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Lui & Lei

La mia assistente personale


di Vincent_W
17.08.2019    |    6.134    |    2 9.5
"Era una cavalcata dolce e regolare, se la godeva come piace a lei, decideva il ritmo, l'intensità e la profondità degli affondi, ogni tanto si fermava in..."
La mia fidata segretaria, o come preferiva definirsi lei, assistente personale, aveva trovato l'amore e si era trasferita vicino a Rimini, lasciando il lavoro, con mio grande dispiacere.

Anna, si occupava di tutto per me, la gestione delle telefonate, delle mail, dell'agenda degli appuntamenti, di alcune mie piccole commissioni personali e dell'organizzazione dei miei viaggi di lavoro e non. Inoltre mi accompagnava nei viaggi e mi dava preziosi consigli e suggerimenti: dall'abbigliamento, alla salute, dalle relazioni, alle sue opinioni sui clienti. Anna non era solo una valida collaboratrice, ma anche una buona amica, con lei nonostante una certa confidenza, intimità e complicità non avevo mai passato il confine della cosiddetta friend zone.

Su consiglio di Anna avevo assunto una nuova collaboratrice: Eleonora.

Eleonora è una donna di 30 anni, educata e riservata, sempre vestita in modo elegante e consono alle situazioni, un abbigliamento moderno e sensuale mai volgare. Ele, come amo chiamarla, cura molto il suo aspetto: i capelli, le unghie e il trucco leggero sono sempre impeccabili.
È una bella mora con capelli ondulati fino alle spalle, labbra sottili e sensuali lineamenti decisi ma morbidi e non spigolosi, affascinanti occhi blu a mandorla, leggermente nascosti da degli occhiali in plastica nera di forma rettangolare ed un naso a patatina leggermente largo ma molto bello.

Non ha quei curriculum altisonanti con tre lauree, master all'estero, conoscenza di lingue esotiche ed esperienze in aziende blasonate. Curriculum che per la verità mi mettono quasi in imbarazzo e soggezione.

Aveva frequentato il liceo linguistico e per questo parlava bene l'inglese e il francese, e un po' meno bene il tedesco; aveva interrotto gli studi universitari di economia a non molti esami dalla laurea, per aiutare la famiglia in difficoltà per problemi economici, dopo un episodio di cronaca nera.
Eleonora si era data da fare, aveva fatto diversi lavori, alcuni anche molto umili, non trovando niente di meglio, a causa dellla crisi.
Nonostante o grazie a questo, Ele svolgeva un lavoro esemplare e impeccabile, facendomi ben presto dimenticare Anna.

In occasione della fiera internazionale di Stoccarda, Eleonora per la prima volta si era occupata dell'organizzazione del viaggio e della prenotazione delle stanze in Hotel.

A Stoccarda dopo una dura giornata in fiera, ci trovammo finalmente alla reception dell'hotel per il check-in, Ele in un sufficiente tedesco, si stava occupando di tutto.
Ad un certo punto si rivolse a me con un volto triste e timoroso, e mi disse:

- C'è un problema...
- Cosa dimmi !
- Invece di due singole... a loro risulta una matrimoniale.
- Non hanno altre stanze ?
- No, adesso cercano di vedere in altri hotel se trovano qualcosa, ma sarà difficile visto la partita di questa sera e la fiera - mi disse con una voce mortificata - forse c'è una stanza singola in un motel... in una zona un po' malfamata, comunque ci andrei io.

- Non mi piace l'idea di saperti in giro a quest'ora, in una zona malfamata per trascorrere la notte in uno squallido motel. Se per te non è un problema possiamo adattarci e condividere la stanza, in fondo siamo adulti... e molto stanchi.
- Esausti - rispose sorridendo.

Lei sollevata dal fatto che il suo errore fosse passato inosservato, dopo essersi scusata per il disguido, mi disse che se per me non fosse stato un disturbo, per lei sarebbe andata bene quella soluzione.
Così comunicò alla reception di non cercare in altri hotel e ci dirigemmo con i nostri trolley verso la stanza.

Nella grande suite, le dissi se preferisse usare il bagno per prima, mi rispose che prima avrebbe preferito disfare la valigia.
Mi fiondai in bagno, doccia, denti ed ero pronto, mi misi le mutande e una maglietta ed uscii dal bagno.
- Ele va bene se dormo così o mi devo mettere i pantaloncini corti da jogging?
- No, così va bene.

Entrai nel letto: - Bbrrr nonostante il riscaldamento sia alto, il letto rimane sempre freddo - dissi.
Lei prese una quantità incredibile di cose ed entrò nel bagno, io accesi la tv e mi misi a guardare il canale sportivo: l'unico insieme ai canali hot, che si potesse seguire senza conoscere il tedesco.

