'amica, Maia, con cui si scriveva spesso, di cui si fidava ciecamente e che decise di aiutarla. Possedeva infatti una catena di alberghi sparsa in tutto il paese e la invitò a far base in uno di questi per qualche giorno.

Maia: "Sei una pazza, ma ti aiuterò in onore dei bei vecchi tempi in cui ci facevamo un ragazzo al giorno, vieni nel mio Hotel a Roma, conosco bene la città e posso indicarti i luoghi più adatti a quello che cerchi, inoltre se vieni fra 6 settimane ci sarà una sorpresina che fa al caso tuo!"

Ed ecco che anche il viaggio per Irene era organizzato e dopo quel mese e mezzo di attesa non rimaneva altro che fare le valigie e partire.

Al suo arrivo a Roma Irene fu accolta da Maia con baci e abbracci, le due amiche non si vedevano da tempo. Alla futura madre fu riservata una stanza appartata vicino ad un'entrata di servizio perfetta per il suo intento.

Maia: "Puoi entrare ed uscire quando ti pare, ti lascio le chiavi, non ti preoccupare nemmeno di fare rumore la stranza è perfettamente isolata."

Irene: "Ti adoro! Sei veramente un'amica! Dovrò sdebitarmi un giorno! Comunque... avevi detto che ci sarebbe stata una sorpresa per me, sono curiosa, di che si tratta?"

M: "Eh eh, con calma puttanella! Non ti voglio rovinare la sorpresa, domani vedrai... per questa sera ti ho organizzato un antipasto, ci sono due ventenni che mi sono fatta un paio di volte, sono carini e gentili, li ho invitati questa sera per un'uscita a 4 ma diciamo che all'ultimo momento potrei avere un impegno... non so se mi spiego."

I:" Sicura di volerli lasciare entrambi tutti per me?"

M: "Cosa non si fa per un'amica!"

Arrivò la sera e l'incontro con i due giovani, Maia li aveva direttamente invitati al bar dell'hotel. Passarono una prima serata piacevole ma più l'ora si faceva tarda più l'aria diventava calda, le ragazze si trascinavano appresso quei ragazzi come dei pesci all'amo guidando le loro mani prima sui fianchi e poi dritte sul sedere.

Ormai il bar non era più un posto adatto per quel gruppetto surriscaldato e fra una carezza e l'altra finirono nella stanza di Irene.

Sull'uscio della porta Maia mantenne la sua promessa.

Maia: "Mi dispiace ragazzi io devo salutarvi, è stata una bella serata ma temo di non poterla concludere al meglio a causa di un imprevisto urgente, in ogni caso vi lascio entrambi in buone mani... la mia amica vi renderà molto fortunati."

I due ragazzi si guardarono, non sembrando particolarmente dispiaciuti e seguirono Irene in camera.

Il tempo di chiudere la porta e i due ragazzi iniziano subito ad abbracciare e baciare quella sensuale giovane donna che con ogni singolo movimento del suo corpo li attirava a se come delle calamite.

Il primo ragazzo, Simone, rossiccio di capelli, era alto e con un corpo che si rilevò essere molto asciutto e longilineo, si mise alle spalle di Irene ed iniziò a tastarle il seno mentre faceva sentire il pacco strusciandoselo contro il sedere di lei.

L'altro ragazzo si chiamava Giulio, era più basso ma con un corpo più massiccio e pieno di muscoli, portando le mani del ragazzo sui suoi fianchi Irene lo attirò a sé iniziando un lungo e appassionato bacio.

Le mani dei ragazzi toccavano Irene in ogni angolo, presto i vestiti di tutti furono sul pavimento lasciando la possibilità a pelle e muscoli di strofinarsi con foga, di essere toccati, leccati e morsi.

Il capezzolo destro della ragazza finì fra le labbra di Giulio che con profondo impegno lo stringeva e succhiava mentre il sinistro veniva delicatamente accarezzato dalle mani di Simone.

I cazzi dei ragazzi erano già ben in tiro e premevano contro le cosce e i glutei di Irene, la ragazza decise di afferrarli per sentirne consistenza e compiacersi del loro calore.
Le dimensioni non erano male ma nulla di eccezionale, la voglia che trasudavano invece era immisurabile.

Irene decise di inginocchiarsi fra i due giovani facendosi passare sulle labbra quelle aste dritte per poi farle scivolare una alla volta dentro la sua bocca, Giulio ci prese gusto ed iniziò a scoparla in bocca trattenendole la testa, ogni tanto si fermava osservando compiaciuto la ragazza che bocceggiante cercava nuovamente la sua verga e lui dopo aver accarezzato quelle labbra vogliose le afferrava il mento spalancandole la bocca e infilandoci dentro nuovamente il cazzo, fino in gola.

