Annunci69.it è una Community rivolta ad un pubblico adulto e maggiorenne.
Puoi accedere solo se hai più di 18 anni.

SONO MAGGIORENNE ESCI
Racconti Erotici > Lui & Lei > Un segreto piacevolmente svelato 1
Lui & Lei

Un segreto piacevolmente svelato 1


di Ilikesex
03.11.2022    |    275    |    0 6.0
"Era come trasformata, si alzò dalla scrivania e mi spinse sopra facendomi sdraiare, con forza strappò il collant in corrispondenza del cazzo in modo da poterlo accarezzare in piena libertà..."
Tutto iniziò da teenager, i collant e le calze di mia madre erano li stese ad asciugare, così leggere quasi impalpabili, al solo contatto un brivido…
Di nascosto la prima prova, allora la taglia era la stessa, mi andavano a pennello, il nylon generava una carezza inebriante, il membro si inturgidiva immediatamente al contatto, le carezze generavano un contatto ambiguo come fossero le mani di un’altra persona ad accarezzarmi, la mano accarezzava la calza, al tatto fredda e liscia mentre la gamba o il membro ricevevano uno stimolo caldo e morbido.
La prima volta venni senza masturbarmi solo con le carezze, esplosi dentro al collant che contribuì a trattenere il dolce nettare sul mio corpo.
Indossando quelle meraviglie di nylon mi venne quasi istintivo accarezzarmi tra i glutei fino a giungere alla rosellina, il piacere che ne provai mi spinse ad osare sempre di più per sentirmi finalmente femmina.
Iniziai con le dita insalivate poi con oggetti cilindrici ma il risultato non fu particolarmente gradevole, mancava qualcosa.
Provai, con circospezione, a sondare il parere delle donne con cui sono stato con esito vieppiù negativo, sembrava che alle donne non piacesse intrattenere rapporti intimi con un uomo in collant.
Ciononostante, la passione è sempre rimasta dentro di me finché un bel giorno non mi capitò il classico inconveniente che, se da un punto di vista rischiò di farmi sputtanare per sempre, dall’altro mi permise di avere la mia prima esperienza con una donna amante del nylon fetish.
Quella sera ero ancora in ufficio, di solito la mia nylon-passione veniva soddisfatta quando ero in trasferta chiuso in una stanza di hotel dove la mia privacy non avrebbe corso alcun rischio.
Quel giorno, sinceramente non so cosa mi prese, fattostà che mi recai in bagno con un pacchettino acquistato durante la pausa pranzo, dentro c’era l’accoppiata vincente, collant tutto nudo color carne ed un paio di calze velate nere autoreggenti con bordo di pizzo alto ma, proprio quel giorno, avevo deciso di andare un po’ oltre, un perizoma di pizzo nero, praticamente impalpabie ed tremendamente sexy.
Chiusa la porta del bagno mi spogliai per indossare i collant, le calze ed il perizoma, essendo ancora orario di lavoro mi rimisi i pantaloni, il fruscio della stoffa sulle gambe inguainate mi fece avere una potente erezione.
Camminavo in modo strano, ero ipersensibile a tutte le nuove sensazioni che arrivavano dall'abbigliamento e, probabilmente la paura di essere scoperto, concorreva ad acuire le sensazioni che stavo provando.
Appena tornato in ufficio, venni convocato dal capo per la solita urgenza da affrontare la sera stessa, quasi mi venne un colpo, così conciato non me la sentivo di andare nel suo ufficio ma evidentemente non potevo farne a meno
Lo trovai in compagnia di una collega della sede centrale, mi fece accomodare di fianco a lei e ci spiegò di cosa si trattasse, mi sedetti in un modo quasi comico restando sul bordo della sedia nel tentativo di non far alzare i pantaloni a mostrare le calze, la postura alquanto rigida ed imbarazzata, non passò inosservata alla collega che nel tentativo di rassicurarmi appoggiò la mano sulla gamba proprio all’altezza del bordo di pizzo delle calze, diventai paonazzo dalla vergogna tanto che il capo si apprestò a chiedermi se tutto andasse bene.