Quando finalmente uscì, rimasi completamente sorpreso dal suo fisico e dalla sensualità del suo semplice abbigliamento da notte.
Il corpo era ben fatto, un bel seno una terza abbondante o una quarta e un bel lato b, curve sensuali e generose. Indossava una lunga canotta di seta bianca con spalline sottili, che le copriva in gran parte le mutandine anch'esse bianche.
Scherzando mi disse di non guardarla troppo, io ridendo le risposi che se avesse voluto avrei potuto chiudere gli occhi..

Spenta la tv, Ele entrò nel letto e sentì subito il materasso freddo, io che ero quasi nel centro del letto mi spostai verso il bordo lasciandole parte del letto caldo, lei apprezzò e mi si avvicinò.
Le dissi che se avesse voluto avrebbe potuto avvicinarsi di più, da prima riluttante si avvicinò ulteriormente, fino a mettersi in contatto con il mio corpo, e mi disse che così andava meglio.
Per stanchezza ci addormentammo, in breve tempo, così attaccati.

Durante la notte, mi svegliai sentendola emettere un lamento e muoversi. Stavo dormendo supino, lei mi era addosso, era sul fianco, aveva una gamba sopra la mia, sentivo il suo pube sulla mia coscia, aveva la testa sul mio petto, e io la stavo abbracciando con un braccio che le andava fin sulla schiena.
Ingenuamente pensai ad un brutto sogno e cercai dolcemente di rassicurarla senza svegliarla, la abbracciai più fortemente, con l'altra mano le accarezzai la testa e le sistemai i capelli, poi le sussurrai: - Sssssshhh sssshhh, tranquilla ci sono io... per te.
Lei si calmò, quando sembrò essere tornate a dormire regolatmente, io ripresi sonno...

Un suo sussulto mi svegliò nuovamente e questa volta la scena era inequivocabile, lei si stava masturbando con la mano e contro la mia coscia, si era scostata le mutandine e potevo sentire il suo pube leggermente peloso e la sua vulva bagnata sulla mia pelle.
Il mio membro reagì prima della mia mente e si indurì, dopo lo stupore iniziale passai all'azione.

Con il braccio che la stava cingendo, raggiunsi il seno e iniziai a giocarci, portai le mie labbra verso la sua bocca, ed iniziai a baciarla, prima timidamente e poi, quando iniziai a sentire la sua lingua, in modo passionale; contemporaneamente intrecciai le dita dell'altra mano con le sue e insieme continuammo la sua masturbazione sulle labbra e sul clitoride.
In pochi minuti raggiunse un dolce orgasmo, bagnandomi ancora di più la coscia e la mano, io non potei resistere oltre, sciolsi l'intreccio e portai la mano rorida di umori al naso e alla bocca per conoscerne il profumo e il sapore.

Lei prese l'iniziativa, scostò le lenzuola, mi abbassò le mutande, impugnò il mio membro pronto ed iniziò una dolce e amorevole fellatio fatta con tenerezza e passione: con la lingua scorreva l'asta, si soffermava sul frenulo, sul meato uretrale, e percorreva le curve sbarazzine, lo succhiava in bocca e poi lo faceva uscire e lo sfregava sulle labbra.
Quando decise che era abbastanza si tolse le mutandine bagnate, senza interrompere la fellatio, poi mi scavalcò portandosi sopra di me, guardandomi negli occhi impugnò ancora il mio pene, sfregò la punta del glande contro le labbra del suo sesso e il clitoride, e poi dirigendolo con la mano, si abbassò e si fece penetrare.

Era una cavalcata dolce e regolare, se la godeva come piace a lei, decideva il ritmo, l'intensità e la profondità degli affondi, ogni tanto si fermava in basso con il mio membro tutto dentro, potevo sentire il suo pube sul mio, ogni tanto ruotava il bacino a destra e a sinistra, per poi riprendere, io le toccavo i seni e le stringevo i capezzoli turgidi.

Poi si tolse e dicendomi: - Lo voglio a pecora - si mise in posizione, io iniziai a possederla con dolcezza e decisione come piace a me, gli affondi erano completi, adoro sentire il mio corpo sbattere contro le chiappe della mia donna, mi dà la sensazione di farla mia completamente.
Quando la sentii venire pensai tra me e me, che la pecorina è sempre la migliore, poi aumentai il ritmo, avevo voglia di venire. Sentendo imminente l'orgasmo, le chiesi:
- Vengo dentro ?
Lei: - Siii, riempimi !

Due o tre colpi e le venni nella vagina, mi disse di stendermi... mi venne sopra e lasciò uscire lo sperma sul mio addome, poi partendo da lontano con la lingua pulì il mio corpo. Alla fine con prepotenza si avvicinò e mi baciò, così non potei fare altro che ricambiare il bacio.

Da quel giorno in hotel con Eleonora sono passati diversi anni, e quando i miei figli mi chiedono come mi sono innamorato della mamma, io rispondo che è stato tutto merito di un dolce contrattempo nella fredda città di Stoccarda.

Fine


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