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Lui & Lei

Maid (parte 3)


di Katherine
13.05.2019    |    3.659    |    3 9.9
"Ripeté il procedimento più volte, decorando il mio collo prima intatto, con succhiotti di color violaceo..."
Erano passati due giorni dall'incontro con il padrone.

Spolverai per bene la mensola di quella gigantesca biblioteca per la terza volta.
Ero esausta ed erano solo le 16, mancavano ancora quattro ore di pulizie prima della fine.
Quasi quasi mi mancava stare con Alex e soddisfarlo.
Da ieri ognuna di noi maid aveva un giorno a settimana per andare a trovare il padrone, ed io avevo ricevuto il mercoledí.

Continuai a togliere libri e passare lo scaffale con lo straccio finché non vidi brillare la superficie di legno, soddisfatta.
Passai altri buoni minuti a svolgere quella mansione, quando sentii la porta aprirsi di scatto. Vidi Lisa corrermi incontro e fermarsi davanti a me, con il fiatone.

"Oddio... Jennie, ti chiama Alex"

"Ma non toccava a te oggi?" Chiesi stupita.

"Beh in teoria sí... ma ha chiesto di te, non sai quanto volevo farmi aprire oggi da lui.." sussurró sbuffando e incrociando le braccia.
Mi misi un attimo a ridere, accompagnata da lei.
"Dovrei portargli qualcosa?"

"Non penso, é giá eccitato di suo oggi, sono riuscita a stimolarlo un po" mi consiglió.
Annuii, e lei mi diede il cambio nelle faccende in biblioteca, mentre io cominciai a salire la scala per andare in camera di Alex.

Attraversai tutto il corridoio del piano superiore, e mi fermai davanti alla porta del padrone.
Presi un sospiro, mi sistemai velocemente il vestitino e bussai due volte alla porta.

"Avanti"
Sorrisi tra me e me, ed entrai nella camera.

"Buongior-"
Cercai di dire, ma appena misi piede nella stanza vidi una mano tapparmi la bocca.
Chiusi gli occhi di riflesso, capendo che era stato il mio padrone.
Fui sbattuta al muro e sentii Alex dare un calcio alla porta, facendola chiudere con un tonfo. Riaprii gli occhi, e scorsi il giovanotto indossare ancora la camicia di seta blu dell'altra volta, che lasciava poco all'immaginazione.

"Buongiorno patatina... Ora ti sfondo" sussurró al mio orecchio, facendomi rabbrividire dal piacere.
Sentii la mia intimitá bagnarsi.

Continuó a stuzzicarmi, mordicchiando la pelle del mio corpo, e succhiandone un lembo, per marchiarla.
Ripeté il procedimento più volte, decorando il mio collo prima intatto, con succhiotti di color violaceo.

Poi risalí dal collo, e diede inizio ad un bacio appassionato e lussurioso.
Succhió le labbra, le morse, rendendole gonfie, le leccó, e appena le schiusi, se ne approfittó per infilare la lingua all'interno della mia cavità orale.

Gemetti, quando sentii le sue mani scendermi per il corpo, senza dar fine al bacio.
Queste esplorarono i miei seni, cingendoli con il palmo delle mani e massaggiandoli.
Sentii i capezzoli diventare come di marmo, dal punto che si potevano vedere nonostante la divisa.
Alex accarezzó quei punti sensibili, racchiudendoli tra le dita.

Fece scendere ancora di piú una delle mani, che si insinuó tra le mie cosce, palpandomi il sedere.
Non ci stavo capendo piú niente, ma sapevo che tutto questo mi stava piacendo.
Improvvisamente Alex infiló la mano nella mia gonna e mi stuzzicó l'intimitá. Cercai di trattenere i gemiti mordendomi il labbro inferiore. Inspirai fortemente, su di giri.

A quel punto, non contento Alex velocizzó ancora di piú, infilando la mano nei miei slip e smanettandomi velocemente.
All'improvviso fece entrare due dita nella mia intimitá, facendomi emettere un gemito piú acuto degli altri, obbligandomi a mettere fine al bacio.

"Padrone..."

"Sei cosí bella quando gemi..." mi sussurró con voce roca, inserendo un terzo dito nella mia intimitá completamente fradicia.
Vidi la vestaglia scendergli sempre piú giú, lasciando sempre piú scoperta la sua pelle.
Sentii di essere vicina al limite, e inarcai la schiena.

"Sto per..."
Cercai di dire, quando Alex fermó i movimenti ed rimosse le dita dalla mia intimitá.

"Oggi non ti faró venire con le mie dita" disse con sguardo beffardo.
Spinsi ripetutamente il mio bacino verso il suo, sentendo il rigonfiamento che aveva attraverso la vestaglia, e me ne vergognai un po.

"La prego..." implorai sconfitta, massaggiandomi con la mano da sopra la gonna.

"Non mi hai risposto prima." Disse poi, con sguardo serio.

"Cosa?" Chiesi confusa.

"Ti ho detto che sei bella."
Sorrisi, senza dir niente.