In un momento di pausa Irene prese per le palle Simone e lo spinse a sdraiarsi, poi si mise sopra di lui con la fica dritta dritta sulla sua faccia, Simone capì che era ora di fare un bel lavoretto di lingua. Lavoretto molto apprezzato da Irene che divenne presto una fontana di umori arrivando quasi a soffocare Simone con la stretta delle cosce intorno al viso di lui. Più umori colavano e più il ragazzo li succhiava avidamente, con essi inoltre si lubrificò anche le dita per cominciare l'esplorazione del buchetto posteriore della ragazza.

Con il primo orgasmo il bacino della ragazza vibrò con forti spasmi mentre le urla di piacere furono soffocate dal cazzo di Giulio ancora saldamente infilato fra le labbra di Irene.

Simone a quel punto decise che ora toccava a lui godere, sgusciò via dalle cosce della ragazza strette intorno al suo viso e cambiando posizione, si mise dietro di lei, con uno strattone la attirò a sé mettendola a pecorina, quel gesto per poco non fece strozzare Irene con il cazzo di Giulio sempre piantato nella sua bocca.

Ora Simone aveva piena visuale e controllo sulle chiappe sode della ragazza che iniziò prima a palpeggiare con le mani e poi a schiaffeggiare con la sua verga strusciandola su quella pelle vellutata.

Irene a quei colpi rispondeva sculettando, azione che fu letta da Simone come un invito ad entrare. Il ragazzo puntò la sua cappella sulla fica di lei che senza attendere risucchiò subito la punta di quella verga, il giovane con un colpo secco fece entrare il resto scivolando come un coltello nel burro.

Simone afferrò dai fianchi Irene ed iniziò a stantuffarla prima con foga, poi rallentando, forse per non venire subito.

Dal lato opposto Giulio sembrava essere in dirittura di arrivo, Irene lo capì e provò a divincolarsi: nonostante l'eccitazione si ricordava perfettamente perché era lì, doveva farsi mettere incinta e per questo scopo la via della bocca non era certamente un percorso adatto per il seme che di lì a poco sarebbe sgorgato.

Giulio però sembrò poco convinto da quegli sforzi ben poco decisi e mantenne la presa finendo per venire nella bocca di Irene che effettivamente si era arresa facilmente alla volontà del ragazzo.

La sborra fu molta e la ragazza fece fatica a trattenerla in bocca, così la ingoiò quasi tutta, solo una piccola parte le colò via finendo per rigarle il mento. Quei rivoli in fuga furono presto raccolti da Giulio che con il suo cazzo li intercettò rispingendoli sulle labbra della ragazza che succhiava avidamente finendo poi per ripulire quell'asta da ogni residuo.

Finita quella pulizia Irene poggiò il suo viso sugli addominali di Giulio, il quale aveva assunto una posizione più rilassata fra lo sdraiato e il seduto e le accarezzava viso e tette godendosi l'espressione di godimento della ragazza che veniva scopata dall'amico.

Simone infatti continua a penetrarla con ritmo costante tenendola dai fianchi, quel palo di carne entrava ed usciva da una figa fradicia, fino a quando anche lui non raggiunse il limite.

Irene non voleva sprecare un'altra dose di prezioso seme e così quasi si mise a supplicare il ragazzo di venirle dentro:

"Riempimi! Ti prego fammi sentire il tuo seme dentro!"

Simone la accontentò, accelerando il ritmo fino a piantarle una serie che sembrava infinita di fiotti di seme bollente direttamente nella parte più profonda di quella caverna accogliente.

Giulio nel frattempo osservava la scena con la faccia della ragazza poggiata sugli addominali, le spostava con le mani i capelli per osservare quel viso congestionato dal piacere e le passava le dita sulle labbra sentendo sui polpastrelli il respiro affannoso della ragazza.
Quella scena inevitabilmente fece indurire e allungare nuovamente il suo cazzo.

Irene sentì quella rinnovata erezioni premere direttamente sul suo mento e decise di accoglierla nuovamente fra le sue labbra e non appena Simone finì di svuotarsi dentro di lei decise che era arrivato il turno di prelevare anche dall'altro ragazzo, gli diede un ultimo giro di lingua sulla cappella cambiando poi posizione: si mise a cavalcioni sopra Giulio inpalandosi su quel cazzo dritto con un colpo secco.

Fortunatamente la figa era ampiamente lubrificata dagli umori di Irene e dal seme di Simone. Quel miscuglio di fluidi colava lungo le cosce della ragazza fin sopra i genitali di Giulio che si stava ampiamente godendo il rodeo della ragazza concedendole il pieno controllo.

Ad ogni spinta il cazzo di Giulio sembrava voler spalare via dalla vagina il seme dell'altro ragazzo.

Irene che con le mani si appoggiava sul petto del ragazzo faceva leva sulle ginocchie alzandosi un poco, portando il cazzo di Giulio quasi ad uscirle dalla fica per poi abbandonare l'intero peso del suo corpo su quel palo di carne risucchiandolo fino in fondo causando forti scosse di piacere ad entrambi.

Lo sguardo di Giulio era perso ed ipnotizzato ad ammirare quella vagina che gli stava risucchiando il cazzo, ad ogni affondo i muscoli di tutto il ventre sembravano impegnati ad avvolgergli l'asta, quando riusciva a distogliere lo sguardo da quella scena osservava il seno della ragazza sballozzolare o le mani di lei puntellate sul suo torace.

Al culmine di quella cavalcata Giulio scostò le mani di Irene dal suo petto e spinse la ragazza a coricarsi sopra di lui fino a quando pettorali e seno non furono a diretto contatto, strofinandosi. Con una mano il ragazzo spostò i capelli di Irene, le inclinò lievemente la testa ed iniziò a baciarle, o per la precisione a succhiarle, il collo e la spalla. Alla fine Giulio prese a partecipare attivamente a quegli affondi con le mani che palpavano il sedere di Irene allargandole il buchetto fino a far entrare un dito precedentemente impregnato con gli umori che grondavano dalla fica.

Irene sentiva quel dito farsi strada nel suo buchetto, quelle mani che sprofondavano fra i glutei, il respiro di Giulio contro il suo collo inumidito dalla lingua e dalle labbra che si erano fatte strada dalla spalla fino all'orecchio. Sentiva inoltre il petto del ragazzo alzarsi e abbassarsi sotto di lei e infine sentì dentro di se il cazzo del ragazzo gonfiarsi e riempirla di caldo seme.
Tutto questo causò inevitabilmente anche un orgasmo alla ragazza che si strinse con forza al corpo del giovane.

Passarono un paio di minuti in cui Irene rimase abbracciata a Giulio accarezzandogli i pettorali e percependo dentro di lei il cazzo che poco a poco si sgonfiava poi si alzò spostandosi di lato e distendendosi nel mezzo fra i due ragazzi.

Giulio prese dei fazzoletti e iniziò a pulirsi il cazzo e la zona del pube ricoperti di umori della ragazza, del suo sperma e di quello dell'amico, Irene avrebbe voluto occuparsene di persona ma in quel momento era troppo esausta e in breve tempo fu distratta dalle attenzioni di Simone che aveva atteso pazientemente di avere nuovamente a disposizione il corpo della ragazza, il suo cazzo aveva ritrovato velocemente vigore dopo essersi svuotato già una volta o forse non lo aveva mai realmente perso.

Simone si stese sul fianco e le sue mani iniziarono a volteggiare sul corpo sudato della ragazza seguendone delicatamente i lineamenti, la sua bocca accolse con avidità a turno i capezzoli di lei.

Irene abbandonatasi a quel tocco delicato ma deciso cercò con la mano il palo di carne che le premeva contro la coscia e lo avvolse fra le dita percependone tutto l'ardore.

Le mani del ragazzo arrivarono fino alla vagina, le dita pian piano entrarono dentro iniziando a scavare, portando alla luce umori di Irene e crema di Giulio.

Simone si inzuppava le dita e poi le ripuliva sulle cosce o sul ventre della ragazza, fin sulla pancia, spalmando per bene quel miscuglio frutto del piacere, lasciando la pelle di Irene umida e lucida.

Il ragazzo dopo qualche minuto si posizionò sopra Ilaria, le allargò per bene le gambe spalancandole le cosce più che poteva, Giulio lì di fianco afferrò una delle gambe e iniziò ad accarezzare quel polpaccio sensuale.

Simone puntò il suo cazzo sul sesso di Ilaria, spinse e senza nessuna fatica entrò dentro, si godette per qualche secondo quella calda accoglienza e poi iniziò a penetrare ritmicamente la ragazza fissandola negli occhi e cercando ogni tanto le sue labbra.

Ilaria lo invitava ad andare sempre più forte, fino a quando i colpi non diventarono quasi violenti, con le mani sui fianchi del ragazzo sentiva sotto le dita qui muscoli tendersi fino al limite.

Quando la sborra iniziò a sgorgare il ragazzo si accasciò sopra di lei e Ilaria strinse a se quel corpo che vibrava ad ogni fiotto di seme che usciva, lo baciò e gli accarezzò i folti capelli rossi e rimase sotto quel corpo fino a quando il respiro del ragazzo non ritornò regolare.

Ilaria: "La mia amica vi ha addestrati bene eh!"

Tutti e tre si misero a ridere.

(Continua...)
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