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Una vecchia amica "Giorno 3"


di massaggiosvedese
07.07.2025    |    607    |    0 7.6
""Ti piace maialino mio, dai scopami, struscia il tuo cazzo sul vetro" nel mentre lo diceva ebbe l'orgasmo, urlo di piacere, chiedendomi di venire..."
Siamo alla terza mattina, purtroppo ho del lavoro da fare e avverto Chiara del mio ritardo tramite wp.
La sua risposta arriva immediatamente e non promette niente di buono.
"Quando arrivi verrai punito immediatamente, ti conviene sbrigarti, intanto esco e vado a fare colazione, visto che te stamani non porti niente".
Purtroppo il lavoro dopo due giorni di fermo chiama, cercherò di sbrigarmi per essere li prima di pranzo.
Infatti verso le 10.30 sono in strada e mi dirigo a casa sua.
Mi arriva un messaggio che mi chiede dove sono e quando arrivo, di dirigermi subito in camera sua e indossare gabbietta e benda.
"Ti metti tutto e rimani nudo sul letto, prima però mandami un messaggio, io sono già in piscina".
Arrivato parcheggio e mi dirigo in casa.
Salgo le scale e gli mando un messaggio.
Mi metto come da lei desiderato e mi sdraio sul letto.
Sento indistintamente i passi di lei scanditi dal tacco della scarpa.
Entra in camera, non dice una parola e controlla la benda se è strinta per bene.
Poi mi fa tirare su le gambe al petto e mi mette le manette con le mani sotto le ginocchia.
La posizione è faticosa, sembro quasi un altalena.
Mi fa girare la testa e la posiziona al bordo del letto, sento che si sdraia vicino a me.
Una sua mano mi stringe un capezzolo mentre l'altra mi graffia i testicoli.
Va avanti così per alcuni minuti, io ho una smorfia di dolore che lei soffoca subito infilandomi il pene di gomma in bocca.
Una vera pratica di sottomissione, non posso fuggire con lei sopra.
Spinge quel pene verso il basso, penso che sia lo strapon di ieri, ma non ci giurerei, mi sembra che il fallo sia più grande e più lungo.
Ad ogni mio colpo di tosse, le spinge sempre più giù.
"Dai non fare la vittima, respira con la bocca" mentre continua nella sua pratica.
Poi tutto un tratto smette, sento la sua lingua che passa su i miei testicoli.
Penso anche che possa esserci un altra persona in camera con noi.
Ma ogni dubbio viene sciolto dalla sua voce.
"Ti piace come ti li lecco, dai rilassati un attimo"
Il problema non sono le palle leccate ma il cazzo dentro la gabbietta che si sta ingrossando e mi provoca un gran dolore.
Lei se ne accorge subito, forse era quello che voleva, continua a leccarmi e soffia aria calda tramite le feritoie in silicone.
La prende pure in bocca, sento la saliva che scende giù, il cazzo che spinge verso l'alto, il dolore che mi martella la testa.
"Dai non riesci a godere così" mentre lo dice ride.
"Te l'avevo detto che la pagavi questa situazione". incomincia nuovamente a leccarmi i testicoli arrivando al buco del culo.
Ora il dolore è veramente lancinante, il cazzo, le gambe e le mani insieme all'avambracci mi fanno veramente male.
Poi una fitta anche all'ano, urlo e impreco, un corpo estraneo sta entrando dentro di me.
"Ti piace il nuovo plug che ho inserito? E' un bel po' più grande dell'altro" Lo dice in modo autoritario ma con una voce talmente eccitante che fa passare in secondo piano anche il dolore.
"Ora aspettami qui, torno subito" mi dice uscendo dalla camera con il rumore dei tacchi in sottofondo.
Torna dopo alcuni minuti, mi fa rotolare da una parte del letto per poi farmi tornare verso il fondo.
Qualcosa di plastificato è stato messo sul letto.
Sento che ora è sopra di me a gambe aperte, un getto di urina raggiunge il mio cazzo per poi finire fino alla mia testa.
E' una pisciata trattenuta per ore, sento il profumo acre che mi raggiunge le narici.
