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Andrea: finalmente mio (1)


di Pool11
01.04.2018    |    13.647    |    4 9.6
"' 'No, grazie, faccio due passi e prendo un po' d'aria..."
Io e Maurizio siamo amici da tanti anni. Mi ha visto crescere e ora lavoro per lui nel ramo assicurativo. Per lui sono come un figlio, ma non sa tutto di me. Non sa che mi piace il culo, specialmente se giovane!
Ho 42 anni, sono un bel tipo: pelosetto e muscoloso, grazie ad anni di nuoto e una regolare attività in palestra.
Maurizio mi crede uno spaccafighe e spesso invidia la mia libertà. Quello che non sa è che ho un obiettivo preciso: scoparmi suo figlio Andrea.
Fin da ragazzino, mi ha sempre attirato come una bestia quel suo corpo esile e flessuoso, i riccioli neri lunghi e quegli occhi blu che avrei voluto tanto vedere sotto di me stremati dalla goduria.
Avevo sempre sospettato che gli interessassi: lo vedevo da come fissava il mio fisico atletico e i bottoni della camicia che tiravano sul mio petto possente e muscoloso. Ma era minorenne quindi, a parte qualche occhiata furtiva, non ero mai andato oltre. E poi Andrea era fidanzato da anni con una bella ragazza del paese. Quindi la mia era solo una fantasia.
Avevo perso le speranze fino al Natale scorso. Maurizio mi invitò a cena con sua moglie e Andrea, che nel frattempo era diventato un arrapante maggiorenne.
Durante la cena, si conversava del più e del meno, bevendo parecchio vino. Andrea disse che voleva fare in fretta perchè dopo avrebbe raggiunto i suoi amici per scambiarsi gli auguri.
Maurizio e la moglie sarebbero andati a messa e io volevo scolo scopare una troia. E, sorpresa delle sorprese, la troia era seduta proprio davanti a me! Andrea continuava a fissare il mio petto e le mie braccia, mordendosi ogni tanto il labbro. Complice il vino, si stava rivelando! Ah, sì? Vuoi giocare, puttanella? Allora giochiamo...
Allungo un piede sotto il tavolo fino a toccare il suo. Lui sembra non accorgersene e non lo sposta. Inizio ad accarezzarlo. La troia diventa subito rossa ma non si tira indietro, anzi: risponde alle carezze. Decido di alzare la posta in gioco e apro le mie gambe massicce per far respirare la mia erezione, nel frattempo diventata d'acciaio. Andrea allunga la gamba fino a risalire polpacci e cosce. Sta per arrivare al mio cazzo, ma io mi faccio indietro e chiudo le gambe. Lui rimane un po' deluso. Eh, no, bello mio, voglio fare le cose con tutti i crismi.
Finita la cena, Andrea si alza, ci saluta ed esce di casa. Tu non vai da nessuna parte stasera! Io fingo un mal di testa, saluto e ringrazio Maurizio e sua moglie ed esco a caccia della mia preda.
La troia è talmente in calore che annuso il suo odore nell'aria, salgo in macchina e inizio a guidare verso il centro. Il nostro paese è piccolo e a quest'ora non c'è davvero in giro nessuno. Tranne lui: eccolo che cammina svelto, tutto incappuciato nel suo piumino. Accosto e tiro giù il finestrino: questa situazione tipo troia e cliente mi arrapa ancora di più!
'Ehi, sali, ti do uno strappo.'
'No, grazie, faccio due passi e prendo un po' d'aria.'
'Dai, fa freddissimo e accompagnarti non mi costa nulla!'
'No, davvero, grazie.'
La troia si era ripresa dal vino e ora faceva tutta la ritrosa. Ma io non ne volevo sapere. Me l'hai fatto annusare e ora mi prendo tutto. Avevo intuito il tipo: ci voleva autorità.
'Andrea. Sali. Subito.'
Si ferma. Mi guarda sorpreso. Ho colpito nel segno.
'Okay.'
Sale e partiamo subito.
'Devo andare in piazzetta.'
'Sì, ma prima mi accompagni a prendere le sigarette.'
'Va bene.'
'Allora cos'era quella cosa di stasera?'
'... Quale?'
'A cena, sotto al tavolo.'
'... Ma cosa?'
'Il tuo piede e il mio.'
Diventa rossissimo e inizia a farfugliare.
'Ma niente, stavo giocando. Nulla di che.'
'Secondo me non stavi giocando.'
Cala il silenzio.
'Con chi ti devi vedere?'
'Con i miei amici e Cristina.'
'Siete ancora fidanzati?'
'Sì'
'E come va il sesso?'
'Non lo so, ancora non l'abbiamo fatto.'
'Mi stai dicendo che sei ancora vergine? Alla tua età?
'Sì, vuole aspettare.'
'E tu non stai esplodendo? Io alla tua età mi ammazzavo di seghe.'
'..Sì, beh, insomma.....'
Mentre lo faccio parlare, imbocco la tangenziale. Lui all'inizio non sembra farci caso. Poi però se ne accorge.
'Ma dove stiamo andando?'
'Voglio farti vedere un posto.'
'Che posto?'
' Un promontorio da cui si vede tutto il paese, è molto bello e tranquillo.'
'Perchè?'
'Perchè mi sembra il posto adatto per sverginarti.'
'......Cosa??'
'Smettila, vuoi far finta di niente oppure stai zitto e buono e mi lasci fare quello che da anni sogno di fare?'
'No, Pietro, davvero non mi sembra il caso.'
'Sì che lo è. Stai zitto e vai incontro al tuo destino.'
'Pietro, davvero, non voglio!'
Intanto la sua erezione aumentava.
'Il tuo pisellino sembra dire il contrario.'
'No davvero, smettila! Guarda che chiamo mio padre!'
'E allora perchè non l'hai ancora fatto? Te lo dico io perchè: vuoi il mio cazzo tanto quanto io voglio il tuo bel culetto vergine.'
Lui non risponde. Sa che non mi fermerò e capisce che è inutile protestare oltre.
Abbassa lo sguardo, sconfitto e in mia balìa. Cazzo, è un sogno!
Rincaro: 'Ho ragione o no?'
Lui non risponde.
Gli tiro i capelli costringendolo ad alzare la testa.
'Rispondi!'
'Sìssignore'
'Brava signorina. Adesso cambio di programma. Niente dirupo romantico. Ho in mente io quello che fa per te.'
- Continua -



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