Strap | LunaNERA

Il mare era calmo come seta, mentre la Luna Nera scivolava lentamente verso il largo.

Il sole tramontava, tingendo il cielo di rosso e oro, e il vento tiepido sfiorava la pelle con dolcezza.

La loro richiesta era stata chiara: una coppia elegante in cerca di un gioco di ruoli, un equilibrio perfetto tra dominio e sottomissione.

Quando li vidi arrivare al molo, capii subito che la serata sarebbe stata intrigante.

Lui era alto, sulla cinquantina, elegante ma informale, pantaloni di lino e camicia aperta. Aveva il sorriso di chi osserva con attenzione.

Lei incarnava il potere femminile: mora, alta, con un corpo dalle forme perfette e generose. Indossava un costume nero profondamente scollato e una vestaglia trasparente, che lasciava intravedere molto più di quanto nascondesse.

Salì a bordo per prima, sicura di sé, senza aspettare il marito. Ogni suo gesto era studiato, ogni movimento una provocazione.

Lui la seguì con calma, divertito e rilassato.

Li accolsi con due bicchieri di vino in mano.
— È un piacere avervi a bordo della Luna Nera — dissi con voce calma.

Lei mi guardò negli occhi, sorridendo leggermente.
— Lo sarà, Capitano.

La barca lasciò il porto, dirigendosi lentamente verso una baia isolata. Il mare era tranquillo, illuminato dalla luce dorata del tramonto. Eravamo lontani da tutto e da tutti.

Lei fu la prima a muoversi.
Si avvicinò lentamente alla ringhiera, il bicchiere di vino in mano, lasciando che la vestaglia scivolasse dalle spalle. Il costume aderiva perfettamente al suo corpo, ormai quasi inutile.

Il marito si rilassò sulla panca, osservandola con piacere. Non aveva fretta, si godeva lo spettacolo.

Io restavo in silenzio, osservandola attentamente.
Lei lo sapeva benissimo.

Lasciò il bicchiere e si avvicinò lentamente a me, fermandosi molto vicino.
— Ti piacciono le donne sicure, Capitano?

Non aspettò la risposta. Cominciò a sfiorarmi le spalle, poi il petto, fermandosi proprio dove sentiva il mio respiro accelerare.
— Ti piace essere toccato? — chiese con voce ipnotica.

Guardò il marito.
— Lo lasci fare, tesoro?
Lui annuì, con un sorriso tranquillo.

Lei tornò verso di me.
— Siediti, Capitano.

Obbedii senza dire nulla. Si avvicinò ancora, le mani sul mio corpo, le dita che sfioravano la cintura dei miei pantaloni.
— Sei abituato a comandare, vero? — sussurrò maliziosa. — Stasera voglio vedere cosa succede quando il Capitano si lascia guidare.

Poi si allontanò lentamente, e fu allora che vidi chiaramente ciò che teneva in mano.

Un cinturone di pelle nera con uno strap-on elegante e lucido, che sistemò sui fianchi con assoluta sicurezza.

Sorrise guardandomi, sfidandomi con gli occhi.

Il marito posò il bicchiere e mi guardò divertito:
— Lascia che ti mostriamo un nuovo tipo di navigazione, Capitano.

La scena mi aveva ipnotizzato. Lei avanzò lentamente verso di me, mentre il marito osservava compiaciuto.

Si fermò davanti a me, accarezzando lentamente lo strap-on.
— Ti piace, Capitano? — sussurrò provocante.

Le sue mani scivolarono lungo il mio torace, salendo fino alla nuca. Mi attirò delicatamente verso di sé.
— Sei mai stato posseduto, Capitano?

Non risposi. Non serviva farlo.

Lei sorrise soddisfatta:
— Stasera sarà la tua prima volta.

Il marito si avvicinò dolcemente, inginocchiandosi accanto a me, tenendomi la mano con delicatezza.
— Ti lascerai guidare? — chiese con voce tranquilla.

Lei si chinò verso di me, sussurrando al mio orecchio:
— Sai quanto è eccitante vederti cedere?

Mi sentii esposto, vulnerabile, eppure eccitato come non mai. Non era un gioco, ma qualcosa di più profondo.

Mi voltai leggermente, sentendo la mano del marito sulla mia schiena mentre lei iniziava a guidarmi con fermezza.

Quella notte, sulla Luna Nera, sotto le stelle, imparai cosa significasse perdere davvero il controllo.

E lei si prese ogni parte di me.