Poi si china chiedendomi di pulirla per bene.
"Inizia dal sedere, dai lecca" mettendomi il culo in faccia.
Lecco l'ano in modo frenetico, lei muove le chiappe e devo dire che è piacevole,
Poi mi mette la vagina in bocca, noto subito che stamani mattina si è rasata, non c'è più quella sensazione di barba di due giorni.
Lecco e succhio avidamente, lei si contorce e continua ad incitarmi.
Ogni tanto si ferma e mi strizza la gabbietta di silicone.
La sento è vicina all'orgasmo mattutino, chissà se ce ne saranno altri, soprattutto per me.
Un grido lancinante esce dalla sua bocca, un fiotto di umori raggiungono il mio palato, sento lei che mi prende la testa e la tira a se per aumentare il piacere.
"Bravo il mio schiavo, stamani ti sei fatto desiderare ma sei perdonato" nel mentre si toglie e mi lascia li mentre lei va in bagno.
Quando torna è già vestita e truccata.
"Dai ho fame, oggi usciamo e ti offro il pranzo, però dopo pulisci tutto" lo dice mentre mi slega e mi toglie la benda.
Passaggio dal bagno, rapida doccia e siamo sulla sua auto fra le colline di Lajatico.
Mi porta in bel posticino, ordiniamo compreso una bella bottiglia di Chianti rosso e incominciamo a pranzare.
Lei è veramente bella, un tubino aderente con una scollatura vertiginosa che fa invidiare alcuni tavoli distanti.
Si è voluta mettere lontana da occhi indiscreti, voleva confidarsi e sotto l'effetto del vino, si è pure sbottonata parecchio.
Mi raccontava di suo marito, dei soldi che aveva fatto nel corso degl'anni e del patto tra loro due, principalmente per la vita sessuale.
"Lo sapevo che con tutti quei soldi, le storie potevano capitare, che non era uno stinco di santo, non ho mai preteso fedeltà, anzi mi piaceva che mi coinvolgesse nei suoi giochi, ma poi l'ha buttata fuori dal vaso".
Mi raccontava di tutto, delle orge a tre, quattro, cinque, addirittura una volta 5 uomini e 3 donne.
Dei trans che aveva conosciuto nel tempo, ma sempre in presenza di lui.
Delle spiagge nudiste, dei club, delle spa in giro per il modo, dei viaggi in Thailandia, del sesso fatto con 3 lady boy pagate da lui e prese per strada.
"Sai quel giorno, avevo preso una strinata pazzesca, ero rossa come un peperone, eravamo in strada che passeggiavamo e lo vidi che gli brillavano gl'occhi".
Poi continuò a raccontare e scese nei dettagli.
"Si avvicinò a questa e gli chiese se era un lady boy, alla sua risposta positiva, gli disse che ne servivano altre due e che noi non potevamo portarle in albergo, dovevano andare da lei". mentre raccontava non si scomponeva, ma non ero stupito, era così anche da giovane.
"La ragazza si allontanò per circa 3 minuti e tornò con altre due, tutte 3 nere di capelli, si distinguevano fra loro perché una era bassa e rotondeggiante, l'altra era di statura media, infine la terza era alta ma senza seno". mi stavo eccitando, ma la gabbietta sotto i pantaloni e il grande plug mi riportarono sulla retta via.
"Ci chiese se eravamo soddisfatti, mio marito mi guardò e io allargai le braccia, lui decise anche per me"
Mi raccontò che andarono pochi metri più avanti, avevano questa stanza con un letto fatto da un materasso in terra.
"La stanza era pulita, lui mi ordinò di spogliarmi davanti a loro, mi tolsi tutto, rimasi nuda mentre loro mi toccavano, sei mani mi passavano sul corpo, mentre ero li in piedi davanti a loro".
Gli chiesi cosa stava facendo suo marito.
"Aveva trovato un poltrona e stava seduto a guardare, mentre i tre lady mi toccavano e mi baciavano da per tutto"
Continuò nel suo racconto ormai era un fiume in piena.
