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La bizzarra prima esperienza di Alex


di Membro VIP di Annunci69.it JadeCpl
19.09.2023    |    3.259    |    0 7.9
"Con me, a differenza che con Claudio, fu però molto delicata e cortese..."
“Coraggio muoviti! Se non te la senti prendi le tue cose e vattene subito da qui!”
La voce massiccia ed il tono secco di Claudio mi strattonarono di nuovo alla realtà, anche se la mia mente faticava ancora parecchio a credere che quello che mi circondava potesse facilmente essere associato al concetto di realtà.

Mi chiamo Alex e sono un uomo di 35 anni. Ho una buona istruzione, un lavoro remunerativo e nient’ altro di speciale, se devo essere onesto. Mi sono sempre ritenuto un ragazzo “nella norma”, né bello ne brutto. Quel che è certo è che non ho mai pensato di essere attraente. Sono sempre stato uno di quei tipi che passano per strada e che nessuno nota, uno di quelli che scorre via sullo sfondo senza scalfire minimamente la memoria di chiunque gli passi accanto.
Dall’ anno scorso, dopo la fine agonizzante di una lunga relazione tossica durata parecchi anni e che mi aveva prosciugato di ogni traccia di amor proprio e di fiducia in me stesso, ho deciso di rimettermi un po’ in sesto. Ci ho dato dentro con la palestra, ottenendo risultati tutto sommato discreti. Avendo così riacquistato un po’ di rispetto per me stesso decisi di provare a rimettermi in gioco cercando di lavorare anche sulla mia timidezza ed introversione. Così (ripensandoci ora direi che sia stato un momento di follia) mi iscrissi a questo sito, trovato quasi per caso.
Mi registrai ovviamente da singolo, sinceramente senza troppe aspettative. Forse per questo non ero a disagio: inconsciamente ho sempre creduto che non sarebbe mai potuto succedere nulla di strano che avrebbe potuto spingermi fuori dalla mia comfort zone. Così ho curiosato assiduamente per qualche settimana, scritto a qualche singola e a qualche coppia, senza mai troppa convinzione.
Non mi piace fare la figura dell’arrapato assillante, lo trovo di pessimo gusto.

Dopo una settimana dalla mia iscrizione venni però contattato da questa coppia di Como, Claudio e Valeria. L’ annuncio era scritto in una forma corretta e a tratti ricercata, che lasciava trasparire una discreta formazione culturale. Le foto erano di ottimo gusto, intriganti ma non volgari. Stimai che potessero avere sui 45 anni: lei castana e avvenente, in forma superba (anche se con qualche ritocco), lui capelli corvini con qualche sprazzo di bianco, fisico massiccio e virile, portamento distinto ed elegante, molto curato nell’ aspetto. Sembravano facoltosi dai pochi dettagli sparsi qua e là che potei estrapolare dalle foto: orologio d’ oro, quadri d’ autore, gioielli artigianali. Il primo pensiero fu che si stessero prendendo gioco di me -due così erano decisamente fuori dalla mia portata- ma i messaggi scorrevano e sembrava che fossero davvero interessati. Mi fecero numerose domande anche piuttosto specifiche a cui risposi con sincerità.
Trovai ben presto conferma della loro ottima cultura ed eleganza, oltre che del fatto che erano davvero benestanti. Dopo qualche ora di conversazione ricevetti un invito presso la loro villa per quello che avrebbe dovuto essere un incontro conoscitivo. Preso dall’ euforia accettai senza remore.
Già durante il viaggio verso la loro abitazione però mille dubbi iniziarono ad assillarmi. Non ho avuto molte partner in vita mia e posso dirmi tutt’ altro che uno stallone. Di solito le coppie che cercano una terza figura maschile vogliono qualcuno che possa soddisfare vigorosamente le necessità della lei. In quello stato di agitazione in cui ero piombato temevo persino di non riuscire a partire, cosa che contribuì a peggiorare il mio stato emotivo facendomi quasi desistere. Come avevo fatto a non pensare che fossero di sicuro esperti e navigati viste le decine di feedback del loro profilo? Mi ero fatto prendere dalla parte in cui tutti descrivevano lei come una donna passionale e focosa trascurando il fatto che forse servono uomini adatti a gestire quel tipo di donna.

