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IL BATTESIMO (parte 4)


di subBO
07.06.2021    |    145    |    0 8.7
"Stranissima fu la sensazione quando Carlo estrasse il cazzo dal mio culo, una sensazione come di vuoto e rimasi alcuni istanti fermo con il buco che gocciolava..."
La Padrona scese a fianco del letto e si sedette sul bordo, io rimasi a quattro zampe di fronte a Lei mentre Carlo che ci seguiva si sedette al suo fianco. Mi fu ordinato di toglierle le scarpe e poi le calze, compito graditissimo perchè potevo accarezzare le sue belle gambe ben tornite. Mi disse che le ero piaciuto e che per essere la prima volta ero andato sopra alle aspettative per cui meritavo un premio. Mi mise un piede sulla spalla e l'altro sulla faccia e mi concesse di baciarle e leccarle i piedi. Cominciai subito con ardore ad adorare quei piedi ben curati e mentre le mie mani le massaggiavano il polpaccio la mia lingua non trascurava nulla avendo cura di passare anche in mezzo alle dita per poi succhiarle una ad una golosamente. Mentre passavo da un piede all'altro notai che stava baciando Carlo che intanto le aveva scoperto il seno rivelando i suoi grandi capezzoli. Ad un certo punto col piede mi allontanò e Carlo le tolse le mutandine, la sua figa era pelosa ma curata, con un pelo nero come i suoi capelli ed io rimasi un momento a guardarla mentre sentivo il mio uccello duro come il marmo. Carlo mi guidò la testa fra le sue gambe e rimasi inebriato dal forte odore di sesso che emanava. " Voglio godere schiavo, mi hai fatto eccitare, ora datti da fare". Era un invito a nozze per me che non vedevo l'ora di affondare il viso in quel paradiso, così cominciai ad assaporare gli umori della Padrona infilando la lingua tra le grandi labbra, poi cominciai a disegnare piccoli cerchi intorno al clitoride che era abbastanza sviluppato, finchè non lo avvolsi tra le labbra succhiandolo e lavorandolo con la lingua. Sentii la mano di Angela premere sulla nuca mentre io continuavo a sollecitarle il clitoride quasi senza prendere fiato, poi un fremito e un sospiro liberatorio mentre il suo orgasmo esplodeva sul mio viso. Leccavo avidamente il suo nettare mentre Lei terminava lentamente il suo godimento tenendo il mio viso ben premuto fra le sue cosce bagnatissime. Il cuore mi batteva forte dopo quel momento così intenso, era quasi come se fossi venuto io tanto era il piacere che il suo orgasmo mi aveva dato, stavo quasi per rilassarmi quando mi sentii tirare per il collare ed il mio viso si ritrovò fra i suoi seni generosi che cominciai a baciare e succhiare con rinnovato ardore, mentre Lei baciava Carlo e lo masturbava. Anche Carlo era molto eccitato e cominciò a succhiare un capezzolo mentre io ero impegnato con l'altro. Angela mi ordinò di tornare in ginocchio e di lasciare spazio a Carlo che si sollazzava col suo seno, io obbedii non certo volentieri ma tornai al mio posto ai piedi del letto. Senza dir nulla mentre Carlo sembrava molto preso fra le sue tette, puntò il dito verso il cazzo di Carlo guardandomi fisso. Sinceramente avevo pensato ad una evenienza simile vista la presenza di un altro uomo, ma per come si erano sviluppate le cose avevo accantonato l'idea e non me ne rammaricavo di certo dato che mai avevo pensato di andare con un uomo. Ma qui avrei dovuto disobbedire e deludere Angela era l'ultima cosa che volevo, per cui, seppur riluttante mi spostai tra le gambe di Carlo. Angela mi guardò con un sorriso di approvazione e si infilò un dito in bocca mimando ciò che dovevo fare. Presi un grosso respiro e la cappella di Carlo sparì nella mia bocca, cominciai così il primo pompino della mia vita. Mi sembrò che il cazzo di Carlo si ingrossasse nella mia bocca mentre le mie labbra scorrevano sulla sua turgida asta e la mia lingua girava attorno alla cappella. Una mano mi guidava nel movimento, mi pareva di Angela, ma ero così frastornato che non ero sicuro mentre tenevo gli occhi ben chiusi. La risposta la ebbi quando la stessa mano mi fermò senza che Carlo fosse venuto. Era Angela che dirigeva il gioco ed il suo piano non era ancora finito. Mi tirò per il guinzaglio e mi fece salire sul letto mentre disse a Carlo di alzarsi. Non so se lui lo facesse volentieri perchè lo vedevo molto arrapato e pensavo che volesse scopare, ma ben presto capii quando sempre ad un cenno di Lei sentii Carlo prendermi per i fianchi e la sua cappella appoggiarsi sul solco delle mie chiappe. Guardai Angela con occhi imploranti senza aver la forza di dire un "No ti prego" o qualcosa del genere, ormai la mia volontà non esisteva più esisteva solo quello che decideva la Padrona. Angela si spostò per afferrare i mie glutei e aprirli esponendo il buco vergine ed indifeso poi lasciò cadere la saliva proprio nel taglio delle chiappe e con un dito lubrificò leggermente l'ingresso, quindi prese il cazzo di Carlo e lo puntò contro al mio ano. A questo punto tornò davanti a me fissando il mio volto mentre Carlo cominciava a spingere, io la guardavo e sentivo il mio sfintere allargarsi inesorabilmente sotto la pressione della cappella e quando Carlo la vide entrare con un paio di colpi di reni mi penetrò facendomi inarcare ed Angela spalancò gli occhi come fosse stata Lei in persona ad incularmi provandone piacere. Carlo continuò a sodomizzarmi con ritmo lento ma costante mentre la Padrona mi spiegava che a Lei non piaceva usare lo strapon come molte Mistress, preferiva vedere i suoi schiavi inculati da un cazzo vero, lo trovava molto più umiliante ed eccitante. " E adesso sei il mio schiavo e la mia troia che si fa sbattere..." Disse con un ghigno, poi disse a Carlo che poteva godere e lui aumentò il ritmo dei colpi, tanto che sentii le sue palle sbattere contro le mie quando affondava il colpo ed in pochi minuti le svuotò nel mio intestino. Stranissima fu la sensazione quando Carlo estrasse il cazzo dal mio culo, una sensazione come di vuoto e rimasi alcuni istanti fermo con il buco che gocciolava. " Ora se vuoi puoi venire, lo hai meritato, ma dovrai arrangiarti" disse Angela vedendomi ancora eccitato. La ringraziai perchè ne avevo davvero bisogno di scaricarmi dopo tutto quello che era successo quella notte e non ci misi molto ad eiaculare ripensando a tutti quei momenti. Dopo essermi rivestito li salutai ed uscii che era quasi mattina, avevo altri 150 km per tornare a casa e pensare a quella notte che mi aveva anche cambiato e quello fu l'inizio di una storia che dura tutt'ora.
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