"Poi mi fecero sdraiare sul letto e si spogliarono, i loro cazzi ormai in tiro, erano neri, una aveva un cazzo minuscolo, era quella rotondeggiante, mentre l'altre due avevano dei cazzi normali, ma quella senza seno aveva un cappella gigante"
La vedevo, li davanti a me, picchiettava le dita della mano sul tavolo, ogni tanto prendeva una pausa per sorseggiare un po' di vino.
"Immagina cosa è successo dopo, varie figure a quattro con io sempre nel mezzo, cazzi in bocca, leccate di fica e orgasmi continui da parte mia"
La vedevo eccitarsi, un suo piede raggiunse i miei sottilissimi pantaloni.
"Sai una provò ad avvicinarsi pure a lui, ma la respinse voleva solo vedermi godere, così incominciarono a scoparmi, in figa, in culo e in bocca".
Continuava a pigiarmi la pianta del piede sulla gabbietta nel mentre continuava a parlare.
"Notai solamente che lui si era tirato fuori l'uccello e si stava masturbando lentamente, nel mentre io ero presa in tutti i buchi, saggiamente la lady con il cazzo piccolo usufruiva della mia bocca, mentre le altre due mi stavano scopando contemporaneamente fica e culo".
Si fermò e tolse il piede, gli chiesi come finì il tutto.
"Lui con il suo inglese perfetto, gli ordinò di sborrarmi addosso, mentre si alzava e mi veniva vicino alla mia faccia, le tre si masturbarono e raggiunsero l'orgasmo quasi tutte insieme, devo dire che ne avevano di sperma, mi colava da tutte le parti, poi venne pure mio marito, mi empì la bocca di sperma e mi costrinse a bere tutto".
Sospirò come se il tutto non gli fosse piaciuto, magari nei modi del marito.
" Mi pulii alla meglio e mi rivestii, all'uscita della camera le tre mi baciarono avidamente con mio marito che sghignazzava e rideva"
Si ricompose e tornò a parlare in modo pacato per finire sul vero fatto che l'aveva fatti divorziare.
Mi spiegò che lei non voleva farsi amanti come lui, l'unica cosa che chiedeva era di tenere la figlia fuori da ogni suo e loro desiderio sessuale.
Ma un giorno mentre lei era a Pisa dai suoi genitori, la figlia passando da casa per prendere alcuni cose, trovò il padre in sala con due uomini e una donna, che era una delle sue segretarie.
Questa frequentava eventi di lavoro ed era della solita età della figlia.
"Si conoscevano bene, erano non ti dico amiche per la pelle, ma si frequentavano anche con i relativi fidanzati" qui un velo di tristezza scese sul suo viso.
"Sai la telefonata che mi arrivò sul cellulare fu straziante, lei che piangeva, tossiva, non riuscivo a capirla".
Continuava nel racconto ormai senza freni, dritta come un treno ad alta velocità.
"La calmai e dopo 10 minuti ero già in direzione Torino, con un cuore grande e incazzata come una iena davanti alla sua preda"
Nel frattempo era tornato il cameriere e ordinammo un dolce.
"Lo stronzo non mi rispondeva nemmeno al telefono, raggiunsi casa di mia figlia e la trovai sul divano con il fidanzato che ormai sapeva tutto, ci lasciò da sole, la guardai nel viso, gli scendevano dei lacrimoni, suo padre, il suo idolo aveva infranto il sogno di una famiglia ai suoi occhi felice". Nel mentre ci portarono il dolce.
Mi continuò a raccontare tra un cucchiaino di dolce e l'altro, dei litigi avuti dopo, dell'appoggio della figlia e del divorzio fatto di stilettate tra di loro.
Ma per il quieto vivere della famiglia dovette accordarsi e sborsare tanti soldi, lei non è che ne avesse tanto bisogno, era già benestante di famiglia, ma la soddisfazione di avergli portato via tanto fu riparatrice per il cuore.
"Ma come vedi per la vita sessuale cerco altre emozioni" qui si mise a ridere.
Pagò il conto e tornammo a casa sua.
Appena arrivati mi ordinò di andare a pulire in camera, togliere il telo dal letto e di passare aspirapolvere e dare lo straccio in terra.