"Sembra che tu stia decidendo di darmela giusto perchè ti faccio pena." Rispose lui sorridendo.

"Te la dó... giusto per farti contento." Lo corressi io.
"E allora fammi contento."

Molto velocemente, posizionò le mani sotto le mie cosce e mi sollevò, per poi farmi distendere sul suo letto, finalmente lontani da quel muro.
Alex salì a cavalcioni sopra di me; potevo sentire il mio cuore scalpitare.

Ancora una volta, sentii le sue morbide labbra premere sulle mie.
Le nostre labbra si unirono, si fusero in un bacio di quelli che riuscivano a toglierti il respiro, e farti perdere il lume della ragione.
Sentii le sue mani che iniziarono a togliermi il vestito, e intanto la sua lingua picchiettò sul mio labbro inferiore; decisi di dargli l'accesso, e schiusi le mie labbra.
La sua lingua leccò il mio labbro inferiore, lo mordicchiò, e poi dedicò attenzione alla gemella, intrecciandosi con lei, e giocandoci rincorrendola.

Si rialzò un attimo per osservare il mio corpo, coperto dal mio intimo nero e dalle calze a rete.
La lussuria e l'erotismo si riflettevano nei suoi occhi.

"Cazzo." Sussurrò.

"Cosa?"

Chiesi, affondando la testa nel cuscino...nel frattempo, mi tolsi anche le calze a rete, per evitare che me le rompesse come l'altra volta.
Alex scosse la testa.

"Cazzo se me lo fai indurire."

Il modo in cui mi aveva rivolto quelle parole, scatenarono in me un effetto strano; sentii il mio viso avvampare, mi bagnai ancora di più.
"Mi piace l'effetto che ti faccio." Sussurrò, per poi baciarmi di nuovo.

Continuò a baciarmi, mentre il suo pollice giocherellò con il mio clitoride.
Sgranai gli occhi, e gemetti, ma i miei gemiti furono prontamente soffocati dalle labbra di Alex.
Continuò a stimolare il clitoride con le dita, dopodichè infilò un dito.

Nel frattempo tolse completamente la sua vestaglia blu, rivelando il suo fisico scolpito.
Guardai Alex massaggiare la sua erezione, con un sorriso dipinto in volto.
Gli sorrisi di rimando divaricando bene le gambe.

Alex prese la sua erezione in mano, e la strusciò sulla mia intimità; facendola passare dalle labbra al clitoride e viceversa.
Cominciai a gemere rumorosamente; ci provava gusto nello stuzzicarmi.

"Padrone..." ansimai bisognosa del suo tocco.

"Chiamami Alex." Disse, per poi entrare in me con un colpo secco.

Spalancai gli occhi; Alex cominciò a spingere con forza dentro di me senza neanche farmi abituare alla sua grandezza.

"Ah! Alex!"

"Urlalo, voglio sentirti." Ringhiò lui nel mio orecchio.

Continuava a penetrarmi violentemente, il suo membro entrava ed usciva dalla mia apertura; avvolsi il suo bacino con le gambe, per potergli dare un miglior accesso.
Le sue mani si trovavano sui miei fianchi, li stringeva così forte che temevo sarebbero rimasti i segni delle sue dita.

"Sei così stretta." Disse lui, ansimando.

Gettò la testa all'indietro; il suo respiro era affannoso, notai che si formarono delle goccioline di sudore sul suo collo.

Dio, quanto avrei voluto morderglielo.

Ogni millimetro della mia pelle stava andando a fuoco, una sensazione bollente, travolgente e impetuosa mi colpì al basso ventre.
E quella sensazione era così... bella.
In quel preciso istante, stavo toccando il cielo con un dito.
Non riuscivo a fare niente... ero esausta per reagire, l'unica cosa che riuscivo a fare era rilasciare tanti gemiti, tutti così lussuriosi e perversi.

"Jennie.. ci sono quasi"
Sentii che stavo per arrivare al limite; Alex cominciò a velocizzare con la velocità, e mi dette una forte, lenta e profonda spinta.
Seguita da un'altra.
Dopo la terza, inarcai la schiena drasticamente, la mia testa cadde all'indietro e la mia intimità fu invasa dal liquido caldo e cremoso di Alex.

Venne, e io dopo di lui.

Passarono due o tre minuti pieni, che servirono per far regolarizzare i nostri respiri e per calmare i nostri corpi.
Alex fece uscire il suo membro, e stremato si sdraiò sul letto, affiancandomi.
Mi voltai verso di lui, per poi vedere che mi stava osservando con quel suo sorriso meraviglioso.
Sorrisi anch'io.

"Forse dovrei aumentarti la paga." Disse, ridendo.

"Allora forse dovrebbe aumentarla a tutte" Ribattei.

"Sí, ma sei tu quella che mi soddisfa di piú" Pronunció, rimettendosi la vestaglia.
"Non penso tu lo sappia. Mercoledí sará il mio compleanno, fatti trovare bella, puttanella" mi sussurró infine schioccando di nuovo le sue labbra sulle mie.
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