In principio, un treno

Si scambiarono i numeri di telefono, promettendosi di rivedersi. Ma il destino aveva altri piani. Si persero di vista, le loro vite presero strade diverse.

Dieci anni dopo, a Trieste. Paolo, ora un uomo d'affari di successo, era in città per una convention aziendale. Camminava per le strade, quando il suo sguardo cadde su una donna familiare.

Anja, ora una donna matura e sensuale, era lì, in piedi di fronte a lui. I loro sguardi si incrociarono, e il riconoscimento fu immediato. Si avvicinarono, i loro cuori battevano forte, come se il tempo non fosse mai passato.
"Paolo?", chiese lei, la sua voce tremante.
"Anja?", rispose lui, incredulo.

Si abbracciarono, i loro corpi si riconoscevano, come se il tempo non avesse cancellato il loro desiderio. Scoprirono di essere colleghi, di essere nello stesso albergo. Il destino li aveva riuniti, e non avevano intenzione di sprecare l'opportunità.

Senza perdere tempo, salirono in camera di Paolo. La tensione sessuale era palpabile, come se il tempo non avesse attenuato il loro desiderio. Si guardarono, i loro sguardi pieni di promessa.
Anja si avvicinò a Paolo, i suoi occhi brillavano di desiderio. Lo baciò con passione, le sue labbra si muovevano con urgenza. Paolo rispose, le sue mani accarezzavano il suo corpo, ricordando ogni curva, ogni dettaglio.

Si spogliarono a vicenda, i loro corpi si rivelavano, come se il tempo non avesse cambiato nulla. Anja, con un sorriso malizioso, si mise in ginocchio, guardando Paolo con desiderio.
"Ricordi quanto ti piaceva riempirmi la bocca col tuo cazzo?", chiese lei, la sua voce sensuale.

Paolo sorrise, il suo membro già eretto, pronto per lei. Anja lo prese in bocca, assaporandolo, ricordando il suo sapore unico. La sua lingua esplorava, le sue labbra si muovevano con esperienza, facendolo impazzire.

Paolo gemette, il piacere era intenso. Anja sapeva esattamente come soddisfarlo, come portarlo sull'orlo del piacere. La sua bocca calda e umida lo avvolgeva, mentre le sue mani accarezzavano i suoi testicoli. Lei sorrise, il suo viso arrossato, mentre continuava a succhiare, a leccare, a stimolare. Paolo si abbandonò al piacere, il suo corpo rispondeva a ogni tocco, un getto di sborra calda e densa riempì la sua bocca e scese piano in gola.

Ma Anja non era soddisfatta. Voleva di più, voleva sentire la sua figa riempita, il calore di quel cazzo largo dentro di lei. Si alzò, guardando Paolo con desiderio. "Voglio il tuo cazzo", disse lei, la sua voce resa ancora più roca dalla sborra che non scendeva dalla gola.

Paolo la guardò, il suo cazzo pulsava, pronto per lei. Anja si posizionò sopra di lui, guidandolo verso la sua figa umida e pronta. Con un movimento lento e sensuale, entrò in lei, riempiendola completamente. Anja gemette, il piacere era intenso. Si muoveva con grazia, il suo corpo rispondeva a ogni spinta, ogni movimento. Paolo la guardava, i suoi occhi pieni di desiderio, mentre lei lo cavalcava, il suo corpo in perfetta armonia con il suo.

Il ritmo aumentò, i loro gemiti si facevano più intensi. Anja si muoveva con passione, il suo corpo sudato brillava alla luce. Paolo afferrò i suoi fianchi, guidandola, spingendo più a fondo.
Anja sentì il suo corpo contrarsi, l'orgasmo si avvicinava. Paolo, sentendo la sua eccitazione, aumentò il ritmo, spingendo con forza. Anja urlò di piacere, il suo corpo scosso da un orgasmo travolgente.Il suo corpo si contrasse, mentre il suo squirt caldo e abbondante inondava Paolo. Lui gemette, il piacere era intenso, il suo corpo rispondeva al suo calore, al suo sapore. Urla, gemiti, sospiri e fu di nuovo sborra.

Si abbandonarono, esausti, i loro corpi sudati si rilassavano. Si guardarono, i loro sguardi pieni di soddisfazione e desiderio. Anja si alzò, il suo corpo ancora tremante, la sua figa gocciolante, e si diresse verso il bagno.

Paolo, sorridendo, si rilassò sul letto, il suo corpo soddisfatto. Ma quando si svegliò la mattina dopo, Anja non c'era. Al suo posto, trovò un biglietto: "Se mi cerchi e mi trovi, sarò tua per sempre."

Paolo sorrise, si sparò una sega e alzandosi dal letto pensò che era troppo vecchio per certe cose, o forse no.