" Mi raccomando non voglio sentire odori di sorta in camera e poi fallo tutto nudo, spogliati qui e vai su"
Obbedii mi tolsi pantaloni, maglietta e slip insieme ai calzini.
"Vedi così stai bene" mi si avvicinò e mi mosse il plug dentro il culo provocandomi una nuova fitta all'ano.
Andai di sopra, rimossi il telo mettendolo in un sacchetto per poi metterlo in lavatrice, passai aspirapolvere e detti lo straccio bagnato in terra.
Arrivai in fondo alla stanza e me la ritrovai di dietro.
Mi annusò come un cane da tartufo.
"Te puzzi, vai in bagno e lavati immediatamente!" mi ordinò Chiara.
Mi dirigevo in bagno, ma mi fermò indicandomi il fondo del reparto notte, dove non ero ancora stato.
"La porta a destra in fondo, la doccia falla li".
Entrai nel bagno e una doccia gigante stretta e lunga mi si presentò davanti, con un vetro trasparente sul lato destro.
Entrai dentro e mi lavai, mi tolsi anche il plug, non ne potevo più.
Lei però entrò in bagno.
Si mise seduta sul wc e vide che il plug non era più al suo posto ma appoggiato sul porta sapone.
Senza dire una parola andò via per tornare con strapon e manette.
Fece passare le due estremità dietro l'asta della doccia, mi ordinò di non girarmi e s'infilò lo strapon.
Poi entrò in doccia e mi prese così ritto, in piedi forzando il mio ano.
Mi scopò per alcuni minuti, ordinandomi di tenere la bocca aperta sotto la doccia.
Mi teneva la testa ferma, facendomi soffocare sotto l'acqua che sputavo ogni volta che potevo.
Spingeva il cazzo di gomma su per il mio sfintere, ormai presa da quella voglia di possesso che mi aveva spiegato al ristorante.
Poi si fermi tutto ad un tratto, prese le due chiavi delle manette e della gabbietta e mi liberò.
Uscì dalla doccia, si tolse la cintura con il cazzo di gomma e si mise appoggiata alle mattonelle davanti al vetro doccia.
"Dai masturbati mentre mi guardi, io farò altrettanto ma non godere prima di me, capito?" risposi con un va bene.
Incominciò lo spettacolo, devo dire che trattenermi nel vedere la sua mano che passava avanti e indietro per poi scomparire nella sua vagina fu difficile.
Sommato a tutto quello successo nella giornata, dovevo fermarvi più volte.
Il suo culo agevolava il movimento della mano, il dito indice e il medio scomparivano e riapparivano nuovamente.
Anche la sua bocca emetteva suoni di godimento continui, poi si avvicino al vetro, prima ci appiccicò le sue chiappe, poi mi ordinò di avvicinarmi come per scoparla.
"Ti piace maialino mio, dai scopami, struscia il tuo cazzo sul vetro" nel mentre lo diceva ebbe l'orgasmo, urlo di piacere, chiedendomi di venire.
Schizzai sul vetro all'altezza della sua fica, tre fiotti grandi e uno minore imbrattarono il vetro.
"Ora ci pulisci con la bocca" mi ordinò guardandomi con i suoi occhioni.
L'accontentai, lei si chinò e fece passare la sua lingua sopra la mia, ma divisa dal vetro.
Poi venne dentro e mi chiese che sapore aveva la mia sborra.
"Ma un po' salata e un po' dolce, non saprei di preciso" dichiarai senza sapere cosa dire.
Mi si avvicinò e mi dette un bacio con la lingua, cosa insperata e fui colto di sorpresa, non me l'aspettavo.
"Vai su non c'è male, questo bacio te lo meritavi, è stata una bella giornata, grazie!"
Mi chiese se mi andava un caffè, che potevo scendere e rivestirmi, almeno che non volevo fare una nuotata in piscina.
Mi accontentai del caffè e della sua compagnia, non parlammo di altro a parte di vecchi compagni di scuola, ormai persi chissà dove.
La salutai con lei che mi diceva che mi avrebbe aspettato la mattina seguente con i cornetti.
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