Rilassarsi...da sola

Finalmente dopo un lungo tragitto in treno, apro la porta ed entro a casa. Non ne potevo più di stare in mezzo a mille documenti, sono distrutta e voglio rilassarmi. Così una volta appoggiata la borsa all’ingresso e dopo essermi tolta le scarpe, decido di farmi un bel bagno caldo, con magari un bicchiere di vino rosso e qualche candela accesa proprio come fanno nei film. Contenta di questa idea, scelgo il vino da aprire, accendo le varie candele nel bagno e riempio la vasca di acqua e olii profumati. Tanto sono ispirata che prendo anche il piccolo stereo che ho in stanza e lo accendo in bagno, appoggiandolo sopra la lavatrice. Ora si è tutto perfetto. Inizio a spogliarmi a ritmo di musica, una musica lenta e quasi sexy. Mi guardo allo specchio mentre mi sbottono la camicetta bianca che man mano lascia intravedere la mia biancheria in pizzo rosa pallido. La lascio aperta e scendo la zip della gonna, nera, aderente, con un lieve spacco nel retro; abbasso anche la gonna e la sfilo via alzando prima un piede poi l’altro. Rimango in intimo e con delle calze autoreggenti color carne, purtroppo anche se fa ancora caldo l’abbigliamento dell’azienda è molto rigido e quindi bisogna rispettarlo. Mi siedo sul bordo della vasca, sfilo via le autoreggenti una alla volta, tocca la temperatura dell’acqua, ormai la vasca è quasi piena. Mi riguardo allo specchio, toccandomi il seno da sopra il reggiseno, abbasso le spalline, mi sfioro le spalle, e poi lo slaccio lasciandolo libero. I capezzoli si inturgidiscono subito, non ci penso, passo la mano in mezzo ai seni, per poi scendere verso il ventre. Giro attorno all’ombelico, e sfioro il bordo dello slip. Poi lo sfilo via accompagnandolo fino ai piedi. Mi riguardo allo specchio, mi muovo ancora a ritmo di musica e mi sfioro. La fine della canzone mi riporta alla realtà, così mi infilo dentro la vasca, tuttavia ho voglia, sento un forte desiderio di toccarmi e godere, chiudo gli occhi, ripenso alla giornata passata, ma soprattutto al bel cliente che è passato per firmare delle carte. Un uomo sulla trentina, alto, abbastanza muscoloso, occhi chiari penetranti, mano ferma e decisa. Mi è piaciuto da subito il suo modo di guardarmi, stringermi la mano. La mente inizia a fantasticare sulle sue dita sul mio corpo, sulla sua bocca che mi sfiora il collo, i capezzoli e scende più giù. Immagino il suo corpo possente, scultoreo dominarmi. Lo immagino mentre mi prende in braccio, mi appoggia sulla scrivania e inizia a scoparmi strappandomi lo slip e alzandomi la gonna, il suo cazzo duro e grosso dentro di me entrare e uscire deciso, sempre più veloce, mentre le sue mani mi afferrano il seno o i fianchi.
Mentre pensavo a tutto questo, una mano involontariamente stringe un seno, sfiora un capezzolo turgido sia per il freddo che per l’eccitazione, l’altra è più giù, tra le gambe, mi sfioro le labbra, sono bagnate e non solo per l’acqua della vasca, un dito inizia a toccare il clitoride, girando sempre più veloce. Continuo a immaginare lui che mi scopa, che mi possiede e nel contempo muovo il bacino, contraggo le gambe dentro la vasca, le dita non smettono di muoversi sul clitoride, sempre più veloce e decise, mentre la mia fantasia continua a creare un filmino nella mia testa. Inizio a inarcare la schiena, irrigidirmi, ansimare debolmente, e vengo, gemo, mi contraggo, tremo di piacere, respiro velocemente, mentre la mano inizia a muoversi più lentamente, per farmi riprendere. Poi pian piano apro gli occhi, l’acqua comincia a essere fredda, il cuore batte ancora frenetico, mi sento completamente rilassata, i nervi prima tesi ora sono rilassati. Così finisco di lavarmi e vado a dormire, un po’ dispiaciuta che ciò che ho immaginato sia solo una mera fantasia.