Colsi l’occasione per chiedere di assentarmi un attimo per rinfrescarmi, dando la colpa ad un leggero mancamento.
Il capo mi congedò dicendo che avrebbe dato tutti i dettagli alla collega che mi avrebbe affiancato nel lavoro.
Raggiunsi il bagno per cercare di rimediare quando, con un motto di disperazione, mi accorsi che avevano cominciato le pulizie e non sarei potuto entrare per almeno mezz'ora, a malincuore raggiunsi il mio ufficio dove la collega mi stava aspettando con tutte le scartoffie da sistemare, mi sedetti alla scrivania dichiarandomi pronto ad iniziare.
Il lavoro, discretamente impegnativo, mi fece dimenticare del tutto quanto accaduto e, dopo un paio d’ore, decidemmo di dare un’ultima controllata per essere sicuri di non aver commesso errori, lei si alzò dalla scrivania per raggiungermi, solo allora mi accorsi che Mara era proprio una gran bella donna, alzandosi notai la gonna appena sopra il ginocchio con un malizioso spacco posteriore, una maglia di cachemire a dolcevita che lasciava le spalle completamente scoperte, la morbidezza del tessuto fasciava un seno ben disegnato dove si notavano i rigonfiamenti dei capezzoli, i capelli nerissimi e gli occhi turchesi completavano un quadretto davvero eccitante.
Si sedette al mio fianco, e quando finimmo la verifica, con un sospiro di sollievo, mi abbandonai sullo schienale stirandomi con le braccia alzate al cielo, così esposto fu facile per lei, appoggiare nuovamente la mano sulla esattamente nella posizione in cui l’aveva appoggiata nell’ufficio del capo.
Trasalii ricordandomi cosa indossassi, ed abbassando lo sguardo incrociai il suo, nello stesso istante la mano strinse la coscia così da non darmi più dubbi sul fatto che avesse capito cosa si celava la sotto.
Uno strano stato di serenità mi pervase sarà stato il suo sguardo o la consapevolezza che avendo aspettato la fine dei lavori per manifestarsi, evidentemente non era sua intenzione sputtanarmi.
Interessante disse, mentre con la mano si spostava verso il mio sesso che trovò in piena erezione, proprio interessante, sono indiscreta se ti chiedo cosa vuol dire… pronunciò con voce bassa e calda guardandomi negli occhi stringendo ritmicamente la mano attorno al mio sesso, sospirando mi rilassai e raccontai della mia passione.
Sorridendo mi invitò a mostrargli come fossi vestito, vista l’ora tarda, oramai eravamo i soli presenti nell’edificio, chiudendo comunque la porta, mi girai appoggiandomi ad essa e, slacciati i pantaloni, li lasciai cadere a terra come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Mi osservò con estremo interesse, vidi che si stava accarezzando le gambe, mi invitò a raggiungerla, cominciò ad accarezzarmi le gambe fino a raggiungere il membro eretto, quella carezza, fatta da una donna, mi stava facendo toccare vette di piacere mai provate.
Mi tolse il perizoma continuando ad accarezzare il membro sotto il sottile strato di nylon.
Le chiesi di spogliarsi lei sorridendo si alzò e si tolse il maglioncino e lasciò scivolare a terra la gonna svelando un quadro estremamente eccitante, un intimo particolarmente seducente incorniciava un corpo da sballo.
Le mani iniziarono a vagare sui corpi bollenti, mentre lei mi stringeva il cazzo, raggiunsi la sua figa coperta dal tessuto leggerissimo e completamente fradicio del perizoma, lo scostai e mi dedicai con piacere alla vulva, la feci sdraiare sulla scrivania per poter assaporare la dolcezza del miele che la bagnava, esplorai con dovizia tutti gli anfratti fino a raggiungere la clitoride che si ergeva pronunciata in attesa della lingua, la leccai e succhiai con estremo piacere per diversi minuti, mi aiutai anche con le mani accarezzando i glutei ed entrando fra le natiche fino a raggiungere l’ano che, dopo aver umettato, forzai con la lingua, cedette con inattesa facilità, segno di un’abitudine all’uso, la lingua entrò per tutta la lunghezza e i sospiri di lei si fecero più intensi.
