bdsm
VITA DA SCHIAVO


22.05.2025 |
2.607 |
5
"“Guarda la mia divina fica, so che vorresti scoparla, ma non succederà mai, potrai solo adorarla e forse leccarla..."
Un altro episodio della mia sottomissione. Anche questo è in gran parte reale e solo in parte romanzato.Nell’episodio precedente la Mistress mi aveva congedato con le seguenti parole:
“Sei un bravo schiavo. E ormai mi appartieni. In particolare il tuo cazzo e’ mio per sempre. Come vedi non potrai scopare per almeno una settimana e tra una settimana ti voglio qui di nuovo. E te lo renderò nuovamente inservibile. Non potrai più usarlo con nessuna donna e tantomeno con quella cornuta di tua moglie.”
In realtà ci volle molto più tempo, ma la mia Padrona aveva naturalmente ragione. Col cazzo ridotto ad una polpetta sanguinante non ebbi il coraggio di spogliarmi davanti a mia moglie. E ancora meno, naturalmente, di proporre un rapporto sessuale.
Nonostante il dolore, anche solo per lavarmi, aspettavo con ansia mista ad eccitazione la chiamata della mia aguzzina.
Ma era evidentemente esperta, non si fece viva fino a quando il mio sesso non si riprese completamente dalle sevizie.
Passarono 20 giorni e non 7 poi su telegram comparve il suo messaggio:
“ Vecchio frocio segaiolo, preparati per la tua seconda sessione, ti chiamerò presto e ti voglio da me nel giro di mezz’ora. Depilati il tuoi inutili genitali e lavati per bene l’intestino. E non segarti, depravato onanista, ti voglio pieno di sborra con i coglioni dolenti.”
Risposi:
“Ma Divina come posso liberarmi in così breve tempo?”
La risposta fu immediata:
“Sono cazzi tuoi stronzo. Se non ti presenti manderò qualche bella immagine a quella cornuta di tua moglie.”
Non avevo scelta, ero alla sua mercé.
Mi depilai immediatamente e mi feci un robusto clistere.
Mi fece attendere ancora tre giorni, nei quali mi rasai e mi propinai due clisteri al giorno. Ero tesissimo ed estremamente eccitato, avrei voluto masturbarmi, ma sapevo che se lo avessi fatto la punizione sarebbe stata durissima. I testicoli erano tesi e dolenti.
Con sadica determinazione mi lascio aspettare fino ad un pomeriggio inoltrato, in modo da rendere difficile il liberarmi da mia moglie. Alle 17 circa arrivò il messaggio:
“Ti aspetto tra 30 minuti precisi, ogni minuto di ritardo prevede 10 frustate sulla tua inutile cappella.”
Naturalmente sapeva che non sarei arrivato in tempo. Mi ci vollero 20 minuti per trovare una scusa per uscire e altri 15 per arrivare da lei trafelato e con il cazzo già duro. Mi fece aspettare ancora 5 minuti prima di aprire, era ancora inverno, ed ero uscito senza giaccone, per cui mi congelai per bene.
Mi accolse con in mano il frustino.
Vestiva un reggiseno nero con perline rosse, un tanga che copriva solo la sua divina farfalla, e stivali alla coscia, neri con un alto tacco.
Mi guardò severamente:
“Tremi” disse “Paura o freddo?”
Non risposi subito, ancora provato dalla corsa.
Mi mollò un violento ceffone alla guancia:
“Ti ho fatto una domanda verme schifoso, rispondi!”
“Tutte e due Padrona”
“Sei in ritardo pezzo di merda! Quella cornuta di tua moglie ti ha trattenuto?”
“Si Padrona”
Altra sberla.
“Sei il solito omuncolo senza palle, non riesci a comandare neanche quella ameba frigida e cornuta di tua moglie. Spogliati completamente. E lascia acceso il cellulare, voglio sapere se quella cornuta di tua moglie ti cerca. Ti punirò subito per il ritardo e poi comincerò con la parte seria della sessione.”