Cercando di non affogare tra quei pensieri nefasti quasi non mi accorsi di essere giunto a destinazione. Il grande cancello in ferro battuto si aprì dopo pochi secondi dal messaggio di conferma del mio arrivo. Parcheggiai la mia berlina di fascia media nell’ immenso parco che circonda ed isola la maestosa villa di fine ‘800.
Un uomo sulla sessantina in frac e dal portamento regale era già lì ad attendermi.

“Benvenuto. I signori ******* la stanno attendendo all’ interno. La prego di seguirmi.”
La voce calda e cortese del maggiordomo mi mise a mio agio, dando un po’ di sollievo alle mie riflessioni deviate.
Superato il portone di ingresso la vista mi persuase che forse per una volta ero stato fortunato e quel che dovevo fare era nient’ altro che cercare di dare il meglio di me. Alla fine era un gioco, nulla di pericoloso.
Fu un’illusione che non durò molto, ma di certo mi aiutò ad presentarmi in modo adeguato.

Claudio e Valeria mi attendevano nel grande salone centrale, seduti su un antico divano in pelle in stile vittoriano, sorseggiando un qualche liquore pregiato.
L’ uomo era davvero affascinante. La barba nera modellata in un curatissimo pizzetto pieno conferiva un’ aria di autorità ad un viso già di per sé duro e severo, il quale però si era aperto in un cordialissimo sorriso.
Una camicia bianca -chiaramente cucita su misura- esaltava le spalle larghe ed il pantalone blu notte alludeva a gambe robuste e tornite.
La signora, probabilmente di una manciata di anni più vecchia di lui, indossava un lungo vestito porpora dalla scollatura abbondante che metteva in risalto un bel seno di almeno una quarta misura. Le braccia flessuose conducevano a mani dalle dita lunghe ed esili che teneva poggiate in grembo con fare quasi innocente, da madre premurosa. Quello che mi fece dimenticare totalmente le mie peregrinazioni emotive furono però quegli occhi color smeraldo, esaltati a dismisura da un trucco leggero ma delizioso, e quelle labbra rosee che mi ricordavano una certa attrice americana. I lunghi capelli castani le cascavano sulle spalle e sul petto, ammantandola come una regina…o come una bambina, non riuscii a capirlo in quel momento.

“Benvenuto! Tu devi essere Alex, molto piacere. Io sono Claudio e lei è Valeria. Mettiti pure a tuo agio. Se mi fai sapere i tuoi gusti ti faccio preparare qualsiasi drink tu desideri dal maggiordomo. Sono davvero ottimi!” mi disse, rivolgendo poi un largo sorriso all’ uomo biondo che mi aveva accompagnato e che restò in solenne attesa attendendo i miei ordini.

Intervenne poi Valeria. Aveva una voce dolce e pacata che contribuì ancora di più a mettermi a mio agio.
“Molto piacere, io sono Valeria. Devo dire che siamo molto contenti di averti qui oggi. La tua buona educazione ed il rispetto che hai mostrato nello scriverci ci ha convinti che tu fossi una persona adeguata ai nostri gusti. Sai, molti singoli sono appiccicosi, volgari e scontati. Credono che ogni donna debba cadere ai loro piedi solo perché hanno un fisico scolpito o dei genitali abbondanti.”

Entrambe si misero a ridere ed io mi unii al momento di ilarità. Già da quelle poche frasi pronunciate con tono scherzoso percepii chiaramente sì la loro rispettabilità, ma anche una nota genuina, come di persone che fossero abituate al lusso senza che ciò le rendesse artefatte o vuote.