Tolsi la lingua dal buchino e tornai a dedicarmi alla figa ed alla clitoride continuando a stimolare l’orifizio anale con le dita che, trovando la strada lubrificata dalla saliva, entrarono con facilità, al primo ne feci seguire atre, al terzo mi prese la testa fra le mani spingendomi con forza verso la figa proprio in coincidenza di un fremito che la scosse violentemente giusto prima di inondarmi la bocca del suo dolce nettare.
Ero allibito da quanto mi stava accadendo ma non mi ritrassi e bevvi tutto il possibile, aveva un sapore dolcissimo, afrodisiaco, lei soffocò a stento un urlo liberatore nella paura di essere sentita da qualcuno, mi alzai e la guardai negli occhi, il suo sguardo era trasfigurato dell’orgasmo appena provato, mi attirò a sé, quasi con violenza, e le nostre bocche si incollarono in un bacio selvaggio, dopo un lungo momento ci staccammo ed ansanti riprendemmo fiato.
Era come trasformata, si alzò dalla scrivania e mi spinse sopra facendomi sdraiare, con forza strappò il collant in corrispondenza del cazzo in modo da poterlo accarezzare in piena libertà.
Mi lasciai andare mentre lei con la mano libera mi accarezzava le gambe donandomi un piacere incredibile, non ci potevo credere avevo finalmente incontrato una donna che gradiva la mia passione, venni distolto dai pensieri quando percepii chiaramente la lingua sul glande, dopo pochi secondi le sue labbra cominciarono a baciare l’asta, scese fino allo scroto ed imboccò i testicoli facendo poi scorrere la lingua risalendo fino al glande, imboccò completamente la cappella facendosi entrate tutto il cazzo in bocca, essendo discretamente dotato mi stupii che riuscisse ad ingoiarlo tutto, mi alzai a guardare ed incrociai il suo sguardo carico di libidine, si tolse il cazzo dalla bocca lentamente lasciando filamenti di saliva fra le labbra e la cappella, con voce roca dalla libidine disse, adesso carino sei nelle mie mani, ti farò tutto quello che hai sempre sognato ed anche qualcosa che probabilmente non sai ancora di volere.
Si rimise in bocca il cazzo e, con entrambe le mani, lacerò ulteriormente il collant liberando il solco fra le natiche, estrasse il cazzo e, leccando l’asta per tutta la lunghezza, oltrepassò lo scroto continuando a scendere fino al buchetto posteriore.
Il piacere che provai fu quasi imbarazzante, mai nessuna era arrivata a tanto, avevo ancora le sue parole che mi frullavano in testa alla ricerca di un significato, ad un certo punto sentii distintamente la lingua forzare l’orifizio anale, ad una iniziale reazione di irrigidimento seguì un violento ceffone che mi gelò il sangue, si alzò e guardandomi con determinazione disse, ora sei nelle mie mani e farai tutto quello che io vorrò, ed anche se dopo ti renderai conto che non potrai più farne a meno ora non ti puoi tirare in dietro, ricordati che sei nelle mie mani.
Durante la minaccia non aveva smesso di masturbarmi pertanto il cazzo non accennò minimamente ad ammosciarsi, anche se attraversato da una leggera vena di paura non accennai nessuna reazione, il rischio che raccontasse in giro della mia passione mi impediva ogni reazione.
Si rimise il cazzo in bocca e succhiando con particolare abilità riportò lo stato di eccitazione alle stelle, inginocchiatasi nuovamente fra le gambe riprese a leccare lo sfintere, al nuovo tentativo di penetrarlo lo trovò più disponibile, ad ogni spinta guadagnava terreno fino a farmi sentire del tutto a mio agio quando capii che era entrata completamente.
Era maledettamente abile a tenermi sulla corda, quando mi sentiva prossimo all’orgasmo smorzava l’eccitazione con una sapiente stretta ai testicoli, non dolorosa ma sufficiente a frenare l’orgasmo.