Mi spogliai rapidamente rimanendo completamente nudo. Mi guardò con uno sguardo indagatore. Il freddo aveva annullato l’erezione.
Mi frusto il cazzo floscio:
“Lo voglio duro, segati!”
Mentre mi masturbavo mi dava brevi e secchi colpi col frustino sui testicoli. In breve fui pronto con una erezione potente.
“Era ora merdaccia, finalmente il tuo inutile cazzo e’ pronto. Sei arrivato con 5 minuti di ritardo, quindi quante frustate ti sei meritato verme?”
“50 Padrona”
“Bravo, giusto. Mani dietro la schiena!!”
Mi ammanetto’ in modo che non potessi proteggermi con le mani.
Poi cominciò con il frustino.
“Conta ad alta voce lurido schiavo!”
Dopo 10 frustate la cappella era rossa e gonfia, dopo 30 cominciò a sanguinare. A 50 il dolore era acuto ed insopportabile, urlavo chiedendo pietà, ma la mia Padrona rideva a crepapelle.
“Bene, così hai imparato che la puntualità è dovuta e imprescindibile. Oggi ho pensato per te molti giochetti interessanti. Per cominciare ti sverginero’ il cazzo con le sonde! La canna del tuo pistolino è sicuramente l’unico buco del tuo corpo ancora vergine. Sei un laido culattone per cui culo e bocca sono sfondati. Da oggi sarà sfondato anche il cazzo!”
Ciò detto apri’ una custodia che conteneva un numero discreto di sonde di acciaio inossidabile di diametro crescente.
“Ti slabbrerò l’uretra e te la allargherò per bene. Se hai la prostata e non pisci, da oggi lo farai senza problemi. Anzi per qualche giorno ti piacerai addosso in continuazione.” Risata crudele.
Mi stese sul letto immibilizzandomi braccia e gambe e mi afferrò il cazzo duro e dolente per le frustate.
“Questo cazzo e’ mio e ne faccio quello che voglio. Vero verme? “
“Si Padrona, vi appartiene e merita solo di subire le vostre sevizie.”
“Bravo schiavo, vedo che stai imparando ad essere solo un oggetto per le me voglie.”
In totale le sonde erano cinque. Cominciò con la più sottile che mi impalo’ il cazzo fino alla vescica. La fece andare avanti e indietro e io mugolai per il dolore ed il piacere.
“Non devi sborrare, porco. Lo farai solo quando lo vorrò io.”
Il movimento di andirivieni era come una sega interna, inoltre la sonda stimolava la prostata. Continuo’ ad andare avanti ed indietro per un breve periodo e poi passo alla sonda successiva con la stessa procedura. Dopo una decina di minuti la sonda più grossa era dentro il mio cazzo che era teso e raddrizzato dal ferro.
“Adesso te la tieni dentro e io ti inculo così ti riempio per bene.”
Indosso lo strap on nero e grosso col quale mi aveva già penetrato la prima volta.
Mi libero’ dal letto e mi mise alla pecorina.
Guardando il mio culo disse:
“Vedo che hai continuato a farti fottere! Culattone depravato! Meglio, così te lo schiaffo dentro in un colpo solo!” E mi penetro’ senza pietà.
Con un palo nel cazzo e uno nel culo provavo sensazioni contrastanti, dolore e piacere, con sbilanciamento verso il secondo.
A forza di colpi di strap on la sonda uscì dall’uretra e non riuscii a trattenere l’urina come la Mistress aveva previsto.
“Sei proprio un vecchio sfatto, ti sei pisciato addosso, merdaccia. E hai sporcato anche il pavimento. Pulisci subito con la lingua quello schifo.”
Continuando a perdere urina cominciai a leccare il pavimento, mentre le mie palle esposte dalla posizione accucciata venivano frustate senza pietà.
“Fai schifo, rotolati nella tua urina!” E per farmi cadere a terra mi colpì con un calcio preciso sui testicoli. Caddi a terra,urlando per il dolore, finendo nella pozza della mia urina.
