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Lui & Lei

La Figlia Della Cliente (prima parte)


di Lando81
28.01.2017    |    14.072    |    1 9.7
"Da parte mia c'era la stessa voglia di entrare in contatto furtivamente e così quando la vedevo sola lungo una corsia, le arrivavo da dietro parlandole con la..."
Frequentavo Sabrina da circa due anni. La cliente che in una sera di inizio estate mi ero ritrovato ad ammirare in tutta la sua istintiva e femminile bestialità, si era ritagliata un posto esclusivo nella mia vita sessuale. Probabilmente se avessi avuto qualche anno in più il rapporto sarebbe anche potuto uscire da quel limbo di clandestinità, e la cosa un po' mi dispiaceva. Eravamo diventati confidenti sempre più intimi, più le nostre esperienze carnali aumentavano, più i discorsi si facevano profondi e personali. D'altra parte, nascondere la cosa e far finta di niente quando entrava in negozio, rendeva il nostro gioco un motivo più che sufficiente per continuare a vedersi. Spesso veniva a far la spesa ad ora di pranzo quando il negozio seppur aperto era praticamente deserto. Le piaceva provocarmi passandomi vicino mentre riordinavo gli scaffali, a volte si fermava a pochi passi da me per chinarsi e mostrarmi la sua scollatura o le forme del suo corpo. Da parte mia c'era la stessa voglia di entrare in contatto furtivamente e così quando la vedevo sola lungo una corsia, le arrivavo da dietro parlandole con la gentilezza dell'addetto vendita perfetto, per poi passarle una mano nell'interno coscia facendo sempre un po' di pressione mentre le solcavo la linea scura del sedere. Sobbalzava ogni volta per poi girarsi e darmi un bacio veloce sul collo.
Il sabato si faceva accompagnare da sua figlia Giorgia. Pensavo spesso che era grazie alle sue confidenze espresse alla madre nei miei confronti se Sabrina aveva deciso di condividere con me la sua lussuria. Pensavo anche a quanto le sue forme fossero ormai quelle di una donna. Aveva da poco compiuto 19 anni e a quanto sembrava, i suoi sguardi continuavano a farmi intendere che le piacevo ancora. Non avevo intenzione comunque di dare ossigeno alle sue attenzioni, un conto era sedurre la madre che sapeva cosa voleva, un conto era portarsi a letto una ragazza con tutti i suoi sogni.
Una sera Sabrina era a casa mia per uno dei nostri viaggi di piacere. Mentre le versavo del vino rosso mi disse che Giorgia rischiava di arrivare all'esame di maturità con l'insufficienza nella lingua inglese. Stava parlando di voler cercare un insegnante per darle ripetizioni, così senza pensarci mi proposi. Lei sorrise dicendo che aveva pensato anche a me, sapendo che dopo tre anni vissuti a Londra potevo esserle sicuramente d'aiuto. “Saprei anche cosa darti in cambio, il giovedì alle sei del pomeriggio Giorgia va dal padre, tu potresti venire per le cinque e dopo la lezione fermarti qui..”. Nel frattempo mi aveva preso la mano portandola sotto la gonna. “Sabri lo farei volentieri, e con la scusa di parlarti del suo livello potrei anche rimanere senza destare troppi sospetti!” Tenendo sempre la mano mi stava facendo accarezzare una coscia avvolta nel nylon delle calze autoreggenti. La portò sempre più su facendomi capire che era senza mutandine. “Allora ne parlo a Giorgia, penso che non le dispiacerà, anzi...” Detto questo spinse dentro di lei il mio dito medio insieme al suo. Era vicino al muro e piano piano la spinsi contro. Le mie e le sue dita la penetravano senza sosta. Cominciai a baciarle il collo mentre lei con l'altra mano rimasta libera ansimava strusciando il palmo sul rigonfiamento dei miei pantaloni sempre più evidente. “Continua tu, io mi dedico ad altro”. Mi slacciò e calò un poco jeans e boxer. Strinse il suo strumento e cominciò il suo piacevole trattamento. Poi si girò e inarcò il bacino come invito. Affondavo tra le sue calde labbra esasperandole il clitoride, il succo del suo piacere aveva bagnato anche il mio ventre, così aumentai il ritmo delle mie intrusioni finché da un gemito più intenso mi accorsi del suo orgasmo. Mi abbassai e mi fiondai con la bocca tra i suoi sapori. “Più su”, non esitai un istante e con la punta della lingua iniziai ad abituare le pareti strette e oscure che poco dopo avrei invaso con la mia lussuria. I suoi suoni eccitati e i suoi movimenti non ci misero molto a riempirla del mio caldo liquido. Restammo fermi come due statue fuse una dentro l altra aspettando che i respiri si calmassero. Prima di andare via mi ricordò che avrebbe proposto a sua figlia di farsi dare ripetizioni da me. Mi mandò un sms la sera stessa “E' un po' agitata perché si vergogna, però ha accettato!Sei pronto Professore?” Come quella volta davanti alla richiesta di amicizia da parte di Sabrina sul network, provai quell'inconfondibile ansia dell'istinto animale. Ero pronto, e giovedì vicino.
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