Chiacchierammo amabilmente per circa un’ oretta in cui mi liberai completamente dalle mie paure e iniziai a prendere confidenza nel gioco, forse anche aiutato dai raffinati intrugli alcolici che mi erano stati offerti.
Loro lo capirono, da persone navigate ed intelligenti quali erano.

Doveva essere un incontro conoscitivo, ma le cose andarono ben presto in una direzione diversa.

In un certo momento infatti Claudio nascose la mano dietro la schiena di Valeria e dopo un istante la parte superiore del vestito di seta le scivolò dalle spalle, mettendone in mostra il seno.
Era perfettamente sodo, come quello delle modelle, e i capezzoli scuri emergevano dal centro di due larghe aureole frastagliate. La donna lanciò uno sguardo carico di erotismo al marito, lasciando al contempo scivolare una mano sul suo quadricipite ed esalando un sospiro profondo.

I miei sensi, lievemente intorpiditi dall’ alcol, si riaccesero in un istante insieme alle mie parti basse ed ebbi un lieve moto di tensione che non passò inosservato ai due che all’ unisono si voltarono verso di me sorridendomi amabilmente.

“Rilassati. Hai detto che non sei molto esperto, ma non ti devi assolutamente preoccupare. Siamo persone alla mano, anche se può non sembrare. A noi interessa sentire le emozioni autentiche delle persone, non siamo carne da mercato e per questo non ci interessano le persone volgari che cercano solo un sollazzo spicciolo. Sai, noi leggiamo attentamente i profili e durante i primi scambi di messaggi cerchiamo di farci un’ idea di chi avremo davanti per poi cercare di offrire un’esperienza coinvolgente e personale, adeguata ai gusti di tutti i nostri ospiti.”
Mentre Claudio pronunciava queste parole rassicuranti con la sua voce calda la sua mano sinistra riemerse dalla schiena di Valeria e andrò prima a coprirle il seno destro, poi a carezzarlo ed in seguito a chiudersi sul capezzolo che si era inturgidito e a strizzarlo, facendo gemere di dolore e piacere la donna.

Quel mugolio così gentile ma al contempo intenso fece affluire grosse quantità di sangue verso il mio fallo che si trovò in pochi istanti gonfio.

“Vieni qui con noi, se ti va.” Quella voce soave mi invitò, indicandomi il posto del divano alla sua sinistra.
Ipnotizzato non riuscii a pensare nulla che il mio corpo già si era mosso come una marionetta.
Valeria afferrò delicatamente la mia mano e la posò sull’ altra tetta e mi baciò caldamente, mentre con la destra continuò a scorrere sui pantaloni di Claudio fino a giungere al suo pene, che strinse con decisione.

Mi sembrava quasi che la mia coscienza stesse per staccarsi dal mio corpo, strattonata da una parte all’ altra da un misto di paralisi ed eccitazione.

Schiusi fugacemente gli occhi e notai che Claudio mi guardava con approvazione mentre baciavo e toccavo la sua donna e, mentre godeva delle attenzioni che anche a lui stava riservando, iniziò a sbottonarsi la camicia, rivelando un petto massiccio coperto da una folta villosità nera.

Liberata la sua mano sinistra che aveva ormai condotto la mia tra le sue morbide carni, Valeria iniziò a riservare lo stesso trattamento al mio sesso che, talmente era turgido, iniziava quasi a dolere. Con me, a differenza che con Claudio, fu però molto delicata e cortese. Accarezzò lentamente l’asta da sopra i pantaloni, su e giù in un estatico calvario che mi lasciò in bilico sull’ orlo di un imbarazzante orgasmo molto precoce.
Valeria sembrava cibarsi dei miei sospiri e con maestria rallentava quando questi si intensificavano per poi riprendere quando sembravano placarsi, dilatando quella dolce tortura a dismisura.

