Lui & Lei
La prima volta a casa tua

29.03.2025 |
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"Sei un lago e mentre mi godo il tuo sapore, tu inizi a genere di piacere fino a quando esclami:..."
Il mio sogno più grande è sempre stato quello di averti a casa tua!Era notte fonda quando sono in macchina per dirigermi a casa tua. Tuo figlio non c'è, per la prima volta siamo entrambi soli e non abbiamo altro a cui pensare, né di lavoro né di altro che ci faccia stare con l'orologio in mano.
Appena mi presento sotto l'uscio di casa, il mio cuore comincia a battere come un tamburo. Appena mi vedi il mio cuore si ferma ed inizia a danzare il tuo. Ci guardiamo un per qualche secondo senza salutarci, senza far nulla. Mi avvicino a te, ti do un bacio sulla guancia, ti dico ciao. Mi afferri quasi con rabbia e mi baci. Sembravi una leonessa mentre ghermisce la sua preda. Ti abbraccio, le mie braccia intorno ai tuoi fianchi, ti sollevo e tu avvinghi le gambe attorno al mio bacino. Ti bacio fino a perder fiato. Ti metto giù, voglio parlarti, ma tu mi tappi la bocca, mi dici: “sta’ zitto stronzo!”. Mi prendi per un braccio e mi porti nella tua camera. Quella camera… quel letto… sembrava la punta dell’Everest, difficile da scalare da salirci sopra. Indossavi un intimo nero, reggiseno merlettato, brasiliana che esaltava quel sedere che più belli non ne ho visti mai, e sopra un sottile baby-doll trasparente.
Vicini al letto mi baci, cerchi di sbottonarmi la camicia, mi baci sul collo poi sul petto poi sulla pancia poi sul ventre. La cintura il tuo prossimo ostacolo che elimini senza problemi. Alzi lo sguardo, mi guardi ed esclami: “lo voglio”. Io muto, mi lascio gestire da te, slacci anche i pantaloni, li tiri giù, trovi i miei boxer gonfi di tanta voglia. Con dolcezza accarezzi il tessuto del mio intimo. Poi infili una mano, lo afferri e lo tiri fuori. È tuo. Lo baci, lo lecchi. Sono in paradiso, mentre lo succhi mi guardi negli occhi, pura poesia. Anche troppo forse perché rischi di farmi venire in pochi secondi. Lo strappo dalle tue grinfie. Un filo di saliva lo separa dalla tua bocca. Volevo quel letto, ed io ero ancora in piedi ad aspettare. Ti stendo sul letto, salgo sopra di te, sei la mia preda. Inizio a toglierti il babydoll. Ti bacio sul collo, ti scosto il reggiseno. Ho tuoi seni in mio possesso, li succhio, tu urli di piacere, faccio il tuo stesso gioco, ti bacio sulla pancia, sul ventre ed arrivo lì tra le tue cosce, dove sento un magnifico profumo di umori. Le tue gambe lisce sono attraversate in lungo e in largo dalla mia lingua, anche i tuoi piedi finiscono al contatto con la mia lingua. La mia mia lingua raggiunge il tuo piacere. Sei un lago e mentre mi godo il tuo sapore, tu inizi a genere di piacere fino a quando esclami: . Con un ghigno ti sfilo le mutandine, le annuso e le getto a terra, lo ritiro fuori, duro che quasi stavo per venire. Con dolcezza avvicino la punta sfregandola tra le tue labbra gonfie e bagnate, fino a quando lo faccio lo faccio entrare tutto. Ecco! Siamo di nuovo in contatto. Sei sempre più bagnata e questo mi fa perdere il controllo. Mi chiedi di far piano, ma non resisto, ti volevo. Quindi il ritmo si fa sempre più frenetico. Il mio piacere non era l'atto del sesso ma sentirti godere.
In quella posizione ci restiamo per un po’. Tu urli, io godo. Io ansimo, tu godi. Poi decido di togliermi i boxer rimasti alle caviglie, tu invece sganci il tuo reggiseno. Con una mano lo afferri con veemenza, lo vuoi ancora, allora ti prendo per i fianchi e ti giro. Ti posizioni a carponi mentre io dietro di te ho una visuale da infarto del tuo magnifico sedere. Ti penetro, i nostri corpi sudati (il mio di più) nell’atto dell’amore schioccano a mo’ di schiaffi quando il mio addome tocca il tuo sedere. Inizi a gemere sempre di più, fino a quando mi implori di non smettere. Ecco, si stava realizzando un mio piccolo desiderio, farti venire sul tuo letto. Durante il tuo orgasmo, mi afferri una mano che a sua volta e ben salda sul tuo fianco. I nostri respiri si placano, ci stendiamo tutti e due sul letto, uno di fianco all’altro. Ci guardiamo e sorridiamo.
Dopo poco, mi viene sete e andiamo in cucina nudi. Ci sediamo a tavola, sorseggiamo acqua fresca e parliamo di noi, delle nostre cose, senza nessun rancore. Bevendo dal bicchiere mi guardi con occhi vispi. Io sono sempre con l’asta a mezzogiorno e, nemmeno il tempo di dire nulla, ti prendo di peso ti poggio sul mobile della cucina. Io in piedi di fronte a te, che sai che in quel momento stai per essere di nuovo posseduta da me. Prendo con una mano il mio arnese, lo sfrego sul tuo clitoride, finché non ti bagni ancora di più. Ecco sono di nuovo dentro. Sembriamo due furie. Mentre "scopiamo", ci baciamo, ci guardiamo, ci desideriamo. Con foga mi tengo ben saldo con le mani a delle maniglie dei mobili.
Per un attimo mi fermo e mentre tu già stai per gustarti un altro orgasmo, mi guardi perplessa e mi chiedi del perché mi sia fermato. Ti chiedo: “dimmi quella cosa che mi dicesti l'ultima volta al mare”. Per un attimo esiti, poi ricordi, mi guardi negli occhi e mi dici: “continua, amore mio continua”. Ad ogni tuo “ti amo”, io entro sempre di più. “Ti amo” ancora una volta mi dici, e io eccitatissimo per quelle parole, cerco di darti tutto il piacere che posso. La mia foga ti fa impazzire, alzi la testa, ti bacio il collo mentre urli di piacere per un nuovo orgasmo, musica per le mie orecchie. Adesso, però, non riesco più a resistere, sto per esplodere. Mi chiedi di fermarmi, perché vuoi essere tu a regalarmi piacere. Scendi dal mobile e inginocchiata davanti a me, lo prendi tra le mani fino a portarlo nella tua calda e deliziosa bocca. Ora sì, posso venire. Godo come un matto e tu attenta a non perdere nemmeno una goccia della mia voglia vai su e giù con la testa, continuando questo movimento mentre mi guardi negli occhi…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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