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IL BATTESIMO (parte 1)


di subBO
06.06.2021    |    204    |    1 9.2
"Non avevo mai sentito leccato una scarpa in vita mia, ma in quel momento avrei fatto qualsiasi cosa, ero intrigatissimo da come stava procedendo la serata e non sarei stato certo io a mettere un..."
IL BATTESIMO

Era già parecchio tempo che nella mia mente si era insinuato un chiodo che non riuscivo a scacciare. Avevo visto alcune riviste dedicate al BDSM nelle quali apparivano immagini di donne dominanti che mi avevano colpito particolarmente e che mi avevano incuriosito al punto di voler provare un'esperienza per capire se realmente mi sarebbe piaciuto trovarmi in una situazione simile. Grosso problema era trovare una vera dominante che non fosse una professionista, ma per fortuna mi venne incontro la telematica. Acquistato il mio primo pc, imparai ad usare un programma di chat che mi consigliò un amico e qui trovai una chat a tema BDSM che naturalmente cominciai a frequentare per cercare di fare qualche conoscenza che potesse soddisfare la mia sempre crescente curiosità. Dopo qualche tempo alquanto infruttuoso conobbi Giacomo che subito mi parve una persona seria e già molto introdotta nell'argomento. Lui mi disse di avere una Padrona e mi raccontò un po' delle sue esperienze che aumentarono ulteriormente il mio interesse. Ci scambiammo i numeri di telefono e parlando con lui gli chiesi se la sua Padrona per caso avrebbe avuto interesse di provare uno nuovo sottomesso e se questo non fosse un problema per lui. Giacomo rispose che la Padrona non era la sua donna, era solo un'amica con cui condivideva questa passione e che lui non era certo il suo unico schiavo, per cui le avrebbe dato il mio numero, poi tutto dipendeva da Lei, se avesse avuto voglia di chiamarmi lo avrebbe sicuramente fatto. Passarono alcuni giorni in cui ci pensavo ma senza farmi troppe illusioni, finchè una sera ricevo la telefonata. " Mi chiamo Angela ho il tuo numero perchè me lo ha dato il mio schiavo, tu sei Giorgio? " . Una grande emozione mi prese e cercai di mantenere il controllo mentre rispondevo alle sue domande, non molte per la verità in quanto Giacomo le aveva già parlato di me. Concluse la telefonata dandomi un'appuntamento, sottolineando il fatto che sarebbe stata la mia unica occasione e non avrebbe tollerato scuse di nessun tipo. Il giorno fissato era il sabato sera successivo dopo cena ed io mai e poi mai avrei rinunciato a quella occasione, pur avendo tutti i timori che una situazione del genere, ricca di incognite, mi faceva passare per la mente.
Arrivò il giorno fatidico, oltre 150 km mi separavano dal luogo dell'appuntamento, per cui andai via per tempo perché non volevo ritardare un solo minuto ed il viaggio passò con un susseguirsi di pensieri cercando di immaginare quel che sarebbe potuto accadere. Arrivato sul posto un po' in anticipo parcheggio ed attendo, momenti che sembravano interminabili e dopo circa un quarto d'ora si avvicina una Mercedes bianca che riconosce la mia macchina e sfareggia. Scendo dall'auto mentre dalla parte del passeggero scende una bella donna mora con pelliccia bianca. Ecco una cosa che non avevo previsto, nella mia testa la Padrona la immaginavo sola, invece era con un altro che si presentò come Carlo, un uomo con i baffi con qualche anno più di me. Dopo qualche breve frace di presentazioni, anche perchè il freddo di gennaio si faceva sentire, salii sulla loro auto nel sedile posteriore. Angela disse che aveva voglia di andare a ballare ( altra cosa che mai lontanamente avrei immaginato ) e Carlo partì verso una discoteca che si rivelò abbastanza distante dal luogo dell'incontro. Nel tragitto ci fu tutto il tempo per conoscersi un po' meglio, ma Angela non scoprì molto le sue carte, più che altro cercò di sapere qualche altro particolare su di me, mentre io mi chiedevo quale fosse il ruolo di Carlo, senza però avere il coraggio di domandarlo.
Entrati in discoteca Angela si tolse la pelliccia e me la buttò come se fossi un appendiabiti, la presi al volo e la portai al guardaroba. Finalmente potei ammirare la Padrona, una donna prosperosa ma non grassa, un fisico tonico in un abito nero con una scollatura che faceva ammirare un un seno importante e che terminava un po' sopra al ginocchio. Si notava un polpaccio ben definito inguainato in calze velate e scarpe nere con tacco alto. Era decisamente una donna attraente, una bellezza che definirei sanguigna che non deludeva certo le mie aspettative. Dopo aver preso posto Angela si lanciò in pista invitandomi a seguirla mentre Carlo rimase sul divanetto a sorseggiare un drink. Ballammo una buona mezzoretta durante la quale Angela sembrava studiarmi con quel suo sguardo penetrante che facevo fatica a reggere, poi si diresse verso il nostro tavolo facendomi cenno di seguirla. Si accomodò sul divanetto e quando stavo per sedermi a mia volta mi fermò con un secco: " No, tu vieni qui davanti a me! ". Angela si era seduta con le gambe leggermente allargate e mi indicò le posizione dove mettermi di fronte a Lei, poi mi ordinò di inginocchiarmi. Non vi posso descrivere il mio imbarazzo, ma era solo l'inizio, perchè subito dopo mi ordinò di toglierle le scarpe mentre tutt'intorno ragazzi curiosi notavano la scena. " Adesso mi massaggi i piedi schiavo, sono stanchi dopo aver ballato...". Sul suo volto si accese un sorriso di soddisfazione quando senza fiatare le presi il primo piede e cominciai un massaggio cercando di fare del mio meglio, intanto Lei appoggiò l'altro piede sulla mia spalla, mentre la gente ormai sembrava interessata solo a quel che succedeva al nostro tavolo. Per sconfiggere la vergogna di essere in quella situazione pensai che in fondo lì non mi conosceva nessuno e poi concentrai la mia attenzione sui suoi piedi e sulla bella vista che mi regalavano le sue gambe semiaperte. Intanto però Angela si era messa a parlare con una ragazza che pareva molto interessata a quella inusuale situazione e invitò anche lei a farsi anche lei massaggiare spiegandole che io avrei fatto tutto quello che mi veniva ordinato. La ragazza ringraziò ma declinò l'invito e, quando Angela fu soddisfatta, le rimisi le scarpe. Mi venne dato l'ordine di rialzarmi e di andare a riprendere la pelliccia che era ora di rientrare a casa. Carlo si rimise alla guida, non era di tante parole, ho dedotto che anche lui in un certo qual modo fosse sottomesso, non al livello mio ma era sempre al servizio di Angela assecondando i suoi desideri. Nel ritorno Angela si tolse le scarpe e me le diede, disse che le voleva belle lucide e mi ordinò di lustrarle con la lingua. Non avevo mai sentito leccato una scarpa in vita mia, ma in quel momento avrei fatto qualsiasi cosa, ero intrigatissimo da come stava procedendo la serata e non sarei stato certo io a mettere un freno...oramai sarei andato fino in fondo lasciandomi guidare dalla Padrona in mondo tutto da esplorare.
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