Percepii che Claudio si era alzato, ma ero troppo concentrato a non venire per figurarmi cosa stesse succedendo intorno a me. Quando riaprii gli occhi per un istante, scosso da un improvviso gemito, lo vidi accucciato di fronte alla sua lei che teneva le gambe spalancate, intento a darle piacere con la lingua.
In quel momento la donna si staccò da me con delicatezza e condusse gentilmente la testa del marito quanto più attaccato possibile alla sua vagina, godendosi quelle umide attenzioni e lasciandomi spettatore inerme.

Non sapevo bene cosa fare.
Claudio era a petto nudo ma aveva ancora la cintura che assicurava saldamente i suoi calzoni. Non volevo essere il primo a tirare fuori il cazzo, facendo la figura del porco davanti a quella coppia così raffinata.
Rimasi così impietrito per diversi minuti, fissando per la prima volta una coppia che si scambiava piacere.

Valeria gemeva senza pudore, Claudio incalzava con colpi di lingua netti e decisi, muovendosi tra la sua apertura, le labbra ed il clitoride, tenendo la sua donna sull’ orlo di quel baratro di piacere su cui già abitavo da diverse decine di minuti.

Ad un tratto Claudio si scostò, proprio quando Valeria sembrava ad un istante dall’ apice del piacere, lasciandola tremante per qualche istante. Lei le rivolse uno sguardo supplicante che mi avrebbe spezzato il cuore, ma il suo uomo si mise in piedi senza nessuna pietà, esibendo il suo portamento statuario e virile.

Raccolse la campanellina di ottone appoggiata sul tavolo e la agitò.
Un istante dopo il maggiordomo si presentò senza mostrare nessuna vena di imbarazzo, segno che era totalmente avvezzo a questo genere di scene.

“Accompagna la signora nella sua stanza e preparala, per favore. Noi la raggiungeremo tra un momento.”

La donna rassegnata chiuse le gambe umide, si sistemò il vestito e seguì l’attempato domestico senza rivolgermi nemmeno uno sguardo.
Una volta uscita dalla stanza Claudio si rivolse a me.
“Non mi hai deluso, Alex. Un uomo meno educato di te avrebbe cercato di dare sfogo alle sue pulsioni, tu ti sei mostrato un buon ospite.”
Si avvicinò a me e mi pose la sua mano muscolosa su una spalla, sfoggiando uno dei suoi larghi sorrisi ammalianti.
“Ora viene il bello amico mio. Se vuoi darti una rassettata lì c’è un bagno. Ti aspetto qua e poi raggiungiamo insieme Valeria.”

Ringraziai dentro di me per quella possibilità di calmarmi per un secondo e cercai di riguadagnare un po’ di compostezza, soprattutto tra le gambe. Restai dentro cinque minuti buoni. Quando uscii Claudio stava sorseggiando quello che doveva essere un rum invecchiato di almeno cinquant’anni.
Mi invitò a seguirlo e mi condusse per le labirintiche vie della villa.
Mi aspettavo che ci saremmo diretti verso il piano superiore, ma con mio stupore imboccammo una scala che portava in basso. Continuai a camminare fino a che non si spalancò davanti ai miei occhi una visione che mi lasciò pietrificato per qualche istante.

In una luce violacea soffusa Valeria era completamente nuda. Cinghie di cuoio le assicuravano saldamente polsi e caviglie ad una grossa croce di Sant’ Andrea di legno scuro. Una raffinata mascherina merlettata di seta nera le copriva gli occhi impedendole di vedere ciò che aveva davanti.

Il maggiordomo attendeva sotto lo stipite della stanza e Claudio si scostò per farmi passare, lasciandomi in prima fila davanti a quella donna ebbra di voglia e totalmente alla mercè degli uomini che aveva davanti.
Ripresomi dallo stupore notai che alla mia destra c’era una parete su cui erano disposte con cura una molteplicità di oggetti che avevo intravisto solo in certi porno estremi.
Paddle, floggers, aste di vimini, fruste di svariate fatture e materiali, oltre che catene, manette ed altre cose di cui non identificai immediatamente la funzione.

“Prego Alex. Sei il nostro ospite. Fai come fossi a casa tua e dai libero sfogo al tuo divertimento.”

Ero paralizzato. Ad essere onesto ogni tanto mi era capitato di guardare qualche video BDSM di whipping o dominazione, ma la mia eccitazione era stata sempre repressa da un profondo senso di colpa. Non sapevo cosa fare. Quello che sembrava un sogno si stava trasformando velocemente in un incubo per la mia fragile emotività. Il mio cazzo non sembrava però dello stesso avviso ed iniziò subito a farsi sentire.
Con esitazione mi diressi verso la parete e scelsi un flogger piuttosto leggero. Di sicuro si sarebbero accontentati di qualcosa di soft, giusto per accendere un po’ gli animi.
Mi parve di sentire un risolino provenire dal maggiordomo a fronte della mia scelta. Non vi prestai attenzione e mi diressi verso la donna resa cieca dalla mascherina, aggrappata alle cinghie che la cingevano.
La guardai in tutto il suo splendore da vicino. Non solo il suo seno rotondo, ma anche il ventre, la vagina perfettamente depilata, le cosce sode ed i piedi affusolati, che fino a quel momento erano rimasti parzialmente nascosti dalla veste.

“Forza, inizia pure.” mi invitò Claudio con la sua voce calda ma questa volta con una marcata nota imperativa.

Alzai il braccio titubante ed infersi un colpo bislacco alla donna che quasi non lo avvertì.
Claudio scoppiò a ridere e sentii, questa volta distintamente, che il maggiordomo gli faceva eco.

“Coraggio, non ti fare scrupoli. A questa troia piace soffrire.” Il repentino cambio di registro, lo scherno e la situazione quantomeno atipica fecero riaffiorare la paralisi. Lo stomaco si contorceva, strattonato da una parte dal mio cazzo che aveva ripreso a pulsare ferocemente, avido di assaporare quella perversione repressa, ed il cervello che aveva ormai acceso tutte le spie di allerta possibili.

Provai a colpirla di nuovo cercando di imprimere nel colpo più decisione, sperando che questo sarebbe bastato ad accontentare i padroni di casa. Mirai alla pancia che identificai come la zona meno dolorosa.
Valeria questa volta ebbe un cenno di spasmo, ma mi resi conto che le mie speranze erano vane.

“Impegnati di più.” Il tono era lapidario.

Notai una gocciolina di eccitazione scenderle da una coscia.
Provai una terza volta, sulla gamba sinistra. Altro mugolio. Altra risposta sprezzante di Claudio che mi strattonò bruscamente.
“Togliti dal cazzo coglione, ti faccio vedere come si fa. Una volta sola, poi tocca a te.”
L’ uomo si fece avanti con decisione spaventosa mentre si slacciava la cintura di cuoio che cingeva i suoi fianchi. La piegò in due, come faceva mia madre quando ne combinavo una delle mie, e vibrò un colpo violentissimo sul seno inerme di Valeria che, dopo lo schiocco, lanciò un grido di agonia tremendo.

Terrore puro. Eccitazione soverchiante. Una tempesta impetuosa si agitava nel mio petto.

Fissai la tetta martoriata la cui pelle si arrossava velocemente in prossimità della delicatissima zona colpita.

“Ti è chiaro ora? Non fare lo stupido, lo sai che ti piace.”

Un nodo mi chiudeva la gola. Cercai di spegnere il cervello.

“Coraggio muoviti! Se non te la senti prendi le tue cose e vattene subito da qui!” incalzò Claudio.

La mia mente cercò di aggrapparsi a quell’ offerta di poter lasciare quel luogo infernale, ma fu troppo lenta ed il mio braccio si mosse quasi indipendentemente da me. Questa volta il colpo che ne scaturì fu parecchio violento e si avvolse sul fianco di Valeria raggiungendole la schiena. La donna proseguì il suo lamento di dolore che ancora non si era placato dopo il colpo del marito.
Non sapevo cosa fare. Ero imbarazzato, mortificato, dannatamente eccitato e sepolto dal disagio.

