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Lui & Lei

In fonodo voleva solo aiutarla II


di piuconoscenza
02.05.2014    |    1.748    |    0 6.0
"Nel frattempo Giovanni, si versò un elegante bicchiere di Whisky a giudicare dalle sue bottiglie la ragazza non doveva ricevere molte visite, molte erano..."
Questa seconda parte è liberamente ispirata ad una storia che ho trovato spesso su internet.

Lui seguì la macchina di lei, e intanto pensava a come approfittare della situazione. D'altronde quella era una cagna in calore, aveva solo bisogno dell'occasione per ammetterlo a se stessa, e lui voleva in fondo aiutarla.
Escogitò il piano giusto in tempo, erano arrivati.
Certo la fortuna gli aveva servito una occasione d'oro, stava a lui cogliere l'attimo.

Dalia, era questo il nome della donna, ripensava mentre guidando verso casa a quando fosse stata l'ultima volta che invitò qualcuno a casa.
Nonostante fosse bellissima: era alta 1,75 cm aveva capelli rosso fuoco che incorniciavano in un caschetto liscio e ramato il viso perfetto.
Le labbra rosse risaltavano sulla pelle pallida, i suoi bulbi, di iridi verdi, erano custoditi in un taglio dell'occhio a mandorla, che davano un aria orientale e felina al suo sguardo, le sue forme morbide ed accattivanti.
Aveva sempre un aspetto curato ed impeccabile e nonostante tutto ciò, non era stata più con un uomo da due anni.
Erano due anni però, che aveva smesso di stabilire relazioni con altre perone, del resto la sua ultima eperienza fù scioccante.
Era fidanzata da 5 anni con un uomo, tra loro finì tutto improvvisamente, a causa di un incidente.
Tornata un giorno prima a casa, trovò il suo lui che la tradiva con il suo migliore amico.
Lei minacciò di far succedere uno scandalo, ma giocando di anticipo i due amici, inventarono una storia per metterla in cattiva luce con tutti gli amici che aveva.
Rimasta sola e avendo perso totalmente fiducia negli uomini, dopo un lungo periodo di depressione passato, tra l'altro, a trascurare se stessa, un giorno per caso, quasi per gioco, si diresse in una di quelle chat erotiche con la cam.
Cominciò così a prendersi cura del suo aspetto per far felici quei maschi arrapati che la rendevano protagonista della loro vita per 15 minuti.
Era rassicurante sapere, che poteva spegnere la telecamera quando voleva, aveva il controllo; con un semplice click, poteva passare al prossimo che l'avrebbe desiderata fino a godere.
Per di più in quelle chat poteva essere se stessa, dietro lo scudo dello schermo, nessuno avrebbe potuto ferirla, non ancora.
Ma il sesso quello vero, non era neppure più stato un pensiero per lei, l'aveva rimosso.
"... e mi raccomando non masturbarti e non scopare fino a domani, io ti controllerò da lontano."
Questa fù la parte che più la sconvolse, nell'ultimo messaggio il suo aguzzino le comunicava che l'avrebbe osservata.
Mentre parcheggiava la macchina, vide quella di Giovanni fermarsi una sessantina di metri più in là.

