bdsm
La camera rossa

04.01.2021 |
802 |
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""Ti ho detto che puoi parlare?"
Mi infilò il plug di colpo dentro, non potevo urlare, ma avrei tanto voluto..."
Ci sono tante sorie da raccontare, tante favole ormai dimenticate dalla nostra mente sempre di corsa, dalla nostra vita frenetica e senza un attimo di respiro.La nostra vita, lavoro, amici, casa, il cane, le bollette, le telefonate a qualsiasi ora...la nostra vita che aveva bisogno di una pausa, per te, per noi, per farmi sentire ancora la tua puttana.
Ci siamo conosciuti per puro caso, o forse perchè qualcuno lo facesse accadere e quel qualcuno non aveva idea di quanto eravamo perfetti assieme, è stato un lampo e ci siamo ritrovati a scopare in una camera in affitto, come animali, come una cosa sola, più passava il tempo e più le nostre manie, le nostre perversioni affioravano e man mano svanivano..
Tu così giovane, ma così sicuro, hai permesso alla mia anima scura e sporca di venire a galla e mettersi in ginocchio, davanti a te per assaggiare ogni parte del tu corpo.
È martedì, decidiamo di partire, una vacanza non può altro che farci bene, è estate e io decido di mettermi un lungo vestito nero, in autostrada comincio a stuzzicarti, come sono solita fare, alzo un pò la gonna, sopra le ginocchia, prendo la tua mano e la infilo sotto, il tuo sguardo sbigottito è unico nel sentire che sotto non ho nulla...ma non è ancora il momento.
Trascorriamo un paio di giorni tranquilli, cene fuori, lunghe passeggiate e qualche scopata in albergo...ma voglio di più.
Arriva il momento di partire, gli dico che faremo un'altra strada per tornare a casa, gli imposto il navigatore e lui comincia a guidare senza fare troppe domande...è il suo compleanno.
Dopo 3 ore di viaggio arriviamo a destinazione, un luogo all'apparenza scarno, in mezzo a una zona industriale, nel nord Italia; mi faccio dare le chiavi e chiudiamo l'auto nel parcheggio.
Entriamo in una stanza rossa, di fronte a noi un enorme letto tondo con delle cinghie sulle estremità, specchi ovunque e il suo sguardo finalmente si accese.
Lui andò subito a farmi una doccia, io preparai la stanza con i miei giochi...i miei plug, i miei falli, la wand e tenni per me la mia codina preferita.
Quando lui uscì dal bagno toccò a me preparami, calze aperte, corsetto nero di pelle, tacchi 15 in vernice...e la mia codina che iniziava a aprire il mio buchino per lui...volevo solo essere la sua cagna.
Il un attimo mi ritrovai in ginocchio, con le mani bloccate dietro alla schiena e il suo cazzo davanti alla faccia.
"Leccami le palle"
...e lo feci, prima una e poi l'altra, comincia a succhiarle, fino a che mi prese per il collo e me le infilò entrambe in bocca
"Ti piace la bocca piena eh?"
...annuì con la testa, il rossetto rosso cominciava a sbavare a causa della saliva che non riuscivo a ingoiare.
"Allora vediamo quanto la vuoi piena"
tirandomi pe i capelli mi tolse le palle di bocca e ci nfilò il suo cazzo, in un attimo era in gola, comincio a scoparmi la testa come se fossi una bambola, non respiravo e ne volevo ancora.
"Vediamo quanto sei cagna"
mi tirò su tenendomi le mani bloccate dietro alla schiena, mi ritrovai stesa a faccia in giù sul letto, non riuscivo a muovermi, non vedevo dove fosse, avevo paura..
Mi tolse la codina e cominciò a leccarmi il buchino, aveva qualcosa in mano, la mia figa era completamente fradicia, ma a lui non interessava quella, almeno non ancora.
Mi tirò su il culo, tenendo la mia faccia sul letto, allargò bene le natiche e sentì qualcosa di freddo entrarmi dentro, sussultai, provai a urlare ma in cambio ricevetti uno sputo in faccia e uno schiaffo sulla coscia destra.
"Ti ho detto che puoi parlare?"
Mi infilò il plug di colpo dentro, non potevo urlare, ma avrei tanto voluto...
Si ferò e cominciò a schiacciare la pompetta...era quello gonfiabile, sentivo le viscere aprirsi, non potevo muovemi, dentro di me gridavo "ti prego basta".
"Lo allarghiamo bene, così dopo te lo rompo definitivamente"
e così fece...tolse il plug ormai sgonfiato, si mise dietro di me appoggiò la cappella sul buchino e mi infilò tutto il cazzo dentro.
"Che gran puttana che sei"
Cominciò a scoparmi, sempre più forte, con una mano mi teneva le braccia e con l'altra mi tirava i capelli a ogni colpo, sempre di più, il mio viso era intriso di lacrime, ero inerme...
Mi inculò fino a venire...e finalmente quando quella densa colata bianca mi schizzò dentro, seppi che era finita..mi distesi, ancora legata..
"sono le 9 di sera, la camera è nostra fino a domani mattina...lo sai che abbiamo appena iniziato"
..........
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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