“Già meglio. Cosa ne dici di prendere qualcosa di più incisivo?” Non feci in tempo a processare che il maggiordomo mi stava allungando una bullwhip, una di quelle fruste di cuoio con una sola cima che si usano per le vacche.

La afferrai, deglutii e la scagliai contro il corpo della povera donna, colpendole l’interno di una coscia e mancando per pochi centimetri la vagina delicata. Ormai era il mio pene a comandare, il mio cervello era relegato ad un convitato di pietra. Il mio cazzo, ben nascosto sotto mutande e pantaloni, era eretto e granitico come mai l’avevo sentito in vita mia. Sentivo distintamente il piacere che solitamente scaturisce dalla penetrazione, quello stato elettrico che precede gli istanti prima dell’orgasmo.

Colpii ancora alle natiche, un’altra volta sul ventre e poi sul seno. La pelle di Valeria iniziava a mostrare una moltitudine di strisce rosse. Dietro di me Claudio osservava compiaciuto a braccia conserte.
Feci per vibrare un altro colpo ma una presa sorprendentemente solida bloccò il mio polso. Era il maggiordomo. Mi stava porgendo una cannula di vimini, lunga e sottile con un’impugnatura di pelle nera.

Claudio si diresse verso Valeria e le tolse la mascherina. Non so che cosa videro precisamente sul mio volto quei meravigliosi occhi verdi (il cui trucco aveva inevitabilmente iniziato a cedere) ma la sua espressione mostrava terrore puro e implorava pietà. Dopo poco iniziò a singhiozzare.
Quasi istintivamente però il mio sguardo si posò in mezzo alle sue gambe e capii che anche lei, come me, era tesa tra una fortissima eccitazione e l’istinto di autoconservazione.

Oramai ero in ballo.
Alzai l’oggetto di tortura e lo scagliai con tutta la forza che avevo sul fianco sinistro di Valeria. Ormai ero in preda ad un raptus di sadismo estremo. La colpii dall’ altro lato con ancora più forza, semmai fosse stato possibile, mentre un solco cremisi iniziava a lacrimare sangue dove precedentemente l’ avevo colpita.

Le incitazioni sempre più volgari di Claudio alimentavano la mia furia sanguinaria fintanto che persi totalmente la consapevolezza di me ed iniziai a colpirla ripetutamente, crudelmente e senza pause in preda ad una trance macabra che aveva completamente obliato il mio Io, mentre una straziante cascata di urla di tremenda agonia inondava la stanzetta interrata. La colpii ovunque e molte volte, anche nelle zone più morbide e delicate.
Capezzoli, vagina, retro delle cosce, schiena e ventre, con una tale foga e con una tale forza di cui non avevo consapevolezza.

Tornai in me quando la ferrea presa del maggiordomo mi cinse in una stretta ineludibile entrambe le braccia e mi disarmò con facilità.
Davanti a me Valeria era svenuta. Sanguinava in varie parti del corpo e la sua pelle era martoriata in modo indicibile.
Caddi sulle ginocchia. Mi salì il terrore di averla ammazzata. Mi sentii un criminale. Avvertii l’abbondante sensazione delle mie mutande fradice. Scoppiai a piangere a dirotto senza pudore per diversi minuti.

Contemporaneamente Claudio ed il maggiordomo slegarono Valeria e la avvolsero in una specie di accappatoio di seta, mentre lentamente riprendeva i sensi.

Mi accompagnarono di nuovo nel salone principale. Valeria si lasciava sfuggire spesso smorfie di dolore ma il suo sorriso radioso e seducente le adornava di nuovo il volto, così come quello di Claudio.
Mi accompagnarono alla porta abbracciandomi, ringraziandomi e premurandosi che l’esperienza fosse stata di mio gradimento.

Abbozzai qualche risposta di circostanza stentata.

Tutt’ ora non so chi sia stato il dominante e chi il dominato.
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