Giovanni era paralizzato dall'eccitazione, immaginava, a quanto pare non a torto, che il motivo per il quale Dalia l'aveva invitato fosse, il messaggio che le aveva inviato celato nelle vesti di Gojinsama.
Da quando la ragazza si diresse verso di lui il suo cazzo non accennava a fiacchirsi, premeva prepotente sul tessuto dei pantaloni.
Ricordava la prima volta che vide la donna in ufficio, con un cappellino alla francese, un paio di jeans, stivaletti col tacco 10 ed una maglia di lana, a trame larghe, verde che mostrava attravero le sue maglie un reggiseno sportivo rosa.
La cosa che più lo colpi, e fu pure la prima volta che fece caso a questa sua particolare attenzione, furono i polpacci, che forzati dalla posizione del piede dovuta al tacco, sodi e polposi disegnavano una curva da mordere.
Erano arrivati, doveva parcheggiare anch'egli e così fece.
Delia viveva in un piccolo appartamento diviso in due vani: uno con soggiorno, cucina e uno camera da letto e bagno.
"Ecco, prego" disse mentre sfilava la chiave dalla serratura facendosi precedere, aperta la porta dell'ingresso.
"intimo, e confortevole no?" disse mentre invitava l'uomo a prendere posto sul divano con un gesto della testa.
"Siediti pure, io vado un attimo in camera, prendi pure ciò che vuoi, in quel mobiletto ci sono i liquori e i bicchieri."
Disse indicando una dispensa antica.
Come al solito la sua camera da letto era un disastro, velocemente compresse tutti i vestiti, sparsi in giro, in quei tre profondi cassetti.
Poi andò in bagno a staccare dalle piastrelle vicino alla doccia quel fantastico fallo con ventosa.
"Scusa" disse a bassa voce come una mamma che svela un segreto importante ad un bambino.
"ho ospiti, e se dovesse usare il bagno ti vedrebbe, vieni ti nascondo"
Lo prese saldamente ed una scarica le arrivò alla cervice, come ogni volta che lo toccava, era grosso e nero, non lo aveva mai misurato, ma era decisamente il compagno di giochi perfetto.
Prese poi i vibratori e nascose tutto in un cassetto del bagno.
Nel frattempo Giovanni, si versò un elegante bicchiere di Whisky a giudicare dalle sue bottiglie la ragazza non doveva ricevere molte visite, molte erano ancora chiuse o appena iniziate.
Mentre si girava intorno, nel salone/cucina il suo sguardo fù catturato da un vecchio impianto HI-FI posto al fianco di una colonnina di CD.
Con gli occhi ne scorse i titoli, mentre sorseggiando sentiva crescere una voglia di sigaretta.
"Posso fumare" urlò, atteggiando poi una smorfia preoccupata, resosi conto della troppa forza investita in quell'urlo.
"Certo" si sentì urlare in risposta.
Non gli riusciva a vedere nulla che sembrasse un posacenere, quindi aperta una finestra vi si affacciò e accese una delle sigarette.
Il cielo notturno era terso e lui non riusciva a smettere di pensare al culo di Dalia.
Così distratto e sognante Dalia lo trovò, prese una tartaruga di legno dal comodino e scoperchiandone il dorso la porse all'uomo.
"Ecco la ceneriera" gli disse riportandolo così sulla terra.
Aveva uno strano imbarazzo, non aveva pensato a quale giustificazione dare alla richiesta avanzata al collega.
Per fugare ogni domanda, spostò i suoi pensieri.
"Hai fame? Preparo qualcosa".
In un sorso finì il suo whisky.
"Certo, io in tanto posso mettere su un pò di musica?"
"Fai pure, lo stereo è lì, se hai bisogno d'aiuto sono qui, ma un esperto di tecnologia come te dovrebbe essere capace, ha un'interfaccia estremamente intuitiva"
Scelse una raccolta di musica Jazz e fece partire lo stereo, poi iniziò a svolgere l'idea che aveva partorito lungo la strada per l'appartamento della donna.
"Posso sapere ora perchè, dopo anni che ci conosciamo, mi hai invitato a casa tua e sopratutto urgentemente?"
"Bhè, vedi..." biascicò " è che oggi è un triste anniversario per me.
Tre anni fà, mia nonna è stata ammazzata a casa sua da un ladro che la voleva derubare.
È la prima volta che mi capita ma in ufficio oggi mi è salita una angoscia."
-Bella scusa, troia- pensò l'uomo.
Seduto sul divano, non riusciva a staccare gli occhi da quel fantastico culetto.
"Cosa prepari?"
Le chiese, mentre si poneva alle sue spalle, sbirciando nella padella.
"Cordoun blue, spero ti piacciano, oltre all'insalata è tutto quello che ho stasera, ma ti prometto che se resti qui da me stasera, ti ripagherò con una cena spettacolare."
"È una promessa?" le chiese sorridendo.
Lei voltandosi verso di lui, con l'intenzione di rispondere affermativamente non riuscì a dire nulla, trovandosi a pochi centimetri dalla sua faccia, e lentamente, catturata dal suo sorriso, mosse lentamente la testa in su e in giù.
Colto il cedimento Giovanni approfittò e le sfiorò un braccio con le dita.
Lei emise un gemito e socchiuse gli occhi dischiudendo le labbra.
Lui provò a baciarla, lei non si sottrasse.
Rimasero incollati per pochi secondi, quando lei lo spinse via e gli tirò un sonoro ceffone.
"Scusa" disse l'uomo confuso.
"Vai a tavola è pronto" disse lei nervosamente.

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