Abbandonò per pochi secondi la posizione raggiungendo la sua borsa dalla quale estrasse qualcosa che non riuscii a vedere, riprese il trattamento appena interrotto, ad un certo punto sentii le sue dita cercare di forzare l'ano, prima con un dito che scivolò facilmente oltre lo sfintere, alla seconda introduzione entrò con due dita, l’introduzione fù un po’ più difficile ma anche loro passarono senza troppi problemi, il terzo tentativo avvenne con tre dita, fù decisamente più doloroso anche perché, per vincere la resistenza, spinse con decisione facendo cedere lo sfintere fino ad imprigionare le tre dita, con un lento movimento introduceva ed estraeva le dita per farmi abituare, il fastidio iniziale lasciava poco a poco il posto ad un piacere nuovo nel sentirmi violato e riempito in quella parte del corpo.
Il continuo contrasto di sensazioni, piacere, dolore, paura e gioia mi stavano spossando, pian piano le mie difese scemarono svuotandomi dalle energie, quando si accorse che non opponevo più resistenza, si alzò e con una carezza mi disse che era giunto il momento, mi avrebbe fatto godere come mai mi era capitato in vita mia, oramai esausto non capii cosa stesse facendo, sta di fatto che un dolore lancinante mi risvegliò completamente, come una lama rovente sentivo qualcosa tendere le carni dandomi l’impressione di lacerarle.
Con un ghigno quasi feroce stava spingendo qualcosa dentro il mio povero culo, mi accorsi solo in quel momento che con una mano continuava a masturbare il cazzo che non aveva mai accennato ad ammosciarsi, ad un certo punto terminò di spingere e mi accorsi di sentirmi l’intestino pieno di qualcosa di duro ed estremamente doloroso, dopo alcuni attimi cominciai ad abituarmi anche a quell’intruso e lei cominciò ad estrarlo, mi impossessò una straziante sensazione di vuoto unitamente all’urgenza di colmarlo nuovamente, la guardai implorante ma lei non accennava a fermarsi nella sua estrazione, con voce suadente mi chiese se lo volessi ancora dentro di me, senza parlare feci cenno di sì con il capo, lei sempre con dolcezza mi ripeté la domanda intimandomi di rispondere altrimenti non si sarebbe mossa.
Allo stremo delle forze le chiesi di rimettere dentro al mio culo quell’oggetto, Mara, diventando severa, mi rimproverò di essere maleducato ed estraendolo per intero me lo fece vedere e mi disse, se lo vuoi di nuovo dentro mi devi chiedere educatamente di riprendere ad incularti, stava brandendo di fronte al mio viso un cazzo artificiale di generose dimensioni con il quale aveva profanato il mio povero culo, la sensazione di vuoto e la voglia di sentire nuovamente l’intestino pieno di quel meraviglioso cazzo fece sì che implorai chiedendo per favore di essere nuovamente inculato con quello splendido scettro.
Soddisfatta dalla mia richiesta, prima me lo infilò in bocca suggerendomi di insalivarlo per bene per poi introdurlo con decisione nuovamente nel culo.
Cominciò a muoverlo procurandomi un piacere inatteso, quando capì che ero partito richiamò la mia attenzione e, parlandomi dolcemente disse, ora ti farò provare il primo orgasmo anale e, così dicendo, abbandonò il cazzo e, utilizzando entrambe le mani, continuò ad incularmi fino a portarmi all’orgasmo, nel frattempo il cazzo si era ammosciato ma la libidine non era scemata anzi, lo stimolo di quel cazzo finto nel culo, aveva aumentato il mio godimento fino a portarmi all’orgasmo, rimasi allibito nel sentire quelle sensazioni così forti contrastare con la totale mancanza di erezione, al culmine dell’orgasmo lo sperma cominciò ad uscire copioso, il piacere che provai fu di una intensità effettivamente mai provata; aveva ragione era riuscita a farmi godere come non mi era mai capitato.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
6.0
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per Un segreto piacevolmente svelato 1:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni