"In Assoluto, Clarissa" - Ep. 7.3

L’aroma del dopobarba fresco si mischiava con quello del quotidiano che tentavo di leggere per distogliere il pensiero del suo arrivo. La crema idratante aveva quasi completato la sua opera di lenire le mie parti intime, che avevo depilato accuratamente, sapendo la sua avversione ai peli intimi. La carta stampata serviva soprattutto a fare da paravento del mio inguine che ospitava un membro già fremente e pronto.
Proprio mentre ordinavo un the, l’ennesimo taxi arrivò fuori dalle vetrate. “troppo presto”, pensai. Ma quando vidi ciò che apparve fra la portiera ed il suolo, fui sorpreso ed eccitato per il momento finalmente giunto.. Un formicolio epidermico si diffuse dalla zona del mio orifizio posteriore verso l’attaccatura dei genitali.. sentii la sacca indurirsi, stimolata dalla suggestione mentale. Il flusso sanguigno che affluiva espandendo la carne glabra e profumata era percepibile come una vampata di vigore. Il glande si era esteso per quanto i boxer pregiati ed i pantaloni ampi gli consentissero. Allentai la cravatta con gesto automatico. E pensare che non l’avevo ancora neppure vista. Scese facendo perno su una scarpa in camoscio di color glicine, dal tacco alto ed in metallo brunito. Scese sorridendo, coi capelli raccolti ed occhiali da diva. Ooh.. avrebbe potuto esserlo. Per me lo era. Un lembo della giacca elegante giacca in piuma d’oca, poggiandosi alla carrozzeria scopri il prato di una semplice camicia bianca, dove il chiaroscuro lasciava intravvedere capezzoli ben proporzionati e orientati verso il cielo. Si spostò girandosi verso il bagagliaio e questi pochi passi bastarono al mio occhio bramoso per notare nello spacco della gonna nera e stretta, il ricamato bordo di calze setole, della stessa tinta delle scarpe, ed un inizio di reggicalze in pizzo. Un riflesso mi confermò che continuava la sua consuetudine di indossare sotto un collant seamless trasparentissimo color carne. Lei amava la carezza del Nylon soffice, uno dentro l’altro..
Il mio fallo, ormai sussultava dietro la zip.. avvertivo una calda macchia creata da una goccia di ansioso sperma inumidire il mio underwear. Oooh.. quale fermento mi percorreva.. ogni minuto di più.
Dopo essermi disimpegnato da cameriere e giornale, mi alzai per dirigermi verso di Lei, che seguita dall’addetto ai bagagli entrava, con quell’incedere un po’ timido ed incerto che le era solito. Suscitando l’attenzione di tutto il virile nelle vicinanze.
Mi salutò, abbracciandomi felice e la accolsi calorosamente, con le solite cortesie chiedendo del viaggio, invitandola a colazione. Tolti gli occhiali scuri, lo sguardo era quello che attendevo. Distrattamente chissà di poter fare una doccia e cambiarsi. Mentre la accompagnavo verso l’ascensore, le cosce che fuoriuscivano dalla gonna, mostrando la sommità delle calze e non riuscii ad ignorarle. Lei mi vide far questo e fece un cenno di finto rimprovero e rise. Chiuse le porte scorrevoli, finalmente soli, disse lapidariamente: “Sai perché sono qui?”. Una domanda che avrebbe potuto avere mille risposte, non tutte giuste. Fui quasi preso in contropiede e sorrisi annuendo. il mio imbarazzo svanì quando, per tutta risposta, prese la mia mano e la infilò sotto la gonna. Fra le cosce magre ed affusolate, scivolando sulla setola hoseiry, la condusse verso il suo pube, privo di biancheria intima. Le labbra carnose poggiavano sul sottile strato di satinato tessuto, ma soprattutto tutto intorno intriso di umori di desiderio.
“Ecco, è questo quello che mi fai, tu”. Ritrassi la mano, eravamo arrivati al piano. Le feci strada, sentendo il rumore dei tacchi trafiggere la moquette e cercando in tasca la chiave della camera sfiorai il mio glande, pulsante e esteso allo spasimo. Entrammo e preparai un drink per Lei.


[segue]