Il mio cellulare cominciò a suonare, la Padrona mi precedette e guardò chi chiamava: “E’ quella cornuta sfatta di tua moglie. Rispondi coglione, voglio sentire cosa dirai!”
“Non posso rispondere, non so cosa dire. “
Ricevetti un calcio durissimo sui testicoli.
“Rispondi pezzo di merda!”
“Ciao cara” dissi al telefono. Frustata sul cazzo e conseguente gemito di dolore.
“Stai male? “
“No, tutto bene tesoro!” Con perverso sadismo la Mistress prese il mio cazzo in mano e se lo mise in bocca. Pensavo volesse farmi un pompino, invece pianto’ i suoi denti sulla cappella mordendola fino a quasi farla sanguinare.
Misi il telefono su muto e urlai. La Mistress mollò la presa sghignazzando.
“Hai parlato abbastanza, saluta quella povera cornuta!”
“Torno tra poco, ciao.” E terminai la conversazione.
“Tra poco?” E rise con gusto. “Abbiamo appena cominciato, devo ridurti il cazzo un ammasso di carne sanguinolenta ed il culo aperto come il traforo del Monte Bianco.”
Mi lego allo scranno che usava per sodomizzare i suoi schiavi e mi penetrò nuovamente con il grosso cazzo di gomma.
Mi aveva già aperto in precedenza per cui il dildo entro senza difficoltà.
“Che troia sei, hai il culo largo da vero finocchio passivo. Serve un cazzo più grande per farti godere.”
Qualche secondo dopo mi mostrò il dildo più grosso e lungo che aveva. Era enorme sembrava il pene di un cavallo, forse era ancora più largo. Inoltre aveva su tutta la lunghezza delle bugnature semisferiche per aumentare l’attrito.
“Questo è appena sufficiente per il tuo deretano da lurida checca arrapata. Ti piace vero verme?”
“E’ troppo grosso Padrona, mi romperà il culo, vi prego risparmiatemelo!”
Mi strinse i testicoli con le mani dicendo:
“Taci schiavo, tu non puoi chiedere niente, lo prenderai e basta, il culo poi lo hai già rotto.”
Prima mi infilo’ quattro dita nel culo con un po’ di gel e poi appoggio sullo sfintere la grossa cappella del dildo.
“Lo senti, troione?”
Assentii e sentii che l’attrezzo si faceva strada nell’ano dilatando lo sfintere.
“Ti piace, vero?”
Con un colpo deciso fece entrare la grossa cappella che mi dilatò lo sfintere esterno brutalmente. Urlai per il dolore acuto.
“Lo hai preso alla grande culattone, ti si è dilatato lo sfintere senza neanche sanguinare, dovevo essere più decisa. Adesso ti apro lo sfintere interno, godrai anche di più. “
Senza alcuna pietà mi entro nell’ intestino con tutto l’enorme fallo aprendomi il retto come mai mi era successo.
Non contenta di avermi impalato cominciò a statuffarmi sempre più velocemente insultandomi e ridendo delle mie preghiere e implorazioni. Continuo per un tempo che mi parve lunghissimo, poi si fermò e vedendomi abbandonato quasi inerte sullo scranno da monta ridendo mi apostrofo’: “Sei vivo ?”
Tiro fuori il dildo dal retto e mentre io facevo un sospiro di sollievo me lo infilo’ nuovamente dentro di colpo per tutta la sua lunghezza. Mi accascia esausto e distrutto, mentre la mia crudele Padrona continuava a pompare il mio culo ormai del tutto slabbrato e oscenamente aperto.
Tra l’altro non ero ancora in grado di contenere l’urina dopo la deflorazione del cazzo, ero ridotto ad un relitto in balia della mia Padrona.
“Mi hai soddisfatto mio verme, meriti un premio. Di certo avrai sete e io devo pisciare. Stenditi a terra supino e apri la bocca. Vedrai la mia fica porco, ma dovrai bere la mia divina urina e poi farmi il bidet con la lingua. Non devi perderne una goccia, altrimenti ti punirò con il teaser sui coglioni.”
Naturalmente sapeva che non sarei stato in grado di bere tutta la sua urina, era una scusa per infierire ulteriormente sui miei genitali.
Si tolse il tanga e si accucciò sulla mia bocca. “Guarda la mia divina fica, so che vorresti scoparla, ma non succederà mai, potrai solo adorarla e forse leccarla.”
Aveva una vulva splendida con piccole labbra carnose e turgide che sporgevano dalle grandi labbra, estremamente desiderabile.
“Sei il mio water coglione, apri quel cesso di bocca che ti piscio dentro.”
Cominciò ad urinare e cercai di fare il possibile per non perdere neanche una minima parte di quanto mi riversava in bocca. Ma fu impossibile.
“Stai sprecando il mio nettare, frocio incapace, ti elettrificherò i coglioni.
Ho finito, puliscimi bene con la lingua la fica e il buco del culo!”
Cominciai a leccare e la prima scarica elettrica mi raggiunse lo scroto. Lanciai un gemito continuando a leccare. Altre 9 scariche mi devastarono lo scroto, ma io completai coscientemente il mio compito.
Nonostante i tormenti che la mia Padrona mi infliggeva il mio membro era di marmo.
Soddisfatta mi guardò il cazzo duro e lucido e con un sorriso mi informo’ che era sua abitudine marchiare i suoi schiavi.
“Quindi preparati, scriverò il mio nome con il saldatore sul tuo cazzo!”
Andò verso la mensola sulla quale erano disposti in perfetto ordine i suoi strumenti di tortura e torno che un piccolo saldatore a batteria.
“Dove vuoi essere marchiato schiavo ? Sulla cappella o sull’asta? “
Decisi di risparmiarmi l’esperienza della marchiatura sul glande e optai per l’asta.
Per mettermi a mio agio ed in attesa che l’attrezzo si arroventasse mi prese i testicoli in mano e cominciò a stringerli con forza crescente.
“Voglio sentirti urlare segaiolo impenitente!”
Non ci volle molto ad accontentarla. Mollo’ la presa solo quando il saldatore fu pronto.
Era un piccolo saldatore con la parte saldante appuntita. Me lo fece provare sulla cappella, appoggiandovi l’estremità per un breve secondo. Si sentì uno sfrigolio e odore di carne bruciata.
Avrei voluto sottrarmi ma ero immobilizzato. Urlai di dolore.
“Stai buono schiavo, vedrai che sull’asta farà meno male!!”
Cominciò quindi con la marchiatura sulla parte laterale destra del pene. Scriveva le sue iniziali per punti applicando la punta del saldatore per provocare una ustione puntiforme fino a riprodurre le lettere delle sue iniziali : C D , Cruel Devil.
Ad ogni toccatura sobbalzavo dal dolore provocando l’ilarità della mia Padrona.
Quando Dio volle il supplizio finì e la mia Signora e Padrona mi libero’ e potei vedere il risultato. Ero stato marchiato come un animale e sul pene era visibile la sequenza di ustioni brunastre puntiformi che formavano le sue iniziali.
“Ti si formeranno le bolle e poi una volta cicatrizzate le ustioni sarai per sempre portatore del mio marchio. Sei contento verme?”
“Si Padrona, ne sono orgoglioso.”
“Bravo, così mi piaci. Adesso segati e sborra per la tua Padrona!”
Obbedii cercando di eiaculare il più in fretta possibile per limitare il dolore dovuto alle frustate sul glande e alle ustioni.
La Mistress prese una bicchiere a coppa da birra e mi intimò di eiacularvi dentro. Alla fine riuscì a raggiungere l’orgasmo e svuotai il mio sperma nel bicchiere.
Urinò nella coppa e disse:”Bevi questo cocktail allo sperma segaiolo!”
Bevvi fino all’ultima goccia.
“Adesso rivestiti in fretta e levati dalle palle. Ho un altro schiavo da trattare!”
Mi rivestii rapidamente e me ne andai, provando una gelosia incredibile. Non ero il solo schiavo di Cruel Devil!!
Segue…..
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per VITA DA SCHIAVO:
